Dove portano i passi che facciamo

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  1. -Hidan
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    Dove portano i passi che facciamo

    Sensazioni


    Il mondo era stato un posto grigio per tutti quanti, chi più chi meno.
    Lo notai questo. Negli occhi di Jukyu, intendo. Le sensazioni sembravano essere state le stesse. Sia, in un primo momento, alla vista dell'orfanotrofio, sia in un secondo momento, quando uscimmo da quello dopo una non tanto felice conversazione con la coppia reggente di quel luogo. Quel posto era marcio, ed era fin troppo evidente. Ma ci sarebbe stata occasione per approfondire meglio la questione, adesso quello che contava era trovare quei tre ragazzini. Jukyu suggerì di tornare al porto. All'origine.
    Adesso sapevamo chi era stato, avevamo dei nomi, insomma delle informazioni. Sommarie, però ero abbastanza sicuro che sarebbero bastate. Quanti ragazzini orfani andavano in giro, in un gruppo da tre, a rubare nella zona del porto d'altronde? « Sì, direi che è la cosa migliore da fare. » Risposi a Jukyu, voltandomi ad osservare un'ultima volta il grigio edificio. « Ma prima che sia finita questa storia, voglio accertarmi di quel che accade in queste mura. » Avevo fatto una promessa a me stesso.


    [...]


    Tenere a memoria: non fidarsi della buone sensazioni di Jukyu.
    Eravamo appena giunti al porto per poter trovare qualche nuova traccia da seguire per proseguire la nostra ricerca, finché non successe quello che è successo. Già avevo notato una pressoché scarsa - per non dire nulla - pazienza che alimentava lo spirito frizzante di Jukyu, ma non pensavo di poter assistere a quel che stava per accadere.

    z6ooNnk
    Tutto si evolse talmente in fretta che non riuscii a fare niente per impedirlo. In pochi secondi il suo viso divenne paonazzo, gli occhi si strinsero, una grossa vena pulsante apparve sulla sua tempia. E quindi arrivò, provocando lo stesso scalpore che avrebbe potuto provocare un fulmine a cielo aperto. La voce della ragazza parve immobilizzare, per un istante, l'intera banchina.
    O cielo....Solo dopo mi accorsi, proprio quando le prime voci ruppero il silenzio, di quello che aveva combinato Jukyu. « FERMALI! » Indicai allarmato i tre ragazzini alla nostra destra, a solo pochi metri da noi. Il più grassottello dei tre si mise tra gli altri due e Jukyu, ma questo non sembrò far demordere la ragazza. Dopo quella figuraccia ero convinto che avrebbe saltato una montagna pur di non farseli sfuggire, superare un ladruncolo paffuto in confronto fu come salire su uno scalino. Saltò quasi due volte il ragazzino in altezza, quindi si gettò nelle strade affollate del porto per inseguire i fuggitivi. Una volta superato, quello che per deduzione doveva essere Tetsumaru, cercò quindi un ultimo, disperato ed insensato attacco. Si catapultò su di me, cercando di travolgermi mentre dimenava pugni in modo quanto più caotico si potesse. Mi preparai ad affrontarlo, restando in guardia davanti a lui con i palmi delle mani aperte. « Non vi vogliamo far del male! Siamo qui per aiutarvi!! » Inutilmente cercai di calmare il ladruncolo, che ormai era arrivato ad un metro di me. Mi piegai su entrambe le gambe e, concentrando un piccolo quantitativo di chakra nelle stesse, saltai [Slot Difesa] agilmente alla mia destra di circa 1 metro, quel che bastava per mandare a vuoto la carica di Tetsumaru. Allargai nuovamente le braccia, per invitare il ragazzo a calmarsi. « Tetsumaru, giusto? Calmati, ne io ne la mia amica abbiamo intenzione di fare del male a te o ai tuoi compagni... » Parole al vento. Questo, appena recuperato l'equilibrio, cercò di raggiungere il mio volto con due pugni, anche questi lanciati più con la forza della disperazione che con un minimo di tecnica. Il primo fu il destro. Ancora una volta lo schivai, questa volta abbassandomi sulle gambe [Slot Difesa 2] e caricando le ginocchia per poter rispondere agli attacchi. « L'hai voluto te! » Ero ormai carico come una molla, quindi di decisi di non attendere un ulteriore attacco. Nel momento stesso in cui cercava di colpirmi con il mancino, mi andai ad infilare con la testa verso il suo fianco sinistro mentre con le braccia andavo cercare, e trovare, le gambe del ragazzino [S&M]. Sollevai il ladruncolo dal terreno, destandomi dalla posizione caricata sfruttando la forza delle gambe e, nello stesso momento, strattonai prepotentemente le sue gambe, andandole a tirare verso me. Il pugno di Tetsumaru, ormai in posizione di equilibrio precaria, non riuscì a trovare il mio viso, bensì solo, e malamente, il mio gran dorsale, provocandomi solo una piccola contusione.

