Perchè non solo gli Yamanaka amano i Fiori

Free tra Asgharel e Sasori

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  1. Asgharel
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    Perchè non solo gli Yamanaka amano i Fiori


    ~Una Convocazione Improvvisa~


    Erano le 10 del mattino, minuti più, minuto meno e soffiava un gelido vento proveniente dal nord. Il cielo, solitamente azzurro, quella mattina aveva deciso di destarsi nel più plumbeo dei grigi, completamente ricoperto da spesse nubi che minacciavano pioggia, se non neve, da un momento all'altro.
    In quel tempo da lupi una figura sostava dinnanzi alla porta della casa di Sasori, richiedendo urgentemente della sua presenza. Non avrebbe accettato di parlare con nessuno, se non direttamente con il suo bersaglio.
    Era evidente che doveva consegnare un messaggio particolarmente importante, ma era ancora più evidente che non poteva permettersi errori nella consegna.
    Quando poi si fosse presentato l'interessato, dopo un rapido inchino il messo avrebbe consegnato semplicemente il messaggio nelle mani dell'Uchiha, per poi svanire nel nulla senza lasciare traccia oltre alla piccola nuvola bianca sollevata nella sparizione.

    CITAZIONE
    Vieni alla guardiola 75 lungo le mura est da solo.
    Il fioraio ha lasciato una Rosa lungo il cammino.
    La Gardenia ha iniziato ad esprimersi.

    Il messaggio non era firmato, tuttavia, per quanto la lettera fosse chiaramente scritta a mano, Sasori non poteva riconoscere la scrittura del mittente e non poteva far altro che decidere se fidarsi del messaggio e provare ad indagare nel luogo indicato o se ignorare bellamente il messaggio e lasciare correre.
    Che cosa avrebbe fatto il neo Chunin del villaggio della Foglia? Avrebbe colto l'invito? O avrebbe cercato un'altra strada?



    OT - Diamo il via a questo casino! :riot: Qualunque cosa scegli ci sarà un proseguio, quindi agisci come meglio credi! - /OT
     
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  2. Sasori Uchiha
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    Il Gelo


    Stranamente quella mattina a Konoha, il tempo era davvero pessimo. Gli ricordò per un istante quello di Kiri, freddo e nuvole in abbondanza. Sasori quella mattina si era alzato tardi, aveva fatto colazione e risistemato la sua stanza, che come al solito era in preda ad un disordine estremo. C'erano dei vestiti sparsi in terra, dei rotoli aperti sulla scrivania, che si srotolavano fino a terra e proseguivano fino a toccare il muro adiacente. Impiegò circa una decina di minuti per risistemare tutto, poi si riposò comodamente sul divano del soggiorno, con il gattone, che lesto si accomodò davanti a lui per terra, acciambellandosi con una certa pigrizia.



    Finalmente un po' di relax



    Poi improvvisamente, vide le orecchie del gattone muoversi, avevano percepito qualcosa. Quest'ultimo scattò in piedi e si posizionò seduto davanti alla porta d'ingresso di casa, girandosi verso il ragazzo miagolando.



    Arrivo



    Sasori infastidito si alzò dal comodo divano e andò rapidamente ad aprire alla porta. Non si aspettava di ricevere visite quella mattina. Ma ultimamente c'era una certa attività davanti casa sua. Aprendo la porta vide un individuo fermo, non disse nulla, porse solo un messaggio, che Sasori prese e a quel punto il messo sparì nel nulla.



    Non mi piace per niente. Questa cosa inizia a darmi sui nervi !



    Richiuse subito la porta e si sedette di nuovo sul divano per leggere il messaggio. Il gattone lo seguì fedelmente ma questa volta non si acciambellò a terra come in precedenza, ma rimase seduto sulle zampe posteriori. Il messaggio chiedeva di recarsi alla guardiola 75 lungo le mura est da solo. Quel "da solo", era particolarmente significativo.



    Che diavolo sarà successo ?



    Poi continuò a leggere il messaggio, la seconda parte era criptica, ma era in linea con i messaggi che ultimamente aveva ricevuto. Questa volta però al contrario dell'ultima non era firmato. Questo aspetto non è che incedesse più di tanto sulla sua decisione se andare o meno. Forse l'autore di quei singolari messaggi, voleva uscire allo scoperto, oppure aveva pestato i piedi a qualcuno durante le ricerche per scoprire la mano che gli aveva sottratto sua madre. Rimase con lo sguardo fisso nel vuoto, a riflettere a ciò che Hokusai gli aveva detto l'ultima volta. Tra l'altro suo padre era fuori per una missione, quindi non avrebbe fatto ritorno a breve. Anzi, in realtà non sapeva minimamente quando sarebbe tornato a casa. Era una occasione d'oro per saperne di più, c'era un solo modo per scoprire cosa diavolo c'era in ballo. Andare alla guardiola 75 lungo le mura est.
    Il gatto lo guardava incuriosito. Poi Sasori, rivolgendosi a lui disse:



    Starò fuori per un po'.



    Era pronto per uscire, indossava la sua solita casacca nera, dei guantini soltanto estetici con le placchette sul dorso della mano recanti il simbolo di Konoha, il coprifronte ben in vista sul braccio destro, sovrastato dallo stemma del clan, con i pantaloni blu del suo completo da chunin ufficiale ed i calzari neri ai piedi. Quello era il vestiaro, quando era in missione per conto proprio. Quindi uscì di casa, chiuse la porta a chiave ed andò via. Si mise il foglietto che aveva ricevuto in tasca, assieme agli altri ed al disegno che aveva fatto del simbolo inciso sul pavimento della cucina.



    [...]



    Camminava di buon passo, era un po' nervoso. Non sapeva a cosa stava andando in contro, ma era all'erta. Fremeva dalla curiosità di conoscere l'autore di quei foglietti. Voleva saperne di più. Quindi accelerò il passo ulteriormente verso quella dannata guardiola

     
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  3. Asgharel
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    ~Nel Segno della Gardenia~


    All'ombra della torre un'oscura figura attendeva Sasori, una figura ammantata di nero ed avvolta in un nero mantello comprensivo del nero cappuccio che ne celava il volto.
    Una volta avvicinato non avrebbe avuto porblemi nello scorgere, tra le pieghe create dal vento uno stemma che ben conosceva. Lo stemma del clan Uchiha, cosa che ne identificava il portatore come un probabile appartenente al suo clan.
    Una volta avvicinatosi a sufficenza, il misterioso uomo si sarebbe voltato, mostrando infine il suo volto.

    «Bene arrivato Sasori. Sono lieto che tu abbia accettato il mio invito...»


    Atasuke rimosse il cappuccio, mostrando chiaramente il volto e lasciando che il vento ne scompigliasse i capelli corvini.

    «Prima che tu giunga a conclusioni errate: No, non sono io il mittente, o almeno non del tutto.
    Io ho solo inserito il messaggio di invito a questo luogo, tutto il resto lo abbiamo preso da due messaggi lasciati in una casa al porto, mentre l'uomo che ti ha recapitato il messaggio è un mio collega guardiano che ha accettato di farmi il favore.»


    Con la sua solita destrezza estrasse poi una carta dalla manica porgendola a Sasori, il quale, in un primo momento avrebbe visto la carta completamente bianca, ma dopo pochi istanti in una nuvoletta comparve tutto il contenuto della carta.

    «Come puoi vedere, qui c'è una lista di parecchi omicidi avvenuti tra Konoha ed Otafuku. Tutti sono collegati dalla presenza di fiori lasciati sulla scena del crimine o da marchi incisi raffiguranti fiori... Certamente non tutti ti saranno di aiuto, tuttavia alcuni di questi potrebbero essere collegati all'omicidio di tua madre e forse alcuni possono celare un codice o un qualcosa che possa esserti di aiuto...»


    Lasciò quindi la carta con la lista delle informazioni nelle mani del Chunin. Se si fosse messo a scartabellarla non avrebbe trovato informazioni direttamente utili, se non una lista di luoghi marchiati con a fianco la data del presunto omicidio e del fiore lasciato nei casi in cui il fiore non fosse rimasto inciso.

    «Se la cosa può esserti d'aiuto, voglio accompagnarti in ciascuno di questi luoghi, dato che sono parte del mio percorso di ronda di oggi. Non potrò aiutarti nell'indagine poichè sono in servizio di guardia e non posso allontanarmi dal mio incarico, tuttavia posso portarti la se vuoi seguirmi»


    In quella giornata avrebbero visitato almeno 5 luoghi. Ciascuno era sito in Otafuku e periferia, nel particolare due erano a ridosso dell'area portuale, uno nel quartiere dei piaceri, uno in un vicolo malfamato e l'ultimo si trovava ai confini di Otafuku.

    Se Sasori avesse deciso di seguire Atasuke nel suo giro di ronda, si sarebbero diretti immediatamente ad Otafuku, verso il primo dei 5 edifici, nella fattispecie a quello nella periferia di Otafuku.

    [...]


    Giunti davanti alla casa, Atasuke avrebbe ripreso la parola prima di lasciare il suo compagno alle indagini.

