Due persone simili litigano. Qualunque cosa tu faccia lo scopo è vincere!

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  1. F e n i x
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    Tre porte Tre vie
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    L’elegante furbata di Raizen aveva portato ben pochi risultati, al momento poteva unicamente sapere che tipo di corridoio si celasse dietro le porte, tuttavia, pareva che la sua accortezza gli avesse permesso di non far scattare alcun meccanismo di tracciamento per cui al momento era probabile che la sua posizione non fosse nota ad eventuali controllori.
    Non era un male per lui, anche se quel ritardo lo infastidiva, com’anche il fatto che quei corridoi fossero inesplorabili con uno stratagemma simile.


    Beh, dopotutto hanno sempre a che fare con dei ninja, si saranno preparati a dovere per ogni eventualità.

    Decise di far rientrare i cloni e di spargerli lievemente meglio, per un ulteriore esplorazione, che però questa volta si sarebbe limitata ai primi dieci metri del corridoio.
    I tre cloni entrarono insieme nel primo, ed ognuno di essi si dedicò ad una parte del corridoio, il pavimento era stato sommariamente ispezionato dal clone entrato da solo e non v’era parvenza di tracce, sarebbe dovuto essere un corridoio trafficato a sufficienza da avere tracce del passaggio di qualcuno, eppure pareva nuovo e limpido, come se non fosse mai stato utilizzato, o quantomeno costruito di recente. Tuttavia tutta quell’aria di nuovo gli faceva sorgere dei dubbi, l’ultima volta che aveva notato una simile differenza in un passaggio segreto di quel tipo un corridoio simile era piazzato per sottrarre il chakra. Non era nient’altro che una sensazione, un presentimento, eppure non riusciva a togliersi dalla mente quel pensiero, il non trovare alcun segno di passaggio in nessuna delle quattro pareti che delimitavano il corridoio poi lo fece desistere del tutto dal prendere quella via. Forse aveva sbagliato, ma aveva imparato a fidarsi dell’istinto.
    Pregò di non fare cilecca.
    Passò poi alla terza porta, rasserenato dal fatto che l’esplorazione di questa sarebbe stata più semplice, nell’umido e nella lordura era semplice lasciare delle tracce, soprattutto se la lordura stessa è inzuppata tende quasi a diventare uno stampo, ma non trovando alcun indizio di passaggio decise di non prendere nemmeno quella via per poi tornare a riflettere sui simboli incisi al di sopra delle porte, incomprensibili per lui.
    Tentò di dargli un significato dando alla dura pietra del primo la caratteristica propria di un guanto di ferro armato, ossia l’estrema tenacia necessaria alla neutralizzazione della minaccia o difesa, mentre nel terzo l’albero poteva somigliare quasi ad una mangrovia, una pianta che nasce in luoghi estremamente umidi ed acquitrinosi.
    Quella centrale invece cosa aveva?
    Quella centrale parlava dell’edera, della sua capacità di sopravvivere e diffondersi anche negli ambienti meno adatti, arrampicandosi e strisciando ovunque, dai sottoboschi alle pietre riuscendo sempre a trovare, con radici sparse anche nella sua minima propaggine, del nutrimento.
    Si soffermò solo un secondo a riflettere sulla possibilità che l’ideatore di quelle porte avrebbe potuto voler trarre in inganno un eventuale intruso proprio facendogli sorgere questi pensieri, ma era un ragionamento che per quanto si estendesse tornava sempre al punto di partenza, un serpente che si morte la coda insomma.
    Entrò quindi nel corridoio centrale, lasciano i suoi tre cloni all’entrata dei corridoi che avevano esplorato poco prima, avendo notato che se le porte rimanevano bloccate dal kunai nulla si attivava rendendo il passaggio per il corridoio del tutto sicuro, sfruttò tale informazione o falla nella difesa dei corridoi, per non incappare in eventuali trappole. Una volta arrivato alla seconda porta fece legare ai cloni le estremità dei kunai che aveva utilizzato per bloccare le porte con un semplice filo di nylon, e dopo averli fatti entrare nella centrale li tirò via, facendo chiudere tutte le porte e far avanzare i cloni nel corridoio centrale.
    Sperava che arrivassero da lui del tutto illesi, ma in caso di disgrazie sarebbe quantomeno stato informato dei pericoli che avevano affrontato durante il cammino .
    Garantitosi lo sbloccaggio della seconda porta, in caso i cloni fossero arrivati salvi avrebbe fatto aprire ad uno di loro la porta tenendosi pronto ad attivare delle eventuali difese, in caso contrario avrebbe aperto lui la porta, sperando di non attivare una trappola dell’ultimo secondo.
     
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