Dove portano i passi che facciamo

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  1. Jukyu Nara
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    Dove portano i passi che facciamo

    La dura vita di Hachi, Yukio e Tetsumaru




    Akira, per lo meno, parve essere rassicurante sul possibile collegamento tra l'orfanotrofio ed i furti. Non che avessimo in mano molto: supposizioni, solo supposizioni, e non ero quel genere di persona. Non amavo rincorrere i fatti, mi piaceva prenderli a pugni. Akira mi scompigliò i capelli ed io quasi non caddi all'indietro, tenendomi con entrambe le mani sulla sbarra di metallo che mi sosteneva Ah, fermo, che già senza capelli in disordine mia sorella mi dice che somiglio ad un ragazzo! dissi cercando di risistemarmi mentre, con un colpo di reni, mi rialzavo. A dire il vero ci volle ben poco per ridare forma alla mia capigliatura, che per inciso, era la meno ricercata possibile.




    Il mondo senza colori era un posto orribile. Dentro di me, vedendo l'orfanotrofio che si stagliava pensai subito che qualcosa doveva aver risucchiato i colori, il calore e la felicità da quel luogo. Sembrava tutto così morto da mettermi i brividi. L'edificio in cemento era grigio, circondato da un prato verde e ben curato ma sotto l'imponente mole di pietra monocromatica che lo dominava sembrava stranamente desaturato di qualsiasi traccia di verde. Sembrava di essere appena entrati in un incubo. Già commentai in risposta alla sua considerazione sul fatto che crescere lì poteva essere orrendo Ma almeno non devono elemosinare cibo ed in quel momento mi sentii fortunata. Molto fortunata.



    Già..
    touka



    Spesso ero cupa pensando al fatto che non vedevo mio padre da anni, eppure non ero mai stata sola. La guerra mi aveva tolto solo mio padre, ma avevo sempre avuto la mamma e Nana al mio fianco. Avevo sempre avuto un pasto caldo tre volte al giorno e non ero mai stata costretta a patire il freddo (a parte quando mia madre, infuriata, non mi congelava un po' di acqua dietro il collo). Furono tutti quei pensieri ad incupirmi ed a spegnere ogni mia voglia di fare conversazione. Ma non ci fu molta occasione per notare il mio cambiamento d'umore: ben presto bussammo al portone e ad aprirci fu una signora di mezza età dai modi gentili, che tutto sommato si dimostrò disponibile a parlare con noi e chiamò suo marito il quale, con gentilezza, rispose alle domande e finalmente ci rivelò qualcosa!



    Sei mesi prima, con tempistiche che coincidevano con quanto supposto prima al porto, erano fuggiti tre ragazzini. Che fossero loro i responsabili dei furti? Era ancora presto per dirlo, ma il fatto che i principali sospettati avessero finalmente un nome rendeva la ricerca più incoraggiante e forse vicina alla sua lieta conclusione. Akira voleva vedere i ragazzi, il nostro ospite però insistette che stavano riposando e non potevano essere disturbati. Aggrottai le sopracciglia ed il tono usato da Akira al momento dei saluti mi confermò che anche a lui quella scusa sembrava abbastanza ridicola. Era mattino inoltrato, i bambini dovevano essere a scuola oppure a giocare... non a riposare. Salutai rispettosamente l'uomo e la donna ed uscii con Akira. Non appena misi piede fuori da quel posto mi parve di ricominciare a respirare, una sensazione simile a quella prova a casa del signor Uzuki, ma anche differente.



