Resa di conti o chiacchierata amichevole?

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Un duello a Scacchi – Schermaglia Verbale~


    Le mosse si susseguivano una dopo l'altra, ne rapide ne lente. Seguivano in un reto senso un loro ritmo, al pari di una battaglia, alternando momenti celeri a semplici rilassamenti, come le onde di un mare agitato o come due ballerini nel pieno della loro danza.
    Nessuno dei due cedeva ne pareva mostrare deolezze, tuttavia entrambi portavano i loro colpi, l'uno dopo l'altro, studiandosi a vicenda e stuzzicandosi di continuo sperando in un errore dell'avversario.

    “Mio fratello è un ninja. E come tale, probabilmente, non poteva fare altro che obbedire agli ordini.”

    °Evidentemente sto parlando con un cieco...°


    Pensò rassegnandosi al fatto che pur di credere alla propria illusione l'ex-kiriano rifiutava di vedere ciò che aveva davanti a se. Era quasi ironico come un esperto di illusioni fosse tanto abile da illudere se stesso continuamente... Evidentemente era quello il motivo della sua bravura nell'arte illusoria.

    “I migliori possono tornare a casa, solo se la casa è libera. Nel mio caso, sarebbe utile liberarla dalle forze di occupazione di Konoha, prima di tornarvici.”

    «Addirittura? Non mi risulta che Konoha abbia mai occupato Kiri, inoltre... Sono abbastanza sicuro del fatto che i nostri reparti speciali possano essere ovunque tranne che ad occupare in gran segreto Kiri o uno degli altri villaggi...»


    Non riuscì a trattenere l'esclamazione. In effetti non gli risultava che Konoha avesse in qualche modo “invaso” Kiri e non vedeva come questa sua affermazione potesse in qualche modo avere un fondamento, quindi si limitò a schernire neppur troppo velatamente quell'affermazione.

    “Il punto è, che anche i migliori possono morire, se viene affidato loro una missione che non era loro. Kiri non offre morte gratuita ai suoi shinobi. Chi la offre è il Mizukage. Non avrei nulla da ridire, se fossero i kiriani stessi, a essere così buoni e volenterosi da morire per un sunese. E invece è il Mizukage esterno che li spedisce incontro a morte certa.”


    Atasuke si fece pensieroso, osservando la scacchiera e preparando la successiva mossa, decisamente meno aggressiva ma non per questo meno pericolosa.

    «Mi sfugge qualche punto... Mi risultava che il Kage fosse un tal Shiltar Kaguya e non mi risulta che i Kaguya siano un clan esterno a Kiri... O forse mi sbaglio?»


    Le parole rispecchiavano la sua stessa mossa. Erano un semplice bluff, una mossa apparentemente inutile, ma erano l'apertura necessaria per la successiva serie.

    «Detto questo, perdonami se mi ripeto anche a costo d'esser noioso, ma nell'ultima missione a suna eravamo tutti volontari, reclutati sul posto semplicemente dalla domanda di aiuto dei locali. Nessuno ha imposto ne a me ne agli altri un'ordine o un obbligo al di fuori della nostra stessa morale. Ed anche se la cosa ti sembra troppo assurda, altro non è che la pura verità... Nessun Kage ha mandato i Kiriani a morire per Suna, fattene una ragione»


    Concluse in maniera più dura a sottolineare l'importanza delle sue parole. Certo, non stava perdendo la pazienza, tuttavia non tollerava la scelleratezza del nukenin nell'arrampicarsi su delle informazioni tanto tendenziose e fasulle quanto sciocche.

    “Ma nel nostro caso, la pratica mostra che non è così: l'Accademia ha permesso al precedente Mizukage, Shiltar Kaguya, di consegnare una delle forze portanti a ninja foglioso, consegnando così ben 3 bijuu nelle mani di Konoha, e rimanendone solo 1 nelle mani di Kiri. Questa non è forse un'umiliazione?”

    «Ah, dunque mi dici che il Kage è cambiato... Peccato che non ne fossi informato, altrimenti avrei spedito una lettera di augurio con un piccolo resoconto su tuo fratello...»


    Lo punzecchiò prima di rispondere alla tediosa informazione di Seinji.

    «Dunque mi stai dicendo che... Kiri ha fatto dono di uno dei suoi biju a Konoha? Eppure mi sfugge una tale trattativa... E lavorando alle mura mi sarei dovuto accorgere di una delegazione Kiriana che portava un demone al guinzaglio...»


    A quel punto iniziò ad aprire parte della sua formazione, concedendo qualche piccolo pezzo all'avversario e donandogli una sorta di illusorio senso di vantaggio numerico, anche se questo faceva parte di un disegno più ampio. Un disegno che neppure Atasuke conosceva fino in fondo ma che scopriva poco alla volta, una mossa dopo l'altra.

    «Per favore, non dirmi cose che non hanno senso... Non insultare la mia o la tua stessa intelligenza con delle farneticazioni fondamentaliste che perdono di significato dopo appena due parole... Che la cosa ti piaccia oppure no è il Kage a rappresentare il villaggio ed i suoi interessi e da quel che so l'accademia non ha titolo di nominare i Kage, ma sono i villaggi stessi che eleggono i loro Kage e Kiri mi risulta faccia lo stesso al pari di tutti i villaggi.»


