Perché non c'è altro posto a cui appartengo

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Le cose che mi sono care



    Ero sicuro di me? Da quando ero stato catturato molta della mia antica sicurezza era svanita e mi ero fatto più cauto e riflessivo. Un tempo ero stato molto più sfacciato e prepotente, a tratti insopportabile. Ma quei tempi erano finiti prima della cattura e la mia unica disavventura non aveva fatto che accentuare il cambiamento. Restai in silenzio e lo lasciai parlare, osservandolo di tanto in tanto ma senza ostentazione per non apparire sfrontato. Ciò che diceva era giusto: non potevo avere certezze riguardo al fatto che Kiri non aveva subito danni. Se vi erano stati in futuro forse si sarebbero manifestati ma era qualcosa che io e né tantomeno Ayame potevamo sapere.



    Le sue ultime parole giunsero quasi come un fulmine a ciel sereno ma non feci altro che chiudere gli occhi, senza battere ciglio. Perché il Daimyo non lo sapeva, ma a quella questione avevo riflettuto così a lungo e così profondamente da aver maturato una disperata consapevolezza del da farsi.




    Sono pronto.



    Lasciai quelle parole sospese in aria per un lunghissimo istante, poi parlai, perché dovevo spiegare. Perché due parole erano facili da pronunciare ma pericolose per la sua importanza ed in virtuà di tale capitale importanza dovevo riempirle del significato che gli avevo dato. Daimyo-sama, ha ragione. Mia moglie è speciale, così come lo sono le mie figlie. Ma per quanto possa essere una donna straordinaria è speciale per me strinsi nuovamente i pugni, conscio che anche solo parlarne era doloroso, ma necessario come doloroso ma necessario sarebbe stato il momento in cui avrei dovuto compiere quel gesto Una volta il precedente Mizukage mi disse che mi preoccupavo solo della mia famiglia. Che proteggevo il Villaggio solo perché dentro c'era la mia famiglia. Non ho mai avuto modo di provare il contrario, perché non mi sono mai trovato nella situazione di dover scegliere tra una persona a me cara ed il bene di tutto il Villaggio. Cosa avrei fatto all'epoca non lo so, ma ora posso dirlo, mio signore. Alzai lo sguardo verso il viso del Daimyo La mia famiglia è speciale per me, ma Kiri è fatta da molta gente. Molte famiglie e nessuna di queste è meno importante di altre: agli occhi dei nostri cari siamo importanti e speciali, ma agli occhi di tutto il resto no. Un Kage non può distinguere: deve proteggere tutti, anche la sua famiglia e non solo la sua famiglia. E se arriverà il giorno in cui sarò costretto a scegliere tra la vita ed il bene delle persone a me care e quella di tutto il Villaggio non potrò sacrificare Kiri per il mio bene. Dopo farò i conti con le mie colpe e con il mio dolore, Daimyo-sama.



    Ero partito dalla fine, non avevo ancora risposto alla sua prima domanda e l'avrei fatto in quel momento, dopo aver dichiarato con forza e sicurezza le mie più pure e veritiere intenzioni Durante la missione ho lottato con tutte le mie forze, Daimyo-sama. Non ero Kage e abbastanza poco probabilmente lo sarei potuto diventare, avevo ben altre responsabilità rispetto a quelle che il clone si è assunto. Ha ragione è stata colpa mia se Kiri è caduta in mano al nemico, ma mi sono trovato in una situazione di assoluta disperazione, svantaggiato dal territorio e nei numeri. Siamo stato distrutti e ancora mi chiedo come sia stato possibile classificare quella missione come un Grado A dinanzi a tale potere e potenza dei nemici e la sua importanza. Avrei avuto ben altri alleati se fosse stata graduata correttamente. Shiltar Kaguya è morto lì, Daimyo-sama. Comprende l'inferno che abbiamo trovato ad Iwa. arricciai il labbro superiore, ancora infastidito al pensiero di come sia stato possibile assegnare un grado così basso ad una missione così pericolosa. Ma nonostante tutte le possibili attenuanti rimane colpa mia se sono stato catturato, ma non ho agito come si comporterebbe il Mizukage perché non ero il Mizukage. Detto ciò restai in silenzio, sperando che comprendesse. Ero vero che ero il Jonin più forte del Villaggio, ma non avrei implorato di confermare quel titolo proprio a me se non ne fosse stato convinto. Volevo essere Mizukage perché potevo essere la persona più adatta a quel compito e solo gli stolti si sminuivano continuamente nel tentativo di apparire falsamente modesti. Ostentare la modestia, del resto, è da superbi.

     
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