Kakurenbo

Role free: Arashi - Sasori - Asgharel

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  1. Sasori Uchiha
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    Casa & Relax


    Quella mattina il sole era già alto da un pezzo. Ma il ragazzo si stava riposando dopo la nottata non certo tranquilla. Quella sera aveva deciso di allenarsi in notturna. Stava ancora riposando con il "gattone" che dormiva acciambellato ai suoi piedi del letto. La stanza era in una penombra con delle fessure delle tapparelle appena socchiuse che illuminavano debolmente la stanza che era messa in un disordine estremo. Se Hokusai avrebbe visto il disordine che regnava dentro quella stanza, non l'avrebbe fatta passare liscia. Non quella volta però, per fortuna di Sasori era fuori per una missione e non sarebbe tornato se non dopo qualche settimana. Quindi anche per quel motivo, Sasori si stava riposando. In fondo non avrebbe fatto male un po' di riposo, dopo quello che gli era accaduto durante la prigionia.
    Era cambiato forse non in meglio, forse non in peggio. Aveva trovato forse la sua dimensione, aveva capito che nella sua vita ed in generale nella vita serve un equilibrio. Non c'era una forma di bene o male assoluto, ma dipendeva dal contesto e da quello che per quel preciso momento era giusto da fare. Forse aveva trovato sè stesso, la sua via. Ma erano discorsi forse troppo generalizzati, troppo distaccati, da quello che poteva apparire Sasori. In fondo al villaggio nessuno apparentemente si era accorto della differenza, del cambiamento. Ma se ne sarebbero resi conto. Era maturato in un certo senso. Quella prigionia gli aveva aperto la mente ed era diventato proprio lui: Sasori Uchiha.
    Si girò lentamente nel letto cercando di trovare la giusta posizione, per riprendere sonno, ma il solo risultato fu quello di far cadere il povero "gattone" dai piedi del letto, dove stava beatamente riposando. Quest'ultimo, per protesta, saltò nuovamente sul letto e con la sua zampa,cercava di svegliare il ragazzo. Sasori cercava con la mano di allontanare il felino, ma non riuscendoci per l'eccessiva stanchezza, alla fine il "gattone" ebbe la vinta sul suo padrone.



    Ma perchè non torna a dormire !?



    Alla fine, stressato ed anche un po' seccato, Sasori si alzò e guardò la sveglia sul comodino del suo letto indicava le undici e mezza. Sgranò gli occhi, per capire se stesse ancora dormendo. Ma l'ora non cambiò. Era dannatamente tardi, quindi prese il necessario dall'armadio e andò velocemente al bagno per lavarsi. Una bella doccia era quello che ci voleva per iniziare la giornata.



    [...]



    Quando Sasori uscì dal bagno per andare a vestirsi, sentì come dei colpi sordi provenire dal piano di sotto. Eppure non c'era nessuno a parte il "gattone" che lo guardava incuriosito. Cercando di fare meno rumore possibile, avrebbe indossato un comodo vestito che usava quando non doveva uscire di casa. Ultimamente sembrava che il destino avesse riservato per lui soltanto seccature. Da quando era passato di grado ed era tornato dalla prigionia, non aveva altro che ricevuto pacchi e pile di carte, obblighi e doveri, non che la cosa non gli piacesse, sia chiaro, soltanto che la burocrazia l'aveva assorbito in un circolo apparentemente senza fine.



    Giuro che se anche questa volta è quel maledetto messaggero, lo farò rimpiangere di non essersi fermato alla porta



    Quindi sarebbe sceso, con tutta calma scortato dal gattone al suo fianco. Vestito con la solita tenuta da casa,però quando iniziò a scendere le scale, vide un mandarino sul pianerottolo più in basso, seguito da un secondo, per terra.



    Che diavolo !?



    C'era qualcosa di insolito. Probabilmente non era il solito messaggero mandato dall'Amministrazione. Questa volta era diverso. Di solito quel testone, non era solito lanciare mandarini per casa, era troppo rispettoso delle regole, etichette e quant'altro. Chiunque c'era di sotto, perchè doveva lanciare mandarini. Era molto meglio mangiarli. A parte questi dettagli, la curiosità di sapere chi c'era nel salone era troppo forte. Quindi scese le scale rimanenti con il gattone al suo fianco fino ad arrivare nel salone. Aveva un'espressione contrariata, ma seria, non disse nulla, fino a quando non si fermò ad un metro da dove si era posizionata l'ospite, poi esordì urlando:




    E tu chi diavolo saresti ? Non ti hanno insegnato l'educazione ?



    Qualsiasi cosa avesse detto la sua interlocutrice avesse scosso la testa:



    Vedo che non hai afferrato il punto



    Quindi continuò il discorso ma parlando in maniera rilassata e tranquilla:



    Che diavolo sei venuta a fare? Non aspetto visite oggi, nè tanto meno domani. L'ufficio è chiuso. Sai almeno in che guaio ti sei cacciata ?



    Non appena avrebbe iniziato a pronunciare la domanda, il nero cupo dei suoi occhi avrebbe lasciato il posto allo sharingan. Era pronto a tutto, chiaramente la sua reazione dipendeva da cosa avrebbe risposto quella ragazza.

     
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31 replies since 30/1/2015, 22:43   576 views
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