La rabbia di Sun Wukong

[giocata aperta a tutti]

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  1. -< Etsuko >-
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Segreti sotto la sabbia

    Erano passati giorni ormai, tanti da quando era giunto nelle lande desolate e roventi della inconsueta Suna e mai viaggio si era rivelato più infruttuoso…
    Gli scopi con cui aveva iniziato quella missione erano rimasti tali, semplicemente scopi, nessun risultato, niente di niente.
    Era riuscito semplicemente a spiare i punti militarmente salienti del villaggio, ma queste pure un pivello avrebbe potuto farlo. Quegli ottusi e rozzi abitanti della sabbia vivevano in una bizzarra inconsapevolezza di quello che era il villaggio in cui abitavano…
    O forse davvero la sabbia era così patetica da non celare nulla tra le sue dune?
    Aveva provato con la forza… due lingue tranciate non erano servite a nulla, se non arricchire la sua personale collezione di arti mozzati, questi neppure troppo pregiati da meritare di essere preservati nei suoi rotoli da richiamo.
    Si era infilato in parecchi letti, leccato villosi petti e fatto anche di peggio, pensando che la lussuria potesse sbloccare la lingua dei sunesi, più di un kunai, ma neppure quello. Tra l’altro nessun amante che valesse la pena di ricordare…
    Fino a che si era presentata quella ghiotta occasione, qualcosa si era mosso in città,
    non era ancora chiaro cosa, ma la mobilitazione cittadina, consigliava qualcosa di grosso.
    Avrebbe partecipato lui stesso come ninja esterno.
    Avrebbe dovuto giustificare il suo ingresso a Suna certo, diciamo non troppo lecito e in questo il suo Magan aveva dato una mano rilevante, ma forse non sarebbe stato necessario… forse nessuno avrebbe badato ad un ninja straniero, convocato per ordini del Kage in una missione con scopi ignoti. Fosse stato scoperto avrebbe trovato sicuramente il modo per lasciarsi quei cumuli di sabbia alle spalle.
    Insomma il gioco valeva la candela, come si sarebbe potuto dire in certi ambiti, ed Etsuko di candele se ne faceva sfuggire ben poche.


    Questi i pensieri del ninja di Kiri, la consuetudine per Etsuko dopo l’amplesso, non una sigaretta e prima ancora della doccia, pancia in su, con braccia dietro alla schiena a pensare sul da farsi.
    Aveva appena finito di fottersi quel giovincello che giocava ancora con uno dei suoi capezzoli, in attesa di poter gustare ancora, una spassosa ripassata dei suoi reconditi orifizi…

    Adesso basta, troietta,
    non ne hai mai abbastanza…


    sussurrò nel orecchio del giovane sunese, prima di infilargli la lingua sino in fondo,
    un brivido percorse la schiena di quello, potette avvertirlo Etsuko che sorrise consapevole del piacere che provocava in quell’inutile e scolpito corpo disteso accanto al suo.

    Adesso devo andare, ci rivedremo presto…

    Si rivestì lasciando qualche ryo gettato lì accanto al letto e suscitando la reazione immediata del ragazzetto…

    Non sono mica la tua puttanella…

    Shhh…
    Smettila di fingere e goditi quei soldi, presto godrai ancora a dovere, puttanella…


    Rimase in silenzio il ragazzo, serio finchè Etsuko non abbandonò la stanza, per poi sorridere e distendersi completamente nudo sul letto, toccandosi le sue intimità, sussurrò…

    “lo spero, spero sia più presto possibile”

    […]

    Richiuse il kimono completamente nero e ci lascò scivolare sopra un mantello del medesimo colore, nessun segno distintivo. Riposizionò la benda che ricopriva il suo occhio mutilato, che presto avrebbe sostituito con l’ideale impianto…
    Da buon medico aspettava solo il “donatore” adatto, anche se “donatore” forse non suonava come termine corretto, perché forse un donatore non può essere inconsapevole di ciò che dona… Etsuko era pronto a strappare con le mani se fosse stato necessario, l’occhio che desiderava pur di ottenere il potere assluto, quello oculare, a cui ambiva.
    Passi lenti, diretti là dove richiedevano il raduno per tutti coloro presenti a Suna. Passi lenti che l’accompagnarono lentamente lì dove avrebbe incontrato quei tizi che adesso poteva personalmente osservare.

    “uno non è niente male”

    Osservò, riferendosi all’uomo vestito in rosso e nero e snobbando completamente gli altri due…
    Guardavano nel nulla, ma non parevano riflessivi, come quando si fissa l’orizzonte, a una prima vista gli parvero Imbecilli, ecco, si, quella forse era la parola giusta…

    Heilà…

    Esordì, magari avrebbe distolto la loro attenzione, rendendoli magari meno imbecilli…
    Forse il nero, quello carino, già pareva meno imbecille degli altri.



    Buona giocata a tutti e scusatemi ma in questi giorni mi sento hard :D
     
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55 replies since 17/8/2014, 17:14   1570 views
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