    «Bene, questa è la prima delle case. In questo caso la vittima è rimasta sfregiata sul volto e con il suo sangue è stata disegnata una gardenia sul pavimento. Secondo i rapporti non sono stati rilevati altri simboli particolari utili all'indagine, ma sono convinto che tu potresti trovare ancora qualcosa di utile per la tua causa. Io ora proseguo con il mio giro, ripasserò a prenderti tra un'ora esatta, quindi datti da fare perchè non hai molto tempo da passare la dentro»


    E con un cenno di saluto abbandonò il suo compare, che ora poteva addentrarsi liberamente all'interno dell'edificio posto sotto sequestro.
    La casa era una classia casa giapponese, sviluppata su di un'unico piano con una cantina in pietra. L'intera struttura era in legno e con le porte in carta di riso. Una volta entrato, oltre al disordine, segno chiaro di una lite o di un combattimento, poteva tranquillamente vedere sul parquet dell'ingresso l'enorme chiazza di sangue con l'annesso disegno raffigurante la gardenia.
    Ora stava al ragazzo cercare qualcos'altro. Qualcosa che potesse in qualche modo legare tutto ciò che era accaduto finora con quella spinosa questione di fiori.



    OT - A te per la ricerca. Gli indizi (se presenti e se trovati) te li darò io in base a come esegui le ricerche nel prossimo post XD - /OT
     
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  4. Sasori Uchiha
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    L'incontro


    Una volta arrivato a destinazione, Sasori intravide una oscura figura ad attenderlo lì sulle mura. Era impaziente di conoscere chi si celava dietro a tutto quella storia. Nervoso, si avvicinò deciso a quello che lo stava attendendo. Intravide tra le pieghe degli indumenti di quella persona, lo stemma del clan. Non si stupì, in fondo non poteva essere che qualcuno del suo clan. Ripensò per un istante alle parole dette da suo padre.



    Che sia Rin !? Speriamo di no o questa volta non sarà affatto piacevole



    La voce aveva un qualcosa di familiare, ma ancora non aveva identificato esattamente chi fosse. Nel frattempo annuì senza pronunciare alcuna parola di fronte all'interlocutore. Poi il cappuccio del mantello venne rimosso svelando Atasuke. Prima che potesse sommergerlo di domande, Atasuke rispose alle probabili domande che il ragazzo aveva in mente in quel momento



    Capisco...



    Sasori prese la carta che il suo compagno gli aveva passato, ma era completamente bianca. Poi dopo qualche istante fecero comparsa varie informazioni, mentre le leggeva, ascoltò quanto detto dal suo interlocutore. Di tutto il discorso, Otafuku risuonò nella mente del ragazzo. Era da tempo che non si addentrava in quelle dannate strade. Losche e dissestate ma avevano un certo fascino, soprattutto per chi era in cerca di divertimento. Sasori memorizzò tutte le informazioni che Atasuke gli stava fornendo. Nel frattempo lesse la carta con attenzione, alcuni luoghi erano marcati con a fianco la data del presunto omicidio e del fiore rinvenuto



    Quelli segnati probabilmente sono un buon punto di partenza, quindi degli ottimi candidati



    Alla possibilità di poter andare direttamente sui luoghi segnati era davvero una gran cosa. In questo modo si sarebbe evitato la noiosa procedura di tutte le scartoffie del caso. Inoltre la compagnia in questi casi è sempre ben accetta.



    Ottimo ! Ti ringrazio ! Almeno ci facciamo il viaggio in compagnia !



    [...]



    Durante il viaggio, Sasori si rivolse ad Atasuke:



    Ancora non so come ringraziarti, per questa traccia ! È da tanto che ci sto lavorando a questa cosa...Spero di trovarlo e rispedirlo al Creatore.



    [...]



    Finalmente rimetteva piede ad Otafuku, non proprio Otafuku, ma era la periferia. Non appena giunti sul posto, Atasuke riferì quanto era stato ritrovato dalla squadra che era intervenuta sul posto. Da fuori, la casa era una classica casa giapponese, sviluppata su di un'unico piano con una cantina in pietra. L'intera struttura era in legno e con le porte in carta di riso. Sembrava tutto sommato una bella casa. Quindi fece cenno ad Atasuke, che era arrivato il momento di separarsi in modo da poter agire indisturbato. Ma doveva sbrigarsi.
    Appena entrato vide chiaramente che si erano dati fare, sembravano i segni di una lotta, poi una volta arrivato all'ingresso sul parquet c'era la gardenia raffigurata incisa sul pavimento. Ma era necessario vedere se c'era dell'altro. Quindi entrò in ogni singola stanza, di quella casa a piano terra, aprendo ogni singolo cassetto, controllando ogni singolo interstizio della casa. In fondo non era molto grande. Poi qualora non avesse trovato niente di interessante ai fini della sua ricerca si sarebbe precipitato in cantina, alla ricerca di qualcosa di più concreto della semplice gardenia. Quindi dopo aver svolto le ricerche che si era prefissato, allo scadere dell'ora di tempo, si sarebbe fatto trovare fuori della casa, aspettando Atasuke per andare insieme alla tappa successiva di quel macabro tour.

     
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  5. Asgharel
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    ~Si passa alla 2° Casa~


    Poco prima che i due giungessero alla prima casa del loro tour Sasori parve non essere in grado di trattenere il suo spontaneo ringraziamento. Ringraziamento che Atasuke non potè che accettare, anche se era ben coscente del fatto che non lo meritava più di tanto.

    "Ancora non so come ringraziarti, per questa traccia ! È da tanto che ci sto lavorando a questa cosa...Spero di trovarlo e rispedirlo al Creatore."

    «Capisco... Tuttavia non avere troppa fretta nel ringraziarmi, potrebbe essere tutto inutile... Ma soprattutto non essere troppo impaziente di spedire qualcuno al creatore, specie quando è uno tanto furbo da ammazzare qualcuno senza farsi beccare per tanto tempo... Per la fretta di eliminarlo rischieresti di finire tu nella sua trappola...»


    Non aveva un tono duro, ne pareva essere aggressivo, anzi, si poteva quasi dire che avesse un tono quasi distaccato, come se quella specie di consiglio fosse quasi più un mantra che un vero e proprio discorso.

    [...]


    Nella sua vaga e generica ricerca Sasori pare non trovare nulla di specificatamete utile alle sue ricerche. Alla fine, avendo poco tempo a disposizione e molto da setacciare senza nessun obbiettivo specifico i suoi occhi si erano dovuti concentrare sul complessivo di ciò che lo circondava, cosa che alla fine lo aveva anche portato a perdersi forse qualche dettaglio lungo la via.
    Certo poteva osservare che la furia dello scontro era simile a quella dello scontro in cui era incappata sua madre, ma in effetti non era una grande informazione dato che poteva considerarsi il segno distintivo di una qalunque rissa, specie se implicava la presenza di una qualche banda di sbandati o teppisti. Diverso sarebbe stato in caso di un'omicidio "pulito", ovvero silenzioso e senza tracce evidenti sparse in ogni dove.

    Alla fine dell'ora di tempo Atasuke stava tornando, tuttavia alla sua uscita dall'edificio Sasori non avrebbe trovato il suo compagno, ma un'altra figura incappucciata i cui lineamenti del volto, o almeno quel poco che il cappuccio lasciava intravedere, definivano decisamente le linee di un volto femminile, informazione poi confermata dalle curve non troppo marcate del corpo sinuoso.
    Sia che avesse cercato di parlarle, sia che l'avesse ignorata, la ragazza gli avrebbe lanciato contro una carta, la quale si sarebbe poi conficcata nel terreno ai suoi piedi. Sasori avrebbe a malapena avuto il tempo di vedere dove la carta era diretta e poi più nulla. Al posto della ragazza una nube di fumo, portata via dalla lieve brezza che aveva iniziato a soffiare.
    Quando poi avesse voluto verifiare il contenuto della carta, sul retro della stessa avrebbe riconosciuto senza ombra di dubbio il disegno di una Orchidea, segno evidente del suo misterioso contatto.

    CITAZIONE
    La Camelia Bianca dovrebbe porre maggiore attenzione alle singole Begonie, altrimenti rischia di perdere traccia della Rosa scarlatta lasciata sul cammino dalla Gardenia dal nero manto e dal pistillo cremisi

    Solo pochi istanti dopo Atasuke sarebbe comparso dopo aver svoltato l'angolo, vedendo che sasori aveva quel biglietto ancora tra le mani.

    «Allora? Trovato qualcosa di utile la dentro?»


    Ascoltò con attenzione ciò che Sasori ebbe da dire, sempre che ne avesse, per poi fargli cenno di seguirlo.

    «Ora ci dirigeremo nella seconda abitazione. Si tratta più che altro di un piccolo appartamento nel quartiere dei piaceri di Otafuku... In questa zona di giorno è tutto tranquillo, quasi desertico, mentre di notte esce il peggio del peggio... Ti consiglio anche qui di fare parecchio in fretta, ma soprattutto cerca di non svegliare qualche vicino...»


