Kurohai

La fiamma della conoscenza

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai

    Ridammi la mia forza!



    Alzai appena un sopracciglio guardando Raizen, poi lasciai perdere. Il suo orgoglio era tale da renderlo cieco anche dinanzi l'evidenza: come poteva essere così sicuro che il potere del Kyuubi fosse inferiore al suo orgoglio di essere umano? Spero che il tuo orgoglio rimanga intatto anche quando capirai cosa vuol dire essere un Jinchuuriki. Ah, non essere sicuro dell tenuta del tuo guscio: sei un uomo, ricordalo. Solo un uomo e se lasci che la volpe continui a provare quell'odio il tuo guscio lo riddurrà il polvere ed il suo odio diventerà il tuo. Non sopravvalutarti quando parli di loro, non farlo mai. dissi solamente. Non aveva che iniziato a grattare la superficie dell'immensità del suo potere. Non stava a me fargli capire quanto era profondo.





    Il cratere era vuoto. Yogan non c'era. Era sparita nel nulla e mi pareva assurdo nemmeno riuscire a sentirla. Con il mio sesto senso la cercai, ma non trovai nulla: le uniche fonti di chakra lì eravamo io, Raizen e Ryujin che era sopito come un enorme serpente, con il corpo maestoso che pareva roccia lavica incandescente. No.. quel grido, era un grido di aiuto... dissi a bassa voce, tanto che Raizen avrebbe potuto appena udire un borbottio Cosa diavolo è successo... dissi a voce più alta.



    Mi rivolsi allora al ninja di Konoha, stringendo l'elsa di Garyuka tra le dita, quasi a volerla sfoderare carico di pura furia. Raizen, Yogan è in pericolo. Non riesco a percepire più il suo chakra ed era qui poco fa. Devo salvarla mi voltai verso l'altra parte dell'enorme cratere dove diversi metri più in basso Ryujin Non posso farlo in queste condizioni! maledissi la prigionia, maledissi il Villaggio della Zanna, maledissi il mio corpo indebolito ed inutile. Ero uno dei ninja più temuti del mondo ed ero ridotto ad uno straccio, incapace persino di aiutare la mia più cara amica!



    Senza dire una parola corsi giù dal pendio, saltando rapidamente verso il basso, fino a ritrovarmi al cospetto di Ryujin, ancora profondamente addormentato. Forse, tra tutti, lui poteva aiutarmi! Ero più che certo che lui sapesse come fare per recuperare la mia forza dopotutto doveva essere stato lui il fautore del jutsu che aveva fatto sì che una enorme quantità del mio chakra finisse in lei accelerando la sua crescita da un piccolo serpentello alla maestosa dragonessa qual'era! Ruijin-sama, svegliati, svegliati ti prego! Yogan è sparita! urlai a pieni polmoni per destare il grande drago. Non aspettai una reazione, avevo come il sospetto che anche da addormentato lui comprendesse Devo salvarla Ryujin-sama, aiutami so che puoi! Rifallo, rifai ciò che feci io con lei, condividi la tua forza con me... devo... caddi in ginocchio, profondamente addolorato. Se lui temeva per il mio legame con la dragonessa, poteva capire quanto fosse saldo, quanto puro e forte fosse il canale che collegava Yogan con me, il suo Ryukishi. Mai l'avrei abbandonata, mai e poi mai! E Ryujin, che teneva a Yogan più di ogni altra cosa, doveva aiutarmi. Devo salvarla Ryujin-sama... devo farlo con le mie forze, è compito mio, ma la prigionia mi ha reso debole. Aiutami, so che puoi, lo so!





    Un terremoto parve scuotere il mio mondo interiore. Perché ti preoccupi così? chiese allora il Nanabi dal suo palazzo nel quale era rinchiuso. Non riuscivo a vedere nulla delle sue fattezze. Perché è mia amica, maledizione, devo salvarla! dissi Amica? Non dirmi cazzate, è un'arma. Un'arma così come lo sono quegli uccellacci, come lo sono io! Voi umani vedete tutto come armi... rimasi in silenzio dopo quelle parole. Poi, piano, mi voltai verso di lui Cosa è successo con Mikoto?



    Quella sarebbe stata la prima delle numerose volte che glie l'avrei chiesto. Volevo saperlo, sapevo che era quella la chiave di tutto quel suo astio nei confronti del genere umano ed era stata Mikoto stesso a dirmelo, anni addietro, mentre affrontavo il Nanabi. Solo se fossi riuscito a comprendere gli errori del passato avrei potuto distruggere quel palazzo che si era creato attorno e fargli capire che dopo tutti quegli anni, dopo tutte le battaglie, avevo smesso di considerarlo come una mera arma. Avevo cercato di farglielo capire anche in passato, quando avevo parlato di voler costruire qualcosa di solido con lui. Quando dentro di me speravo che capisse ed iniziasse ad essere felice anziché astioso; ma il passato e gli errori che si portava dietro erano più pesanti delle parole e solo parole non sarebbero state sufficienti ad abbattere l'ultimo muro che separava la nostra reciproca comprensione.

     
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