    Non c'era niente di grottesco in quell'orfanotrofio ma solo la schiacciante sensazione di una notevole trsitezza che impregnava persino i muri. Si abbiamo tre nomi... e nessun posto dove cercarli. Però sono tornati a vivere dov'erano prima di essere portati in orfanotrofio, lì forse hanno rubacchiato qualcosa. Dopotutto il porto deve essere come casa loro mi voltai a fissare la cupa struttura Non trovi strano anche tu che siano fuggiti? Insomma, se abbiamo ragione stanno vivendo di espedienti, mentre per quanto triste fosse questo posto hanno comunque un tetto sulla testa. Hai ragione sai? C'è qualcosa di strano in questo posto... mi sfiorai la spalla sinistra con la mano destra, come se colta da un freddo improvviso È.. inquietante mi voltai a fissare nuovamente la strada davanti a noi, pensando alla prossima mossa. Se i tre erano al porto ed avevamo i loro nomi, era al porto che dovevamo tornare a cercarli. Andiamo al porto, adesso che sappiamo come si chiamano forse qualcuno si ricorderà di loro con più facilità. Tre bambini, sporchi, che si chiamano Yukio, Tetsumaru e Hachi... è impossibile non ricordarli.





    [Al porto, nel frattempo]

    Un uomo adulto, con la testa coperta da un cappuccio bussò con energia nel rifugio dei tre. Orecchi fini avrebbero potuto udire rumori di passi veloci e un osservatore particolarmente attento avrebbe potuto notare una finestrella laterale che si apriva appena ed un'occhio che ne spuntava per controllare chi fosse. L'uomo bussò ancora, con più forza, Aprite mocciosi, o butto giù la porta! minacciò e dopo pochi secondi si udì il rumore di sbarre di metallo che venivano sfilate dai maniglioni e la porta cigolante che si apriva.



    L'uomo fece un passo dentro il piccolo tugurio ed il cappuccio nascose il suo naso che si arricciava Che puzza di merda, mocciosi. Allora, avete quanto richiesto? chiese. Hachi, il biondino magro che sembrava essere anche il leader del gruppo annuì facendosi avanti. In mano aveva un sacco dei tre e lo porse all'uomo il quale lo afferrò con una mano e poi lo posò a terra aprendolo. Dentro c'erano diversi gioielli ed oggetti di valore che l'uomo passò in rassegna con occhio analitico. Ed una scatola. E questa cosa che cazzo è? l'uomo la sbattè con forza per terra ma la scatola non si aprì. La pestò, ma non successe niente. La osservò meglio e notò come quel cofanetto non avesse una serratura, ma il coperchio era chiuso da una forza misteriosa. Toh, Fuinjutsu! Chissà cosa sta. Buon lavoro mocciosi merdosi, avete ripagato un decimo del vostro debito. Avanti mollate anche gli altri sacchi. Ma ad Hachi qualcosa non andava bene. Fece un passo avanti, con un pugno chiuso e gli occhi quasi in lacrime. Un decimo? Ci saranno migliaia di Ryo di roba lì dentro! Fottiti bastardo, con te abbiamo chiuso! urlò Hachi e quello sfogo suscito uno scoppio di ilarità nel losco figuro. Ma questo, Hachi, non lo prese affatto bene. Con tutto il poco peso del suo corpo scattò con il pugno alzato cercando di colpire l'uomo il quale per niente intimorito schivò il colpo colpendolo al ventre con un calcio. Subito dopo un secondo calcio colpì Hachi al viso, mandandolo a rotolare contro il muro. L'uomo prese quel sacco e gli altri due, caricandoseli in spalla, mentre Yukio e Tetsumaru correvano a soccorrere l'amico. Avete deciso di venire a rubare nel posto sbagliato, ragazzino. Non siamo pescatori da quattro soldi. Datevi da fare se non volete che vi accada di peggio.



    L'uomo uscì, lasciando i tre ragazzini da soli. Hachi si rialzò, furioso e sbatté un pugno a terra. Sta calmo Hachi disse Yukio all'amico Tra poco saremo lontani di qui, non dovremo più preoccuparci di loro... Yukio lo aiutò ad alzarsi Avanti usciamo di qui...





