Rinnovata sarà la lama che fu spezzata

[Kusa]

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  1. -Hidan
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    Rinnovata sarà la lama che fu spezzata

    Improvvisazione


    Non ci potevo credere. Eppure, dovevo.

    « Cosa significa "cancelli chiusi"?! State scherzando spero! » Non potevo pensare a qualcosa che potesse andare peggio dopo un giorno di cammino intero. Prima la cattiva notizia del mio errore e il conseguente cambio di itinerario, ed adesso sembrava diventare via via sempre più reale la possibilità di passare una bella, lunga e fredda notte davanti a un cancello sbarrato, a pochi passi da quello che immaginavo essere un posto caldo dove dormire e riposarmi dalle fatiche del giorno. « Non ci voglio credere! » Sbattei un pugno sul portone di legno, guardando con occhi furibondi la guardia sopra di me. « Sono in giro da giorni e adesso mi volete negare un rifugio per la notte! Sono un ninja dell'Accademia, non un brigante! » Mi rifiutavo ancora di credere a quello che stava accadendo. « Allora... Guardi... » Cercai di calmarmi con dei respiri ampi e profondi e appoggiando la mano destra aperta sul mio volto, a coprirlo, come quando hai paura, come se fosse solo un brutto sogno. Dovevo inventarmi qualcosa. « Avevo sentito ben altre voci riguardo all'ospitalità di Hinansho a Mugibatake! Persone per bene, mi avevano detto! » Un altro grosso respiro. Provai quindi a giocarmi tutto quello che avevo. « Sono stato inviato qui dall'Accademia: devo arrivare a Sakane e raccogliere informazioni riguardo a certi fatti che stanno accadendo nella zona a nord di qui...» Osservai attentamente le espressioni delle guardie. A volte le facce parlano più di mille parole. « Riguardo ad una certa persona... Una ragazza, sembrerebbe... Ne sapete qualcosa voi? » Uno dei primi passi per ottenere la fiducia delle persone e farle credere di avere delle cose in comune: uno scopo, dei legami, una paura... « Vi prego, lasciatemi entrare. »

    Il tentativo l'avevo fatto; rimpianti non potevo averne. Di scalare le mura non se ne parlava. Dopo una veloce analisi capii che non avevo possibilità di scalare le mura senza fare, anche un minimo, uso delle maniere forti. E quella opzione l'avevo scartata a prescindere dato il numero delle guardie. Sembrava quasi dovessero attendere un attacco. Dormire fuori non sarebbe stato per niente sicuro, indipendentemente da quale fosse il motivo di tale premura dei guardiani. Laddove la diplomazia non avesse funzionato, avrei deciso di tentare con qualcosa di più ardito.
    Certamente in quello stato di sicurezza le mura erano inattaccabili da una persona soltanto. Con un piccolo diversivo, e con il calare della notte, però, le cose sarebbero potute cambiare.

    Mi sarei allontanato dal villaggio, tornando al corso d'acqua che avevo superato nel pomeriggio, a meno di un'ora di distanza, e, a quel punto, avrei creato una mia copia [Tecnica della Moltiplicazione Acquatica] e con questa sarei tornato, lentamente, al villaggio, attendendo quindi il sopraggiungere delle tenebre. Avrei a quel punto osservato i movimenti delle guardie e la posizione delle eventuali torce. Una volta studiato quanto più possibile i movimenti delle guardie, sarei entrato in azione. Una volta avvicinatomi, muovendomi sempre furtivamente e a turno con il mio clone, mi sarei portato a circa 15 metri dalle mura. A quel punto dovevo attendere, attendere che il mio clone compiesse, quasi del tutto, la scalata. Si sarebbe aiutato con dei kunai, impugnati in entrambi le mani, e con estrema lentezza, l'avrei portato a circa 1 metro dalla sommità delle mura. A quel punto toccava a me nuovamente. Mi avvicinai di più alle mura, ma questa volta non feci propriamente attenzione a non fare rumore. « BRUTTI BASTARDI! Fa troppo freddo qui ora! Fatemi entrare! » Il resto è storia: minacce, imprecazioni, gesti convulsi. Insomma, il solito. Tutto quello che sarebbe servito ad attirare attenzione, l'avrei fatto. In particolare avrei mirato ad attirare l'attenzione delle guardie competenti del tratto di mura in cui era ancora appesa la mia insofferente copia. Sarei arrivato fino alla base delle mura, urlando tanto più forte possibile, tirando calci, pugni e altre imprecazioni nei confronti delle guardie. Tutto questo finché non si sarebbe creata l'occasione giusta. L'occasione che mi avrebbe permesso di bloccare per pochi istanti tutti i miei movimenti, ma quei pochi istanti mi avrebbero permesso di far completare la scalata al mio clone, che si sarebbe vorticosamente gettato dall'altra parte delle mura. Se tutto ciò avesse avuto successo, avrei ripreso nuovamente a muovermi, spostandomi di circa 10-15 metri dalle mura, tanto quanto bastava per mettere in difficoltà la vista delle guardie e per non far dissolvere la mia copia. A quel punto, mi sarei scambiato di posizione con il mio clone. [Passo Scalzante dell'Inganno] Della mia copia le guardie non avrebbero trovato nient'altro che una pozzanghera, mentre io, finalmente, avrei potuto dormire in un vero letto.

    Questo era al piano. L'alternativa, in caso non fosse andato in porto, sarebbe stato quello di andarmi a nascondere quanto più velocemente possibile dalle guardie, con la speranza di poter sistemare il tutto il giorno successivo. Semmai fossi rimasto vivo dopo la notte.

     
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