Tensioni di Confine

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Convocazione del Kage, o quasi...~


    Ormai era passato parecchio tempo da quando era cominciata l'esercitazione delle truppe di Kumo. Perlomeno parecchio per essere una semplice esercitazione, specialmente valutando quanto la cosa pareva innervosire la vicina Oto e Konoha stessa.
    Ormai i messaggi inviati per chiedere spiegazioni di tali movimenti erano rientrati con nulla da comunicare e sembrava che la situazione non volgesse al meglio. O almeno queste erano le informazioni giunte dai locali fuggiti, chi per paura chi per il diretto ordine di evaquazione.
    Qualunque fosse la realtà dei fatti, tuttavia, ormai la situazione di tensione era presente e palpabile e Konoha, dal canto suo, non poteva ignorare ancora a lungo la situazione e decise di aprire le convocazioni per inviare qualcuno sul posto in qualità di messaggero e/o di risolutore della tensione.
    In pratica cercavano qualcuno a cui scaricare la patata bollente di turno.

    [...]


    Quel giorno uno strano figuro indossante il corpetto da chunin si presentò a casa dell'Uchiha richiedendo la sua presenza direttamente al palazzo dell'amministrazione sotto i volti dei Kage. In pratica era stato ufficialmente convocato dal Kage e dai suoi amministratori per una questione formale.

    °Che finalmente sia arrivata la mia nomina a Chunin?°


    Speranzoso raccolse le sue cose e si diresse immediatamente al palazzo del Kage, dove attese parecchio nella piccola saletta d'aspetto prima di poter entrare finalmente nell'ufficio del Kage.
    Visibilmente emozionato entrò nella sala, aspettandosi l'agognata qualifica, ma ciò che lo aspettava era qualcosa di ben peggiore.
    Nella stanza infatti c'era soltanto un'ufficiale amministrativo, neppure un'amministratore.

    «Sono Atasuke Uchiha, sono stato convocato poco fa... Che cosa dovevate dirmi?»

    °Qui non finirà bene...°

    "Uchiha Atasuke... Apetti, mi faccia controllare..."


    Disse l'occhialuto iniziando a scartabellare in una specie di registro dove probabilmente stava tenendo traccia degli appuntamenti della giornata.

    "Ah, ecco qui il suo fascicolo..."

    °Perchè la parola fascicolo non mi piace?°

    "Come lei sa certo meglio di me, non è la prima volta che il villaggio sfrutta le sue ottime abilità..."

    °Mi sta elogiando... O è molto bene, o è molto male...°

    "Risulta quindi indubbio, dati i suoi ottimi risultati che le venga riconosciuta la sua abilità..."

    °Un riconoscimento? Ottimo! Questa volta ci siamo! Mi daranno il mio grado Chunin°

    "Ed è per questo che lei è stato assegnato ad una importante missione diplomatica a Kumo"

    °Ah si, ottimo, una missione importante per... No, aspetta... Che cazzo c'entra una missione diplomatica con il mio grado?°

    «Vi ringrazio per... ehm... La fiducia... Quindi... Questo è tutto?»

    "Certo che no, questo è il fascicolo con tutte le informazioni che abbiamo sulla sua missione. Il punto di Rendez-vous è ai cancelli. Lei ed i suoi compagni partirete domattina all'alba diretti sul confine tra Oto e Kumo. Avrete tutta la libertà di manovra che volete, l'importante è portare a termine il compito evitando un'inutile guerra con Kumo, tutto chiaro?"


    °Dannazione all'amministrazione di Konoha... Cosa cazzo aspettano a darmi il mio grado? Che gli conquisto l'intero continente?°

    «Tutto chiaro...»


    Rispose in tono velatamente deluso prima di prendere il fascicolo della missione ed uscire dalla stanza.

    "Allora arrivederci e buona fortuna con la sua missione"


    Rispose sornione l'amministratore ritornando alle sue scartoffie ed al successivo tordo da ingabbiare con qualche missione del cavolo.
    Ritornato a casa, Atasuke si mise a studiare il fascicolo della missione, memorizzando i punti principali e studiandosi almeno approssimativamente la mappa della zona su cui era indicato con un cerchio rosso il punto del confine dove doveva dirigersi dove apparivano aver luogo le simulazioni degli shinobi del fulmine e dove avrebbe trovato il probabile responsabile con cui si sarebbe verbalmente confrontato per trovare una sorta di incontro diplomatico.

    [...]


    Il mattino seguente, all'alba, Atasuke era la, pronto con tutti il suo equipaggiamento, avvolto nel nero mantello recante lo stemma del suo clan in attesa degli altri shinobi, sempre che ve ne fossero, che lo avrebbero accompagnato in quella sorta di missione semi suicida nel nord del continente tra le gelide lande del tuono.

    °Speriamo almeno che l'amministrazione abbia realmente reclutato altri per questa missione oltre a questo Genin...°


    Pensò tra se ancora indisposto dal mancato avanzamento di grado...


    OT - Inizio augurando un buon Game anche agli eventuali altri giocatori interessati a rovinarsi l'anima con me nelle fredde lande di Kumo :riot:
    Per gli altri Konohani interessati, agganciatevi pure al mio intro alle porte del villaggio o partite per conto vostro XD
    - /OT
     
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  2. Sasori Uchiha
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    L'inizio della vita


    Dopo la prigionia, Sasori aveva iniziato ad apprezzare tutti gli aspetti che la vita gli offriva. Ma non era più lo stesso. Dall'esterno, però, non era visibile alcun segnale di questo cambiamento, sembrava lo stesso ragazzo di un tempo, ma chi lo conosceva di più forse avrebbe intuito che qualcosa non andava.
    Suo padre non sembrava molto preoccupato di come il ragazzo aveva metabolizzato l'esperienza. In fondo anche lui da giovane aveva avuto esperienze simili, quindi non si curò molto di questo aspetto. Incitava Sasori a migliorarsi e a trovare la sua strada. Questo lo faceva ogni giorno. Nell'ultimo mese, appena trascorso, però non si mosse da casa. Rimase chiuso nella sua stanza a riflettere e studiare dei manoscritti su alcune tecniche e strategie da usare in combattimento. Si esercitò a lungo in queste nuove tecniche.
    Suo padre, Hokusai, andò a verificare cosa diavolo stava facendo. Non era normale che non usciva per tutto quel tempo da quelle mura. Non sentendo alcun rumore provenire dalla stanza del giovane, andò a verificare lui stesso. Bussò alla porta chiusa ed entrò.
    La stanza era disordinatissima. Rotoli di manoscritti aperti ovunque. Sasori stava al centro della stanza immobile con lo sharingan attivato. Il padre mise una mano sulla spalla del ragazzo per capire cosa diavolo stava facendo. Il padre capì all'istante.
    Eseguì il rilascio. Lo sharingan del ragazzo si disattivò e riprese coscienza di sè. Il padre chiese cosa diavolo pensava di fare. Si era intrappolato da solo in un genjutsu. Questo rispose che stava analizzando tutto quello che era andato storto nella missione in cui era rimasto prigioniero. Una cosa da pazzi. Il padre incuriosito e leggermente stupito della risposta appena ricevuta, chiese al giovane se aveva trovato le risposte che cercava, annuì in maniera decisa. Bene, disse a quel punto Hokusai, adesso sai cosa fare. Prima però di congedarlo, lo invitò a raggiungerlo in cucina dopo aver riordinato quel delirio di manoscritti. Sasori non avrebbe sospettato niente della sorpresa che suo padre aveva in mente.
    A quel punto Hokusai, sarebbe sceso al primo piano e avrebbe preparato una festicciola per il passaggio di grado a chunin di Sasori. Non avevano ancora avuto modo di festeggiare, Hokusai era sempre impegnato in missioni di rilievo ed era sempre fuori oppure in giro sotto copertura. Per questo motivo, non era stato molto presente per Sasori, ma non era mai stato un problema per il rapporto padre-figio. Entrambi erano contenti del tempo che trascorrevano insieme e questo era quello che contava.Perciò per l'occasione, preparò dei festoni alle pareti e una torta al centro del tavolo con tre piatti e tre posate.
    Davanti alla torta mise la foto della madre di Sasori, che era rimasta uccisa in quella stessa cucina, diversi anni prima. Era davvero una splendida donna. Molto dolce e compassionevole. Era un momento importante per la famiglia quindi era giusto che fossero presenti tutti.
    Sasori non appena arrivò in cucina rimase come frastornato:



    Ma cosa



    Hokusai sorridendo disse:



    Tanti Auguri da parte mia e della mamma



    Sasori sorrise di gioia. Non se lo aspettava minimamente. Lievemente imbarazzato, chiese allora:



    Hai saputo della mia promozione a chunin immagino



    Il padre annuì, sorridendo, soddisfatto. La sua sorpresa era riuscita perfettamente. Nel frattempo il padre tagliò la torta in tre fette uguali mettendole nei rispettivi piatti. Contemporaneamente Hokusai disse che sua madre sarebbe stata molto fiera di lui.
    Sasori sorrise nervoso. Nonostante erano passati anni era ancora un argomento abbastanza delicato per entrambi. Non avevano ancora metabolizzato la perdita. Entrambi stavano cercando informazioni sugli assassini, avevano però ancora un quadro incompleto ma che lentamente stava prendendo forma. Quindi decise che essendo tutti quanti di buon umore, forse, era venuto il momento di fare un resoconto della situazione:



    Ho nuovi dettagli sul nostro caso, ti aggiorno brevemente sulle ultime novità



    Esordì il ragazzo, mentre mangiava un po' di torta. Era la torta che solitamente faceva sua madre. Hokusai aveva imparato a farla tale e quale ed era diventato davvero bravo. Il simbolo lasciato dagli assassini era ancora lì inciso sul parquet della cucina.



