Rinnovata sarà la lama che fu spezzata

[Kusa]

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  1. -Hidan
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    Rinnovata sarà la lama che fu spezzata

    Notte di Baldoria


    Mission Complete. Almeno per la notte sarei sopravvissuto. Cosa da non sottovalutare.
    La copia fece il suo sporco ed ingrato lavoro, facendomi arrivare in tutta tranquillità dalla parte opposta delle mura. Pensai a che faccia avrebbero avuto le guardie se, l'indomani, mi avessero riconosciuto nell'uscire dal villaggio. Un leggero sorriso apparve sul mio volto, quindi incominciai ad osservare intorno a me.
    Hinansho non era sicuramente una metropoli, ma era ben più grande e popolosa di Mugibatake. Le strutture si sviluppavano in maniera ordinata e regolare, quasi a dar l'impressione che si fosse sviluppato tutt'attorno in un unico punto. Probabilmente questo era originariamente un presidio ai piedi delle montagne e, con il passare del tempo, si era ingrandito sempre più. In pochi minuti di ricognizione riuscii ad individuare come punto principale, appunto, una piazza centrale, da cui si diramavano due strade maggiori e meglio curate rispetto alle altre, entrambe che portavano a nord, rispettivamente una verso est e l'altra ad ovest. Al centro della piazza c'era un singolare monumento: una donna con una lancia puntava verso le montagne. Pensai potesse essere il simbolo del villaggio, ma mi ripromisi di chiedere a qualcuno a riguardo. Davanti alla statua, l'edificio più grande del villaggio che, oltre che per dimensioni, si distingueva anche per essere costruito in mattoni rispetto al solito legno, si ergeva sulla piazza. Probabilmente era il municipio o comunque un edificio amministrativo.

    La maggior parte dei negozi era chiuso e decisi di aspettare l'indomani mattina per farmi qualche giro per cercare di reperire informazioni. Chiesi ad un signore, in evidente stato d'ebrezza, dove avrei potuto trovare una locanda per la notte. Questo mi indicò una struttura in legno abbastanza grande nel lato destro della piazza, l'unico con le luci ancora accese. « Quel-la è la lo-canda di Maki, ra-ga-gazzo! » Lo ringraziai e lo lasciai proseguire, barcollando, per la sua strada. Notai, a quel punto, una luce accesa in una viottola laterale, da cui proveniva una gran vociare e dove un buon numero di randagi notturni parevano divertirsi.

    Beh, una buona birra prima di andare a conoscere questa Maki, è proprio quello che ci vuole! Pensai tra me e me, mentre già mi ero incominciato ad avviare verso la locanda. Locanda, sarebbe stato meglio dire bettola, nel senso proprio del termine. La struttura era piccolissima: un bancone centrale, dalle dubbie condizioni igieniche, con una ventina di sgabelli messi in modo confusionario davanti e all'incirca una decina di tavolini tondi disposti alla rinfusa nel locale. All'interno erano presenti circa una ventina di persone, divise per lo più in tre gruppi. Il primo, ed il più numeroso, aveva unito tre tavolini ed era disposto tutt'attorno a questi, intenti a bere grossi boccali di birra. Questo era la fonte del rumore che si poteva sentire fin dalla piazza. Un secondo gruppo era intento a giocare a carte all'angolo in fondo a destra del locale. Infine un terzo gruppo, o, per meglio dire, le restanti persone, erano sedute sugli sgabelli di fronte al bancone, intente a consumare in solitaria le loro birre. Entrai nel locale, ma ben poche persone sembrarono accorgersi di me. Il locandiere era un uomo abbastanza alto e muscoloso, sulla quarantina, con un buffo neo peloso sulla guancia sinistra e una abbondante chioma brizzolata. Quando arrivai al bancone, le mie prime impressioni divennero certezze. Una infinità di chiazze di birra, salse a me ignote, noccioline e quelli che sembravano essere tracce di sangue e saliva erano mischiate su tutta la superficie di legno. A pochi passi da me, un uomo barbuto che emanava un forte odore di alcool, aveva la faccia ben piantata nel bancone e russava copiosamente. Cercando di contenere le mie espressioni, e stando ben attento a non appoggiarmi, salutai l'oste con un cenno della mano. « Buonasera buon uomo! Una mezza pinta, bionda ovviamente! » Avrei quindi cercato di scambiare qualche battuta con l'uomo, partendo semplicemente da come stavano andando gli affari, com'era la vita ad Hinansho, che genere di viaggiatori riceveva e via discorrendo. Avrei cercato, quindi, di arrivare piano piano al mio obiettivo, ovvero verificare se qualcuno conosceva la donna di cui tutti parlavano.