    Lo portò quindi all'interno del viottolo in cui il 90% degli edifici altro non erano che case d'incontri, mentre il restante erano bar e sale da gioco. Non ci voleva un genio per capire quale fosse l'uso prestabilito di quell'alloggio, tuttavia non era quello il motivo della loro visita.

    «Bene, questo è il posto. L'appartamento è al secondo piano e la porta è aperta. Stai solo attento a non rimuovere la bandellatura quando entri o esci, chiaro? Anche qui hai un'oretta di tempo mentre faccio il giro della zona. Buona fortuna»


    Disse, una volta giunti davanti alla porta dell'edificio per poi scomparire nuovamente dietro ad un'angolo.

    [...]


    Una volta all'interno Sasori avrebbe visto che il piccolo appartamento era composto da un semplice ingresso scarsamente decorato, se non dalle numerose tracce di sangue sparse ovunque e dalla biancheria maschile e femminile sparsa ovunque, probabile sintomo dell'uso di quell'appartamento.
    Inoltrandosi avrebbe poi trovato un piccolo cucinino estremamente disordinato e sporco, segno di una scarsa igiene da parte del defunto proprietario, ed infine avrebbe trovato la piccola camera da letto, a malapena in grado di contenere l'enorme letto matrimoniale decorato anch'esso da schizzi di sangue e dai drappi di dubbia natura, mentre l'unico mobile presente appariva essere una semplice cassettiera a 5 cassetti, dei quali i primi due erano stati tirati fuori dalla struttura e giacevano ai piedi del letto.
    In tutto quel trambusto un disegno sul muro lungo la testiera del letto svettava su tutto, un simbolo dipinto con vernice nera e che molti a Konoha conoscevano: lo stemma dell'Edera.
    Che cosa avrebbe cercato in quel luogo? Si sarebbe messo a rovistare per cercare qualcosa in particolare che sperava o credeva di trovare? Oppure come nel precedente caaso si sarebbe messo a cercare a caso nella speranza che la fortuna gli indicasse qualcosa di possibile interesse?

     
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  6. Sasori Uchiha
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    Il Tour Inizia!


    Atasuke non sembrò molto entusiasta dei ringraziamenti elargiti dal ragazzo. Poco male, in fondo solo lui poteva capire quanto non vedesse l'ora di scoprire chi si celava dietro quel delitto. Erano anni che immaginava ogni possibile macchinazione, ogni possibile complotto senza di fatto arrivare ad alcuna soluzione degna di nota.



    Che entusiasmo



    Perciò non se la prese con il suo compagno, Sasori annuì in modo abbastanza serio, avendo di fatto compreso quello a cui faceva riferimento il suo compagno. Era serio ma in realtà era davvero annoiato. A volte la routine non aiuta.



    Una vacanza farebbe bene a tutti ogni tanto



    [...]



    Sasori aveva cercato in ogni anfratto possibile della casa, aprendo ogni cassetto di ogni stanza, cercando di perlustrare ogni angolo di quella maledetta casa. Ma non trovò niente degno di nota. Cercare in un ambiente così vasto, soprattutto senza avere un indizio o quanto meno sapere cosa si stava effettivamente cercando rendeva le cose dannatamente difficili. Anche l'ambiente umido della cantina, non riservò niente di particolarmente esaltante. Quindi sconsolato Sasori tornò dentro la casa, esaminando nuovamente la scena del delitto. Era la stessa meccanica che vedeva ogni giorno sul pavimento della sua casa con il simbolo inciso sul pavimento ma niente a parte i chiari segni di una rissa e di disordine in generale che regnavano in quella scena del crimine. Era passata l'ora a disposizione che era stata concessa dal suo compagno, quindi decise di uscire dalla casa e tornare sulla strada. Quando il ragazzo uscì, però non trovò Atasuke ma una persona incappucciata. Guardandola attraverso quel poco spazio svelato da ciò che il suo cappuccio non riusciva a celare sembravano essere lineamenti femminili. Guardandola meglio mentre si avvicinava, Sasori notò che potesse essere una ragazza oppure una donna. Mentre si avvcinava, provò a parlarle:



    Chi sei ??



    Non ricevette alcuna risposta alla sua domanda. Ma come risposta la donna lanciò qualcosa ai piedi del ragazzo. Sasori seguì l'oggetto che aveva lanciato, disinteressandosi di quella donna. Guardò ai suoi piedi e c'era una carta. A quel punto guardò nuovamente in direzione di quella figura ma non c'era si era come volatilizzata.



    Uh ?!



    Raccolse quindi la carta, assicurandosi che non ci fosse nessun'altro avrebbe letto il contenuto. Sulla carta c'era il simbolo di un'orchidea. Non c'era alcun dubbio. Era qualcuno che voleva aiutarlo oppure era qualcuno che stava preparando una trappola. Ma sopratutto quello che ancora non era chiaro al ragazzo era se poteva fidarsi di quella maledetta fonte. Ma era troppo presto e non aveva ancora alcun indizio. Ma visto che quella persona si era spinta a tal punto, voleva sapere dove voleva arrivare. Quindi non avendo altri indizi, decise che per il momento valeva a pena fidarsi. Quindi lesse con attenzione il foglio.



    Interessante



    Mentre stava ancora leggendo quella carta, arrivò Atasuke. Giusto in tempo. Avrebbe colto la palla al balzo. In fondo al massimo il suo compagno avrebbe negato la sua richiesta, quindi cosa aveva da perdere ? Decise quindi di tentare al momento oppurtuno. Arrivando Atasuke chiese se avesse trovato qualcosa di utile dentro quella casa.



    Forse. Ma mi servono una decina di minuti in più. Me li concedi? Volevo riesaminare meglio dove c'era il simbolo inciso sul pavimento, volevo osservare meglio la scena del crimine.



    Nel foglio che aveva tra le mani poteva esserci un indizio. Non voleva buttare altro tempo prezioso. Quindi rimase in attesa di una risposta del suo compagno e con un po' di nervosismo iniziò a piegare la carta, segno evidente che voleva tornare là dentro per togliersi qualsiasi altro dubbio prima di procedere oltre. Sperava che il suo compagno gli concedesse la possibilità di avere un extra-time.



    [...]



    Dopo aver fatto tutto ciò che era stato in grado di fare era tempo di andare alla prossima casa. Questa volta si trattava di un piccolo appartamento. Meno male. Era sicuramente più semplice della casa di campagna con sotterraneo o almeno sperava. Tipico di Otafuku, anche il vicino di casa potrebbe farti la pelle. Sorrise divertito, ma in maniera ironica. Probabilmente Atasuke non avrebbe capito il motivo, ma quella cittadina gli piaceva particolarmente. La casa si trovava in una zona davvero movimentata, case d'incontri, bar e sale di gioco d'azzardo.



    Che zona affascinante



    Aveva la solita ora a disposizione. Secondo piano. Sembrava tutto facile. Si ricordò di fare piano quindi con una certa calma salì al secondo piano ed entrò nell'appartamento. Per sua fortuna era davvero piccolo. Non appena entrò vide l'ingresso che era davvero spoglio. Esaminò ogni singolo centimetro quadrato di quell'angusto spazio, ma c'erano soltanto delle tracce di sangue e della biancheria intima sia maschile che femminile sparsa ovunque. Direi che era scontato che fosse una casa di incontri. Si chiedeva cosa poteva essere andato storto per poter degenerare la situazione. Si immaginò delle possibili cause del delitto e rise da solo evitando di fare rumore chiaramente. Poi tornò serio. Aveva a disposizione solo un'ora e doveva concentrarsi. Quindi si addentrò maggiormente e vide una piccola cucina disordinato e sporco. L'inquilina probabilmente non aveva molta voglia di rimettere a posto. Come biasimarla sicuramente aveva qualcosa di più piacevole che lavare e mettere a posto quel casino. Non sembrava esserci nessuna cosa diciamo di interesse. Quindi decise di avanzare ulteriormente nella casa,infine c'era la piccola camera da letto. L'arredamento era davvero pessimo. Il letto aveva visto giorni migliori, il sangue infatti era una costante anche lì. C'era un mobile che al momento attirò l'attenzione del ragazzo era una cassettiera con due cassetti smontati dall'intelaiatura. I primi due. Cosa diavolo stavano cercando ? Iniziò controllando da cima a fondo quel maledetto mobile. Cercò di aprire i rimanenti cassetti ad ogni costo, Guardo con attenzione dentro l'intelaiatura. Quel messaggio che gli era stato fornito in precedenza era un chiaro segno che non doveva tralasciare dettagli. Quindi esaminò tutto ciò che quei cassetti potevano contenere o meglio, se ci fossero stati oggetti che qualcuno non aveva fatto in tempo magari a prelevare, dopo di che si sarebbe dedicato ad osservare quel simbolo sulla parete. Provò a vedere dietro al letto, guardò sotto il letto e sotto i due primi cassetti nella speranza che qualcuno avesse dimenticato qualcosa che potesse essere utile per capire chi poteva esserci dietro. Allo scadere dell'ora, sarebbe tornato all'ingresso del portone sulla via che conduceva alle scale dell'appartamento in attesa del suo compagno.

