[Evento Dinamico] La Nave Straniera

Aperto a tutti i giocatori. Scadenza 22/08/13

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  1. Kyushize_
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    Dannatissima vecchiaccia!


    Post 1°

    Narrato/ -Parlato-/Pensato



    -Yuiku, piantala!- sbottò la ragazzina – Appena finiremo le commissioni di Yatato ti comprerò qualcosa da sgranocchiare, ma adesso piantala con le lamentele!-
    Kyushize era mostruosamente nervosa. In quell’istante, tutto ciò che la circondava era oltremodo irritante: dall’olezzo fetido di salsedine mista a carburante, gas di scarico e, Kyu sperò che fosse solo una sua impressione, un vago sentore di fogna, che si spandeva per le via della cittadina, rendendo l’aria densa ed umida.
    O forse, ad infastidirla era il pesante carico che si portava con un solo braccio, dato che con la destra dava la mano al fratellino, ovvero una scatola immensa di vasi, vasetti, ampolle, pinze, strani mortai di piccole dimensioni e attrezzi dalle più svariate funzioni e i più inquietanti aspetti.
    Oppure, a farla letteralmente imbufalire era quella dannata vecchiaccia di Yatato, quella sottospecie di farmacista che l’aveva mandata in quel luogo così lontano da casa solo per comprare dei nuovi utensili.
    Perché comprare i normalissimi aggeggi da farmacista comodamente disponibili nel mercato sunense?! Piuttosto andiamo a cercare degli attrezzi assolutamente introvabili nel Paese del Fuoco, portandoci dietro una ragazzina ed un lamentoso bambino?
    Inoltre la maledetta nonnina non si era neppure data la pena di accompagnarli fino alla meta: si era infatti fermata a Konoha , a trovare, come aveva detto lei, dei vecchi amici.
    Così si ritrovavano lì, ad Otafuku, con uno scatolone di robaccia da vendere, il doppio di roba da comprare, spintonati ed ignorati dalla gente che affollava il mercato e, soprattutto, affamati.
    Maledisse mentalmente Yatato appellandola con ogni epiteto poco galante che le veniva in mente. Ma quella donna di solito, per quanto miseramente, la ricompensava per il servigi che le rendeva. Ed essendo una dei pochi al villaggio a non evitare la ragazza, Kyushize aveva ben poca scelta, almeno finché non fosse diventata una genin e, allora, sarebbero arrivati i primi guadagni dalle missioni.
    Il suo cammino le sembrava ancora così lungo, come una strada tutta in salita, così in pendenza da non scorgere nemmeno ciò che vi è in cima.
    Ed effettivamente il suo percorso sarebbe stato tortuoso, in fondo, chi aveva mai detto che sarebbe stato facile?
    Cominciò a giocherellare con la stecca da ghiacciolo che spuntava dalla sua bocca. Il legno aveva ormai quasi perso sapore. La aggiunse alla lista delle cose che non andavano in quella giornata

    Se avesse dovuto descrivere il mercato di Otafuku in una sola parola be’, il vocabolo sarebbe stato di certo: tumultuoso.
    Un tumulto di colori, di merci variopinte, vecchie e nuove, utili e superflue, belle ed inquietanti. Lì c’era davvero di tutto e chiunque vi avrebbe potuto trovare qualsiasi cosa cercasse, armato di molta, molta pazienza.
    Ma il punto era quello: lei era effettivamente fornita della pazienza che necessitava la sua ricerca?
    In quel frangente sentiva che la risposta non poteva essere altro che negativa.
    Le sembrava di stare affrontando un percorso ad ostacoli: tra la gente che avanzava imperterrita senza neppure notarla, il tentativo, per approfittare dell’ombra, di passare vicino a tutti i banchetti dotati di coperture e l’evitare i resti di frutta marcia, strani liquidi (sperò fossero pozzanghere) e cumuli di lerciume di vario genere.
    Il vociare continuo, intenso e a tratti incomprensibile degli abitanti iniziava a farla impazzire: era un continuo botta e risposta tra commerciante e compratore per le trattative sui prezzi, tra negoziante e negoziante in una sorta di sfida a chi attirava più clienti, nonostante i contendenti vendessero le merci più diverse. Tutto ciò riprodotto ad un volume disumano.
    Io la ammazzo. Io la ammazzo. Se non mi paga almeno il triplo del solito la trucido.
    Ma fu riscossa dai suoi inquietanti piani pe ammazzare nella maniere più violente Yatato, quando si rese conto di non riuscire più ad avanzare.
    Sbuffò, quando il piccolo Yuiku si fermo trattenendola con tutte le sue forze da torello per una mano.
    -Yuiuku…- cominciò appena a dire.
    - Sono stanco! Voglio tornare a casa, ti prego, ti prego Kyu!- squittì il bambino.
    Kyushize sbuffo nuovamente, come se si fosse rassegnata al fatto che il bimbo non avrebbe MAI smesso di lamentarsi. Adagiò lo scatolone a terra, poi si inginocchiò su una gamba, tenendo l’altra ad angolo rettò.
    Faccia a faccio col fratellino, ne scompigliò i rossi capelli.
    -Ahh.. dai, ce la puoi fare, lo sai.- disse con un tono di voce morbido, rendendo si conto di essere stata, fino a quel momento, molto sgarbata col fratellino – Neanch’io vorrei essere qui. Ma dobbiamo resistere. Ti prometto che tornati a casa…- non completò la frase.
    Fu un momento.
    Poi vide, chissà come e perché, due individui correre nella loro direzione, in tutta fretta, seguiti da tre bufali imbestialiti. Non ebbe neppure modo di parlare.
    Perché SE i ragazzi non avessero deviato la loro corso o spiccato un bel balzo, sarebbero di certo inciampati nel grosso scatolone da lei poggiato a terra.




    CITAZIONE
    //Off Topic
    Essendo il mio primo post vi sarei grata nel caso in cui, leggendolo, notiate qualcosa che non va. Critiche e consigli via MP sono ben accetti, grazie.
     
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29 replies since 21/7/2013, 21:33   962 views
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