    Lanciò quindi un'occhiata al suo avversario analizzandone le successive intenzioni ed ascoltando il resto del suo discorso che evidentemente non era finito.

    “Non montarti la testa: non uccido per il piacere di uccidere.”

    °Lo credo bene, altrimenti saresti ancora più stupido di quanto già non sei...°

    “E non ho motivo di entrare nel conflitto con te al di fuori da quella missione fallita. Il mio unico vantaggio è uno scambio di opinioni. Il mio vantaggio è non crearmi altri svantaggi. Mi sono messo in testa di rimettere Kiri in sesto, e per farlo mi servono alleati. Non che veda in te un possibile alleato. Come dissi all'inizio: sei un accademico, e difenderai il Mizukage di Kiri. E perciò sei un nemico. Io in te ci vedo però qualcosa in più di un semplice nemico. Una possibilità, esattamente. La possibilità di comprendere l'Accademia più a fondo di quanto non abbia già fatto.”


    Un sorriso. Null'altro aggiunse Atasuke a quelle parole. Seinji aveva evidentemente mostrato il suo gioco, o almeno in parte, tuttavia Atasuke era di ben altre intenzioni. Certo, non era minimamente intenzionato a divenire alleato di quel nukenin, men che meno aveva intenzione di dargli le informazioni che quel tale poteva usare contro di lui o il villaggio stesso.

    «E dimmi... Come pensi di rimettere in sesto il villaggio? Prendendolo con la forza autonominandoti Kage come i peggiori despoti? Istigare i Kiriani alla rivolta uccidendosi tra loro in una stupida ed inutile guerra intestina? O magari distruggendo l'accademia, dividendo ed isolando i quattro villaggi per scatenare una nuova guerra ninja in modo che tutti possano soffrire mentre tu giungi come un salvatore aiutando Kiri a rialzarsi e guadagnandoti così la fiducia ed il titolo di Kage?»


    Era ironico, tuttavia nella sua ironia si celava una grossa fetta di realtà. Volava sapere come era intenzionato ad agire Seinji, in parte eventualmente per prevenire tali azioni, ma principalmente per scoprire che cosa ronzava in quella testa tanto convinta ddelle sue idee da non vedere nulla al di fuori del suo obbiettivo. Certo, quella spesso poteva essere un'ottima abilità, ma molto più spesso porta a non vedere quei piccoli dettagli utili a non essere presi alle spalle.
    Aspettò una risposta a quella domanda prima di proseguire sul suo discorso.

    «Detto questo però restano alcuni punti nella tua teoria che non hanno alcun senso... Ad esempio: Che cosa ti rende un paladino della giustizia al punto tale da poter dire che la tua visione è quella giusta e non quella del Mizukage? O degli amministratori di Kiri, o ancora del villaggio stesso che li ha eletti? Sei talmente convinto di te stesso che ignori ciò che ti circonda. Osservi solo il tuo obbiettivo, ignorando ciò che è il mondo che lo circonda...»


    Si diede una breve pausa muovendo il pezzo successivo riprendendo fiato prima di tornare al suo discorso.

    «Dove tu vedi un Kage “sbagliato” io vedo un uomo eletto dal suo popolo come guida e che sicuramente agisce nel bene del villaggio, per quanto tu possa non condividere una sua decisione. Dove tu vedi un'alleanza distruttiva, io vedo una possibilità di crescita insieme, dove diverse culture e diversi modi di agire si incontrano e si confrontano migliorandosi a vicenda. Dove tu vedi un'associazione criminale che manda altri a fare il lavoro sporco, io vedo un'alleanza in cui tutti volontariamente si aiutano e si proteggono a vicenda»


    Ad ongi confronto corrispondeva una mossa, mirata a destabilizzare la difesa dell'avversario, costringendolo a sua volta a difendersi senza grosse possibilità di contrattacco dato che gli attacchi si coprivano l'un l'altro.

    «Sai una cosa? Per quanto in me tu possa vedere una possibilità per comprendere l'accademia, io vedo che non ne hai modo alcuno. Sei come un cieco che vuole farsi mostrare il mondo da un passante. Parti da troppi presupposti e non accetti il mondo per quello che è: Un luogo in cui le persone fanno decisioni differenti dalle tue.»


    Un'altra piccola staffilata mentre con un sorriso la mano muoveva il pezzo successvo.

    «Per fare un esempio non accetti il fatto che fosse stato tuo fratello stesso a decidere di aiutare Suna, e non è stato né un Kage ne l'accademia ad imporglielo. Allo stesso modo non vuoi vedere che non è un ente accademico ad imporre ad un villaggio a chi dare i suoi Biju ma rimane una decisione del Kage stesso. Non vuoi vedere che il Mizukage, per quanto possa starti sulle palle è stato eletto dal suo villaggio e non è stato imposto da altri e che quindi rispecchia le decisioni del villaggio. Tu vuoi solo vedere ciò che vuoi vedere: Un ordine sbagliato, Una decisione sbagliata, Un Kage sbagliato... E non esiste cecità peggiore di chi non vuole vedere»


    Non aggiunse altro, passando la palla al suo avversario. Non avave perso di vista nessuno dei due discorsi, ne quello verbale ne quello sulla scacchiera.
     
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19 replies since 11/2/2015, 21:19   196 views
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