Il Fuoco Interiore

Controllo del Sangue I per Kenzaru

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  1. ¬Chris
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    Il Fuoco Interiore
    IV Post

    Effettivamente, non avevo pensato a cosa avrei potuto fare se il mio sangue fosse entrato in contatto con il sistema circolatorio avversario. Rimasi in silenzio passando la mano sul mento, meditando a quanto - ora che ci pensavo - avrei potuto fare danni introducendo anche una modesta quantità nel mio sangue in quello avversario, che stupido che ero stato ad non averci pensato prima.
    Lo guardai mentre si feriva il braccio e lasciava cadere il suo sangue sul terreno umido della piccola radura persa nel bosco, il muschio assorbì il liquido color rubino che, passando attraverso un raggio di sole, assunse tonalità sgargianti. Così Livon, tenendo il braccio teso, mi spiegò i problemi che comportava provare ad inserire il mio sangue nel sistema vascolare nemico; compii dei respiri profondi e chiusi gli occhi lasciandomi assordare dal silenzio e dal ticchettare, regolare, del sangue sul terreno.
    Il primo problema era poter individuare la ferita nemica, senza poter sapere dove essa fosse esattamente collocata sarebbe stato impossibile poter immettere il mio sangue nel corpo avversario. Certamente uno shinobi con un alta conoscenza di questa innata avrebbe potuto essere in grado di rintracciare, tramite conoscenze più approfondite, le ferite avversarie tramite tecniche o abilità apposite. Purtroppo, essendo io alle prime armi, avrei dovuto fare affidamento unicamente su una buona vista tramite la quale poter individuare tessuti bagnati dal sangue e, contemporaneamente, tenere impresso nella mente dove era stato colpito l'avversario; l'unione di queste due cose avrebbe potuto darmi l'idea precisa di dove era presente la ferita avversaria...
    shusei_hisagi_inch

    Certo questa avrebbe potuto risolvere il primo problema ma, a quel punto, si sarebbe presentato un secondo problema la cui importanza non era certo minore: come inserire il sangue senza far esplodere la vena?
    Le mie conoscenze mediche mi permettono di sapere che le arterie hanno un tessuto più elastico rispetto alle vene e, in maniera abbastanza precisa, saprei identificare dove esse siano collocate ma rimane il fatto che gettare secchiate di sangue su una ferita avversaria non comporterebbe, in maniera logica, una penetrazione del mio sangue nell'arteria avversaria. Ma se avessi la capacità di poter compiere un controllo più accurato del sangue, probabilmente potendo diminuire la grandezza del flusso permettendo una penetrazione a cuneo all'interno del corpo nemico sarei riuscito a non provocare danni immediati all'avversario non facendogli esplodere l'arteria o la vena.
    Poi avrei dovuto controllare il sangue a questo quesito mi risposi quasi immediatamente, giacché si trattava semplicemente di dover muovere il proprio sangue all'interno del corpo avversario e ciò non differiva di molto rispetto a quello che avevo appena imparato a fare, sarebbe bastato quindi irrorare di chakra il sangue e mantenerlo anche quando avveniva il contatto potendo spostarlo all'interno del suo corpo. Questo sarebbe stato possibile unicamente tramite la mia conoscenza base dell'anatomia dell'uomo, avrei dovuto assottigliare il flusso del sangue di molto e ciò comportava un maggior capacità di plasmare il mio sangue.
    Iniziai così ad impastare chakra nel sangue e a muovere, sospesi in aria, costrutti di sangue; li plasmavo cercando di creare forme e figure sempre più strane, dovevo imparare ad avere un controllo meno grossolano ed essere più elegante e preciso possibile. Così mi impegnai a creare flussi di sangue il cui diametro diminuissi sempre più, fino a raggiungere un misura a me congeniale. Muovevo intorno a me numerosi costrutti, cercando di applicarmi al meglio così che potessi imparare a mantenere il controllo su più costrutti e a farli muovere in direzioni diverse contemporaneamente oltre che a velocità diverse, ovviamente.
    Trascorse diverso tempo finché non potei ritenermi soddisfatto, avevo un ottimo controllo sul sangue e riuscivo a creare costrutti più elaborati rispetto ai precedenti. Questo mi mise sicurezza e volli provare ad applicare la tecnica che poc'anzi mi aveva spiegato Livon.
    Mi posi a qualche passo da lui, lungo le braccia mi scendeva un rivolo di sangue che ad un tratto si ingrossò e, quasi per magia, si staccò dal mio corpo e contro le leggi della gravità iniziò a fluttuare intorno a me.
    Rimasi immobile, mentre sempre più sangue si agglomerava in un unico costrutto che iniziò a vorticare intorno a me, lo plasmavo mentre riaprii gli occhi e iniziai a studiare la ferita avversaria dal flusso che ne fuoriusciva dedussi che era arterioso, ciò lo capii studiandone il colore di un rosso più vivo perché ricco di ossigeno e dal modo con cui fuoriusciva. Questo mi semplificava le cose, o almeno fui così stupido da pensarlo, poiché sebbene ebbi il tempo di ripassarmi mentalmente tutti i passaggi logici qualcosa andò storto. Danneggiai infatti l'arteria di Livon il quale mi fermò dicendomi che qualcosa era andato storto e di riprovare.
    Decisi che era stata solo sfortuna e nuovamente provai inutilmente, devo aver tralasciato qualcosa perché anche la terza volta fallii.
    Non mi accorsi che passarono diversi minuti nei quali rimasi fermo a pensare mentre il sangue mi vorticava intorno, all'inizio lento e progressivamente sempre più veloce. Finché non giunsi alla conclusione: non avevo considerato la velocità di immissione del sangue. Non potevo far penetrare il sangue alla massima velocità, in quell'attimo in cui il sangue entrava nella ferita avversaria esso doveva avere una velocità ridotta quasi al minimo.
    Ripresi posizione e quindi ci riprovai, il costrutto assunse la forma di una lancia e lo scagliai a tutta velocità contro Livon, poco prima dell'impatto con la ferita nemica rallentai il sangue per poi riprendere la velocità quando esso si sarebbe trovato all'interno dell'arteria. Se questa volta fossi riuscito avrei avuto il controllo del sangue all'interno della sua vena, ebbi qualche difficoltà a comprendere al meglio come si doveva controllare senza rompere l'arteria avversaria, Livon mi avrebbe lasciato il tempo per ambientarmi e capire al meglio la situazione e le dinamiche ad essa collegate.
    Poi concentrai ancora più chakra e cercai di prendere il controllo del flusso sanguineo avversario rallentandolo e abbassandone la pressione al fine di renderlo più spossato e stanco.





    Tendo a non mettere il risultato delle prove, quindi decidi tu se e come riesco. Grazie mille ancora per la disponibilità e buon game :riot:
     
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19 replies since 23/10/2013, 15:33   370 views
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