Kakurenbo

Role free: Arashi - Sasori - Asgharel

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    Tanto per cambiare, Altre Grane


    ~Un'altra giornata di problemi~


    Quella sembrava essere un'altra delle solite giornate invernali in cui il gelido vento soffiava per le vie di Konoha mentre il cielo limpido, interrotto di tanto in tanto da una sfuggente macchia bianca simile ad una nuvola, permetteva al sole di riscaldare appena ciò che riusciva ad irradiare, finchè una nuova folata di vento ne spazzava il labile tepore.
    A volte quelle potevano considerarsi giornate bellissime, da passare a casa o nella casa da the ad osservare il cielo sorseggiando magari una calda tazza di the o una sana bottiglia di sakè caldo, ma alla fine per Atasuke si era solo trasformata nell'ennesima ronda all'interno delle mura per controllare eventuali movimenti sospetti.
    A causa di quanto accaduto non troppo tempo addietro con l'incidente del Gobi, infatti, il corpo di guardia delle mura aveva ricevuto ordini straordinari occupandosi anche delle ronde di pattuglia all'interno del villaggio in supporto al sempre più sguarnito corpo di polizia.

    °Odio queste giornate gelide di ronda... Ed odio ancora di più il fatto che ci sia anche quell'idiota di Sougo... Spero che almeno questa volta il bastardo non combini qualcos'altro di spiacevole°


    Lanciò rapido un'occhiata alle spalle cercando con lo sguardo il biondino che doveva essere il suo supporto in caso di combattimenti giusto per vederlo, nuovamente, intento a manipolare la giovane mente di un bambino per convincerlo a picchiare il suo amichetto per un lecca-lecca.
    Una vena parve iniziare a pulsare sulla fronte di Atasuke che senza una parola si avvicinò di soppiatto al compare mollandogli un sonoro cazzotto sulla testa.

    «Sougo... Ti ricordo che siamo in servizio, quindi piantala di importunare i bambini con le tue idee sadiche da pazzo omicida e vedi di concentrarti sul lavoro»

    "Atasuke, mi hai fatto parecchio male... Io stavo solo raccogliendo informazioni dai miei informatori... e da quello che so sei tu quello che non sta facendo il suo dovere facendosi i fatti suoi per le vie di Konoha"


    A stento Atasuke trattenne un'altro colpo dato il tono quasi canzonatorio del collega. Ancora una volta si chiedeva come fosse possibile che quel tizio avesse passato l'esame Genin era un mistero, ma ancora più misterioso era come fosse mai stato possibile che quel sadico fosse diventato un guardiano.
    Con voce decisa e ben poco amichevole Atasuke replicò un'ultima volta prima di afferrare con violenza l'orecchio del biondino trascinandolo via.

    «Vedi di fare la persona seria e riprendi il tuo giro di ronda prima che decida di staccarti quest'orecchio una buona volta... anche se per quel che le usi non ne sentiresti certo la mancanza...»


    Poi si voltò con un'ampio sorriso e con un tono completamente diverso e particolarmente premuroso si rivolse al ragazzino che era rimasto giustamente sbigottito dalla assurda scena grottesca.

    «E tu... Impara a non ascoltare le parole di quest'uomo o quando sarai grande rischierai di diventare una cattiva persona»


    Con un ultimo sorriso si voltò salutando poi distrattamente il ragazzino con la mano destra non occupata a trascinare il dolorante Sougo.
    Quando i due ebbero finalmente svoltato l'angolo Atasuke avrebbe quindi mollato il suo compare riacquisendo uno sguardo decisamente serio.

    «Ed ora... Seriamente, che avevi in mente Sougo?»

    "Nulla, mi stavo solo divertend..."

    «Sougo!»


    Tuonò senza lasciare spazio alcuno al "sottoposto" di schivare ulteriormente il discorso.

    "Uff... E va bene Ho visto una ragazza sospetta che si dirigeva verso il quartiere Uchiha ma non volevo stare a perdere tempo per una semplice ragazza sospetta"

    «Devo forse ricordarti come è andata a finire con l'ultima "Semplice ragazza sospetta"!?»

    "N-no... Hai ragione..."


    Quella forse era la prima volta che vedeva Sougo realmente dispiaciuto per ciò che aveva combinato. Forse a poco a poco stava riuscendo a dare un senso a quel ragazzo o forse quella non era altro che l'ennesima farsa del biondo sadico torturatore che era Sougo Okita.