    Ho parlato con Rin



    Hai parlato con Rin ?! Sei pazzo ?



    È stata così gentile...Perchè ?



    Visto che eri un genin ti avrebbe lasciato lì in coma senza pensarci due volte. Lei è un tuo superiore nel clan, ti è costata cara la chiacchierata, vero ?



    Mi ha graziato solo perchè l'avevo aiutata. Era con me in quella fottuta isola dimenticata da Dio. Ma adesso non mi va di stare a spiegare tutto dal principio



    Bene allora sputa il rospo



    Fiore. Mi ha detto solo fiore ed il simbolo è un punto di partenza. Inoltre mi ha detto che sarei dovuto arrivarci già da molto e che ero in netto ritardo.



    È la solita femminista incallita, non cambierà mai



    Ma che vuol dire Fiore ?



    Rin ti ha dato un ottimo indizio. Anche io non posso dirti di più. Sei chunin, cavatela da solo. Se scoprirai qualcosa che non saprò ancora, allora ti darò l'autorizzazione per compiere la missione. Ma per il momento siamo ancora in alto mare, figliolo.



    Riportò il simbolo su un foglio e se lo mise in tasca. Poi tornò in camera sua per esercitarsi sulle nuove tecniche e non sarebbe uscito dalla sua stanza per niente al mondo, a parte per bisogni fisiologici.



    [...]



    La sera prima aveva fatto tardi più del solito ed intorno a metà mattinata, qualcuno arrivò alla porta della sua casa. Iniziò a suonare il campanello, tenendolo premuto fino a che qualcuno non sarebbe andato ad aprire. Sasori era ancora vestito con la tenuta di allenamento, che era solito portare tranne quando era in missione. Ancora assonnato, si alzò, barcollò per il corridoio che portava alle scale, scese al piano terra arrivando alla porta. Chiese:



    Chi è ?



    Fiore



    Aprì di scatto la porta. Ma non vide nessuno. Solo un foglio per terra, che ovviamente raccolse di scatto:



    CITAZIONE

    Se vuoi sapere di più recati in Amministrazione.
    Chiedi al ragazzo dell'amministrazione se hanno qualcosa per te. Parola d'ordine: Cho.
    Non puoi rifiutare, questa volta, sei un chunin.

    Orchidea


    Mise il foglietto in tasca. Chiuse altrettanto di scatto la porta e si preparò velocemente. Non c'era tempo da perdere. Prese il suo vestito ufficiale da missione. Quello che sua madre gli aveva regalato, che apparteneva a sua volta a suo nonno. Una certa emozione lo avvolse quando lo prese dall'armadio di sua madre. Ricorda ancora il giorno che gliel'aveva fatto vedere, come fosse ieri. Gli disse che se gli piaceva,lo potrà indossare solo quando sarà diventato chunin ed aggiunse anche che quando lo indosserà sarebbe stata fiera di lui e che sarebbe stata sempre con lui. In una parola, sarebbero diventati una cosa sola.



    [...]



    Era fantastico. Si sentiva finalmente completo umanamente. Era davvero una bella sensazione. Adesso era il tempo di andare in Amministrazione e vedere cosa diavolo era tutta quella faccenda. Era davvero strano. Troppe coincidenze, davvero troppe. Forse era un colpo di fortuna oppure era semplicemente un crudele scherzo. Era un aiuto oppure un depistaggio ? Era tutto così confuso. Adesso non sapeva veramente a chi dare ragione. Ma c'era un solo modo per capirne di più. Era percorrere quella strada nel bene o nel male e vedere dove portava. Solo così forse il gioco degli inganni sarebbe venuto meno e si sarebbe capito cosa c'era sotto.
    Finalmente arrivò in Amministrazione. Era da tanto tempo che non andava. C'erano vecchie conoscenze ma anche nuove. Tutti quanti erano un po' indaffarati, quindi chiese rivolgendosi a tutti, come indicato nella lettera:



    Avete qualcosa per me?



    Un ragazzo occhialuto, gli venne incontro ed esordì:



    Nome ?



    Sasori Uchiha



    Vediamo un po'....Sì c'è un bel plico che ti aspetta ma è meglio parlarne di là, seguimi



    Lo condusse in una piccola stanzetta, un piccolo ufficio, dove una volta che entrambi si erano accomodati, esordì:



    Sono arrivato qui da poco,non ti ho mai visto. Parola d'ordine ?



    Cho



    Ecco a te



    Una volta consegnato il pacchetto, l'impiegato se ne andò di nuovo.
    Quindi Sasori uscì di corsa e tornò a casa per analizzare tutto quanto. Il plico che gli venne consegnato in effetti era di un certo spessore. Conteneva un sacco di scartoffie e documenti su una missione diplomatica. Il punto di raccolta era ai cancelli e si sarebbe formata una squadra per poi proseguire al confine tra Oto e Kumo. Leggendo il briefing della missione praticamente la squadra avrebbe avuto carta bianca per i modi di svolgimento della missione, bastava semplicemente evitare una guerra tra Kumo e Oto.



    Una guerra tra Oto e Kumo ?!



    Che relazione ci sarà tra questa missione e "Fiore" ? E chi è Orchidea ?
    Qui qualcuno sta cercando di incastrarmi. Siamo alle solite. Sono proprio curioso di vedere stavolta quale sarà il pacco che mi hanno rifilato



    Passò tutta la sera prima a studiarsi la cartina della zona. Il resto lo lesse con attenzione. Si sarebbe quindi presentato al luogo dell'appuntamento all'alba, pronto come sempre. Era curioso di vedere chi fosse stato reclutato per questa missione. Non era vestito come in passato, aveva un look tutto nuovo, ossia l'uniforme da chunin con il classico giubotto verde. Lo usava soltanto quando era in missione ufficiale. Quando era in giro per affari suoi era decisamente vestito più alla moda. Il suo umore quella mattina non sarebbe stato dei migliori, vista l'ora dell'appuntamento, non che gli piaceva dormire fino a tardi, ma c'era un limite a tutto. In fondo era solo una missione diplomatica. Quello che lo insospettiva era il motivo della loro chiamata, se la missione consisteva soltanto una faccenda diplomatica.

     
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  3. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Il Chunin, il Genin e l'Incapace~


    L'alba era ormai sorta ed all'appello apparivano essere giunti solo tre personaggi. Atasuke, avvolto nel nero mantello il cui colletto quasi ne celava i lineamenti del viso e con il coprifronte bene in vista. L'ormai recuperato Sasori che bellamente sfoggiava la sua nuova divisa da Chunin fresca cresca di nomina ed un idiota occhialuto, che probabilmente altri non era che un civile assestato al team in qualità di messo, o più probabilmente un povero diavolo che aveva fatto l'errore di presentarsi dall'amministrazione fornendo il nome sbagliato nel momento sbagliato.

    °Possibile che anche questo tizio faccia parte della spedizione? Eppure è palese che questo tizio non sia uno shinobi! Che senso ha mandare un civile per una relazione diplomatica su un campo di battaglia? Qui rischiamo di perdercelo per strada, dannazione! Senza contare che con lui alle calcagna il viaggio si farà anche più lungo del previsto ed avremo un'elemento problematico da scortare fino al luogo dell'incontro°


    Pensava tra se mentre enigmatico osservava con attenzione tutti i tratti ed i dettagli del terzo incomodo.
    L'uomo era sulla quarantina, di corporatura media e dalla vista tutto fuorchè acuta, come dimostravano le enormi lenti degli occhiali inforcati sul suo naso.
    Le sue semplici vesti consistevano in un paio di sandali di legno, una bandana bianca sulla pelata ed un kimono bianco chiuso da una cintura nera legava in vita. In pratica era tutto furochè un probabile diplomatico.
    Vedendo che nessuno pareva più arrivare, dopo un paio di colpi di tosse atti a schiarirsi la voce e ad attirare l'attenzione dei presenti, Atasuke iniziò con la sua presentazione.

    «Molto bene... Da quel che mi pare di capire siamo noi tre gli inviati a Kumo per questa missione diplomatica... Io sono Atasuke Uchiha, lieto di rivederti Sasori e lieto di fare la tua conoscenza, signor?»

    "Err... Eh? Ah si, ecco... MMM Dicevo... Io sono Saotome Genma! Pronto a servire il mio paese in guerra Atasuke Kanchou!"


