Dove portano i passi che facciamo

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  1. -Hidan
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    Dove portano i passi che facciamo

    Passo dopo passo


    La cavalleria sarà anche morta. Ma le ragazze non erano sicuramente più quelle di un tempo.

    z6ooNnk
    Neanche il tempo di continuare la frase che Jukyu mi spinse da dietro, gettandomi letteralmente nel vialetto con una forza che ben poco si confaceva ad una signora, o signorina che dir si voglia. Probabilmente era quella di una kunoichi. « Deduco ancora una volta che l'ironia non è il tuo forte! » Dissi, cercando di mantenere l'equilibrio per non cascare in avanti. « Stavo appunto per andare avanti, ma grazie comunque per la spintarella. » Mi soffermai volontariamente sull'ultima parola, con un sorriso in volto. Sicuramente più d'accordo ci trovammo riguardo al portone. Questa volta sembrai suscitare simpatia nella ragazza, che non riuscì a trattenere un mezzo sorriso dopo la mia minaccia. « Già... Probabilmente ci saremmo ridotti a sfondare una finestra estraendo i chiodi con i kunai... Ma meglio così, sembra che abbia funzionato. Grazie comunque per la tua approvazione. » Risposi a bassa voce. Il pazzo era ormai in agguato appena dietro la porta.

    Una volta usciti dalla casa del signor Uzuki, Jukyu si disse d'accordo con me. « Guarda, non saprei dire neanche che aspetto abbia un ricettatore. Anzi, sinceramente non ho idea nemmeno di come trovarlo un ricettatore. Non posso immaginare come lo abbiano trovato tre ragazzini... Cercheremo di scoprirlo, anche perché tutto il resto torna, più o meno, e signor Uzuki a parte. » Triste realtà.

    [...]


    La nostra ricerca si trasformo alla fine in una riunione familiare. Trovato il peschereccio-pescheria di Yasuo, una bella barchetta ormeggiata al molo, Jukyu riconobbe come suo zio un uomo che ero intento a trasformare l'acqua in cubetti di ghiaccio. Jukyu mi prese per mano e si avvicinò all'uomo, chiamandolo zio Suiyo e presentandomi a lui. « Piacere, Akira Hozuki! » Esclamai, porgendogli la mano. In pochi scambi di battute riuscì a rendere più chiara la situazione. Il nuovo orfanotrofio, più che risolvere problemi, sembrava averne creati. La cosa mi sembrò abbastanza sospetta, ma preferii - per una volta - non dire nulla a riguardo. Loro ne sapevano comunque quanto me.

    Una volta allontanati da Suiyo aspettammo qualche minuto lo scorrere della fila per poter parlare con Yasuo, che era indaffarato nel contrattare con i clienti. La pazienza, ancora una volta, non sembrò appartenere a Jukyu. « Addirittura le autorità? Ci sopravvaluti! Ci hanno messo a inseguire dei ragazzini a cui piace sgattaiolare nelle case per giocare a fare i ladri! » Dissi divertito, prima che questa saltasse oltre il banco. « Ma che diavolo di fretta hai?! » Esclamai divertito, superando a mia volta la fila. Prima di saltare mi girai verso i clienti e, accompagnato da un accenno di inchino come scusante, esclamai. « Scusate tutti! Abbiamo un pò di fretta, siamo dei ninja del Villaggio. Ci metteremo pochissimo. » Cercai quantomeno di salvare la faccia dagli sguardi irritati delle persone lì intorno, quindi seguii Jukyu saltando oltre il banco.
    Niente di troppo importante. Qualche furto sporadico finché non decise di mettere un lucchetto alla sua cassetta. Probabilmente era un'ulteriore prova che gli artefici dei furti erano dei ragazzini, non dotati di nessuna attrezzatura particolare da scasso. Ci poteva pensare prima... Questo qui ne sa meno di noi. Decisi quindi di non fare domande e, una volta ringraziato, mi allontanai con Jukyu.