     
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  7. Asgharel
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    ~Una strana figura~


    La richiesta di Sasori era strana. Possibile che in un'ora non avesse trovato nulla? Ma soprattutto, possibile che ritenesse di trovare ciò che cercava in soli dieci minuti dopo aver fallito in un'ora? Qualunque fosse la risposta alle domande, Atasuke comunque acconsentì. In fondo non erano dieci minuti a cambiargli la giornata. Al massimo si sarebbe guadagnato qualche ora aggiuntiva di straordinario.
    All'interno della casa, tuttavia non trovò nulla di particolarmente evidente, ad eccezione di una piccola foglia secca che a stento si poteva notare dato che era stata a sua volta inondata dal sangue. Una volta staccata dal pavimento a cui era rimasta incollata nel tempo, ne avrebbe potuto notare la forma. A prima vista sembrava una foglia qualsiasi staccata da un qualche albero, anche se il sangue rappreso ne rendeva impossibile capire il colore. Tuttavia, guardandola meglio dalla forma sembrava quasi essere estremamente simile al fiore, o meglio ad una parte del fiore che marchiava la sua casa. Che fosse un collegamento? Solo Sasori avrebbe potuto scoprirlo.
    Ad ogni modo, se non lo avesse riconosciuto, se lo avesse portato ad Atasuke questi gli avrebbe risposto con gentilezza.

    «Beh, non sono un botanico e non ho il pollice verde, o almeno non abbastanza da potermi definire un'esperto, tuttavia credo si tratti la foglia di un Crisantemo, tuttavia sarebbe meglio avere una conferma dalla fioreria Yamanaka al nostro ritorno. Ora possiamo proseguire con il giro? Non vorrei attirare sospetti...»


    E senza aggiungere altro si incamminò verso la casa seguente.

    [...]


    Nella sua più meticolosa ricerca all'interno dell'alloggio del quartiere dei piaceri invece Sasori potè trovare parecchia roba che riportava simboli floreali. Dai lussureggianti kimono ai più stravaganti "giocattoli" per il piacere di coppia. In tutto quel trambusto vide fiori di ciliegio, rose, crisantemi, camelie e quant'altro, tuttavia nulla di effettivamente utile, ad eccezione appunto dello stemma marchiato sul muro ed un piccolo dischetto di legno senza particolari lavorazioni. Un dischetto che portava raffigurato un loto inciso. Nessun particolare colore o altro. Un semplice dischetto di legno con su l'incisione. Nessuna parola, simbolo o altro. Significaa qualcosa? Difficile dirlo, ma forse alla fine di tutto quel peregrinare qualcosa sarebbe emerso.

    [...]


    Una volta fuori trovò Atasuke che lo aspettava appoggiato ad uno dei pali della luce lungo la strada. Intorno a lui, almeno in apparenza sembrava non esserci nessun'altro.

    «Questa volta ci ho messo un po di meno a finire il giro. Trovato nulla di interessante là dentro?»


    Al termine dell'eventuale spiegazione, Atasuke fece un enno di consenso con il capo, come a sottolineare che aveva ben compreso. Poi con la mano gli fece cenno di seguirlo e si infilò in uno stretto vicoletto buio dove i due potevano parlare indisturbati.

    «Inizi ad avere qualche idea su tutta questa storia? Giusto per capire se è il caso di continuare, dato che... I prossimi edifici si trovano nelle zone più malfamate di Konoha...»


    Il suo tono era serio, anche se recava una punta di preoccupazione verso Sasori. Per quanto fosse un'abile ninja a sua volta, comunque non aveva ancora avuto a che fare con Otafuku, o meglio, con quello che era diventato quel luogo in quel periodo.

    «... ed ho notato che c'è qualcuno che ci sta seguendo. Una figura incappucciata che sembra interessata a te... Non vorrei che il tizio a cui stai dando la caccia sia diventato il cacciatore, non so se mi spiego...»


    A quel punto Atasuke sarebbe rimasto in attesa ad ascoltare ciò che Sasori poteva avere da dire sulla situazione. Forse la figura che li seguiva era un'alleato, forse un curioso o forse addirittura un possibile carnefice. Certo, insieme avevano un certo vantaggio, tuttavia sarebbe stato facile per la figura coglierli alla sprovvista mentre erano separati.


    OT - Un breve post di respiro giusto anche per capire se ti sto confondendo abbastanza o meno XD - /OT
     
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  8. Sasori Uchiha
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    II tappa



    Per sua fortuna, gli venne dato l'extra-time. Giusto in tempo di approfittare della chance per trovare quello che era indicato nel foglietto. Ossia non tralasciare i particolari, ma soprattutto il rosso. E dove chiaramente poteva trovare il rosso, se non dove si trovava il cadavere tempo fa ? Quindi senza perdere tempo si sarebbe diretto velocemente alla scena del crimine. Osservò bene dove c'era il sangue, passando la mano con accortezza sulla superficie, cercando di trovare qualche irregolarità. Con sorpresa, avvertì una irregolarità sotto le dita. Si avvicinò per osservare meglio. Era come una piccola foglia che cercò di rimuovere delicatamente dal pavimento. Cosa che si rivelò non semplice ma con una attenzione, rimosse quel piccolo indizio. Ad osservarla da vicino era effettivamente una foglia, la si poteva riconoscere dalla venatura dove scorreva a suo tempo la linfa, ma il suo colore non era riconoscibile purtroppo il sangue si era rappreso, oscurando ogni colore sottostante.



    Foglia e disegno di casa, deve esserci un legame, deve esserci !!



    Il tempo concesso da Atasuke, passò abbastanza in fretta, quindi mise quell'indizio in tasca, poi uscì fuori dalla casa con il foglio del simbolo in casa sua e quella piccola foglia. Ci doveva essere un qualche collegamento. In effetti c'era, ma visto che si doveva spostare dalla prima alla seconda location, non aveva tempo di esaminare gli indizi. Quindi il ragazzo decise che avrebbe ripreso ad esaminare gli indizi con calma successivamente, quando aveva un attimo di calma. Incontrò fuori nuovamente Atasuke. era stranamente silenzioso e non appena vide il ragazzo di ritorno, si incamminò verso la successiva tappa.



    [...]



    Nella scena del crimine successiva, in quella maledetta stanza, ogni cosa era riconducibile ai fiori. Quanta paccottiglia, chi diavolo ci viveva lì dentro ? Un erborista, un maniaco delle piante o che altro ? In fondo che importava, tanto era già passato a miglior vita. Quelle erano le riflessioni che passavano nella mente del giovane osservando i vestiti e a degli strani oggetti probabilmente per il piacere di coppia. Erano comunque tutti oggetti, abbastanza privi di una utilità, almeno quella che pensava dovesse avere un eventuale indizio. Probabilmente quegli oggetti erano rimasti lì come depistaggio. Lo stemma sul muro era di certo più interessante, prese un foglietto di carta che aveva sempre con sè, in caso di emergenza e cercò di riprodurre quanto più accuratamente possibile tale disegno. Inoltre notò sotto tutto quella roba un piccolo disco di legno abbastanza anonimo con una incisione. Decise di prenderlo, di sicuro si sarebbe dimostrato più utile di tutti quella paccottiglia, che neanche un degno mercato delle pulci avrebbe potuto acquistare. Visto che aveva ancora una decina di minuti, decise di analizzare meglio la foglia ed il disegno che era stato lasciato dai suoi assassini sul pavimento della sua cucina. La foglia sembrava far parte del disegno. Sembrava essere un caso, oppure era una traccia ben precisa. Doveva assolutamente saperne di più. Quindi analizzò al meglio il disco di legno anonimo e lo stemma sulla parete, cercando di vedere e confrontare i due anche in relazione all'altro simbolo ed alla foglia di carta. Magari c'era un legame tra tutti quegli oggetti.



    [...]



    Non appena era finito il suo tempo, uscì dalla abitazione facendo silenzio assoluto, trovando il suo compagno sotto il lampione che illuminava quella strada. Si guardò intorno, ma vide che non c'era nessuno nei dintorni, almeno da una rapida occhiata, quindi decise di avvicinarsi. Rispose alla domanda del compagno, ma con circospezione, non si sentiva tranquillo in quella strada:



    Anche io ho avuto da fare questa volta. Sì ti vorrei far vedere gli indizi, ma non mi sento sicuro in mezzo alla strada. In mezzo ad una via analoga, ho avuto parecchie seccature, quindi ti faccio un resoconto sommario. Ho trovato questo stemma e questo dischetto



    Fece una pausa, mentre mostrava gli oggetti ad Atasuke e nel frattempo dissi:



    Li hai visti da qualche parte per caso ?



