Dove portano i passi che facciamo

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  1. -Hidan
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    Dove portano i passi che facciamo

    The Casket Effect


    Perché queste situazioni capitano tutte me?!

    Era questo quel che pensava Daiki mentre camminava nervosamente per i corridoi dell'Amministrazione di Kiri diretto verso il suo piccolo ufficio. Era un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati e un viso segnato da chi nella vita ha sicuramente lavorato molto e sodo. Dietro di lui lo seguiva Kenta, una figura tanto impacciata nei movimenti che sembrava poter cadere a terra da un momento all'altro solo compiendo un normale passo in avanti. Certamente la grossa pila di documenti e libri che portava in mano, quasi più alta di lui, non agevolava la sua arrotondata e goffa corporatura.
    Daiki era stato da poco assunto dall'amministrazione del Villaggio e, come da ogni rispettosa tradizione, quale ultimo arrivato, era diventato la valvola di sfogo di tutte le pratiche più fastidiose, tedianti o di scarso valore che potessero passare per gli uffici amministrativi.
    « Daikiii... Vai piano o aiutami a portare qualche fascicolo! » Sembrava che fosse la pila di libri stessa a parlare. Kenta era nell'Amministrazione da più tempo ma, complice anche della sua scarsa scaltrezza, era finito ben presto per diventare galoppino dell'ultimo arrivato, solo perché questo lo sembrava trattare con un pizzico di gentilezza in più dei suoi colleghi. Ovviamente quando quest'ultimo non era nervoso. « Ti sembra normale? E' questo il modo di comportarsi di una Amministrazione seria? Aprono la porta a qualsiasi vecchietta che ha subito un furto nel Villaggio oppure le selezionano attentamente? »
    Le domande, ovviamente, erano retoriche, Daiki conosceva benissimo quale era la situazione, ma Kenta non esitò un attimo a rispondere. « Daiki, dai! Sai bene che la signora Akiko era la moglie di un famosissimo Jonin del Villaggio! Deceduto come molti durante la Grande Guerra e, come se non bastasse, quella santa signora, che ha solo pochi ricordi del defunto marito, se li vede sottrarre in casa propria da un gruppo di ladruncoli senza rispetto! » Il rumore tonfo dei passi pesanti di Daiki si fece ancor più marcato. La situazione gli era già fin troppo chiara. I Consiglieri avevano accolto la richiesta della signora Akiko quasi come una remunerazione dei servizi resi dal marito al Villaggio. Alla vecchia signora era stato sottratto, oltre a beni di varia natura e un pò di ryo che teneva in casa per precauzione, un cofanetto che gli era stato regalato dal marito stesso, sigillato e mai aperto perché la chiave era andata perduta e la paura di poterlo rovinare era troppa anche solo per provare a forzarlo per Akiko. Fin qui la pratica sarebbe stata anche accettabile per Daiki. L'ordine era di scegliere due giovani studenti del villaggio e metterli alla ricerca di questo branco di ladri. Niente di troppo complicato. Il problema era venuto dopo.
    Insieme alla pratica del furto della signora Akiko gli vennero girate tutti i fascicoli dei furti avvenuti nelle ultime settimane nella zona nord-ovest dell'isola, quella dove abitava Akiko stessa - probabilmente frutto degli stessi individui - e ciò significava un numero infinito di ore di lavoro per la compilazione dei fascicoli e per rispondere alle richieste dei cittadini derubati. Sicuramente Daiki aveva ben ragion per essere nervoso, almeno quella volta.
    Arrivò davanti al suo ufficio, aprì la porta violentemente, e si catapultò all'interno, andandosi a sedere dietro la sua scrivania. Kenta, dietro di lui, si sbrigò a posare l'enorme pila sopra alla scrivania e si lasciò cadere su una delle due sedie davanti a Daiki. « Uff... Non mi sento più le braccia... »
    Daiki, come se non ci fosse, prese due fogli e incominciò a scrivere velocemente. In pochi minuti, una volta finito, li arrotolò e, una volta siglati i lembi, vi pose sopra il sigillo di Kiri. Poi, li passò entrambi a Kenta.
    « Portali a due studenti e lasciami solo ora, che ho un sacco di lavoro da fare. » Ancora sudato per la precedente fatica, il goffo impiegato rispose con aria sbalordita. « Ma... Ma Daiki, a chi li devo portare? » Secco. « Non mi interessa, fai te. » La bocca di Kenta continuava ad aprirsi come se non avesse una fine. « Ma... Scusami, non so proprio da dove iniziare! E poi perché li devo portare io? » Daiki incominciò a sbruffare pesantemente. « Sicuramente non ti fa male fare altra attività fisica, quindi non lamentarti e, anzi, ringraziami! » Si alzò di scatto dalla sedia, andò dall'altro lato del tavolo, prese Kenta da sotto le braccia e lo spinse fuori dalla porta. « Ora devo lavorare! A domani! E non far passare quei due studenti, chiunque essi siano, da me, visto che ho già scritto loro tutto quel che devono sapere! Verranno da me solo a lavoro compiuto! Arrivederci! » La porta sbatté violentemente, lasciando l'ingenuo impiegato solo nel corridoio.

    Prima di rientrare a casa, Kenta sarebbe andato a dare un'occhiata nei registri del Villaggio per trovare due studenti a cui avrebbe portato lui stesso la missiva. Questa conteneva, in breve, la vicenda del furto del cofanetto della signora Akiko, l'indirizzo della sua dimora e l'ordine, da parte dell'Amministrazione, di indagare sui colpevoli del furto, scovarli e riportare il cofanetto all'anziana signora. A ognuno dei due studenti avrebbe detto che la missione avrebbe avuto inizio da l'indomani mattina e che si sarebbero dovuti incontrare davanti alla casa di Akiko per le ore 09:00. Ognuno avrebbe saputo dell'altro solo il nome, che gli sarebbe stato riferito dall'impiegato stesso al momento della consegna dell'incarico.

    « Beh, per lo meno è una ragazza, speriamo almeno sia anche carina. » Non riuscii neanche a respirare dopo la frase che fui costretto ad evitare un amichevole pugno diretto verso la mia testa da parte di Ryo. « Vuoi essere serio, almeno per un momento?! Almeno per una volta nella tua vita?! » Mi allontanai velocemente da lui, con la missiva in mano, per la paura di eventuali altre rappresaglie contro la mia persona. « Dai che sto solo giocando, domani sarò efficientissimo! E, comunque, anche quando si scherza bisogna essere sempre seri! » La mattina seguente sarei stato, a mio modo, puntuale sul luogo programmato.

    ---


    La scelta, del tutto causale, del povero Kenta ricadde su Jukyu Shinretsu e Akira Hozuki, due giovani studenti di Kiri che, a prima vista, nulla avevano a che fare l'uno con l'altro, ma il passato e il futuro si intrecciano costantemente. Ed è proprio in questo modo che si forgiano i destini. Si dice, infatti, che il battito d'ali di una farfalla possa provocare un uragano nell'altra parte del mondo. Vediamo a cosa darà inizio un piccolo cofanetto.


    Giocata Free GdR tra -Max e me, gestita in modo sperimentale. Vediamo dove ci portano i post.



    Edited by H¡dan - 3/12/2014, 17:14
     
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19 replies since 2/12/2014, 00:22   431 views
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