    Arrivati nuovamente in strada Jukyu si sedette su un muretto basso lì vicino, mettendosi le mani tra i capelli, quasi per la disperazione di chi stava girando da un pazzo all'altro dalla mattina senza raggiungere mai uno spiraglio che facesse intravedere la soluzione dell'enigma. « Sicuramente c'è un collegamento... » Con la mano destra gli arruffai amichevolmente i capelli. « Secondo me non è stato del tutto inutile venire qui. Sebbene non capisco il collegamento tra l'apertura dell'orfanotrofio e l'inizio dei furti, probabilmente la teoria dei ragazzini è ancora più accreditata di quanto lo era prima. Quel che rubavano a Yasuo non bastava più e una volta che questo ha messo un lucchetto era diventato anche impossibile farlo per loro, quindi si sono dati all'effrazione di abitazioni... » Smisi di arruffare i suoi capelli e incominciai ad arricciare il mio ciuffo albino. « Mah... Non so che dire neanche io sinceramente! Vediamo di andare a vedere quest'orfanotrofio... » L'idea non mi entusiasmava, e si sarebbe potuto visibilmente vedere dalla mia espressione. Praticamente c'ero passato anche io, seppur in maniera molto marginale, e non avevo tanta voglia di doverci passare un'altra volta, seppur in un luogo diverso e, soprattutto, con un ruolo molto differente.
    Cosa non si fa per il bene del Villaggio...

    [...]


    Il posto era molto vicino al molo e non fu difficile trovarlo. Tutti gli abitanti della zona sapevano della nuova apertura di quella struttura, e chi più chi meno, sembravano esserne tutti contenti. Dalla voci di chi interrogai sulla questione, e anche da Yasuo stesso, sembrava proprio che quella zona del porto, prima, era un vero e proprio luogo di raccolta per tutti gli innumerevoli orfani di Kiri. L'orfanotrofio, quindi, sembrò aver dato un futuro migliore a quei ragazzini, quantomeno togliendoli dalla strada. Il posto, però, sembrava tutto meno che accogliente.
    Un enorme edificio di cemento che si sviluppava in altezza, di un colore grigio scuro, si stagliava tra tutte le piccole e basse case di legno della zona. Sembrava avere almeno cinque o sei piani, e tutte le finestre, comprese quelle al primo piano, erano dotate di grate. L'ingresso era costituito da un grosso portone in legno, rialzato leggermente dal terreno con due scalini che portavano ad esso. « Non un bel posto dove far crescere dei bambini... » Mi rivolsi a Jukyu, stranamente con un'espressione seria e sobria. « Immagino sia comunque meglio della strada. Proviamo a bussare. »