    Poi chiese se avevo una idea a riguardo, chiaramente ce l'aveva ancora così continuò:



    Nella prima casa, c'è un collegamento con il simbolo della cucina,forse è una coincidenza, ma io non credo nelle coincidenze....poi ci sono questo disco di legno ed il simbolo sopra la spalliera del letto. Tutto fa pensare ad un autore comune a questi oggetti, perchè la fattura è simile tra tutti questi vari simboli. Inoltre anche le situazioni in cui sono stati ritrovati, ossia degli omicidi è chiaro che c'è un filo sottile che li accomuna. Questo almeno penso che sia una chiave di lettura.



    Era abbastanza sicuro della sua intuizione e della sua sensazione a riguardo. Dopo di che disse a Sasori di aver notato una figura che li seguiva, Sasori rimase leggermente colpito. Aveva capito di chi stava parlando.



    Che sia quella persona alla prima casa? Devo sapere chi diavolo è



    Se quella persona avesse avuto intenzioni malevoli, l'avrebbe già affrontata in quella occasione invece stranamente gli offrì un indizio importante. Ma questo Atasuke non poteva saperlo quindi disse:



    Comprendo anche se non so il perchè, ma penso che ci si può fidare di quella persona...facciamo finta che non ci siamo accorti di lei, ma cerchiamo di stabilire un contatto...magari sa qualcosa in più....



    Sperava di riuscire a parlare con quella persona, poteva rappresentare un punto di svolta. Forse nella prossima casa avrebbe potuto avere una occasione, oppure no. Chi lo sa. Per il momento era tranquillo. Per il momento Otafuku sembrava in quiete. Ma forse era solo la superficie.

     
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  9. Asgharel
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    ~Rivelazioni & Ricordi~


    Sasori sembrava sicuro del legame che accomunava gli omicidi e con i dati che aveva in mano era riucito a tirare giù una teoria. Tuttavia, c'erano delle cose che ancora non sapeva. Cose, che forse, anche volendo, non avrebbe potuto conoscere.
    Rimase però dubbioso nell'apprendere che forse la figura incappucciata era un'alleato, ma ancor più strano era che Sasori accennasse chiaramente al sesso femminile della figura.
    Atasuke chiuse per un'istante gli occhi, meditando sul da farsi e su quello che stava venendo a galla.

    °Dunque sembra che conosca quella figura, anzi, sembra proprio che abbia avuto un contatto diretto con lei... Inoltre sembra che sia l'Edera che il Loto potrebbero avere qualcosa a che fare con questa situazione... Possibile che tutto sia collegato?°


    Quelle e molte altre domande ne affollavano la mente in cerca di una risposta, tuttavia, sapeva fin troppo bene che ci sarebbe ancora voluto del tempo per poter andare avanti e trovare le risposte.

    «Come vuoi... Sembra che tu conosca quella donna e personalmente non mi interessa, l'importante è che non diventi un pericolo... Odierei dover stilare un rapporto su questa storia...»


    E senza aggiungere altro si alzò, uscendo dall'ombra e facendo cenno di seguirlo. Il resto del discorso poteva tranquillamente svolgersi lungo le vie di Otafuku mentre si dirigevano al successivo edificio.

    «Per quanto riguarda il prossimo obbiettivo, si tratta di una casa che era ad uso della mafia, anche se più che di una casa si potrebbe parlare di "magazzino" convertito a locale per incontri... Il posto si trova proprio prima della zona portuale ed era in mano ad un'associazione mafiosa particolarmente grossa il cui nome ufficiale è Konoha no Tsuta, in breve: L'Edera...»

    °E mi fa strano che non ti ricordi di loro... Se non erro c'eri anche tu in quel raid...°

    «...Attualmente, il locale è completamente abbandonato, anche se dopo la nostra retata quell'area continuava ad essere usata come luogo di scambio sfruttando il locale come copertura. All'interno troverai un particolare locale riammodernato come locale. Il punto che interessa te è una camera: la numero 4. Ti sconsiglio di entrare nelle altre dato che rischieresti solo di perdertici in qualche passaggio segreto già ripulito»


    [...]


    Giunsero infine davanti a quello che fù il locale dell'edera. Nel rivederlo Atasuke non potè frenare i suoi ricordi. Solo tre anni prima, quando da pochissimo era diventato un genin per il suo villaggio lui era li. Aveva partecipato alla retata, anche se a causa delle sue scarne abilità di combattimento era rimasto indietro come supporto assieme a Myori che con le sue creature d'inchiostro riforniva il team di informazioni. Ricordò di Shay Hyuga, dell'Hokage e di tutti coloro che lo accompagnarono, chi in un team, chi nell'altro, pronti a svuotare quel covo infliggendo un duro colpo a quell'associazione mafiosa. Colpo che tuttavia, a discapito delle loro speranze, non fu letale.

    «Questo è il locale... Sicuro di non ricordarti qualcosa?»


    Accennò con un sorriso. Certo, in quell'occasione i due non furono nello stesso team, tuttavia si erano visti, seppure di sfuggita all'ingresso poco prima di dare il via alla missione.
    Come nei precedenti casi, Atasuke salutò Sasori, lasciandolo a se stesso per un'ora, procedendo con il su solito giro di pattugliamento. Tra tutte quella era una delle aree che preferiva meno e sinceramente avrebbe di gran lunga preferito farsi una scampagnata altrove, ma in fondo quella era la vita che si era scelto.
    Una volta all'interno avrebbe riconosciuto il locale, la struttura e non dovrebbe aver avuto grossi problemi nel dirigersi nuovamente verso l'ala privata dove c'erano tutte le varie sale dove si consumavano le peggio porcate. Seguendo la numerazione avrebbe anche ritrovato le due stanze in cui erano stati distaccati al tempo, la 15 e la 26. Sempre che fosse interessato a squotere i vecchi ricordi su quella questione.
    Una volta entrato nella stanza avrebbe tranquillamente riconosciuto l'arredamento assoluamente pacchiano della stanza. Il letto a baldacchino con le coperte cremisi ulteriormente arrossate dal sangue, lo stemma dell'edera stampigliato un po ovunque, quasi come a marchiarne la proprietà, la cassettiera e lo specchio frantumato appeso al muro. Che ci fosse anche li qualche traccia utile? Difficile a dirsi. Certo era che se quella stanza nascondeva qualcosa come anche quelle passate, sicuramente c'era molto da scoprire la dentro...

     
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  10. Sasori Uchiha
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    III Tappa



    Mentre raccontava quanto appreso, durante quel tour, il suo compagno rimase incerto sul da farsi riguardo alla terza persona, quella incappucciata. Anche Sasori non era certo pienamente che ci si potesse fidare di quell'individuo, ma aveva una sensazione positiva a riguardo. Inoltre se avesse voluto fargli del male, l'avrebbe già quando ebbe l'occasione. Quindi per il momento, rimase dell'idea che per lui non era una minaccia. Inoltre accennò un sorriso, quando anche Atasuke disprezzasse la burocrazia. Anche lui, come Atasuke, odiava quei dannati fogli da compilare a fine missione. Quindi sorridendo, commentò di risposta al compagno:



    Guarda non me ne parlare, ogni volta che li vedo ho la nausea



    Era arrivato il momento di andare alla prossima tappa un ex magazzino. Il posto si trovava vicino alla zona portuale. Dalla descrizione che gli fece il suo compagno di squadra, ebbe la sensazione di esserci già stato in un posto simile. Per una missione, abbastanza rischiosa, con Shika e altra gente che nonostante si rifiutasse di ammetterlo era rimasto fortemente legato. In quella occasione, c'era anche Atasuke adesso che ricordava meglio. Bei tempi, pensò, ricordando uno ad uno i suoi compagni, che era da un pò che non rivedeva. Gli sarebbe piaciuto fare una festicciola di rimpiatrata. Gli mancavano davvero tanto. Ma davanti ad Atasuke fece finta di niente, ma lo sguardo che aveva era da nostalgico.
    In effetti il nome dell'organizzazione era Konoha no Tsuta ossia L'Edera. Adesso ricordò tutto quanto. Mentre il compagno avanzava, rimase sul posto a rimembrare tutto quanto con la memoria. Passò in rassegna uno ad uno i suoi compagni di squadra, il sensei, Shay, Miyori.
    Si chiedeva in effetti, dove diavolo fossero finiti tutti quanti. Ma era una domanda a cui non era in grado di rispondere. Quindi si mise l'anima in pace, riprendendo i passi del compagno. Quando riuscì a tornare a fianco di Atasuke avrebbe chiesto:



    Quei farabutti, sono ancora in giro ?



    [...]



    Finalmente erano arrivati di fronte a quel posto. Adesso che si trovava di fronte a quel posto ricordava ogni singolo dettaglio. Sembrava passata una eternità, ma sembrava tutto come allora, tranne per il fatto che oramai quel posto era in abbandono. Mentre lo scrutava dall'esterno con aria nostalgica, il ragazzo chiese, se non si ricordasse qualcosa:



    E come posso dimenticarmene ? Mi sembra partecipavi anche tu no ? Bei tempi !