    °Gli dei mi perdonino se ho fatto qualcosa di male per meritarmi questo...°


    Esterrefatto dalla risposta del povero cristo che si sarebbero tirati dietro, Atasuke lasciò spazio anche a Sasori per la sua presentazione, nella speranza che almeno lui avesse un buon motivo per trovarsi li o perolmeno qalcosa in più di quell'uomo tanto agitato da resistere a stento dal farsi altre pessime figure.
    Terminate le presentazioni, Atasuke prese ancora una volta la parola, prima di lasciare, come da procedure, il comando a Sasori in qualità di più alto in grado.

    «Bene... Ora direi che non ci resta che partire per la nostra destinazione. Immagino che ogniuno di noi si sia imparato per bene la mappa o almeno la strada per il campo di addestramento allestito dai ninja di Kumo... Sasori, sei il più alto in grado, quindi spetta a te il comando di questa missione, ma se mi permetti, suggerirei di puntare direttamente all'obbiettivo con i coprifronte bene in vista, in fondo non dobbiamo dare il sospetto di eventuali agguati e non abbiamo motivo per celarci ai ninja di Oto e Kumo»

    "C-C-Cheeeeeeeeee!? Ninja? Kumo? OTO!? Non mi avevano detto che avremmo avuto a che fare con dei ninja! No! Io non sono d'accordo! Andiamo solo al palazzo dell'amministrazione a recapitare il messaggio e fine!"


    °O dei datemi la forza...°

    «Saotome-kun...»


    Lo schernì palesemente Atasuke in risposta.

    «Questa è una missione Ninja... Noi due siamo Ninja della foglia e l'obbiettivo prevede di chiarire una discussione tra Ninja... Non ha letto il fascicolo della missione?»


    Aveva uno sguardo sornione, quasi a cercare di spaventare a sufficenza l'uomo per farlo desistere dal suo obbiettivo di proseguire con loro due.

    "Ehm... In effetti... Io... Io non... Non ho letto il fascicolo! Ma... Ma... è davvero necessario passare per i territori di Oto? Ho sentito cose terribili sul loro conto!"

    «Il nostro obbiettivo prevede una linea di comunicazione con entrambe le fazioni per evitare un'altra inutile guerra, quindi: Storie o meno parleremo sia con Oto ed i suoi demoni mangiabambini che con Kumo ed i suoi shinobi Fulminati, chiaro?»


    Con quelle parole, Atasuke calcò parecchio il tono lanciando una brutale occhiataccia al povero cristo condita dal cambio di colore delle sue iridi, mostrando all'uomo la sua abilità innata.
    Di tutta risposta l'uomo rimase chiaramente pietrificato e non riuscì a trattenere la sua emozione inondando i pantaloni che in pochi istanti cambiarono chiaramente di colore nei dintorni delle parti basse.

    °Siamo fottuti°


    Concluse Atasuke volgendo lo sguardo a Sasori nella speranza che questi avesse qualcosa di meglio in mente.

    [...]


    Una volta lavati i pantaloni dell'inutile il team si mise in marcia verso nord seguendo le direttive del caposquadra con un passo di marcia adattato all'occhialuto il quale a stento manteneva un passo spedito.
    Solo una cosa era certa: Se la buona missione si vede dal principio, con olttre un'ora di ritardo alla partenza e tutto quello che era successo, quella missione era destinata a scatenare una guerra ampia come l'intero continente...

     
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  4. Sasori Uchiha
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    Il Team Sgangherato


    Erano in tre all'alba di quella mattina. Un ragazzo lo conosceva molto bene, avevano fatto qualche missione assieme e si conoscevano abbastanza, il suo nome era Atasuke. Accanto a lui, incredibilmente un civile. L'uomo era sulla quarantina, di corporatura media e con degli enormi occhiali sul naso. Rimase abbastanza perplesso della sua presenza, si aspettava degli shinobi, ma come sempre le missioni hanno un pizzico di imprevedibilità che al ragazzo era sempre piaciuto.
    Non vedendo altri arrivare, Atasuke si presentò, quindi venne la volta del signor Saotome Genma. Sembrava una persona simpatica. Sorrise ad entrambi prima della sua presentazione:



    Allora il mio nome è invece Sasori Uchiha. Piacere di rivederti Atasuke e piacere anche a lei, signor Satome.



    Davvero bello euforico e motivato, mi piace !



    Sasori nonostante l'alzataccia, vista la situazione e il nuovo acquisto era davvero di buon umore. Atasuke al solito minuzioso dei dettagli fece notare di procedere direttamente sull'obiettivo, come era ben scritto nel briefing. In effetti era proprio quello che Sasori aveva in mente. La presenza del signor Saotome però era strana. Dopo la sfuriata di Atasuke, Sasori prese parola:



    Atasuke hai esagerato, non credi ? Così non faciliti le cose !
    Signor Satome, mi scusi per quanto successo, vorrei capire meglio qual è il suo ruolo esattamente,lei é un esperto nella diplomazia oppure ha un legame con le parti in contrasto ? Questo per capire come sfruttarla al meglio per evitare questa maledetta guerra.



    Se queste sono le premesse, andiamo proprio bene, ci mancava solo di asciugare i pantaloni



    Mentre parlava aveva una espressione davvero sconsolata di chi era stato incastrato per errore oppure di chi semplicemente vi si era trovato invischiato per altri motivi. D'altronde si trovava lì, pensò, quindi tanto valeva adempiere ai propri doveri.
    Dopo aver aspettato praticamente un'ora abbondante, per far asciugare quei maledetti pantaloni, il gruppo si mise in marcia. Era chiaro che l'uomo non poteva sostenere il ritmo che Sasori pensava. Quindi decisero di prendersela comoda, anche per mettere a suo agio Saotome. Mentre stavano camminando in direzione del famoso campo di addestramento allestito dagli shinobi di Kumo, decise di rivolgere qualche parola ai suoi compagni di viaggio:



    Signor Saotome per caso conosce dettagli aggiuntivi sulla vicenda ? Qualche cosa di sospetto oppure strano che è successo di recente ?

     
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  5. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Un misterioso Messaggio~


    L'approccio dei due ninja era palesemente differente, anche se entrambi avevano probabilmente gli stessi obbiettivi: I risultati della missione e la sopravvivenza di Genma, il quale era palesemente non in grado di imbarcarsi in una simile missione.
    Sasori stava cercando di rincuorare l'uomo, mentre Atasuke aveva tentato di dissuaderlo spaventandolo a sufficenza da farlo desistere, ma alla fine non vi era riuscito.
    Alla domanda di Sasori, Genma di era miracolosamente sbloccato rendendosi conto di cosa aveva appena combinato nei suoi pantaloni.

    "I-Io... In effetti non ho niente di particolare... Credo... Non ho mai messo piede fuori dal villaggio per essere preciso... Non ho idea del perchè mi abbiano spedito ad una simile missione... Senza contare che ero solo andato a ritirare la pensione di mio padre..."

    °Possibile che questo tizio sia qui solo per un errore? Che gli dei fulminino quell'idiota con gli occhiali in amministrazione!°


    Pensava tra se lasciando la patata bollente al caposquadra evitando di sprecare ulteriori energie.
    Subito prima di partire, tuttavia, Atasuke prese dalla sua tasca un messaggio che gli era stato dato poco prima da un passante.

    «Sasori... Poco prima che arrivaste un passante mi ha dato questo messaggio, sottolineando che doveva essere consegnato allo shinobi dagli occhi cremisi... Pensando potesse essere per me l'ho letto, ma non avendo idea di che parla deduco sia roba tua, dato che il nostro compagno non mi risulta essere un Uchiha...»


    Porse quindi il bigliettino al suo compare, anticipandogli una risposta.
    CITAZIONE
    Il Loto sa vivere nell'acqua, ma una volta in mezzo agli altri fiori muore. L'Orchidea invece sia con il Loto che con gli altri fiori, crea un'ottima composizione.

    «Perdonami la curiosità... Che cosè questa storia dei fiori?»


    Ed a quel punto attese una risposta.

    [...]


    Lungo la marcia, Atasuke quasi ignorò il terzo incomodo, concentrandosi principalmente sulla strada da percorrere e su quello che li circondava. Per quanto fossero ancora nei territori di Konoha, nulla vietava ad un gruppo di sbandati di rovinargli ulteriormente la giornata assalendoli.
    Di contro, Genma rispose alla domanda di Sasori, dimostrandosi ancora una volta inetto nel più vero senso della parola.

    "So che dobbiamo andare a nord, incontrare un tizio in armatura e che devo consegnargli questa busta... Non mi hanno detto altro"


    Rispose come un bambino tutto contento dopo aver fatto la sua buona azione della giornata...
     
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  6. Sasori Uchiha
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    Sorpresa !


    Sasori alla risposta di Saotome, non si scompose più del dovuto, ma era visibilmente seccato. Era la sua prima missione da chunin e già c'erano delle beghe di dimensioni bibliche. Senza contare che qualora la situazione degenerasse, Saotome sicuramente farebbe una brutta fine.



