Due persone simili litigano. Qualunque cosa tu faccia lo scopo è vincere!

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    La storia aveva fatto presa a sufficienza, il Colosso non poteva che esserne soddisfatto, ma una cosa continuava ad alimentare quella grossa bestia d’odio che gli si agitava nello stomaco: i due dementi che aveva davanti. Lo punzecchiavano continuamente, e già troppe volte si erano permessi di appellarlo ad un modo in cui ben pochi avevano il coraggio di fare, e che ancora meno erano sopravvissuti per potersene vantare.
    Serrò la mascella promettendo una vendetta inaspettata e fredda, congestionante, quando i due si misero a ridere, cacciando la rabbia ben più infondo di dove avrebbe dovuto farla sfogare.
    Una cosa era certa, stava per salire nella scala gerarchica, liberandosi di quei due beoti, buoni soltanto a condire le loro parole parole con vuoti ghigni di minaccia che neanche una volta avevano sfogato. Cosa ancor più piacevole però era che presto i due scavezzacollo non gli sarebbero più stati utili.


    Sono felice che siate così divertiti.

    Interloquì con voce piatta e glaciale mentre faceva fare strada ai due individui lasciandoli andare pochi passi davanti a lui, meditando se farli secchi con un attacco alle spalle e lasciarli in una pozza del loro stesso sangue a rimuginare quanto rossi sarebbero stati da quel momento in poi i loro fastidiosi sorrisi. Tuttavia la parte professionale del Colosso ebbe la meglio lasciando che i due lo conducessero nel magazzino per poi lasciarlo solo con una manciata di domande, anche se una fra tutte gli ronzava per la testa: dove sapeva di dover andare?
    Rimase immobile, in modo da non far sentire l’incertezza di troppi passi che si muovono a destra e a manca cercando disperatamente un ingresso, si limitò a guardarsi attorno con attenzione, ma attorno aveva solamente scaffali, sparsi per l’enorme stanzone che componeva quel magazzino dalle pareti compatte ed ad una prima occhiata priva di passaggi segreti o secondi volumi, o quantomeno questo si percepiva paragonando le dimensioni esterne dello stabile con quelle interne. A quel punto però gli venne da pensare che i due avevano parlato di topo di fogna, e i topi di fogna stanno in basso, sotto, per la precisione.
    Arricciò le labbra dubbioso mentre si fletteva sulle ginocchia per osservare il pavimento sotto gli scaffali composti dai resti di metallo digeriti dalla rugine.
    Un luogo troppo umido e puzzolente per essere considerato piacevole, un luogo in cui ci si ferma ben poco ed il cui accesso è sicuramente più trafficato del pestilenziale atrio.
    Il magazzino non era certamente pulito ma un particolare punto, più sporco degli altri, attirò l’attenzione del Colosso, non propriamente sotto ad uno scaffale, ma vicino: era il risultato della polvere impastata dalla suola delle scarpe i cui proprietari erano costretti a fare più di un passo attorno ad un singolo punto.
    Se il punto non fosse stato quello, vista la molteplicità di impronte li vicino, non era neanche improbabile appropinquarsi in quel punto, inoltre sarebbe stato ugualmente strano che il Colosso rimanesse immobile per tutto quel tempo. Mano a mano che si avvicinava i particolari iniziavano ad emergere nella sporcizia: la traccia circolare che sottolineava uno spostamento dello scaffale, mediante la rotazione su una delle sue gambe, l’unica ad affondare sul pavimento, ed un particolare punto dello scaffale stesso in cui la ruggine aveva una grana più fine rispetto al resto del mobile, segno che qualcosa aveva alterato la grana tipica della ruggine sfregandoci sopra più di una volta, riuscendo a mettere in luce perfino un piccolo pezzo di metallo ancora intonso. Ultimo tra gli indizi un piccolo solco nel pavimento, estremamente fine e preciso, quasi invisibile su la polvere non tendesse a scostarsi da esso, come se periodicamente qualcosa ve la rimuovesse, probabilmente un refolo d’aria che sortiva quando la botola veniva aperta. Era probabile che la gamba dello scaffale fosse parte integrante del meccanismo della botola, o almeno così pensava il Colosso.
    Era evidente che facendo ruotare lo scaffale nell’asse definito dalla zampa che si immergeva nel terreno qualcosa sarebbe successo.
    Provò quindi a smuovere lo scaffale seguendo i movimenti suggeriti dalle tacche sul pavimento.
    Se non fosse successo nulla e nessun'altro indizio si fosse palesato sarebbero state create due copie del Colosso, che rapidamente avrebbero guadagnato le finestre dello stabile, per poi scivolare all’esterno dopo aver guardato che nessuno le stesse osservando. Prima di uscire avevano preso le sembianze dei due complici di Kenzaru, era probabile che avessero già due belle scarpe di cemento, ma è molto più probabile che due rancorosi scagnozzi tornassero dalla tomba che due Colossi a zonzo per uno dei punti caldi dell’organizzazione dell’Edera. Inoltre, ponendo che i due fossero sfuggiti al Loto, era probabile che non tutti fossero a conoscenza del loro fallimento e morte.
    Le copie rapidamente percorsero tutto il tetto, dirigendosi all’entrata del magazzino in cerca dei due ghignanti scagnozzi, silenziose come solo un ninja poteva essere.
    Sarebbero piombate dall’alto, mediante un singolo salto da una struttura non così alta da impedire una simile azione, la henge aveva annullato i mantelli per cui non dovettero preoccuparsi del loro sventolare durante la caduta. Le copie si sarebbero fatte precedere da un kunai su cui era stata attivata la Distrazione Illusoria