    A quel punto eravamo entrambi in aria. Solo che lui era sotto.
    Cascai violentemente su Tetsumaru, mozzandogli il fiato. Repentinamente salii su di lui, piantandogli le ginocchia sulle braccia per bloccargliele a terra. Le lacrime sgorgavano ancora copiose sul suo viso. Incrociai le braccia, impassibile su di lui. « Allora? La finiamo? Oppure ti devo legare come un salame per farti stare buono? »

    [...]


    Hachi e Yukio correvano fianco a fianco lungo l'affollata strada che portava alla banchina centrale del porto, lì dove avevano la loro base. A quell'ora la gente per le strade era molta, ma nessuno fece troppo caso a quei due ragazzini che correvano disperati, a meno che non avessero notato anche Jukyu che li inseguiva, circa 80 metri da loro. « Yukio! Dobbiamo seminarla! Non possiamo portarla fino alla base! Quando arriviamo alla fine della strada tu vai a sinistra, io andrò a destra! Non può inseguire entrambi! Ci vediamo alla base! » Era sempre stato Hachi il più intraprendente, e non sembrava esserci realmente un'altra buona soluzione per uscire da quel guaio. « Va bene Hachi! Stai attento! » Fu così che giunse il fatidico incrocio. Hachi, come da programma, girò a destra, scomparendo tra i stretti vicoli e le molte persone, Yukio, invece, non fu così fortunato; appena svoltò l'angolo si trovò davanti un carro trainato da un bue e, cercando di evitare lo scontro con il bovino, con un repentino salto si gettò tra le casse di un negozio di pesce che faceva angolo a quella strada. Ancora stordito avrebbe visto il sopraggiungere di Jukyu, che avrebbe dovuto scegliere tra seguire un fantasma o cercare di acchiappare lo sfortunato ragazzino. Yukio, qualsiasi decisione avrebbe preso la ragazza, non gli avrebbe di certo reso la vita più facile. Un piccolo cesto di ricci di mare, infatti, fu scagliato [Slot Azione] verso Jukyu con la mano sinistra, mentre con la mano destra, sarebbe andato ad impugnare un pesce spada, e, accompagnato da un grido disperato, avrebbe cercato di caricare Jukyu [Slot Azione 2] utilizzando il pesce come una lancia. « WAAAAAAARGH! » Stava ora alla ragazza difendersi da quelle armi improprie.

    [...]


    Ci riusciremo, ci riusciremo... Andremo via da qui tutti insieme...
    Nel frattempo, Hachi, pensando di essere ormai al sicuro, incominciò a rallentare il passo per riprendere fiato. Si piego su se stesso, mentre grossi e profondi respiri affannosi sembravano essere gli unici rumori in quel buio e isolato vicolo in cui si era cacciato. Ma i guai non vengono mai tutti in una volta. Un uomo incappucciato uscì dall'ombra alle spalle del ragazzino, nelle mani reggeva un grosso sacco marrone e una corda di canapa. Un ghigno malefico in volto. « WAHAHAHAH! » I guai per Hachi erano appena iniziati.

     
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