    Anch'io in realtà non dovrei essere qui, ma visto che ci sono faremo le cose come si deve. C'è da evitare una guerra e lo faremo. In ogni caso farò in modo che tutti fili liscio senza lasciare nessuno per strada, dico bene Atasuke?



    Ma al villaggio si volevano sbarazzare di questo tizio, usandolo come carne da macello ? Bah



    Mentre parlava, guardò in direzione di Atasuke,sperando che anche lui provava lo stesso sentimento di frustrazione, probabilmente questa missione sarebbe stata una vera seccatura per entrambi, ma a parte il lato tecnico, Saotome non era poi così antipatico, che l'abbiano mandato per rallegrare il gruppo ? Chi lo sa. Nel frattempo Atasuke parlò di uno strano messaggio.



    Ma allora veramente c'è un collegamento tra questa missione e Orchidea ?




    Atasuke apprezzo il voi, ma diamoci del tu, siamo stati compagni di squadra parigrado fino a poco tempo fa.



    Prese il foglietto che gli porse Atasuke, lo lesse due volte. Rimase alquanto perplesso. Al momento non era in grado di interpretarlo correttamente tanto valeva metterlo insieme al primo. Il loto, l'orchidea ed il famoso "Fiore" di Rin. Ma sia il loto che l'orchidea sono dei fiori. Quindi chi aveva scritto il messaggio che cosa voleva intendere. Poi c'era anche il simbolo che aveva riportato inciso dal pavimento. In mezzo alla missione non era semplice rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Prima di rispondere ad Atasuke, Sasori sospirò leggermente, l'argomento era abbastanza un nervo scoperto, ma di Atasuke, in cuor suo sapeva di potersi fidare:



    È una lunga storia abbastanza dolorosa. Sto investigando su un omicidio avvenuto molto tempo fa. Non so se qualcuno del clan te l'ha mai detto, ma mia madre è stata assassinata in casa mia. Non mi sto dando pace, per cercare di togliere dalla faccia della terra colui che le ha tolto la vita. Mia madre era una persona splendida, non avrebbe mai fatto del male a nessuno, quindi non capisco proprio il motivo per il quale l'hanno dovuta eliminare. Durante qualche altra missione sono riuscito ad ottenere qualche indizio. Poi improvvisamente sono arrivati questi messaggi sui fogliettini. Prima di quello che mi hai dato è arrivato quest'altro.



    Sasori prese il foglietto in questione anche per vedere una sua reazione. Poi riprese:



    Prima di quest'ultimo messaggio pensavo che era uno scherzo di cattivo gusto, ma con l'arrivo di questo secondo messaggio, allora la mia presenza in questa missione non è casuale. In ogni caso, mi darai una mano in questo gran casino ?



    Attese quindi la risposta di Atasuke, mentre procedevano verso la destinazione.



    [...]



    Il gruppo procedeva abbastanza spedito, ancora dentro il territorio di Konoha. Non che ci si potesse rilassare molto. Saotome era davvero un bel peso per gli spostamenti, toccava proteggerlo essendo un civile da ogni minaccia. Quindi sia Atasuke che Sasori, erano molto attenti a quello che accadeva intorno a loro. In questa fase un qualsiasi impedimento sarebbe stato un ritardo che si sarebbe sommato a quello precedente per asciugare quei maledetti pantaloni.
    Finalmente però il signor Genma si decise a rispondere alla domanda di Sasori, dicendo che doveva recarsi a Nord e consegnare una busta ad un tizio con l'armatura. Sconsolato Sasori rispose:



    Grazie Saotome, il suo contributo è prezioso, ma ha un nome questo "tizio in armatura" ?



    Stavano procedendo nella giusta direzione verso la loro destinazione. Sasori dopo le sue parole, guardò in direzione di Atasuke cercando un sostegno morale. Sasori era arrivato al limite della sopportazione. Ma gli affari sono affari e la missione per quanto interessante per la storia dei fiori, si stava rilevando snervante per la presenza di Saotome.

     
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  7. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Alleanza e Diffidenza~


    Per quanto cercasse di rimanere carino e coccoloso anche Sasori alla fin fine iniziava a mostrare dei piccoli segni di indisposizione a causa dell'inutilità del loro terzo incomodo. Tuttavia cercava strenuamente di non darlo palesemente a vedere, o per meglio dire, cercava di fare buon viso a cattivo gioco cercando di non indisporre il civile.

    "Anch'io in realtà non dovrei essere qui, ma visto che ci sono faremo le cose come si deve. C'è da evitare una guerra e lo faremo. In ogni caso farò in modo che tutti fili liscio senza lasciare nessuno per strada, dico bene Atasuke? "


    A quelle parole Atasuke portò il suo sguardo verso il compagno e con un sospiro di rassegnazione rispose alla domanda quasi retorica.

    «Beh, è il tuo compito da caposquadra... Anche perchè altrimenti avresti tonnellate di moduli da compilare e scartoffie da firmare in amministrazione se uno rimanesse indietro...»


    Scherzò Atasuke rimanendo con lo stesso tono, quasi come ad apparire senza emozioni mentre pronunciava quella lista di noiose beghe burocratiche.

    «Comunque sia... Nemmeno io ho intenzione di perdere qualcuno lungo la missione... quindi cerchiamo di fare del nostro meglio»


    Cercò di imprimere un minimo di entusiasmo nella frase, ma al solo pensiero di Genma ogni possibile sprazzo di entusiasmo svaniva nel nulla.

    [...]

    "Atasuke apprezzo il voi, ma diamoci del tu, siamo stati compagni di squadra parigrado fino a poco tempo fa ."


    A quelle parole Atasuke rimase un'attimo interdetto, poi comprese l'incomprensione e con un sorriso rispose al compagno.

    «Apprezzo la specificazione, tuttavia credo che ci sia stata un'incomprensione... Quando ho detto "voi" intendevo "Voi due", non "Voi Sasori"»


    Proseguì quindi consegnando il foglietto ed attese poi la risposta del compagno, notando che Genma li stava osservando incuriosito facendo scattare lo sguardo tra i due non comprendendo minimamente che stesse accadendo.

    "Prima di quest'ultimo messaggio pensavo che era uno scherzo di cattivo gusto, ma con l'arrivo di questo secondo messaggio, allora la mia presenza in questa missione non è casuale. In ogni caso, mi darai una mano in questo gran casino?"

    «Capisco... Sembra quasi che noi Uchiha abbiamo una sorta di abilità nell'attirare i drammi familiari...»


    Disse mentre il suo pensiero andava a suo padre ed alla sua defunta madre, oltre che a Shizuka ed alla sua particolare situazione familiare, senza dimenticare i suoi vicini di casa e tutti gli altri Uchiha con simili storie.

    «Detto questo, assolutamente si. Appena faremo rientro da questa scampagnata mi metterò a controllare nei registri dei guardiani per cercare qualche traccia e vedrò se riesco a trovare qualcosa che possa esserti utile. So quanto sia difficile avanzare da soli lungo percorsi di questo tipo e non lo auguro a nessuno»


    In segno d'intesa strizzò l'occhiolino al compare estraendo dal mantello la mano destra con il pollice alzato per poi riportarla sotto al nero mantello riacquistando la solita serietà professionale che aveva durante una qualsiasi missione dal rango minimo al massimo mai affrontato.

    [...]


    Per il resto della marcia calò il silenzio, in parte perchè non c'erano altri discorsi particolari da fare, ma soprattutto perchè i due ninja dovettero spingere al massimo i propri sensi, pronti a scattare per una qualsiasi minaccia nei loro confronti, o peggio, nei confronti del signor Saotome e della sua inettitudine.

    "Grazie Saotome, il suo contributo è prezioso, ma ha un nome questo "tizio in armatura" ?"

    °Non so perchè ma mi sento di scommettere che non ne ha idea...°

    "In effetti... Io... Non lo so..."

    °e ti pareva°

    «Saotome-kun... Non è che per qualche misterioso motivo ha con se il fascicolo che le hanno consegnato? In quel caso potremmo almeno recuperare direttamente le informazioni che lei non sa...»

    "Certo che no! Mica mi porto dietro i documenti segreti di una missione! Senza contare che voi due siete ninja, quindi gente abituata ad ingannare gli altri... Chi mi assicura che voi due una volta recuperato il plico non ve ne scappate con le informazioni di Konoha? Per quello che ne so potreste essere due spie di Oto! Per questo che siete così tranquilli a muovervi nei loro territori!"


    °O dei, ponete fine alle sue ed alle nostre sofferenze... Prendete il suo spirito, ve ne prego°


    Atasuke, al limite della sopportazione, preferì non rispondere a quelle ingiurie e si accontentò di coprirsi il volto con una mano. Davvero non sapeva più come fare ad andare avanti con un tale elemento nel team.
     