    Come nelle tappe precedenti di quel tour, Atasuke si congedò, permettendo a Sasori di andare a caccia di indizi. Entrando riconobbe il posto e la struttura. Se si ricordava bene c'era un'area riservata agli incontri, tra clienti e fornitori per così dire, dove c'erano tutte le stanze numerate. Si ricordava anche i numeri sensibili dell'epoca 15 e 26. Quando passò davanti quei numeri esitò leggermente. Ma non aveva tempo a sufficienza e doveva passare oltre. Adesso come allora importava soltanto il numero 4. Arrivò alla porta in questione. Entrò, l'arredamento pacchiano percosse il suo animo. Era raccapricciante in quei momenti come allora. Il letto a baldacchino con le coperte sporche di sangue, lo stemma dell'associazione criminale che era segnato in ogni luogo o quasi,c'era una cassettiera ed uno specchio frantumato appeso al muro. Le ricerche sarebbero iniziate chiaramente dalla cassettiera che cercò di aprire. Se si fosse aperta, avrebbe rovistato in ogni singolo anfratto dei cassetti e del telaio che componeva il mobile. Poi si sarebbe dedicato allo specchio frantumato, cercò di vedere se ci fosse qualche dettaglio sul fronte e sul retro e sulla parete dietro lo specchio. Guardò sotto il letto alla ricerca di qualche strano oggetto oppure indizio. Spostò il letto per vedere se nascondeva qualche dettaglio la parete retrostante. Levò le coperte dal letto per vedere se c'era qualche cosa che poteva nascondersi sotto la massa di quelle lenzuola. Se non avrebbe trovato nulla si sarebbe dedicato alle stanze che si ricordava a memoria i loro numeri prima 15 e poi la 26.
    Incredibilmente sembrava tutto come allora, il mobilio, i letti non era cambiato niente, tranne che per il fatto ora quel posto era il regno della polvere e della desolazione. Si mise a setacciare ogni mobile, letto, coperta parete ed anfratto disponibile. Qualora non avesse trovato nulla, avrebbe riservato lo stesso trattamento per tutte le altre stanze. Doveva esserci qualcosa che quei farabutti, dovevano essersi dimenticati lì. Doveva esserci un qualcosa che all'epoca ritenevano non importante o indispensabile. Per quanto sembrò assurdo tornare in quell'edificio, gli fece ricordare i bei momenti e volti che erano tornati alla mente con suo gran piacere. Quel posto nonostante fosse osceno per le cose che vi si svolgevano, gli aveva rievocato una parte davvero tranquilla e serena della sua vita da shinobi.

     
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  11. Asgharel
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    ~Una traccia nella lussuria~


    Alle parole di Atasuke, Sasori parve quasi avere un balzo indietro nel tempo, rammentando quel fatidico giorno, quel raid e quell'assurdo risultato che aveva permesso all'edera di proseguire con la sua sopravvivenza. Sopravvivenza che evidentemente interessava anche a Sasori, dato che con curiosità chiese se effettivamente fossero ancora in azione.
    Atasuke, senza fermarsi fece un cenno di assenso con il capo prima di rispondere con un velato senso di rimorso.

    «Così sembrerebbe, anche se in questa zona hanno finito con i loro commerci. Tuttavia, se i Kami ci saranno favorevoli, forse prima o poi riusciremo ad estirparli dalla radice»


    Un lieve sorriso si dipinse sul suo volto, ma Sasori non potè vederlo, anche se forse, avrebbe potuto come percepirlo.
    Giunsero quindi davanti a quello che fu un magazzino, poi locale notturno ed infine sede della mafia, ora un rudere abbandonato.

    "E come posso dimenticarmene ? Mi sembra partecipavi anche tu no ? Bei tempi !"

    «Bei tempi, si... All'epoca ero appena uscito dall'accademia, fresco di studi e pieno di speranze, ma allo stesso tempo abbastanza sciocco ed ignorante da non vedere tutta la feccia che oggi i miei occhi hanno visto e sanno riconoscere...»


    Sembrò quasi perdersi in quel suo pensiero, meditando sugli abomini, sugli attentati, sui nukenin con cui si era battuto e su tutta quella robaccia che avrebbe di gran lunga preferito evitare di vedere, ma che in fondo faceva parte di quel mondo e di quella via che aveva deciso di seguire.

    «... Comunque, mi pare che tu abbia qualcosa da fare, come io ho il mio giro di ronda, buona caccia»


    E senza aggiungere altro se ne andò per la sua strada.

    [...]


    L'interno dell'edificio non mostrò nulla più di quanto non sembrasse mostrare già alla prima vista, tuttavia, una volta rimosso il letto dalla sua posizione, potè notare sul pavimento una botola in legno, molto simile a quelle che già avevano trovato all'epoca e che portavano alle due stanze usate dai mafiosi. Tuttavia, su questa botola non vi era il simbolo dell'edera, bensì il disegno di un'Orchidea.
    Il problema tuttavia era che di li a poco sarebbe scaduto il tempo a sua disposizione, quindi egli doveva fare una decisione: Entrare nella botola e vedere fin quanto era profonda la tana del bianconiglio o ignorare la cosa, cercando altri indizi altrove, sperando magari di poter nuovamente accedere a quel posto in un secondo momento.
    Che cosa avrebbe deciso l'Uchiha? Tentare il tutto per tutto ed entrare o sfidare la sorte cercando altrove ciò di cui aveva bisogno?



    OT - Ok, minipost ma cruciale. A seconda della scelta si imboccherà una delle due vie specifiche. Entrambe dovrebbero portarti allo stesso punto ma i percorsi son diametralmente diversi, sappilo :zxc: - /OT
     
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  12. Sasori Uchiha
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    Un rudere mai dimenticato



    Anche Atasuke si ricordava con piacere quella serata. Era la prima volta che Sasori era stato coinvolto in qualcosa di più grande di sè. Fuori dall'Accademia e lanciato per la prima volta in azione. Ma questa volta era lì per un altro motivo. Recuperare tutte le informazioni possibili da quel posto dimenticato. Quando i due si congedarono, Sasori andò direttamente al nocciolo della questione, evitando le due camere nel privè che erano l'obiettivo della precedente missione, focalizzandosi su quella indicata dal suo compagno Atasuke.
    L'interno dell'edificio una volta dentro, non trovò nulla di particolare, l'interno della stanza era ancora orribilmente arredato, esattamente come doveva essere a suo tempo. Nulla sembrava mutato, anche se per evitare di lasciare qualche cosa di utile ai fini della sua indagine la mise a soqquadro. Tanto con l'edificio in quelle condizioni a chi sarebbe importato ? Quindi spostando il letto dalla sua posizione, c'era una botola in legno. Era simile a quelle che avevano trovato durante quella sera di tanto tempo fa. Ricordava che sulle botole rinvenute quella sera, c'era il simbolo di quella organizzazione criminale, mentre su questa qua, era presente un simbolo ben diverso. Sembrava un'orchidea.



    Possibile...Che sia ?

    Era oramai più che una semplice coincidenza, voleva vederci chiaro. Chi si nascondeva dietro quella orchidea ? Ma soprattutto era collegata ancora a quella organizzazione criminale oppure era una persona di cui ci si poteva fidare ? Non poteva fare altro che andare avanti e vedere il da farsi volta per volta. Il tempo che aveva disposizione il ragazzo ma la curiosità era troppo forte. Quindi decise di entrare e vedere cosa si nascondeva in quella che sembrava essere una tana, anche se non si sa di chi o cosa. Sarebbe entrato di soppiatto. Cercando di evitare di far scattare sistemi di allarme, trappole o qualsiasi altro congegno che potesse creare oppure attirare spiacevoli situazioni. Avrebbe esaminato con quel posto, con cura cercando qualsiasi cosa gli fosse utile, ma avrebbe avuto cura di non lasciare le cose che aveva esaminato fuori posto, l'avrebbe risistemato esattamente come l'aveva trovata.

     
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  13. Asgharel
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    ~Giù nella tana~


    Sasori aveva fatto la sua scelta ed aveva deciso di andare in fondo sulla storia di Orchidea, conscio del fatto che ciò avrebbe influito sugli eventi futuri, anche se forse, non poteva neppure immaginare come la cosa potesse influenzarlo.
    Mentre scendeva, ogni dettaglio gli avrebbe ricordato quell'oscuro passato, ogni pietra nera continuava a svolgere il suo copito bloccando il chakra ed ogni abilità da essa derivata, annichilendo gran parte delle abilità oculari o di percezione. Ora, come allora, quel luogo era una trappola, un labirinto di tunnel e scale dove contavano solo le abilità del singolo, il quale era costretto a fare i conti solo con le proprie capacità.
    Mentre scendeva per la stretta scalinata, un forte senso di oppressione si faceva avanti, poco alla volta, scalino dopo scalino, mentre scendeva in quell'oscuro antro infernale.
    Per suo fortuna le sue accortezze furono inutili dato che per tutta la via non vi era neppure una trappola, non un singolo trabocchetto ad attenderlo, eccezion fatta per la tetra oscurità che verso al fondo del tunnel appariva quasi totale.
    Al fondo della scalinata infatti il ragazzo avrebbe dovuto sfruttare una qualche abilità per poterci vedere qualcosa in tutta quella oscurità
    [Abilità Richiesta], oppure sarebbe dovuto avanzare a tentoni, poggiandosi alle pareti e sondando attentamente il nero pavimento.
    Per quanto avesse cercato, attorno a lui non avrebbe trovato nulla, nessuna lampadina, nessun'interruttore, nulla che potesse in un qualche modo fornirgli una fonte di luce.