    La porta si aprì poco dopo, rivelando la figura di una signora che sembrava aver ormai superato i cinquanta anni, con i lunghi capelli grigi raccolti e un paio di occhiali leggeri sul volto. Presi l'iniziativa. « Salve signora, mi chiamo Akira Hozuki e lei è Jukyu Shinretsu. Siamo dei ninja del Villaggio, stiamo investigando sui furti che sono avvenuti negli ultimi mesi e vorremo parlare con chi gestisce questo orfanotrofio. Possiamo entrare? » La signora parve un attimo essere colta di sorpresa, ma poco dopo rinvenne in se stessa. « Oh... Certo, certo... Entrate pure... » Si fece da parte, lasciando libero l'ingresso, richiudendolo una volta che fummo entrati entrambi. « Prego, da questa parte. » Ci fece accomodare in una stanzetta sulla sinistra in prossimità del portone, in una sorta di sala da attesa, provvista di qualche sedia, un paio di tavolini, qualche quadro spoglio e una piccola stufa. « Mi chiamo Fumiko, e gestisco questo posto insieme a mio marito. Adesso lo vado a chiamare, aspettate qui un attimo. » Chiuse la porta dietro di lei, lasciando soli me e Jukyu nella stanza. « Pss... » Cercai di richiamare l'attenzione di Jukyu. « Come ti sembra? A me non piace per niente... » Neanche il tempo di finire la frase a bassa voce, che la porta si riaprì mostrandoci un uomo leggermente più giovane dell'altra, con pochi capelli tirati all'indietro e con una camicia azzurra vissuta infilata nei pantaloni, in modo da mettere ancora più in mostra la pancia gonfia. Questo si avvicinò prima a me e poi a Jukyu, allungando la mano e presentandosi. « Salve, sono Kamuro. » Finite le presentazioni, si rivolse alla moglie. « Vai pure cara, qui ci penso io. » E la donna lasciò la stanza senza aggiungere altro. Una volta che fummo soli, continuò. « Ragazzi, o meglio, Signori, come posso aiutarvi? » Risposi immediatamente. « Signor Kamuro, volevamo farle qualche domanda. Ci risulta un aumento di furti nella zona da quando è stato aperto questo orfanotrofio e ci chiedevamo se magari avevate qualche notizia da darci, qualcosa che potrebbe esserci d'aiuto per trovare i responsabili. Veramente, qualsiasi cosa. » Il mio sguardo era fisso nei suoi occhi. Ormai avevo deciso che quel posto non mi piaceva. I suoi gestori non potevano essere da meno. « Guardate, non so che dirvi in realtà. Dopo il problema che abbiamo avuto all'inizio qui è andato sempre tutto bene... » Lo interruppi. « Che genere di problema? » Kamuro sospirò profondamente, poi continuò. « C'è stata la scomparsa di 3 orfani, dopo appena un mese. Probabilmente sono fuggiti. I loro nomi erano Testumaru, Yukyo ed Hachi. Andavano sempre in giro insieme, e un bel giorno sono scomparsi nel nulla. Abbiamo provato a cercarli, in verità li stiamo cercando tutt'ora, però sono come spariti. Non ho idea di dove possano essere andati, veramente. » Incrociai le braccia. « Scomparsi, dice... Da sei mesi, praticamente, giusto? » I conti tornavano. Del motivo neanche l'ombra, ancora. « Esattamente. Per il resto non saprei che dirvi, io e mia moglie mandiamo avanti questo posto ma è difficile... Pochi finanziamenti, tanti ragazzi bisognosi, un sacco di spese... » Annuii debolmente. « Certo, capisco... Le posso chiedere di parlare con qualche altro ragazzo? Magari era amico dei tre scomparsi, potrebbe avere delle informazioni importanti. » Kamuro sembrò incominciare ad innervosirsi. « Mi dispiace, ma non potete. Almeno, non ora. I ragazzi stanno riposando e non possono essere disturbati. E poi già ci abbiamo provato, nessuno dice niente. Se non avete altre domande, dovrei tornare ai miei affari... » Aspettai eventuali interventi di Jukyu, quindi continuai. « Certo, la capisco. Immagino quanto possa essere difficile mandare avanti questo posto. Ci dovrebbero essere più persone come lei... » Un attimo di silenzio. « Jukyu, andiamo... » Attesi lei, e poi tornammo sulla strada, accompagnati questa volta da Kamuro fino al portone, dove ci salutò freddamente.

    Feci qualche passo, allontanandomi dall'edificio, quindi incominciai a parlare a bassa voce. « Quello e sua moglie mi puzzano. Non so perché, non so se c'entra qualcosa con i furti, ma non ci hanno detto tutto. Si sono innervositi troppo, soprattutto lui quando ho chiesto di parlare con qualche orfano. » Mi voltai, guardando l'edificio. « Finita questa storia voglio tornare qui e vedere cosa nascondono quei due... Per adesso, abbiamo tre nomi. E' un passo avanti. »



    Edited by H¡dan - 13/12/2014, 09:35
     
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