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  8. Sasori Uchiha
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    A quanto sembrava, sia Sasori che Atasuke non erano molto entusiasti della faccenda, ma si doveva fare e si sarebbe fatto tutto come si deve. Però nonostante la seccatura di dover gestire un civile, l'avventura poteva farsi divertente anche se in effetti non era proprio partita nel migliore dei modi. Quindi mentre il suo compagno di squadra rispondeva apaticamente, quasi fosse un mantra per evitare la frustrazione, Sasori soltanto a sentire la parola moduli, un brivido percorse la sua schiena. Era più forte di lui, odiava compilare quelle pile di carte, che a suo modo erano soltanto una perdita di tempo.



    Carte sempre carte, quanto le odio !



    [...]



    Alle sue parole Atasuke rimase interdetto. Sasori rimase semplicemente imbarazzato. Aveva fatto una bella gaffe non c'era altro da dire. Si mise una mano dietro la testa, in chiaro segno di vergogna. Ma tant'è il danno era fatto. Quindi disse semplicemente:



    Ah !



    Dalla reazione di Atasuke, il ragazzo capì che evidentemente anche lui aveva forse condiviso lo stesso destino. Ma non volendo chiedere altre informazioni su un passato probabilmente spiacevole, Sasori decise di sorvolare sull'argomento e rispose semplicemente con un:



    Grazie !



    Rispose al gesto di intesa con un cenno della testa. Saotome non avrebbe capito niente di quella breve scena tra i due probabilmente, quindi decise di dare spiegazioni, prima che la situazione potesse essere da lui mal interpretata:



    Dopo questa missione, ho altre gatte da pelare. Però prima dobbiamo risolvere questa qua. Quindi non si preoccupi, procediamo !



    Speriamo che se la beve, altrimenti pace ! Di certo non devo mica rendere conto a lui !



    [...]



    Alle paure di Saotome, Sasori scosse la testa. Non c'eravamo proprio, con un certo nervoso si rivolse in maniera diretta e senza troppi fronzoli. Genma doveva colloborare che gli piacesse o meno. Non potevano permettersi che qualcuno potesse remare contro. La missione era delicata e di certo non poteva permettersi di prendere sotto gamba, la faccenda. Anche se era un civile aveva la sua importanza, se era stato assegnato a loro. Quindi esordì in maniera dura, ma non ostile:




    Saotome ! Già la dobbiamo proteggere. Se ostacola ulteriormente il nostro lavoro, giuro che le farò passare un brutto quarto d'ora. Siamo di Konoha, dannazione ! Lo vede il coprifronte o no ? Le sue paure sono condivisibili, ma adesso basta ! C'è un limite a tutto dannazione ! Quindi adesso lei collabora, è chiaro ?



    Sasori fissava Saotome con una aria severa e abbastanza inquietante. Era visibilmente nervoso e di certo non avrebbe affatto gradito un'altra delle ennesime lamentele di quell'individuo. Aveva imparato che a volte serve il polso duro, nonostante con la gentilezza si poteva ottenere molto.

     
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    Terra Bruciata







    Il cammino fino ai confini tra Oto e Kumo sarebbe durato ancora tempo a sufficienza da permettere a Saotome di stordire il gruppo con la sua inadeguatezza.
    Solamente a metà del tragitto che separava il confine di Oto dal villaggio vennero raggiunti in corsa da un nuovo elemento, un uomo smunto, di spirito oltre che di fisico pareva.

    Salve.
    Mi manda Oto.


    Disse mentre facendo scattare le dita picchiettava due volte sul suo coprifronte pur senza esternare particolare orgoglio in quel gesto, com’anche non esternò alcun astio, solo la consueta noia data dalla routine.

    Purtroppo nessun ninja era disponibile per risolvere questa situazione, ma pare che il problema di Oto sia la carenza dei ninja inclini a parlamentare.
    Tranne me, Satoshi Shinoko


    Noia. L’uomo parlava con una atonia tale da ingrigire quasi ciò che gli stava attorno e il suo aspetto non aiutava, si poteva definire povero. Una casacca di cotone grezzo che gli copriva mezza coscia, dei pantaloni neri dello stesso materiale tenuti su da una corda parecchio spessa che stava sopra alla maglia, era l’unica cosa colorata, un viola stinto, come se il carattere dell’uomo avesse iniziato ad influenzare pure quella.
    Sulla testa un turbante non troppo ingombrante alle cui spire era stato legato il coprifronte del paese accademico. Il copricapo incorniciava un viso del tutto anonimo ma avanti con gli anni, lo si capiva dalle guance che iniziavano a calarsi sulla bocca e dalle labbra che iniziavano a perdere il turgore proprio della gioventù, ad avere abbastanza pazienza da infrangere il muro di monotonia che impediva di guardare il volto dell’uomo senza cadere in un torpore molto vicino al sonno si poteva notare che aveva una dentatura perfettamente allineata, probabilmente frutto dell’attenta chirurgia otese che pareva fosse arrivata persino alle protesi dentarie.

    Ho qui con me una lettera da consegnare ad funzionario di Kumo con la massima celerità.

    A quel punto Saotome parve non reggere più, già da qualche momento in realtà dava segni di irrequietezza ma a quelle parole scoppiò.

    Un otese?!? Qui?!? E cosa ci faresti mai?

    Io sono di Oto, come ho detto poc’anzi, non mi pare così fuori dalla norma che ci sia un otese nei territori di Oto in missione per il suo paese.

    Ma il vecchio parve non ascoltare minimamente quelle parole proseguendo con la sua scrosciante cascata di domande, un contrasto evidente quello tra i due elementi, uno distratto e portato per natura al disordine e alle distrazioni e l’altro permeato di un così forte ordine burocratico da vederne contaminato il suo essere.

    E poi arriva qui sventolando le sue letterine! Io ne ho già una e si da il caso che mi sia stata consegnata prima!

    A quel punto l’otese si voltò verso Saotome analizzandolo in una maniera a dir poco indiscreta, non che si fosse soffermato su dei particolari lungamente, tuttavia lo squadrò da testa a piedi in un modo che pareva fosse in grado di scavargli fin dentro la carne fino a raggiungere le ossa, uno sguardo che per qualche istante avrebbe frenato il Konohaniano.

    Immagino allora, che proprio per via del fatto che la sua lettera sia stata emessa anzitempo la mia, la suddetta sia da ritenersi sostitutiva alla sua rendendo quest’ultima del tutto annullata.

    Il dito di Saotome avrebbe preso a guizzare da una parte all’altra additando questo e quell’altro irrispettoso termine asserendo che non poteva esistere cosa più importante di ciò che l’amministrazione in persona aveva consegnato alle fidate mani di…

    …GENMA SAOTOME! Il più fidato cittadino della foglia!
    E non farà un passo indietro neanche di fronte ad un imbrattacarte…


    Che pareva, a suo dire, provenire da un posto molto amato dai ratti e solitamente schivato dagli umani per lo sgradevole odore.
    Mentre i due discutevano tra loro mantenendo i rispettivi toni il gruppo mal assestato arrivò al confine.
    Niente.
    Era indubbiamente la parola che meglio si adattava alla desolata landa scura che si stendeva a cavallo dei due paesi, probabilmente il risultato dell’impatto di ben più di una tecnica al suolo, oltre qualche piccolo cratere e degli arbusti che parevano essere stati spenti di recente tuttavia non c’era nulla di strano, o per meglio dire, nulla che potesse essere più strano di qualche albero abbattuto e carbonizzato sul posto, un tipico scenario di addestramento.
    Parecchi piedi avevano calcato quella zona, tuttavia non erano individuabili delle tracce, pareva che la terra fosse stata accuratamente riappianata alla fine dell’esercitazione, ed oltre le tracce più evidenti non era rimasto alcunchè.
    Era davvero necessario mandare dei ninja in quel luogo?

     
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  10. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Arrivo al Confine~


    Era ormai chiaro e palese: Saotome non poteva essere altro che una palla al piede. Sempre a salvo di un misterioso e potentissimo se non che impressionante miracolo. Tuttavia un miracolo del genere non poteva accadere, come minimo per effetto di equilibrio da qalche parte nel mondo sarebbe dovuta accadere una cosa talmente brutta da non volerci neppure pensare.
    Alle parole di Sasori infatti, Saotome anzichè comprendere l'errore iniziando a collaborare si arroccò maggiormente sulla sua posizione.

    "Hey, Hey! Io non vi devo nulla, neppure collaborazione! Io sono un messo ufficiale di Konoha e voi non siete altro che gente mandata con me come scorta, è chiaro! Voi non potete sapere nulla della raffinata arte della diplomazia!"

    «Ora non esageri, se non erro deve solo consegnare una lettera...»

    "Appunto! È chiaro che per voi sia una cosa banale! Non avete capito nulla!"


    A quelle parole Atasuke non si trattenne dall'alzare un sopracciglio squadrando in malomodo l'uomo.

    «E quindi lei pensa di condurre una trattativa vestito come il peggiore dei pezzenti uscito da una locanda dopo una sbronza? Abbia ritegno almeno per se stesso se non per noi e la missione»


    Il tono di Atasuke era fermo, ferreo e deciso, seppur cordiale ed affilato come una lama. Voleva chiudere la questione zittendo l'uomo e con quelle parole parve riuscirci, o almeno fino al loro arrivo nel luogo della missione.