    Se non si fosse fermato nella marcia, dopo alcuni minuti di avanzata avrebbe infine percepito una fioca e debole luce in fondo al corridoio, anche se era più un tenue riflesso sulla pietra nera, come se dietro l'algolo ci fosse una sorta di fiammella, una piccola e fioca candela che illuminava l'oscurità che regnava incontrastata in quel luogo. Una volta raggiunto il punto di svolta tuttavia, un'obra si mosse e l'unica luce si spense nel nulla. Non poteva sapere chi fosse il proprietario di quell'ombra, ne quali fossero le sue intenzioni. Sapeva solo che non era solo in quel tunnel.

    Raggiunto quel punto, tuttavia, si sarebbe reso conto di una cosa: Non sapeva più come ritornare sui suoi passi. Certo, in teoria, seguendo il muro che già aveva seguito fino a quel momento in teoria avrebbe ritrovato la via, però, forse per la tensione, forse per un genjutsu il suo tatto parve non ritrovare più la via del ritorno, mentre i suoi occhi ancora annaspavano nella più totale oscurità.

    Dopo circa 5 minuti i suoi occhi si riabituarono all'oscurità, iniziando a notare in lontananza un'altra tenue fonte di luce, forse un'altra candela, forse una finestra, forse una stanza o forse una trappola. Qualunque cosa fosse aveva solo una cosa da fare: Andare a vedere.
    Raggiunta la luce però la stessa scena di pochi minuti prima si ripetèe di nuovo si ritrovò al buio dopo che un'ombra spense l'unica luce che aveva a disposizione. Sembrava quasi un gioco, come se quell'ombra giocasse al gatto con il topo, come se volesse giocare a chi perdeva prima le staffe.
    Inutile dire che il giochetto ri ripetè ancora, ancora ed ancora, finchè, dopo la sesta candela, al fondo dell'oscurità vi era una stanza, illuminata.
    La stanza era semplice, spartana, senza nessuna decorazione oltre al nero di quelle pietre. Al centro vi era un semplice tavolo in legno, su una delle pareti un semplice letto faceva la sua comparsa disegnando l'immagine di una cella mentre due sedie completavano quell'arredamento che più che minimalista era misero.
    Chiunque, osservando quel luogo, si sarebbe chiesto dove era finito, se in un qualche covo di qualche ultra ricercato o se in una sorta di ex galera ad uso della mafia.
    Spingendo la pesante porta in legno Sasori avrebbe quindi potuto fare accesso a quella stanza, la cui unica finestra era una piccola finetstrotta in vetro della porta da cui aveva potuto sbirciare l'interno. Nonappena fece alcuni passi nella stanza, udì una voce, palesemente femminile giungere alle sue spalle.

    "Ce ne hai messo ad arrivare, Sasori..."


    Voltandosi avrebbe quindi visto una bella donna dai lunghi capelli neri lisci e dagli abiti altrettanto scuri. Osservandola con attenzione, forse ne avrebbe riconosciuto alcuni dettagli. Quella donna era la stessa donna incappucciata di poco prima, era Orchidea!

    "Almeno sembra che siamo riusciti a liberarci del tuo amico... Da quando si è accorto di me non mi ha lasciato un'attimo di respiro... Non è male come cacciatore sai? Potresti imparare qualcosa da lui"


    La donna aveva un tono tranquillo e deciso. Tutto lasciava intendere che lo conoscesse bene, come se in un qualche modo i due si conoscessero da una vita, anche se forse Sasori sapeva di non aver mai visto prima quella donna, o almeno, non ne aveva il ricordo.

    "Ma siediti, mettiti comodo, noi due abbiamo molto da raccontarci"


    Lo invitò, scostandosi dal muro e raggiungendo la sedia dall'altra parte del tavolo lasciando a Sasori quella che gli era più vicina.
     
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  14. Sasori Uchiha
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    L'ombra mai svelata



    Aprì quella botola, senza pensarci due volte. Era sempre stato curioso. Non riusciva a rimanere con il dubbio che la strada non svelata conducesse in qualche mondo parallelo o che fosse la strada per il paradiso. C'era solo un modo per capire se aveva fatto bene oppure male. Entrando in quel posto dimenticato, con sorpresa notò che il suo chakra era come bloccato, di conseguenza addio arti magiche, addio doujutsu, addio shinobi. Tutto era esattamente come era quella sera di tanto tempo fa, quando si introdussero in quella abitazione. Quindi dopo i primi minuti di sorpresa, poi ricordò che quell' ambiente ostile, con tutto ciò che esso comportava.
    Non solo era lì da solo, ma era nella più piena oscurità non si vedeva assolutamente nulla. Come quella sera, non c'era fonte di luce a parte il lieve chiarore intorno al punto di ingresso della botola. Davanti a sè il nero più profondo dominava la scena. Come in quell'occasione, cercò la parete a sè più vicina, seguendola nell'oscurità più assoluta. Un senso di sgomento, mano a mano che procedeva si faceva sempre più forte. In effetti la situazione non era affatto splendida.



    Ma chi diavolo me l'ha fatto fare ?!



    Procedeva lentamente, provando a vedere se davanti a sè c'era qualche trappola. Ma questa volta il destino era stato magnanimo. Niente trappole, be happy. Ad ogni modo ogni precauzione era necessaria. Non sapeva chi lo attendeva nell'ombra. Non sapeva se fosse un amico oppure un nemico. Non sapeva se sarebbe tornato con le proprie forze fuori da quella maledetta botola. Tutto era soltanto un ansia senza tempo in quella cieca oscurità. Passando con attenzione la mano sulla parete, sembrava non esserci interruttori, la parete era totalmente liscia al tatto. Nessuna traccia di una dannata luce che potesse far vedere dove si trovava e dove stava andando. Era davvero frustrante. D'altronde era stata una sua scelta, non era stato obbligato da nessuno, quindi poche lamentele e pedalare.



    Chi diavolo userà questo posto in questa cieca oscurità? Un megapipistrello ?!



    Finalmente dopo oramai cinque minuti di avanzamento in quel tunnel dimenticato dal tempo, vide una flebile luce. Non era un miraggio, c'era effettivamente qualcuno con lui, in quel posto. Dal poco chiarore, vide che quello che stava percorrendo era un corridoio. La luce era così debole che sembrava riflessa sulla nera pietra, ma era sufficiente per far delimitare le nere pareti, dove il ragazzo si trovava. Avanzò quindi più rapidamente, ma non appena arrivò al punto di svolta, la luce si spense. Era di nuovo cieco.



    Dannazione !



    Era così vicino, da svoltare, ma era stato fregato sul tempo. Forse era stata una fortuna il fatto di non aver visto chi lo attendesse dietro l'angolo. Quindi tutte le cautele del caso erano dovute. Sperava che chi usasse quel posto come rifiugio, fosse una persona di cui ci si potesse fidare. Una persona amica, o quanto meno qualcuno tranquillo. Anche se effettivamente non era un posto per una persona normale. Chi andrebbe a vivere nel buio più assoluto ? Un cieco probabilmente. Sorrise di fronte alla risposta che gli venne in mente riflettendo. Una volta in quel punto, inspiegabilmente perse il senso dell'orientamento. Tutta quell'oscurità semplicemente dava alla testa o almeno così sembrava che fosse. Non potendo quindi tornare indietro in maniera agevole, una volta arrivato fin lì, tanto valeva andare fino in fondo alla faccenda. Dalla sua posizione, dopo circa cinque minuti, un tempo interminabile, rivide nuovamente una luce. Non credeva a fantasmi, ma ci doveva per forza essere qualcuno in quel posto. Oppure la sua mente gli stava facendo davvero un brutto scherzo. Quindi quella fitta oscurità appena rischiarata, grazie a quella lucetta, avanzò rapidamente verso quella direzione. Ma come in precedenza la fonte di luce cessò.



    Tsk



    Di nuovo al buio. Stava incominciando ad averne abbastanza. Ma l'unica cosa che poteva fare era aspettare di nuovo che quella luce ricomparisse per avanzare. Sembrava un gioco abbastanza sadico. Ma non sapeva se chi lo dirigeva ne era consapevole. Dopo altri cinque minuti, finalmente vide una nuova luce. Cercò di avanzare un pò più rapidamente, aiutandosi con il muro, ma si spense prima rispetto alle altre volte.



    Dannazione !



