Dove portano i passi che facciamo

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  1. -Hidan
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    Dove portano i passi che facciamo

    Paranoid


    L'ironia non era il suo forte. O, quantomeno, non sembrava averla presa con lo spirito giusto.
    Un cambio radicale nell'espressione e un sopracciglio alzato mi mostrarono come Jukyo non fosse d'accordo con me per quanto riguarda il mio splendore. Poco male, avrebbe avuto tempo di ricredersi, pensai. « Sono felice di non averti fatto aspettare. Comunque stavo solo scherzando, eh! Non sono solito all'autocompiacimento, di solito ci pensano gli altri... » Un attimo di pausa solo per vedere la reazione nel viso della ragazza. « Dai, sto giocando! Dopo la tua precedente reazione non mi azzarderei a dire una cosa del genere neanche se fosse la verità... » Oppure sì?

    [...]


    « Se ci parlassi io potrei finire per farla innamorare di nuovo, dopo tanti anni di grigia solitudine... Non possiamo correre questo rischio! » Le prima impressioni sono dure a morire. Mai cosa fu più vera. Ma speravo sinceramente che quella sarebbe sparita il più velocemente possibile. Di solito ero io quello che lanciava frecciatine, non il contrario. Sorrisi divertito alla sua battuta; perlomeno aveva un bel caratterino, tanto di cappello. Non mi sarei arreso così facilmente comunque. « Ci parli te così siamo sicuri che si senta a suo agio, facile no? » Questa volta il sopracciglio alzato fu il mio, insieme alla frecciatina. Uno a uno, palla al centro.

    Non andai troppo lontano dalla realtà con la mia immaginazione. La vecchia signora era ormai sul tracollo emotivo, e noi eravamo tutto ciò che poteva riportare qualche sorriso e un pò di bei ricordi in quella spenta dimora. La scatola era l'oggetto principale del contenzioso. Il vecchio marito gliela aveva affidata ed era morto prima ancora di dirgli quando aprirla. Il resto non sembrava importare poi molto alla signora Akiko.
    Per fortuna che ho detto a Jukyu di parlarci... Di tatto mai avuto, neanche in tenera età. Non avrei fatto altro che peggiorare la situazione trasformandola in un vero e proprio melodramma. Jukyu, con calma, riuscì ad ottenere qualche buona pista: una portava al mercato del pesce, l'altra a casa di un'altra vittima. Paranoica, disse la signora. Un pazzoide, pensai. Per il resto nessun nemico, niente indizi, niente di niente.
    « Grazie mille Signora, faremo di tutto per ritrovare il suo cofanetto. » Se non è stato già venduto, impegnato, distrutto o barattato. Ma questo lo omisi dal discorso.

    Usciti nuovamente in strada Jukyu propose di andare a verificare a casa di Uzuki se questo avesse qualche informazione un pò più dettagliata. « Pensavo la stessa cosa. Tra l'altro andare a beccare dei ladri al mercato del pesce senza informazioni equivarrebbe ad andare a trovare un ago in un pagliaio. Andata per il pazzo paranoico! Magari non sarà così male come sembra! » O addirittura potrebbe essere ancora peggio...

    [...]


    La casa di Uzuki era a pochissimi minuti di distanza dalla casa di Akiko, e condivideva con questa il fatto di essere la più grande del quartiere. Con la sola differenza che sembrava essere un piccolo fortino. Spalancai gli occhi, quasi incredulo alla vista di quella casa. Tutte le finestre erano state letteralmente sostituite da travi di legno permanenti, il portone di casa era stato blindato artigianalmente con lastre di ferro e piombo e, sopra il piccolo muretto che delimitava un piccolo giardino interno, era stato disposto del filo spinato. Come se non bastasse, appeso ad una colonna all'entrata, un enorme cartello recitava: "NO VISITATORI, NO VENDITORI AMBULANTI, NO OSPITI". « Ehm... Vai avanti te, non vorrei che avesse minato il sentiero fino al portone... » Esclamai, ancora incredulo. « Se vuoi siamo ancora in tempo per fare un salto al mercato del pesce... » Attesi una sua risposta, ma ormai la curiosità di che razza di pazzo avrei trovato all'interno aveva già spazzato via ogni dubbio dalla mia testa. « Dai, andiamo. »
    Giunti dinanzi alla porta, provai a bussare sbattendo il pugno sul portone. Un rumore metallico, come qualcosa che cadeva a terra, provenne da dentro la casa. Poi più nulla. Riprovai a bussare, questa volta più forte. Ancora nulla.
    « Signor Uzuki?! C'è qualcuno in casa?! » Urlai, mentre continuavo a sbattere il pugno contro il portone. « Abbiamo sentito dei rumori! Sappiamo che è lì! » Continuai, finchè non sentii nuovamente un rumore di passi. « Non avete letto il cartello?! NO VENDITORI AMBULANTI! » O santo cielo... Guardai Jukyu sconsolato, quindi ripresi. « Signor Uzuki mi chiamo Akira Hozuki, e qui con me c'è Jukyu Shinretsu! Siamo ninja mandati dall'Amministrazione per investigare sui furti! Vorremmo farle delle domande! » Un attimo di silenzio, quindi, dalla sommità del portone, si aprì quello che era un vero e proprio spioncino da posto di guardia. « Ehm... Avete dei documenti che attestino le vostre identità? » Dopo di quello mi spazientii definitivamente. « Facciamo che se non ci apre subito questo portone glielo butto giù, che ne dice? » La paura lo assalì, ma almeno ottenni l'effetto voluto. « V... Va bene... A-a-aspettate solo un attimo... » Incrociai le braccia e dissi a bassa voce, quasi per giustificarmi con Jukyu. « Altrimenti perdevamo tutta la mattina... »