    [...]


    Il gruppetto raggiunse silenziosamente i territori di Oto e vi si inoltrò dirigendosi alla zona di confine dove pare fosse avvenuto tutto quel casino. Atasuke preferì preventivamente tacere sulla loro posizione in modo da evitare inutili discussioni con Saotome e le sue assurde paure, procedendo, per quanto possibile, il più speditamente possibile.
    Giunti a circa metà del viaggio nel territorio di Oto un'altro uomo parve aggiungersi alla comitiva, un Otese.

    "Purtroppo nessun ninja era disponibile per risolvere questa situazione, ma pare che il problema di Oto sia la carenza dei ninja inclini a parlamentare.
    Tranne me, Satoshi Shinoko"


    «Mi pare una cosa parecchio strana dato che il problema dovrebbe riguardare maggiormente Oto anzichè Konoha...»


    Rispose cordialmente Atasuke abbozzando una sorta di inchino.

    «Io sono Atasuke Uchiha di Konoha»


    Lasciò poi spazio ai suoi compagni per le relative presentazioni, ascoltando con attenzione le loro parole. Peccato solo che Saotome, nel pieno della sua raffinatezza anzichè presentarsi si limitò a disogliere lo sguardo con uno sbuffo quasi offeso.
    Atasuke si trattenne a stento dal colpire Saotome con un colpo tanto violento da stenderlo una volta per tutte mentre questi faceva fare a loro ed al villaggio una figura a dir poco pessima.
    Tuttavia preferì non esporsi oltre limitandosi a scuotere il capo in continuo senso di dissenso per tutta la durata del viaggio fino al raggiungimento del vero luogo d'incontro: Il Confine tra Kumo ed Oto.
    Giunti sul posto, era palese che qualcosa era successo in quel posto e sicuramente poteva trattarsi di un'addestramento o di uno scontro su larga scala, tuttavia era altrettanto palese che l'ambiente era stato minuziosamente ripulito seppure ci fossero palesi tracce di passi, segno che sul posto dovevano essere passate parecchie persone, anche se non c'era propriamente una traccia che si potesse seguire.

    °Qui è successo qualcosa... Forse anche solo un semplice addestramento, tutttavia ho una strana sensazione... Come se tutto questo non sia altro che un'enorme trappola... Dove può essere finito il battaglione che dovevamo incontrare?°


    Si chiese Atasuke continuando a guardarsi intorno con circospezione.

    «Shinoko-san... Mi conferma anche lei che questo doveva essere il punto di incontro con i ninja di Kumo? Magari lei ha avuto qualche aggiornamento in seguito a degli spostamenti avvenuti...»


    Chiese cordialmente cercando di capire se anche ad Oto risultavano le stesse informazioni. A quel punto, ottenute informazioni aggiornate o meno, Atasuke avrebbe quindi rimesso il comando in mano a Sasori dato che in effetti era lui al comando.

    «Sasori, sei tu al comando, quindi sta a te decidere... Personalmente non mi piace questo posto ed ancora non si spiega il perchè i ninja di Kumo non avessero risposto alle precedenti missive, anzi... Io consiglierei di muovere oltre inoltrandoci nel territorio di Kumo per trovare le persone con cui dobbiamo parlare... In fondo abbiamo un permesso diplomatico...»


    A quel punto Atasuke avrebbe seguito le indicazioni di Sasori, dirigendosi eventualmente al luogo "aggiornato" di Shinoko (qualora vi fosse stato) o seguendo le sue indicazioni per cercare le tracce dell'esercito della Nuvola. [Abilità]
    In ogni caso Atasuke si sarebbe guardato attentamente attorno cercando tracce palesi di spostamento o di eventuali trappole nascoste. Non sapeva perchè ma continuava ad avere quella insana sensazione di trappola che non gli si scollava di dosso...
     
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  11. Sasori Uchiha
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    Il Confine....


    Per quanto gli poteva interessare il capitolo Saotome era chiuso. Nel senso che si sarebbe limitato a scotarlo, per consegnare quella dannata lettera, dopo di che una volta tornati a Konoha, poteva anche andare a farsi friggere. Ne aveva fin sopra i capelli. Però dall'esterno non avrebbe dato alcun segnale di spazientimento. Non voleva compremettere l'esito di quella delicata missione per evitare uno scontro tra due paesi. Quindi la faccenda era di una certa importanza, ancora non si capacitava di come fosse stato possibile che avessero scelto una persona così irritante per un ruolo così delicato.



    Questa volta in Amministrazione mi sentiranno, questo è poco ma sicuro



    Anche se sperava che fosse un diplomatico eccezionale, purtroppo da come si stava comportando non sembrava proprio, ma l'apparenza spesso inganna. Non è l'abito a fare il monaco. Quindi Sasori nonostante il suo limite di pazienza valicato in maniera prematura aveva deciso di sospendere il giudizio. Credeva infatti che una qualche abilità calzante per la missione ce l'avrebbe dovuta avere Saotome. Non voleva pensare che fosse stato scelto semplicemente per levarselo di torno. O almeno questa era la sua speranza. Anche Atasuke, mostrava una certa difficoltà a gestire quel dannato civile. Quindi Sasori, cercando in qualche modo di placare gli animi si affrettò ad aggiungere:



    Signori manteniamo la calma. Siamo una spedizione diplomatica. Cerchiamo di mantenere un atteggiamento professionale. Noi faremo la nostra parte, ma spero Saotome che anche lei faccia la sua ,la prego ! Altrimenti la reputazione di Konoha sarà intaccata e questo di certo non lo vogliamo entrambi. Quindi mettiamoci una pietra sopra per il bene del villaggio e cooperiamo per evitare questa fottuta guerra. Che ne dice ?



    Era l'unica soluzione possibile, enunciò quel discorso come se fosse una sorta di preghiera. Non gli andava di avere tensioni interne al gruppo. L'aria si era fatta tesa. Adesso era semplice gestire le cose, visto che ancora non c'era un pericolo imminente, ma doveva assolutamente avere il controllo della situazione soprattutto se la situazione fosse degenerata.



    [...]



    Oto finalmente grazie al cielo !



    Il gruppo si stava avvicinando alla zona di confine dove sembrava fosse successo il pandemonio. Il gruppo cercò di avanzare il più velocemente possibile, evitando inutili discussioni con Saotome riguardo le sue fisime e le sue scenate. In fondo erano loro la scorta e se quel demente avesse voluto tornare al villaggio tutto d'un pezzo era meglio se fuori dal territorio del villaggio avesse fatto le cose come si deve. A metà del percorso un altro shinobi, otese, si aggiunse alla congrega. Finalmente una persona normale o almeno sperava dopo il tiro mancino del destino di aver assegnato un personaggio come Saotome al gruppo. Quindi ben felice si presentò:



    Piacere Satoshi, sono Sasori Uchiha anch'io come il mio compagno di Konoha. L'altra persona che vedi si chiama Saotome, scusalo se non si presenta, ma essendo leggermente suscettibile si è risentito durante il viaggio. Ma spero che gli passi velocemente.



    Mi piace il neo acquisto, finalmente una persona normale



    Sasori rivolgendosi all'otese, in maniera abbastanza cauta, chiese:



    Quindi se ho ben capito, è esperto in diplomazia, oppure sbaglio ?



    Fece una pausa, poi aggiunge



    Per quanto riguarda le lettere daremo quella più recente. In caso di problemi daremo anche la precedente. Non voglio lasciare niente al caso.



    Sperava che potesse essere utile perchè se si dovevano affidare a Saotome non sapeva davvero come la situazione potesse degenerare. Ci mancava solo che per il suo pessimo carattere il suo compaesano facesse saltare l'accordo diplomatico o peggio potesse addirittura creare uno stato di tensione durante l'incontro. O peggio ancora potesse far scatenare una guerra contro il villaggio stesso. Voleva assolutamente sapere a che titolo si aggiungeva al gruppo per cercare di evitare possibili grane. A parte questo suo lato zelante, il gruppo arrivò finalmente sul post designato per l'incontro. Era chiaro che qualcosa era successo che sia stato un addestramento, una esercitazione, i segni erano ancora visibili, la zona era stata però ripulita, nonostante c'erano delle tracce di passaggio appartenenti ad un gruppo molto numeroso. Ma erano molto confuse non sembrava esserci una direzione chiara. Sembrava in effetti come se qualcuno avesse preparato uno specchietto per le allodole. Non gli piaceva niente, troppa calma, un gruppo del genere come fa a sparire nel nulla ? Era impossibile. Che sia una trappola ? Atasuke chiese informazioni alla persona che sembrava essere più disponibile di Saotome, ad ogni modo Sasori fece un tentativo con quella testa vuota che aveva in gruppo:



    Saotome è qui che doveva recapitare la sua preziosa lettera ?



