Kakurenbo

Role free: Arashi - Sasori - Asgharel

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~La goccia che fece traboccare il vaso~


    Inutile dire che alla fine della fiera Shizuka come suo solito sembrava divertita nello sfottere Atasuke, come d'altronde aveva ormai la pessima abitudine di fare un po con tutti, scordando spesso che le sue azioni avevano anche un'effetto su ciò e chi la circondava.
    Quasi a stento si trattenne nell'ascoltare le buffonate della ragazza in risposta alle sue domande rinfoderando l'arma.

    "Beh?! E a lui l'educazione chi gliel'ha insegnata?! Quindi se irrompo dal portone principale va bene, ma se sono più discreta e pudica e ti entro dalla cucina no? Guarda che oggi Sasori non aspetta visite, e neanche domani. L'ufficio è chiuso, e adesso io e te ci siamo cacciati in un bel guaio... li vedi gli occhietti con le rotelle?"

    °Sempre la solita... Evidentemente non ha imparato nulla in questi ultimi mesi in cui non ci siamo più visti°


    Atasuke sbuffò fingendo di abbozzare una risata, cercando di celare il fastidio che iniziava a provare nel sentirla ancora comportarsi come una bambina viziata.

    «Forse. se TU non avessi violato l'altrui proprietà neppure io avrei dovuto irrompere in casa di Sasori... Ci hai mai pensato? Se solo per una volta ti comportassi come una persona civile eviteresti a me e a tutti gli altri tonnellate di casini»


    Lo sguardo di Atasuke dal solito sorridente era diventato serio, quasi duro. Già in quel momento Shizuka avrebbe dovuto capire che non poteva più scherzare a lungo, tuttavia sembrava che quello non fosse effettivamente il suo desiderio.

    "Invece di seguirmi come un topo avresti dovuto fermarmi e chiedermi cosa pensavo di fare, sei così tremendamente teatrale... mi viene voglia di ammazzarti, certe volte, davvero."

    °Credimi, oggi il desiderio è reciproco°


    Pensò tra se continuando a lanciare occhiate all'amica cercando con attenzione le parole con cui risponderle nella speranza che per una volta gli desse ascolto.

    «Shizuka... Cara Shizuka... Devo forse ricordarti quanto accaduto al villaggio poche settimane orsono? Quando una stronza Yamanaka ha pensato bene di provare a liberare il Gobi per distruggere il villaggio? Lo sai meglio di me che che tuo zio è a corto di uomini e che la polizia ha affibbiato a noi guardiani dei turni di ronda aggiuntivi per coprire la carenza di personale... Credo che facendo girare quella mezza rotella sana che ti è rimasta potresti addirittura arrivare a capire perchè ho preferito seguire una figura sospetta che si addentrava dentro una casa... E scusa se dopo mesi che non ti fai vedere mi son permesso di non riconoscerti»


    Il tono di Atasuke si manteneva serio. Era chiaro che non stava scherzando e che non era assolutamente in vena di continuare con le buffonate o i giri di parole.
    Per quanto Shizuka non stesse, apparentemente, facendo nulla di illegale, Atasuke sembrava non poterle concedere oltre di comportarsi come una bambina viziata che ostinatamente voleva continuare a giocare con tutto ciò che la circondava fregandosene di ciò che poteva provocare.
    Ignorò poi la velata minaccia nella proposta di preparare il the e si avvicinò osservandola mentre con nonchalance iniziava a smaltarsi le unghie. Non sapeva il perchè ma sentiva qualcosa che non gli piaceva nell'odore di quello smalto. Certo, era il solito odore di smalto già sentito parecchie volte a casa della sua vicina quando di tanto in tanto si facevano compagnia nel tempo libero, tuttavia percepiva una nota strana.
    Tralasciò poi le parole di Shizuka sui suoi biscotti continuando ad avere un pessimo sospetto, sospetto che poco dopo iniziò a confermarsi essere la realtà.
    Iniziò infati a sentire una sorta di formicolio alle dita ed un pizzicorio ai muscoli e gli venne in mente solo una cosa: Veleno.