    «Allora dirigiamoci al quartiere Uchiha... Tu resta di supporto, io mi preoccuperò di ingaggiare»

    "Va bene..."


    Il tono di Atasuke era tornato calmo, quasi amichevole, anche se manteneva la precisione militare dell'ordine. La risposta di Sougo invece aveva come una sorta di sibilo sinistro, quasi come se fosse stato un serpente a fare quella falsa promessa aspettando invece l'occasione buona per colpire alle spalle la sua preda.

    [...]


    Atasuke era partito estremamente deciso alla volta del suo quartiere natale cercando di trovare l'elemento sospetto che Sougo aveva intercettato pochi istanti prima. Per sua fortuna, tuttavia, anche se la kunoichi non aveva lasciato tracce del suo passaggio, non ebbe molto da cercare vedendola aggirarsi nei pressi della casa che ormai aveva imparato a conoscere.
    Con un gesto della mano segnalò al compare di fermarsi e di nascondersi in attesa di ulteriori ordini mentre Atasuke stesso si era accovacciato per osservare meglio la scena.

    °Perchè questa casa... Possibile che ci sia un collegamento? Ma soprattutto... che sta facendo quella ragazza? Che stia verificando la presenza di trappole?°


    Un'istante dopo ne ebbe la conferma vedendo che la ragazza stava ormai avanzando pronta ad infilarsi di soppiatto nella casa.

    °Devo seguirla e capire le sue intenzioni!°


    Rapido e silenzioso si mosse a sua volta arrivando fino al limitare della casa ma senza entrarvi all'interno spiando appena ciò che accadeva da uno spiraglio della porta appena socchiusa.
    Ciò che vide aveva dell'incredibile. La ragazza continuava a lanciare mandarini, pronunciando discorsi dissennati con una voce che gli era familiare, ma che per qualche motivo ancora non era stato in grado di ricollegare ad un volto noto.
    Dalla sua posizione sfortunatamente continuava a non poter vedere il volto della ragazza ma solo i suoi capelli castani e l'abito, cosa che comunque non era sufficente a riconoscere chicchessia.
    Decise quindi di rimanere in posizione, pronto ad intervenire in caso di una reale situazione di rischio per il suo compare.
    Poco dopo anche Sasori fece la sua comparsa all'interno della stanza e con evidente e giustificato nervosismo, in fondo una sconosciuta gli era appena piombata in casa.
    Appena udì quelle parole Atasuke scattò aprendo d'un colpo la porta che scorrendò andò a sbattere violentemente contro il fine corsa e con il medesimo impeto estrasse una delle due wakizashi che portava alla vita.

    «Ferma dove sei! In nome dei Guardiani di Konoha! Non hai possibilità di fuga!»


    Proruppe prima di vedere effettivamente con chi aveva a che fare.
    Quando vide infatti il volto della ragazza raggelò per un'istante.

    «S-Shizuka? Che diavolo ci fai qui? Ma soprattutto perchè ti sei intrufolata in casa altrui? Dannazione... Hai forse intenzione di mettermi di nuovo nei casini con il Clan, l'amministrazione o il villaggio intero?»


    Con quelle parole rinfoderò l'arma, ma rimase comunque all'erta. Sapeva infatti che se Shizuka era da quelle parti al 90% delle probabilità anche Ristuko era da qualche parte e probabilmente gli sarebbe saltata addosso da un momento all'altro ed in effetti non poteva dirsi pienamente rassicurato dalla presenza di Sougo.

    «Sasori, non ti preoccuparo per lei, non è qui per farti del male... Quindi non c'è la necessità di usare lo sharingan... Senza contare che qui dentro abbiamo tutti e tre la medesima abilità...»


    Si lascò "sfuggire" cercando di appianare le acque con quella confessione di parità di capacità in quella sorta di assurda situazione in cui tutto poteva esserci tranne che un normale e pacifico convivio.
    Memore di ciò che Shizuka aveva combinato fino a quel giorno e conscio delle pessime abitudini sociali della principessa Atasuke rimase in attesa di una risposta da parte dell'una, ma anche da parte dell'altro nella speranza che tutto non andasse a sfociare in una sorta di poco piacevole rissa di gruppo. Se c'era una cosa che odiava era battersi con dei compaesani, figurarsi quando tutti e due appartenevano in un certo senso anche al suo clan...



    Edited by Asgharel - 31/1/2015, 11:57
     
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31 replies since 30/1/2015, 22:43   576 views
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