Il Fuoco Interiore

Controllo del Sangue I per Kenzaru

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  1. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
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    Avevo aperto gli occhi da qualche minuto quando capii che il profondo martellare che mi rimbombava in testa non era frutto della mia stanchezza. Le immagini, da prima sfuocate, ora avevano dei margini più nitidi e così i colori; il calore del fuoco fu come un balsamo per le mie membra intorpidite. Chissà da quanto ero stato sdraiato su questo letto... Ero stato medicato, una fasciatura salda copriva il collo che mi era stato azzannato da quella bestia. Un brivido profondo mi scosse e mi spinse a mettermi seduto, la testa mi girava leggermente ma tutta la stanchezza che avevo in corpo non era altro che un ricordo lontano, avevo ripreso le forze e, in quel momento, mi venne una fame vorace.
    Il ritmico martellare cessò e una figura colossale entrò nella stanza, si dovette piegare per superare la porta e poi si distese in tutta la sua struttura: i muscoli erano ben definiti e il grembiule in cuoio copriva un petto molto villoso, un braccio era più sviluppato dell'altro. Sorrisi leggermente tra me e me quando pensai che Toro avrebbe commentato quella sproporzione facendomi notare che, probabilmente, erano anni che non possedeva una donna e quello non era altro che il frutto di un'assidua masturbazione.
    Incrociò le braccia sottolineando ancora di più, per quanto possa sembrare impossibile, la differenza fra il braccio destro e il sinistro.
    Da prima sembrò canzonarmi, poi - dopo avermi informato che avevo passato tre giorni addormentato sul letto - iniziò a blaterare qualcosa che feci fatica a capire... Poi mi invitò a togliermi le bende dicendomi che un Mikawa non ha bisogno di bende, corrugai le sopracciglia e, lentamente, esegui il suo ordine (non avevo nessuna intenzione di contraddirlo, era troppo grosso e io troppo debole)
    Ci dedicai molta cura ma, quando la benda candida cadde a terra, la mia mano tremante trovò la ferita cicatrizzata perfettamente. Sorrisi e lo guardai stupefatto, era una cosa incredibile, non potevamo lasciarmi trasportare dalle emozioni ma tutto ciò era veramente incredibile.
    Significa, quindi, che lo scienziato non mi aveva raccontato una palla, o tutto ciò che mi disse quindi non era una bugia. Che nel mio sangue scorresse il sangue Mikawa era fuori dubbio a quel punto, ma ero veramente il Duplicante di Aloysius? Non mi era ancora dato saperlo e forse non era il caso di parlarne direttamente con quell'uomo.
    Che, nel frattempo, mi stava allungando la mano. Mi alzai nei miei quasi due metri di altezza e, a mia volta, gli allungai la mano fino a stringerla, la sua stretta era poderosa e non riuscii a nascondere una lieve smorfia di dolore.
    Soppesai con lo sguardo prima il coprifronte del villaggio del Suono e successivamente quello del villaggio della Foglia, non c'era assolutamente nulla che mi tratteneva nel villaggio del paese del Fuoco, non avevo amici - non più quanto meno - non avevo una famiglia e non dovevo nulla al villaggio...
    Ma malgrado tutto lasciai passare qualche minuto prima di intascarmi il vecchio coprifronte della foglia e stringere al braccio quello del suono, quindi - mi aveva invitato a sedermi - parlai con voce ferma:

    Scusami se ti interrompo ma vorrei chiederti un paio di informazioni: dove siamo? Febh dov'è? Io dovrei consegnare una lettera all'amministratore del villaggio del suono, dove posso trovarlo e come si chiama?

    Qualcosa era cambiato in me: se prima ero un ragazzo timido e silenzioso, ora avevo acquisito maggior sicurezza; non avevo paura di parlare a quell'uomo e per questo ma la mia voce era risultata piuttosto ferma.
    Mentre aspettavo le risposte da quell'uomo mi misi a mangiare, di certo non mi aspettavo qualcosa di più sofisticato, ma fui molto soddisfatto dal gusto di quel formaggio molto stagionato con dei piccoli chicchi di pepe a renderlo più saporito.
    Ci eravamo spostati nella stanza affianco a quella in cui riposava e mentre io mangiavo lui mi spiegava come iniziare a controllare il sangue, certo era stata la situazione critica che mi aveva permesso di salvarmi. Ora, in una situazione calma, probabilmente non sarei riuscito a rifare quello che là mi venne, con discreta, facilità.
    Impugnai il coltello che lui stesso mi passò, avrei dovuto tagliarmi ed evitare che il sangue fuoriuscisse dalla ferita. Mi incisi il polso e appoggiai il braccio sul tavolo, strinsi i denti e lasciai vagare lo sguardo per qualche secondo nel colore rubino del sangue che lentamente si allargava su tutto il tavolo.
    Chiusi gli occhi e, come la prima volta, iniziai a controllare la respirazione finché non riuscii a calmarmi e rallentare il battito cardiaco.
    Il sangue si crea all'interno del midollo osseo, quindi avrei dovuto impastare il chakra all'interno delle ossa, nello specifico nelle ossa del braccio sinistro a cui avevo inciso le vene.
    La manipolazione del chakra mi risultò piuttosto complessa e le cellule presenti nel midollo osseo non rispondevano al 100%, non riuscivo ad essere abbastanza preciso e l'impasto risultò piuttosto grezzo e grossolano. Dovetti concentrarmi di più, dovetti lasciar scivolare fuori il chakra e riniziare tutto da capo.
    Rifiatai, richiusi gli occhi.
    Mi concentrai sulla respirazione e velocemente il respiro divenne regolare e tranquillo. Questa volta non cercai di concentrare tutto il chakra all'interno del midollo osseo ma solo una piccola parte, avevo notato in precedenza, infatti, che ne avevo messo troppo e le cellule non rispondevano perfettamente, quindi decisi di non voler stra fare e come se possedessi un contagocce impastai il chakra nel braccio.
    Questa volta sentii il corpo rispondere bene, mi resi conto di avere il controllo sulla produzione del sangue potevo aumentarne o diminuirne; era un ottimo inizio. Aumentai la produzione e avevo un grezzo controllo sul sangue prodotto, lo misi quindi a bloccare la ferita.
    Ora avevo maggior coscienza sul sangue sul tavolo, lo sentivo ricettivo al mio chakra, sentivo che mi apparteneva.
    Ma dovevo fare un passo alla volta, aprii gli occhi e con un panno pulii la ferita; se tutto fosse andato come volevo non sarebbe uscito più sangue.




    CITAZIONE
    Come sempre preferisco non dire mai se riesco o non riesco a superare la prova così che tu possa farmi capire se i miei post vanno bene o meno.
    Grazie mille e buona giocata, bro! :riot:
     
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19 replies since 23/10/2013, 15:33   370 views
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