    °Dannazione! Ecco che aveva quello smalto! Un veleno paralizzante! Questa volta giuro che non la passa liscia!°


    Non potè fare altro che pensare. Il veleno aveva ormai iniziato a fare effetto ed Atasuke non aveva modo di muoversi dalla sedia su cui si era seduto, anche se con lo sguardo torvo continuava a puntare Shizuka che nella sua teatralità iniziò ad esporre i dettagli del suo veleno e del motivo per cui si trovava in quel posto. Circumnavigò il tavolo avvicinandosi a Sasori facendo partire un'enorme sproloquio sul perchè era li e su tutta quell'ondata di fesserie in merito alla follia di Sasori legata alla lunga prigionia.
    Certo era che per Sasori quella non era stata una passeggiata al parco, tuttavia Atauke non poteva sopportare oltre la teatrale stupidità con cui Shizuka continuava a muoversi.
    Giunse quindi quella sorta di folle monologo in merito all'animo candido di Atasuke e della sua "venerazione" per il capoclan. Venerazione che non c'era mai stata e che mai Atasuke avrebbe avuto intenzione di intraprendere. Era evidente che ancora una volta Shizuka aveva sbagliato alla grande le sue valutazioni.
    Quando poi lei ed il falso Atasuke uscirono dall'edificio, con enorme sforzo cercò di ingurditare qella specie di pastiglietta ed attese i rapidi effetti dell'antidoto.

    °Questa volta Shizuka l'hai fatta troppo grossa... Prega solo che riesca ad arrivare a te in tempo per fermare Sougo...°


    Intanto, fuori dalla casa Sougo osservava la scena ben nascosto e pronto ad intervenire.
    Fin dai primi momenti quel sadico immaginò che in quella scena c'era qualcosa che non andava. Non solo Atasuke era a spasso con la presuna terrorista, ma soprattutto non aveva ancora dato alcun segnale. Un inquietante sorriso di dipinse sul volto del biondino, il quale non stava godendo propriamente della possibilità che Atasuke fosse fuori gioco, quanto probabilmente del fatto che quella poteva essere per lui un'occasione di farlo fuori "legalmente". Anche se prima, nel suo sadismo aveva in insano desiderio di aprire in due la ragazza con cui stava passeggiando.
    Silenzioso come un topo scivolò nell'e ombre pronto a scattare addosso alla ragazza che cercò di prendere alle spalle puntandole la lama del tanto alla gola.

    "Heilà puttanella... Ti va se facciamo quattro passi in un vicoletto buio? Non ti preoccupare, ti proteggo io..."


    Inutile dire che in caso di reazione violente Sougo avrebbe mollato la pressa arretrando con un balzo leccandosi le labbra con gusto. Ormai era nel pieno del suo sadismo.

    "Uhhh Sembra che la puttanella abbia le unghie... Sarà divertente"


    Sibilò con il suo sguardo omicida direttamente puntato sulla ragazza.
    In quel momento, Atasuke, che si era perfettamente ripreso arrivò lanciato di gran carriera puntando direttamente su Shizuka, la quale, a quel punto se lo sarebbe visto arrivare davanti mentre caricava una potente sberla diretta al pieno del volto della ragazza.

    Se ella avesse deciso di intercettarla o di evitarla in qualche modo, l'altra mano di Atasuke, la sinistra, sarebbe immediatamente scesa all'impugnatura della seconda wakizashi posta al fianco destro portando un rapidissimo colpo con l'impugnatura dell'arma, diretto all'addome della ragazza per spezzarle il fiato.
    Se ancora avesse puntato a parare, allora una testata sarebbe piombata sul viso della ragazza, ormai impegnata ancora a tenere ferme le mani di Atasuke.
    Mentre nell'eventualità che ancora la ragazza avesse tentato di evitare i suoi colpi, una feroce vampata sarebbe partita dalla bocca di lui, puntando direttamente al volto di Shizuka, noncurante delle ustioni che poteva provocare.

