Messa a punto

Perfezionamento di un ninja [Villa Kobayashi]

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  1. F e n i x
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    Ci aveva provato, era indubbio che ci avesse provato, l’aveva fatto e ci aveva speso tutte le parole possibili, per un'unica ragione: voleva esser certo che tutto il necessario passasse e nulla rimanesse all’esterno, nuovamente gli era stato chiesto e nuovamente aveva dato questa volta senza alcun freno.
    Il tutto senza alcun ritorno, il tutto per trucchi e cibo.
    Per quanto non lo desse a vedere il Colosso era paziente, non con tutti, ma sicuramente con Shizuka, riusciva a dare il meglio di se da quel lato, ma probabilmente anche in quel frangente l’un l’altro avrebbero trovato da ridire su quanto, come e perché.
    Come poteva essere riuscita ad ignorare tutto ciò che di suo aveva messo in quelle parole?

    Sarai scemo, ed è innegabile, ma se tanto mi da tanto lei è la tua degna allieva.

    Qualcosa nella voce del demone era totalmente sbalordito, e qualcosa in Raizen, per quanto un lato di se stesso non volesse ammetterlo, si era incrinato definitivamente.
    Tastò la mano di Shizuka col pollice, era diversa, non poi troppo, ma dove prima era presente la pelle morbida che si confaceva a quella persona con cui Raizen non era in grado di perdere la pazienza, ora stavano dei ruvidi calletti, propri della persona cambiata o cresciuta, che aveva dinnanzi.
    Avrebbe voluto portarla a conoscere gli anni che non si erano visti, gli avrebbe raccontato tutto ciò che voleva, ma quel così grande desiderio di conoscerlo pareva non fosse così impellente.
    Doveva forse prendere atto di quel cambiamento?
    Non voleva credere alle sue orecchie, ad ogni costo, e pur di non accettare il cambiamento e ciò che sentiva avrebbe preferito escluderlo, lasciare che accadesse senza che lui lo percepisse.
    Avrebbe stretto tra le sue mani quel ricordo, emozione, sentimento o qualsiasi cosa essa fosse, senza cederlo a nessuno fino al momento opportuno, che la sua forza servisse ad altro, oltre che a prendersi la vita di chi desiderava.
    Sospirò mentre rilasciava la mano, deluso da quell’ennesima prova di totale disinteresse.

    Non sei pronta a me Shizuka, ne a ciò che chiedi, ne a ciò che potrei darti.
    Probabilmente, non lo sarai mai, e mai sarai in grado di comprendere ciò che è invisibile agli occhi.
    Sarai anche cresciuta, ma l’hai fatto lontano da me.


    Gli accarezzò il volto struccato con una gentilezza inconsueta, consapevole che se mai si fossero rincontrati quella scena si sarebbe ripetuta come sempre: stessa intensità, stesse emozioni, stessi caratteri.
    Forse con un esito diverso, forse no. Dopotutto nessuno, nemmeno Raizen stesso, avrebbe saputo dire quante volte ancora avrebbe potuto perdonare quella ragazza.

    Quando vorrai riprovare cercami, ma fallo seriamente.
    E fallo se ci tieni, prima o poi perderò la pazienza, e non urlerò più.


    Sorrise, aspettando qualche istante prima di lasciarsi affondare nella terra, sparendo.



    Edited by F e n i x - 15/2/2015, 00:11
     
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