    Voleva sapere se i due luoghi coincidessero. Inoltre Sasori fissava Saotome, con la speranza che gli fornisse una informazione utile questa volta. Ma sia che gliel'avrebbe data sia che non gliel'avesse data, una idea di cosa fare il ragazzo ce l'aveva e di certo non sarebbero rimasti lì a lungo. Anzi era meglio levare le tende da quel posto. Concordava da quanto detto da Atasuke, voleva andare via da là velocemente quel posto non gli piaceva per niente. Quindi chiamò a sè i suoi compagni in modo da parlare con un flebile tono di voce, poi disse a tutti Saotome incluso:



    Leviamoci da qui e alla svelta. Ma state con gli occhi ben aperti, non mi piace per niente questo posto. Se vedete qualcosa di insolito fate un cenno. Avanzeremo all'interno cercando a chi dobbiamo consegnare le lettere, ma stiamo in allerta.



    Se Saotome non avesse voluto rispettare gli ordini, in quel caso se lo sarebbe caricato e si sarebbero spostati all'unisono all'interno. Qualora avesse iniziato ad urlare oppure a sbraitare il suo dissenso allora avrebbe messo una mano davanti alla bocca del civile avvisandolo che quel comportamento non era professionale e che probabilmente avrebbe attirato l'attenzione di qualche ospite sgradevole. Se tutto fosse filato liscio, sarebbero avanzati stando attenti a qualsiasi movimento oppure dettaglio che avrebbero notato durante lo spostamento.

     
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    Desolazione inabitata







    Le presentazioni dei due ninja di Konoha ricevettero in cambio un lieve inchino e una piccola smorfia di cortesia quando si scusarono per il comportamento di Genma.

    Non c’è problema, immagino che sia solamente ligio al suo dovere.
    Il famoso fuoco della foglia, suppongo.
    Riguardo i ninja di Oto, come le ho detto, siamo più inclini a lavori di azione, gli elementi come me sono rari.


    Commentò così Satoshi, con la scarsa enfasi che lo caratterizzava.

    Ligio al suo dovere un corno, pomposo babbuino.

    Borbottò Genma in risposta.
    Arrivati alla desolazione la curiosità iniziava a serpeggiare nel gruppo, e le risposte non tardarono ad arrivare dall’insolito duo.

    Io sapevo che qui erano avvenute le esercitazioni, non che qui ci fosse il destinatario, è una lettera diplomatica dopotutto, non va consegnata a dei soldati, avete mai visto un funzionario con un kunai per le mani?
    Genma- san lei cosa ne sa?


    Il testardo vecchio dovette rispondere a malincuore e si notava quanto poco gli piacesse farlo.

    Per lei è Genma-dono.
    E comunque a me mi è stato ordinato di rilasciarla ad un elemento parecchio altolocato che non posso rivelarvi, immagino non si trovasse qui, probabilmente avrei dovuto chiedere informazioni al capo di questa cosa… esercitazione, ecco.


    Nulla di fatto, pareva che i due diplomatici sapessero ben poco della situazione in quella zona, e continuando ad addentrarsi avrebbero notato che in effetti non era stato fatto gran che il territorio era già pianeggiante e brullo di suo, era solamente stata falciata l’erba con un po’ troppa violenza. A tutti gli effetti pareva proprio che i ninja di Kumo non avessero poi fatto chissà che cosa.
    La cosa più strana era la totale assenza di vita, ma in un campo d'addestramento da poco evacuato era normale, no?
    Dove dirigersi quindi, ora che il tanto anelato campo di pericolose esercitazioni era soltanto sterpaglia bruciata?
    Qualsiasi decisione avessero preso durante il viaggio Satoshi si sarebbe avvicinato a Sasori, chiedendogli cortesemente di prendere lievemente le distanze dal gruppo per potergli parlare in privato.

    Sasori-san, mi domandavo, ma da quanto Genma è così riservato sul contenuto e sull’identità della persona a cui deve consegnare quella lettera?
    Come mai lei che è il caposquadra non è stato informato del contenuto della missiva?


    Nel mentre, qualche passo più avanti l’incomodo occhialuto accostò Atasuke e con tono confidenziale gli avrebbe rivolto la parola.

    Hei, ma secondo te ci si può fidare di quello?
    Chissà che sta dicendo al capo… chissà cosa nasconde sotto quel turbante.


    Avrebbe aggiunto l’ultima frase fissando Satoshi dietro di se, quasi volesse trapassare con lo sguardo gli strati di tela che componevano il suo copricapo.

     
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  13. Asgharel
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    ~Nothing to do here...~


    Attorno a loro il nulla più completo. Solo una landa desolata solcata dai segni di uno scontro su larga scala. Qualunque direzione prendevano tuttavia non vi erano segni particolarmente pesanti dei danni provocati. Certo, si erano dati da fare ma a parte le bruciature e qualche solco in più, non c'erano grosse differenze rispetto a quello che doveva essere il confine prima di quella esercitazione.
    Tutavia, ciò ancora non giustificava come mai fossero tanto salite le tensioni, ma allo stesso modo non giustificava come mai non vi fosse vita nelle vicinanze. Certo, dopo un'addestramento su larga scala è ovvio che la vita non scorra felice e che la fauna locale difficilmente si farebbe rivedere, ma c'erano troppe cose che non tornavano in tutta quella situazione. Troppi elementi che continuamente sfuggivano al senso di tutta quella storia.
    Alle risposte dei due messi, nulla cambiò. Nessuno sembrava sapere dove fosse finito il loro contatto. La persona a cui dovevano consegnare i messaggi.
    A stento Atasuke poteva credere ai suoi occhi ed alle sue orecchie. A stento quasi credeva che ci fosse effettivamente qualcosa da fare. Se solo fosse stato meno zelante a quast'ora probabilmente si sarebbe rimesso in marcia per tornarsene a casa, ma non era quella la sua missione. Non era quello il suo modo di operare.
    Sasori sembrò approvare la proposta di Atasuke, infatti, ordinò ufficialmente di muovere oltre, addentrandosi nei territori di Kumo per cercare i loro contatti, omettendo tuttavia un qualche obbiettivo da raggiungere.

    °Certo che potevi anche aggiungere qualcosa... Sicuro di aver già comandato un team in passato?°


    Pensava tra se il Genin squadrando il compagno con aria dubbiosa prima di rivolgergli nuovamente la parola.

    «Mi pare di capire che nessuno di noi sappia dove trovare il contatto che stiamo cercando... Personalmente credo che viaggiare a caso non ci porterebbe da nessuna parte e preferirei trovare chi stiamo cercando prima di arrivare al villaggio della nuvola... Quindi consigierei di seguire una strada e raggiungere il villaggio più vicino a questa zona. Li sicuramente qualcuno avrà notato un'esercito in marcia o almeno saprà darci qualche indicazione utile per raggiungere chi stiamo cercando...»


    Con quelle parole estrasse la mappa che era stata loro fornita ad inizo missione e su cui era segnato il presunto luogo dell'incontro cercando il villaggio segnato più vicino alla loro posizione. Una volta trovato, lo indicò puntando con l'indice sul punto.

    «Bene, se non ci sono errori questo dovrebbe essere il villaggio più vicino da raggiungere, quindi proporrei di dirigere li le nostre ricerche»


    Rimase quindi a disposizione, pronto ad eseguire gli eventuali ordini di marcia nella direzione che Sasori riteneva più adeguata.

    [...]


    Una volta in marcia il gruppo parve quasi dividersi. Da una parte l'Otese si appartò con Sasori, come se volesse chiedergli qualcosa di spiacevole o semplicemente volesse parlare di qualche misterioso segreto con lui. Dall'altra parte, alcuni passi più avanti Genma fece lo stesso con Atasuke mostrando ancora una volta la sua diffidenza nei confronti dell'Otese con il quale aveva certamente un diverbio aperto.

    "Hei, ma secondo te ci si può fidare di quello?
    Chissà che sta dicendo al capo… chissà cosa nasconde sotto quel turbante."


    «Ancora diffidate? Vi ricordo che da quando è stata fondata l'accademia che Konoha ed Oto sono alleate... Inoltre questa è una questione che riguarda il suo villaggio. Noi siamo qui quasi per supporto. Non dimentichi che se questa missione fallisce Oto è la prima a pagare, quindi non avrebbe nessun motivo per darci problemi... Mentre per ciò che porta sotto il turbante... Beh, nel mondo ninja ci sono spesso cose che è meglio non sapere...»


    Estrasse da sotto il mantello uno dei tre rotoli che portava con se.

    «Ad esempio lei non saprà mai che cosa è contenuto in questi miei rotoli e per il bene di tutti è meglio che nessuno al di fuori di me lo sappia... Tuttavia, le posso anticipare che in uno di questi sono contenuti tutti i miei tonici ed i miei attrezzi per il pronto soccorso... Questo per farle vedere che non tutto nasconde un'insidia, anzi... E come torno a ripeterle non si preoccupi. Se anche quel turbante celasse una qualche minaccia è più sensato credere che sia riservata ai nostri nemici»


    Concluse con un sorriso il suo breve discorso e, se non vi fossero state altre domande, si rimise in marcia riponendo nuovamente il rotolo al suo posto, lontano da occhi indiscreti...
     
