La rabbia di Sun Wukong

[giocata aperta a tutti]

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  1. Roronoa™
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    Chapter I - Nel mare di sabbia.



    Ad ogni passo la sabbia penetrava nelle sue scarpe, ad ogni respiro i polmoni sembravano riempirsi d'acqua; le condizioni ambientali a cui era sottoposta Suna e i suoi dintorni stavano mettendo a dura prova la pazienza di Deveraux.
    Terminata la missione ai confini di Oto in compagnia dello shinobi della Tempesta, il Genin aveva deciso di raggiungere l'ultimo villaggio accademico da visitare, e se non fosse per la breve distanza che ormai lo separava dalla sua unica entrata probabilmente avrebbe fatto retrofront.
    L'otese odiava il caldo, l'umidità, la sensazione di annegare nell'aria, ma sopratutto l'enorme quantità di sabbia in sospensione nel forte vento che in quelle ore soffiava da Sud Est.


    Il vento che in quella stagione affliggeva tutti i viandanti in viaggio verso Suna aveva un nome ben preciso che ora non ricordava, ma aveva letto che alcuni, non riuscendo a proseguire in quell'inferno di aria e sabbia, decidevano di ritirarsi fino ai confini con Konoha, in attesa di tempi migliori.
    Per proteggersi Deveraux aveva trapuntato l'estremità del suo mantello bianco con un cappuccio dello stesso colore, molto profondo, capace di inghiottire nell'oscurità metà del suo volto.
    I suoi occhi erano salvi, un po' meno le labbra.
    Sembrava uno spettro con quell'abbigliamento.
    La sua mente era già proiettata a quello che lo avrebbe atteso una volta entrato nel villaggio: abiti puliti, un pasto sostanzioso e compagnia femminile.

    Ancor prima di intravedere all'orizzonte le mura di Suna, in quel mare di sabbia senza fine, priva di vegetazione, comparsero in lontananza alcuni uomini, sicuramente shinobi.
    Concesse loro una rapida occhiata, niente di più.
    Accelerò il passo senza nemmeno farci caso. Le mura dovevano essere vicine e il desiderio di galleggiare all'interno di una vasca riempita d'acqua gelata gli stava annebbiando la mente.
    Quindi, salvo casi eccezionali, Deveraux non si sarebbe curato di loro.
    Con tutta quella sabbia tra le labbra parlare era l'ultima cosa che voleva fare, sopratutto se doveva presentarsi.

    Il coprifronte di Oto allacciato sul suo collo parlava chiaro: era un ninja accademico... in teoria.


     
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