    Una volta uscito dalla tavernetta mi sarei diritto verso la locanda. Maki era una signora sulla quarantina abbondante, estremamente formosa, con una bellissima chioma di color rosso che gli scendeva tutta da un lato e un vestito con un'abbondante scollatura. Era sicuramente un modo per attirare gli incauti viaggiatori. « Sera bella signora... » Ammiccai. « Sto cercando un posto caldo dove dormire questa notte e mi sembra che qui sono nel posto giusto! Ha ancora una camera disponibile per un povero ragazzo così stanco? » Il tempo per parlare con Maki sarebbe venuto l'indomani mattina, adesso avevo estremo bisogno di dormire.

    [...]


    L'indomani mattina sarei all'incirca alle 10 del mattino. Prima di lasciare la stanza, però, riaprii la vecchia carta geografica della regione. Avevo percorso un buon numero di chilometri e adesso la strada si diramava: una ad est mi avrebbe condotto a Sakane tramite il passo di Akaga, l'altra ad ovest ad un villaggio di nome Soryo che sembrava essere nel bel mezzo dei monti. Mi chiesi se non fosse possibile scendere le montagne da quel lato, poichè di percorsi sulla carta non vi era traccia. Dopo una veloce colazione a base di una tazza di tè e un pezzo di pane con del burro e della marmellata nella sala comune della locanda sarei andato a parlare con la proprietaria che era nella piccola reception dinanzi al portone aperto che dava sulla grossa piazza. « Buongiorno alla mia bellissima Maki! Veramente ottima la marmellata, la prepara lei?» Esclamai sorridendo. « Quanto le devo per la camera? » Incominciai a tirare fuori qualche ryo da delle tasche posteriori e, facendo finta di girarmi per prenderli, guardando in questo modo la piazza, aggiunsi. « Mi saprebbe togliere una curiosità? Ma quella statua lì, cosa rappresenta? E' il simbolo di Hinansho per caso? Perché è abbastanza bizzarra come cosa... Guarda il caso starei cercando anche io una donna, che sembra essere pericolosa, e quella statua mi ha ricordato proprio lei! » Cercai di frugare nei suoi occhi qualche reazione. « Dovrebbe agire nei pressi di Sakane... Lei ne ha mai sentito parlare? Una come lei dovrebbe stare proprio in mezzo a tutte queste voci! Inoltre mi saprebbe dire se da Soryo è possibile scendere fino a Sakane? »

    Una volta che mi fui congedato dalla donna, sarei andato a fare un giro per la città, che però non si rivelò essere meglio di quanto poteva apparire la notte. L'unica cosa ad attirare la mia attenzione fu uno strano cartello che recitava "Tuttofare a pochi RYO" appeso in uno strano negozio con una sola finestra, anche questo che dava sulla piazza principale. Decisi quindi di andare a farci un salto prima di passare dal alimentari per fare qualche scorta prima di riprendere il mio cammino verso Sakane. Sempre che non fossi venuto a sapere qualcosa di più interessante.



    Edited by H¡dan - 6/4/2015, 00:10
     
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