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  14. Sasori Uchiha
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    Il confine sottile



    Finalmente qualcuno con cui parlare, che non fosse così fastidioso nei modi come quel signore che gli avevano affibbiato. Ma quando sarebbe tornato forse per la prima volta avrebbe provato piacere a compilare i moduli a riguardo della missione. Alle parole dell'otese rispose in maniera cortese ed affabile:



    Sì sicuramente. Immagino.



    Mentre parlava Genma non riuscì a stare al suo posto. Eravamo alle solite. Scosse la testa sconsolato. Quindi replicò in tono cortese e un pò rammaricato, era chiaramente una battaglia persa:



    Ma non riesce a stare calmo e tranquillo ? Dobbiamo evitare una guerra, per piacere...non so più come ripeterglielo



    [...]



    Una volta sul luogo dell'esercitazione, regnava solo la desolazione, per quanto gli desse fastidio le parole pronunciate dall'otese, Sasori rispose a quella domanda abbastanza tagliente:



    Su questo siamo d'accordo ed è evidente, ma...



    Non fece in tempo a terminare il discorso che chiese il parere a Genma. Sperava che per una volta quella testa vuota contribuisse alle indagini, sperava almeno che collaborasse. Altrimenti era davvero una persona inutile, vuota e tra l'altro facile bersaglio di offensive. All'ennesimo commento, Sasori stava per reagire, ma dovette ricredersi, finalmente quel testardo, come un mulo se non peggio, vuotò parzialmente il sacco. Era ora, ci era voluto più del necessario, ma era già qualcosa. Doveva recapitare il suo messaggio al responsabile di questo gruppo in esercitazione. Stando a quanto detto da Genma. Non si riuscì però a sapere molto altro. Peccato, pensò il ragazzo. Addentrandosi nel territorio, non sembrava che il terreno fosse stato pesantemente risistemato da quel gruppo di soldati. Sembrava che qualsiasi cosa fosse stata spazzata via, distrutta,andata perduta in maniera definitiva. Si guardò intorno quindi a quel punto si abbassò verso il suolo, per osservare da vicino l'erba, sperando di trovare qualche indizio utile. Dopo di che era arrivato il momento per chiedere informazioni al nuovo entrato, ossia Satoshi:



    Satoshi, mi scusi, ma per caso ci sono state delle iniziative militari prima di un incontro dalle parti ? Ci sono stati degli scontri precedenti ?



    Fece una pausa per ascoltare quanto aveva da dire l'otese poi proseguì:



    Soprattutto perchè risistemare questa zona oramai compromessa dalle esercitazioni ? Che si tratti di depistaggio ? Oppure hanno subito un agguato ed hanno ripulito le tracce ?



    Avrebbe parlato con un tono di voce in modo tale che anche Atasuke riuscisse a sentire il discorso. Era tutto troppo strano, tutto troppo tranquillo, non sembrava che c'era una possibilità di guerra tra i due paesi. Su quella linea di confine avrebbero dovuto vedere del movimento, invece era tutto tranquillo. Non gli piaceva per niente. Decise di formulare l'ennesima domanda che lo dannava:



    Se questo è il confine perchè c'è questa quiete snervante ? Non si muove una dannata foglia, è tutto così tranquillo, tutto così irreale. Non le sembra strano, eh Satoshi ?



    Sperava di ricevere un confronto, oppure quanto meno un parere dalla parte otese. In fondo era un diplomatico mandato lì appositamente, quindi dovrebbe essere informato riguardo le ultime novità sulla questione. Sperava di ricevere qualche informazione che placasse al sete di conoscenza del ragazzo. Anche perchè da quanto poteva vedere, l'erba non poteva parlare.
    Ad ogni modo, quando non ci fosse stato nient'altro da aggiungere, il gruppo sarebbe avanzato nell'entroterra. Però chiaramente non avendo un luogo ben preciso da andare ad esplorare, Atasuke non era affatto convinto delle modalità di ricerca. Effettivamente non c'era anima viva da quelle parti, quindi tanto valeva procedere ad un villaggio, anche se Sasori era titubante riguardo alla possibilità di trovare qualcuno. Infatti commentò cosi:



    Sì va bene, anche se c'è da considerare che sarà dura trovare qualcuno nei paragi, ma andiamo comunque a vedere se in quel villaggio c'è qualcuno a cui chiedere informazioni. Sperando di trovare un villaggio in quel punto...Direi quindi di muoverci



    Concluse il ragazzo. Durante il viaggio, si avvicinò Satoshi. A quanto sembrava voleva sapere qualcosa, che non voleva condividere con gli altri due del gruppo. Il motivo gli fu subito chiaro non appena sentì quello che aveva da dire, quindi rispose:



    Dall'inizio della missione, purtroppo. Ha un carattere testardo e non vuole che qualcuno sappia del contenuto e che l'avrebbe consegnata al destinatario e che il suo compito finisce lì.



    Enunciò quelle parole a memoria, senza anima. Quella storia gli stava inziando a dare sui nervi per non fosse per quel testone di Genma, tutto sarebbe più facile, anche parlare con lui per esempio. Poi Satoshi continuò sul perchè non fosse stato informato Sasori sul contenuto della lettera in quanto caposquadra. Rimase per qualche minuto a riflettere poi rispose semplicemente:



    Se non sono il destinatario perchè dovrei essere interessato a leggerne il contenuto ? In fondo scortiamo il Sig. Genma per svolgere il suo compito



    In effetti quella domanda, era abbastanza singolare. Anche se l'aveva fatto riflettere molto. Magari aprendola avrebbero potuto capire qualche informazione aggiuntiva piuttosto che girare in quella landa dimenticata da Dio. Ma voleva arrivare ad un posto che doveva essere abitato, se fosse stato disabitato non c'erano tante cose da fare. Tutta quella gente non poteva essere sparita come per incanto.



    Edited by Sasori Uchiha - 12/2/2015, 18:22
     
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    Mentre Sasori parlava, quando riflettendo a voce alta quando interpellandolo, Satoshi si muoveva qua e la, curiosando in questo o quell’altro cratere, cercando di aiutare anche lui a ritrovare qualcosa di insolito.

    Sasori sama, temo che a lei o Konoha abbia avuto qualche svista.
    Non c’è stato alcun incontro tra Oto e Kumo, quest’ultimo ha solo compiuto esercitazioni qui al confine, il motivo per cui ci stiamo muovendo è puramente diplomatico, nessuno ha attaccato nulla e di fatto temo non esistano leggi che impediscano di puntare armi contro la terra, certo a meno di agenti inquinanti.
    In sostanza, siamo qui per prevenzione, non per curare.
    È importante che lo comprendiate al fine di rendere proficua questa missione che sottolineo essere diplomatica.


    Si soffermò poi a riflettere sull’ultima domanda, e dopo una breve smorfia fece spallucce.

    Onestamente non saprei il perché di tutta questa calma, dopotutto è lei la mia scorta lei dovrebbe rispondere, trovo più strana questa domanda che la situazione stessa in realtà.
    Ma se proprio dovessi dare un parere direi che qualche giorno di esplosioni, la terra bruciata e l’assenza di interessi sia per animali che per uomini tendano a rendere la zona così tranquilla.


    In effetti non si poteva dire che Satoshi avesse tutti i torti, ragionando lucidamente, ad esercitazioni finite perché una qualsiasi creatura vivente si sarebbe dovuta recare li?
    Alle parole riguardo Genma invece l’otese annuì gravemente, come appesantito da un dubbio.

    Capisco, un carattere difficile con cui convivere anche se per poco tempo.
    Riguardo la lettera ad Oto è pratica comune che quantomeno il capo missione abbia sotto controllo ogni aspetto della stessa, anzi, generalmente il compito più importante è affidato ad esso. Non mi stupirei se con un carattere simile Genma fosse un sovversivo.


    Alla risposta di Atasuke, Genma reagì con una faccia divisa tra compassione e stupore, ritrovando un equilibrio solamente poco prima della risposta.

    Beh, se un ninja dice di un altro ninja che questo è sicuro allora non dovrei farmi problemi.
    Dopotutto non penso che un ninja di Oto sia in grado di fregare un ninja di Konoha.


    Chiuse la discussione dopo qualche mugugno, forse realmente convinto o forse acquietato dal fatto che gli sarebbe bastato temporeggiare per trovare le prove a suo favore.
    Perlustrando la zona, seppur messi in difficoltà dalla vastità, avrebbero notato che dalla bolla di impronte sconnesse che era il campo di addestramento ai suoi confini, sarebbe stato necessario del tempo prima di scorgere nel dedalo in informazioni stampate sulla terra due vie.
    Quella che portava a nord pareva essere composta esclusivamente da impronte di piedi e pochi carri, tuttavia molto evidenti a causa probabilmente del peso che gli faceva tracciare impronte ben precise, muoveva verso nord-est, verso i territori della Nuvola.
    La seconda invece pareva essere trafficata molto meno, anche se i carri passati per quella via erano maggiori seppur vuoti, o almeno così si poteva dedurre paragonando le orme lasciate dagli altri, al contrario della prima andava in direzione sud-est verso i territori della Foglia.

     
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