    Mentre i tre però uscivano io ad Akira giungevamo al porto, carichi di novità e dei tre nomi così preziosi. Chiederei a qualcuno più gentile di Yasuo, qualcuno con cui quei tre hanno fraternizzato... tipo... mi guardai attorno e notai tra i molteplici banchetti una signora dalle braccia grosse ed il ventre abbondante ed il suo povero e smilzo marito che vendevano pesce. Sembrava affabile, molto più affabile di quindici Yasuo messi assieme Lì, ho una buona sensazione! dissi indicando il banchetto.



    Così mi avvicinai al banco che vendeva pesce fresco appena pescato e la prima cosa che feci fu chiedere informazioni, prima che la donna - con buon naso per gli affari - potesse iniziare a tempestarmi con le proprietà del suo ottimo pesce per cercare di vendermelo. Salve, siamo ninja in missione per conto del Villaggio,s tiamo indagando sui furti degli appartamenti... la signora però era distratta: un altra cliente le aveva chiesto il prezzo dell'orata rossa, per cui praticamente metà delle mie parole erano andate al vento. Oh scusa, dimmi, dimmi... Dicevo, siamo stati mandati dal villaggio per...Oi, signora Hyokiri, a quanto vanno le alici?Trenta Ryo al chilo! O scusami cara, dimmi dimmi...Sì... siamo stati mand...Sono freschi questi gamberi?Non ne troverà di migliori!Ehi Hyokiri, avete per caso pesce fresco per una frittura? Certo certo! Quanto ne vuoi?Fammene tre etti! e quando la signora Hyokiri mi ignorò epr andare a pesare il pesce di quel cliente esplosi.





    Akira avrebbe potuto cogliere i segni da ben prima. Il mio sguardo che si faceva sempre più furioso, una strana vena che pareva pulsarmi sulla tempia e il viso che assumeva man mano una sfumatura più rossa erano segni inequivocabili di come essere ignorata mi irritava tremendamente. AH INSOMMA SIGNORA HYOKIRI! I FURTI NON SI RISOLVERANNO VENDENDO PESCE! avevo urlato. E se ne erano resi conto tutti.



    Specialmente i tre che stavamo cercando.



    Hachi, Yukio e Tetsumaru erano lì Cavolo... ci stanno cercando... SCAPPIAMO! la figuraccia appena fatta scomparve. Il trio era davvero malconcio. Il ragazzino che aveva parlato era alto e allampanato, poi c'erano un biondino piccolo e magro ed uno ben piazzato. Il biondino ed il magro stavano già correndo ma l'altro si piazzò a sbarrarmi la strada Hachi, Yukio, li trattengo io, ANDATE! ma non ero disposta a lasciarmi sfuggire le prede. Avevo fatto un errore ad urlare così ed avevo la netta sensazione che se non li avessi acchiappati non sarei più riuscita a riprenderli. Non... dissi chinandomi appena, caricando un salto ... oggi... e saltai. Saltai in alto, a quasi tre metri dal suolo, scavalcando il ragazzino che non potè far altro che vedermi volare alle sue spalle Tu blocca lui, ci rivediamo qui! dissi, aprendo all'inseguimento nelle vie affollate del porto dei due, che mi avevano ormai distaccato di circa cento metri.



    Tetsumaru però non appena ebbe capito che non poteva più prendermi, ormai con le lacrime agli occhi, caricò a gran velocità Akira, cercando di abbatterlo buttandosi a pieno peso su di lui [Slot Azione] Tu non li segurai! AAAAAAAH! disse mentre caricava Akira. La folla si era dispera ed aveva formato un cerchio che assisteva al combattimento. Indipendentemente dalla riuscita di quella carica Tetsumaru cercò di colpire il viso dell'Hozuki con due pugni, un destro ed un mancino, portati abbastanza scoordinatamente e senza alcuna tecnica [Slot Azione 2 e 3]. Era solo il buoncuore e molto coraggio ciò che animava il giovane orfano. Voleva salvare i suoi amici!




    Iniziamo a movimentare le cose :guru:
    Io masterizzo il tuo combattimentino, tu decidi cosa deve affrontare la mia Jukyu :wosd:
     
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19 replies since 2/12/2014, 00:22   431 views
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