    Trick... Track... Ting.... Scrash.... Ting...
    Una infinità serie di rumori metallici di serrature, lucchetti e chissà quante altre diavolerie vennero azionate da dietro la porta. Dopo quasi un minuto, il pesante portone si aprì. Dietro di questo apparve un uomo sulla cinquantina con una folta barba bianca, una pentola d'acciaio sulla testa con un filo che la teneva ben aderente al capo, due cuscini, uno avanti e l'altro dietro alla parte superiore del corpo, tenuti stretti a questo tramite due fili di corda di canapa, quasi a fungere da armatura, e un mattarello in mano. La bocca si spalancò quasi in automatico, e rimasi lì fisso, incapace di proferir parola e indeciso se chiamare un centro di recupero per malati mentali o scoppiare a ridere, mentre l'uomo nervosamente metteva fuori la testa dall'uscio e controllava a destra e sinistra, in cerca di non si sa ben cosa.
    « Veloci! Entrate... Potrebbero vederci! » Come? « Scusi, chi ci potrebbe vedere? » Mi raggiunse un'occhiataccia. « A dopo le spiegazioni, veloci ho detto! » L'uomo rientrò frettolosamente, attendendo me e Jukyu. Ormai arreso all'idea di dover combattere con uno squilibrato, mi decisi ad entrare. Dietro di me, il pesante portone si richiuse con l'uguale numero di infiniti giri, rigiri e mandate di serrature.
    « Possiamo andare a parlare in salotto, lì è sicuro. » Evitai di commentare e seguii Uzuki che ci fece accomodare in salotto. Notai un enorme numero di pentole a terra, probabilmente era la causa del rumore sentito dopo che bussai la prima volta. Dentro la casa, quasi completamente spoglia, trionfava un forte odore di chiuso e umido. Preferii chiedere da quanto tempo non apriva le finestre per far circolare l'aria. Una volta che ci fummo seduti su un lungo e logoro divano verde scuro, ripresi da dove avevamo finito. « Signor Uzuki, di chi ha paura? » Con un repentino cambio di direzione, questo si avvicinò ad una delle finestre sprangate, controllando tra le millimetriche fessure. « LORO... I tre demoni ladri... Sono sempre in agguato, sono sempre desti... Vogliono finire quello che hanno incominciato ma io no... Io non glielo permetterò! » Poggiai il viso sulla mano destra. Quella discussione mi avrebbe messo duramente alla prova. « I ladri... I tre ladri, ne è sicuro? Sono tre? » Ripresi, cercando di raddrizzare la chiacchierata. « S-Sì! S-Sono tre! Le ho contate, le ho contate le impronte io! Piccole impronte sul pavimento... Sono veloci, agili, e lasciano macchie nere sul loro passaggio. Come la CENERE! Direttamente dall'i-inferno! Era stato Yasuo il pescatore a dirmelo per primo... Cibo e ryo che sparivano, mano a mano sempre di più! Sempre più avidi! Ma non l'hanno trovato, non hanno trovato il luogo dove tengo i miei tesori, quindi ritorneranno! Bisogna fare sempre molta attenzione! » L'uomo distolse gli occhi dalla finestra. « E' stata la signora Akiko a mandarvi, vero? Io, io glielo avevo detto... Ma nessuno da mai retta al vecchio Uzuki... Io ho girato, che ne sanno loro di quanti soldi ho fatto nella mia vita e di quante persone vorrebbero impadronirsene! Ma nossignore, nessuno ci riuscirà finché io sarò in vita! » E mentre pronunciava quelle parole dimenava fendenti nell'aria con il mattarello, come se stesse combattendo contro un nemico immaginario. Mi avvicinai a Jukyo e sottovoce le dissi. « Filiamocela... » Mi alzai dal divano, provocando un balzo all'indietro del signor Uzuki. Misi entrambe le mani in avanti, come per calmarlo. « La ringrazio signor Uzuki, lei continui a fare pure la... La... Guardia ai suoi tesori! Noi penseremo a catturare i ladri... Va bene? Non vorremmo disturbarla ancora più di quanto già abbiamo fatto... » Presi per mano Jukyo e uscimmo di casa, non prima di aver aspettato nuovamente la lunga procedura d'apertura della porta.

    [...]


    Mentre ancora si potevano sentire i rumori di ingranaggi che tornavano a chiudere il portone, tornammo in strada. Appena superato il confine della proprietà, cacciai fuori tutti i sentimenti e le emozioni contrastanti accumulate fino a quel momento in una fragorosa risata. « Santo cielo! Ma l'hai visto?! Questa giornata non me la dimentico proprio più! Altro che paranoico, quello è pazzo da legare! » Cercai di riprendermi, colto anche da dei colpi di tosse. « C-comunque... Nella sua follia, ci ha dato qualche informazione utile. I ladri sono almeno tre, e probabilmente sono di bassa statura. Bambini, forse. Per le impronte nere non so cosa possa intendere, forse del fango sotto le scarpe ma non ne sono sicuro... Cenere e fango sono facilmente distinguibili anche per un matto, d'altronde... Tu che ne pensi? » Avrei ascoltato cosa pensasse Jukyu, quindi continuai. « Adesso abbiamo anche un contatto quantomeno al mercato del pesce. Dobbiamo cercare Yasuo, giusto? Vediamo se questo ci sa dire qualcosa di più sulla questione... » Vediamo se troverò una persona sana di mente prima che si faccia sera.



    Edited by H¡dan - 9/12/2014, 10:20
     
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