Resa di conti o chiacchierata amichevole?

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  1. leopolis
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    «Dialoghi»

    A dire il vero, stando seduto su quella pietra di roccia, a osservare l'ambiente circostante, a perdersi nei riflessi delle acque delle cascate, a pensare alla natura e al ferito Etsuko, Seinji pensava che il foglioso non sarebbe venuto da solo. Probabilmente, - pensava egli, - il ragazzo di Konoha si sarebbe portato dietro quanti, 10 shinobi di livello medio per bloccare Seinji, magari ferirlo, e riportare il nukenin a Kiri, nelle braccia delle persone che si erano ridotte a essere l'ultima ombra di sé stessi? Osservando le lente movenze di Atasuke Uchiha, Seinji non poté che rimanere sorpreso dinnanzi a tanta onestà e arroganza: dopo avergli ferito il fratello, - per non parlare del fatto che Etsuko e Atasuke erano compagni di missione, - l'Uchiha ora si presentava li, dinnanzi a Seinji, in un campo neutrale, ma accettando, dunque, l'invito che Seinji gli aveva proposto. Era venuto li, forse conoscio o forse no, del fatto che vi potessero essere trappole ovunque; del fatto che Seinji possa aver sistemato altri shinobi, nukenin, in giro ovunque, per il solo scopo di catturare Atasuke e portarselo ad Ame. Torturarlo, riversando su di lui la propria Vendetta per il fratello ferito, e poi inviare la sua testa indietro, a Konoha. Ma a che sarebbe servito tutto ciò? Il sangue avrebbe riversato altro sangue; odiando si generava odio. Per non parlare del fatto, che Seinji non voleva avere altro sangue innocente sulle proprie mani, e, anche se la voglia di vendicare Etsuko bruciava ancora forte in lui, cercò di riprimerla il più possibile.
    Seduto, avrebbe atteso Atasuke così, guardando il mondo. Poi, quando questi si fosse avvicinato abbastanza, Seinji avrebbe semplicemente esordito, parlando con voce cauta, atona, decisa, e, forse, un po' ironica:
    «Mi hanno detto,» – iniziò sicuro, senza però guardare Atasuke, - «che non solo avete fallito la vostra missione, ma anzi, che il portatore non se la sia cavata benissimo.» – Disse Seinji, come a voler confermarei suoi pensieri: "Dove passa un gruppo accademico c'è solo morte e desolazione". Poi si alzò dalla roccia, camminando e posizionandosi a 5 metri dal shinobi della Foglia. - «I miei più sentiti complimenti, dunque.» – Disse ancora. - «Siete riusciti a far fallire la mia missione, in contempo facendo fallire anche la vostra. Se mi chiedessero di ripetere ciò che avete combinato, difficilmente ci riuscirei.»
    Rimanendo impassibile e tranquillo, osservò come Atasuke mosse la mano verso la propria katana. Voleva combattere o soltanto difendersi? No. Com'egli stesso aveva detto, era venuto soltanto per dialogare. Ma dialogare di cosa? Di Ideali? Di nobili principi? Gli ideali e i nobili principi erano da entrambi le parti della barricata. Erano sia li che li, poiché sia li che li albergavano uomini di valore; sia li che li c'erano guerrieri, con le loro motivazioni, con i loro ricordi del passato, con i loro ideali.
    «Etsuko è vivo.» – Disse Seinji quindi. - «E vedo che anche tu non sei messo poi così male dopo che Etsuko ti ha lanciato dei spiedi...» – "E tu, in risposta, lo hai attaccato con delle spadate nei punti vitali" – gli venne da continuare, ma non lo fece. - «Inoltre vedo che anche la ferita che ti sei procurato da solo, è sparita.» – Sospirò Seinji, un po' felice di quel fatto, e un po' triste, indicando e riferendosi alla grave ferita che Atasuke aveva subito al fianco, durante il loro primo scontro, durante la carica a testa bassa (prevedibilissima) del team accademico verso il 4 ninja che difendevano il portatore.
    «Non so di cosa tu voglia dialogare.» – Disse Seinji, rispondendo all'inchino. - «Siamo troppo diversi. Siamo nemici.» – Disse. Quindi, ritenendo utile presentarsi anch'egli, lo fece:
    «Io mi chiamo Seinji Akuma. Sono un nukenin, motivo per cui tu ora hai l'obbligo di uccidermi o catturarmi. Sono un ninja di Kiri, e mi ritengo un ninja di Kiri, anche se attualmente abito ad Ame e aiuto la gente del posto a difendersi dal vostro continuo dualismo riguardante il bene e il male. »
    E, calmo, attese anch'egli.
     
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