    L'illusione si attiva toccando un'arma, oggetto o parte del corpo desiderata: se la vittima osserva l'obiettivo scelto, attiverà l'illusione, subendo una forte distrazione, come se angosciato da una sensazione di pericolo imminente. La vittima sarà distratta e avrà un malus di 2 tacche ai riflessi; tramite l'utilizzo di uno slot azione è possibile annullare la distrazione, ma non la riduzione dei riflessi. L'illusione dura 1 slot azione.
    L'efficacia è pari a 10.

    in modo da attirare la loro attenzione davanti a loro, punto in cui si sarebbe conficcato il kunai, anziché dietro di loro, punto da cui sarebbe giunto l’attacco.
    Giunti alle spalle dei due, la copia, kunai in mano, avrebbe aperto la gola del più lento dei due scagnozzi da un orecchio all’altro per poi poggiare una mano sullo scroscio di sangue, in modo da farlo scorrere nei vestiti scuri che indossava, quasi invisibile, mentre la seconda, puntando l’arma alla gola dello scagnozzo rimasto gli avrebbe sigillato la bocca con la mano.


    Fiata, e come il tuo amico sorriderai per sempre.

    Avrebbe detto se tutto fosse filato liscio, poi avrebbe sorriso, allo stesso modo degli scagnozzi prima di continuare a parlare.

    Questo piccolo topo di fogna ha bisogno di un piccolo aiuto, tu ora verrai dentro e glielo darai, si?

    Volente o nolente sarebbe stato nuovamente tirato dentro alla struttura, insieme al suo compagno morto, tenuto in piedi dalle braccia possenti del Colosso.

    Se c’è qualcuno di guardia digli che non c’è nulla di cui preoccuparsi, subito.
    E pochi inganni, mi raccomando, non ho rubato solo la faccia di quell’idiota di Kenzaru.


    In realtà non sapeva se ci fossero o meno segnali segreti, ma sarebbe stato meglio non avere dubbi su quel frangente, in positivo o in negativo, doveva fare un lavoro il più pulito possibile. Per questo la prima copia si occupò di spargere poco sangue, e di ripulirlo dopo aver trasportato il corpo in un punto lievemente nascosto rispetto al camminamento principale del magazzino.
    Che ci fosse o meno necessità dell’avviso le due copie avrebbero portato l’individuo da Raizen, quello originale, intimandogli di mostrargli l’entrata.
    Fatto ciò il Colosso avrebbe posto poche rapide domande.


    Avete un sistema di comunicazione? Basato su cosa?
    Avete segnali segreti?
    Parla e ti lego solamente ad un palo senza farti del male, non ho intenzione ne di ledere te, ne il tuo boss. E' mia intenzione esporgli solamente un patto estremamente conveniente, sia per lui che per me.


    Ottenute le risposte con le appropriate minacce Raizen si sarebbe calato nel passaggio, facendo passare prima una copia, in modo da evitare eventuali trappole, dopodichè avrebbe ucciso anche il secondo scagnozzo, facendogli fare esattamente la stessa fine del primo.

    Sorridi adesso, bastardo.

    Disse scomparendo nella botola.
    Se avessero funzionato le semplici indagini il Colosso si sarebbe semplicemente presentato al boss, in caso contrario una copia l’avrebbe accompagnato, prendendo le sembianze di uno dei due scagnozzi, mentre lui prendeva quelle del secondo e la terza copia restava di guardia al magazzino.




    CITAZIONE
    Mi fermo sia alla botola, in quanto potrei aver sbagliato entrambi i metodi, sia nell'istante stesso in cui vedo il boss (in caso riesco ad entrare)
     
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