    Di nuovo al buio. Stava incominciando ad averne abbastanza. Ma l'unica cosa che poteva fare era aspettare di nuovo che quella luce ricomparisse per avanzare. Sembrava un gioco abbastanza sadico. Ma non sapeva se chi lo dirigeva ne era consapevole. Dopo altri cinque minuti, finalmente vide una nuova luce. Cercò di avanzare un pò più rapidamente, aiutandosi con il muro, ma si spense prima rispetto alle altre volte. MA era convinto che quel corridoio portasse da qualche parte, che non fosse cieco. Quindi toccava avere solo la pazienza di aspettare. Vide nuovamente una luce, ma come la precedente era dietro un angolo ed illuminava la svolta, in un altro corrridoio. Arrivò a circa un metro dalla svolta e la luce si esaurì. Non fece più caso, oramai la meccanica l'aveva capita. Quello che non comprendeva era se qualcuno lo stava portando da qualche parte, oppure stava semplicemente girando in tondo. A quel punto non poteva tornare indietro dopo aver svoltato qualche volta nell'ombra più assoluta. Ombra. Si ricordò effettivamente dell'unica persona che fosse correlata:



    Che sia il Sensei?



    Quella stessa meccanica gli sembrava familiare. Ma il ragazzo non poteva sapere chi potesse effettivamente esserci. Con tutta quell'ombra a disposizione, lui senza possibilità di poter usare nessuna arte, era la condizione che il suo sensei, adorava. Ma probabilmente mentre aspettava l'ennesimo passaggio della luce, per approfittarne per avanzare, dedusse che se fosse stato Shika prima o poi l'avrebbe tramortito e portato chissà dove. Quindi dopo aver visto di fatto la quinta luce da quanto era entrato in quel dannato passaggio, si aspettava di essere preda oramai dell'autore di quel folle gioco. Questa volta però non accadde nulla di quanto preventivato. Per questo motivo, rimase titubante riguardo proprio a chi c'era dietro tutto questo. La mafia? Un nemico ? Un amico ? Un parente ? Un altro Uchiha? Le domande sarebbero continuate all'infinito, mentre cercava di dare una identità al chi poteva esserci effettivamente dall'altra parte di quel corridoio, la luce tornò per la sesta volta, quella flebile luce lo guidò fino ad un punto. Ma questa volta al contrario delle precedenti non si spense. Evidentemente era arrivato al capolinea.



    Era ora !



    Osservando in fondo dalla sua posizione era il profilo di una porta illuminata. Una stanza. Senza perdere altro tempo percorse rapidamente lo spazio rimanente, forse con la paura di ritrovarsi nuovamente al buio, solo con sè stesso. Ma la luce non andò via. Aprendo la porta lentamente, vide che la stanza che gli presentava poco alla volta era semplice e spartana. Non c'era nessuna decorazione a parte il nero di pietra che rivestiva le pareti. Non c'era alcun indizio che svelasse chi abitasse lì sotto. Una volta totalmente spalancata, osservò bene la stanza che gli si presentava davanti, non fece tempo ad osservare ogni dettaglio, che una voce femminile alle sue spalle lo sorprese a curiosare:



    Ce ne hai messo ad arrivare, Sasori...



    A quel punto la frittata era fatta, tanto valeva vedere a chi appartenesse quella voce. Una stupenda donna lo attendeva, con i capelli neri e vestita di nero. Non si stupì del colore degli abiti della donna. In fondo il nero doveva piacergli. Sorrise ingenuamente per quanto pensato, ma il suo sorriso si spense dopo qualche istante. La sua espressione era indubbiamente curiosa. Era lei alla casa precedente? Avrebbe voluto farle una marea di domande. Ma aspettava di saperne di più. Probabilmente se avesse voluto farlo fuori, in quel corridoio aveva avuto una decina di chance per mandarlo al creatore ma senza troppi complimenti. Quindi era una persona di cui per il momento si poteva fidare, o almeno così credeva in quegli istanti. Mentre stava riflettendo, la donna proseguì nel discorso.



    Almeno sembra che siamo riusciti a liberarci del tuo amico... Da quando si è accorto di me non mi ha lasciato un'attimo di respiro... Non è male come cacciatore sai? Potresti imparare qualcosa da lui



    Ramanzine. Non ce la faceva davvero più. Con una espressione infastidita, disse in maniera svogliata:



    Atasuke è in gamba, non a caso lavora alle mura del villaggio, ma di me non sai nulla come fai a giudicarmi, se non mi conosci neanche?



    Dalle sue parole, sembrava che lo conoscesse, ma al momento non aveva idea di chi fosse. Però quella voce aveva un non so che di familiare. Mentre rimase lì titubante, la donna proseguì:



    Ma siediti, mettiti comodo, noi due abbiamo molto da raccontarci



    Sasori accettò di buon grado la chiacchierata. Anche lui aveva molto da chiederle. Ad esempio perchè abitasse in quel posto dimenticato dal mondo e non alla luce del sole. Era forse una ricercata ? Sperava che la chiacchierata gli avesse svelato qualche dubbio che iniziava ad insinuarsi nella testa. Al momento non poteva trarre conclusioni affrettate, quindi rispose con un semplice ed ingenuo ringraziamento seguito da un bel sorriso altrettanto spontaneo. Avrebbe prima sentito quanto aveva da dire, poi se non avesse soddisfatto le proprie curiosità, le avrebbe fatto un paio di domande.



    La ringrazio

     
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  15. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Riunione nell'Oscurità~


    I toni svogliati ed accondiscendenti di Sasori non piacquero molto alla donna, seppure questa mantenne imperterrita il suo tono. Tuttavia ella non trattenne un breve sbuffo, specialmente agli elogi che Sasori fece in merito ad Atasuke. Era chiaro che forse quella donna non apprezzasse la sua persona, i suoi modi di fare o qualcosa di lui.
    Si accomodò, subito dopo che Sasori si fosse a sua volta seduto alla sua sedia, dando le spalle alla porta.

    "Mi pare di capire che tu non ti ricordi di me, Sasori... Eppure quando eri piccolo passavamo parecchio tempo insieme a giocare... Davvero non ti ricordi di me?"


    Ella lo osservava con attenzione, cercando di carpire dal suo sguardo o dalle sue espressioni un'eventuale segno della memoria che ne ricollegasse il volto.
    Ad ongi modo, sia che ricordasse la donna, sia che non ne avesse ricordo alcuno, ella avrebbe ripreso il discorso.

    "Tuttavia da allora è passato parecchio tempo... Ed ora non sei più u bambino... Ma uno Shinobi mi pare di capire... Anche se dalle tue capacità ho a volte il dubbio che tu lo sia realmente..."


    Il suo tono rimaneva calmo, tuttavia quelle parole sembravano quasi voler essere una sereva ramanzina mascherata dalla gentilezza delle parole. Che quella donna sapesse molto più di quanto dava a vedere? Oppure era solo una sbruffona che si divertiva a sfottere l'Uchiha? L'unico modo per saperlo era proseguire con il discorso.

    "Ormai è da parecchio che Kiyomi è morta... Da circa 10 anni mi pare... Eppure tu non hai ancora scoperto nulla... Eppure mi pareva di aver capito che stavi dando la caccia al bastardo che l'ha uccisa..."


    Gli occhi di lei si fecero più freddi e duri, quasi come una lama che lentamente stava trapassando la mente di Sasori. Il suo sguardo avanzava, come a volerne leggere la mente, anche se ad un tratto scattò oltre, andando verso la porta, o per meglio dire verso la finestrotta della stessa mentre il rumore della serratura scattava.
    Un'istante appena ed un'altra figura sarebbe entrata da quella porta. Una figura, tuttavia, che nessuno forse si sarebbe aspettato di vedere in quel momento.

    «Grazie dei complimenti... Tuttavia non sono così facile da seminare... Specialmente quando mi metto all'inseguimento di una preda...»


    Sasori non avrebbe riconosciuto la voce, particolarmente rude e baritonale, anche se voltandosi, avrebbe notato che quel fisico gli era familiare, seppure la maschera bianca, raffigurante il volto di un demone, mascherava i lineamenti della figura mentre un lungo mantello nero ne celava gli abiti. [Abilità]

    «Ma prego, continuate pure... Io sono solo qui per vegliare su questo ragazzo... Devo assicurarmi che ritorni a casa vivo ed in forze»


    Era quasi una voce atona. Non sembrava che provasse emozione alcuna, ne pareva avere un vero e proprio motivo per restare li. Tuttavia, era chiaro che non se ne sarebbe andato da quel luogo se non con Sasori alla fine della discussione.
    La donna, forse, avrebbe intuito chi era quell'uomo e forse anche Sasori se avesse ricollegato il tutto, tuttavia in quel momento non era importante chi fosse quell'individuo, quanto piuttosto che cosa ci stessero a fare in quella sala quelle tre persone, ma soprattutto di cosa si stava parlando.
    Ella tacque, concedendosi solo alcune smorfie di disprezzo prima di riportare l'attenzione sul suo conoscente riprendendo il discorso.

    "Come stavo dicendo... Mi pare che tu avessi un'obbiettivo... Ma ormai è parecchio che giri per questo mondo e non hai ancora trovato nulla... Sei proprio convinto di esserne in grado?"


    E con quella domanda pungente ella si fermò. Ora stava a Sasori procedere in un modo o nell'altro, aprendosi, interrogando o agendo di conseguenza.
     
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14 replies since 19/1/2015, 00:07   114 views
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