    «Sougo! Vedi di darci subito un taglio o giuro che questa volta ti riporto al comando a tocchettini!»

    "Ma... Atasuke, Io..."

    «Taci!»


    Un solo sguardo verso il compagno. Uno sguardo carico d'ira. Non di odio, solo semplice e pura ira, sufficente a costringere il biondino ad abbassare lo sguardo.
    Poi lo sguardo si portò su Shizuka. Semmai la ragazza avesse deciso di guardarlo negli occhi avrebbe visto in lui qualcosa di diverso. Uno sguardo ben lungi dall'essere simile a quelli che le aveva sempre riservato. Uno sguardo che tuttavia non conteneva odio puro nella sua irosa forma, bensì una sorta di amore, simile a quello di un genitore che bruscamente rimprovera un figlio.

    «Venendo a te Shizuka... Quando pensi di finirla di fare la cretina eh!?»


    Tuonò zittendo bruscamente ogni eventuale tentativo della ragazza di ribadire o di esprimersi da li sino alla fine del suo discorso.

    «Non solo hai pensato bene di intrufolarti in casa altrui, non solo stai cercando di rapire un ninja di Konoha... Ma hai la faccia tosta di provare anche a dirmi che non ti posso capire? Che "forse" lo stai facendo per un bene superiore? Che stai cercando di difenderlo dal clan?»


    Inspirò rabbioso con il naso prima di riprendere ancora una volta la sonora ramanzina.

    «Piantala con queste STRONZATE e vedi di crescere una buona volta! Cosa ti fa credere che io stesso avrei permesso una cosa del genere eh!? Cosa ti fa pensare che agire così spudoratamente ti avrebbe permesso di uscirne indenne? Quando cazzo lo capirai che non posso continuare a proteggerti se continui così ardentemente a cercare di distruggerti e di distruggere tutto ciò che hai intorno a te!?»


    Atasuke scosse la testa, quasi come a non voler credere a ciò che stava dicendo ed a ciò che stava per dire, mentre il suo tono iroso andava, poco alla volta, a svanire.

    «Quando capirai che le tue azioni hanno delle ripercussioni sulle persone e su ciò che ti circonda? Quando comprenderai che con questa tua condotta assurda ed ingiustificata finirai solo con il farti ammazzare? Tu vorresti difendere il villaggio e chi ti è caro e questo lo capisco... Ma non pensi che se continui con questi stupidi e teatrali colpi di scena non puoi fare altro che attirare altre sventure su di te? Hai mai provato a pensare quanto tu mi abbia rovinato la vita con le tue azioni da quando ci siamo conosciuti? Ci hai mai pensato?»


    I suoi occhi smisero di essere irosi, mentre rimase quell'alone di amore, forse paterno, forse platonico o forse di altra natura, mentre il tono si era ormai raddolcito.

    «Se vorrai aiutare Sasori io sono ben disposto ad aiutare entrambi, a patto che sia fatto come si deve. Ne lui ne io abbiamo motivo di continuare con questa stupida messa in scena, quindi, se davvero vuoi aiutarlo, fallo come farebbe un'amico. Lui non ha vincoli che gli impediscono di uscire dal villaggio»


    Ed a quel punto tacque.
    Non aveva altro da aggiungere, mentre Shizuka aveva molto da aggiungere ed Atasuke non avrebbe accettato nessuno scherzo, nessuna battutina ne comportamenti stupidi da bambina viziata. Voleva farla ragionare ed evidentemente quello era l'ultimo modo che poteva tentare per dare una raddrizzata a quella ragazza.
    Se ci fosse riuscito, avrebbe proseguito a sua volta con i due, andando fino in fondo a quanto stava per accadere, altrimenti, se lei avesse proseguito con le sue azioni stupide, si sarebbe diretto a fare rapporto direttamente all'amministrazione del villaggio. Come aveva lui stesso ribadito, non poteva più continuare a proteggerla nella sua ostinata serie di azioni autolesioniste.

     
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31 replies since 30/1/2015, 22:43   576 views
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