Hankachi-Otoshi

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  1. Arashi Hime
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    R I D D L E:
    You have to learn the rules of the game. And then you have to play better than anyone else.

    3 ... 2 ... 1 ...!!!




    divisore




    Quella in cui Atasuke Uchiha si svegliò, schiudendo gli occhi al tocco dei raggi del sole che filtravano dalla finestra, era una splendida mattina di inizio primavera. Erano le otto in punto, né un secondo in più, né un secondo in meno.
    Il cielo terso, picchiettato da una scia di nubi color panna, accompagnava come un maestro di musica esperto i canti degli uccellini risvegliati dai loro nidi mentre il vento, solo pochi mesi prima dispettosamente tagliente e freddo, stava cominciando a scaldarsi, portando con sé il profumo dei fiori appena sbocciati e dell'erba rinfrescata dalla rugiada del mattino.
    Era perfetto. Un giorno perfetto. Forse non ce n'erano mai stati di migliori negli ultimi anni, addirittura –avrebbe forse pensato il giovane Chunin.
    Fuori dalle imposte della sua finestra il Villaggio sonnecchiava ancora, come spesso capitava con l'arrivo di una nuova stagione, ma lui si sentiva così pieno di energie da sapere di non aver tempo da perdere. Come aveva imparato da quando era divenuto Guardiano delle Mura di Konoha, onorevole membro della Polizia di Villaggio, la mattina poteva offrire molte opportunità da non lasciarsi sfuggire, ed era incredibile quanto si poteva realizzare prima delle nove del mattino, in effetti. E lui, di cose da realizzare, ne aveva di certo moltissime... e se anche così non fosse stato, in una giornata talmente meravigliosa, come poteva non trovarne?
    Già, come poteva?


    … Asobimashoka? ♥




    La scritta gli sarebbe apparsa di fronte agli occhi un secondo dopo in cui lui avesse aperto la porta di casa per gettarsi nelle vie del suo amato Villaggio, pronto a godersi il profumo della primavera nel suo massimo momento. Incisa nel terreno del suo giardinetto con una calligrafia infantile un po' tremolante, l'unica cosa che dava a intendere la sicurezza delle intenzioni era il cuoricino accanto al punto interrogativo, disegnato con una cura da perfezionista.
    “Giochiamo?”
    La “a” dell'inizio domanda pendeva un po' troppo pericolosamente verso destra, ma stranamente la “S” della metà andava nella direzione proprio opposta, quasi fosse stata scritta da una mano diversa, con diverse intenzioni e aspettative. L'unica parte dritta di quell'invito era il punto interrogativo, che combaciava perfettamente nel suo centro con armonia.
    […] C'erano svariati motivi per cui Atasuke sarebbe potuto rimanere interdetto di fronte a quel messaggio, e il primo di questi era certo la scarsa intimità con chicchessia al Quartiere in cui viveva perché qualcuno dei suoi membri si permettesse di rovinargli il giardino di casa in quel modo bislacco.
    Chi poteva essere?
    La domanda, per quanto lecita fosse, parve però non essere quella che il giovane Shinobi si sarebbe dovuto porre, perché a dispetto della risposta che egli si fosse dato, nel momento in cui avesse compiuto un passo avanti qualcosa alla sua destra, schizzando con velocità dalla chioma dell'albero del giardino dei vicini, si sarebbe piantato di fronte a lui.
    Una freccia rosa, su cui era legato un foglio...
    … che senza il minimo tocco si sarebbe aperto, srotolandosi per terra in modo plateale e ostentato di fronte all'unico destinatario.
    Per quanto irreale questo avrebbe potuto apparire, sarebbe stato del tutto inutile che il Chunin cercasse di buttarsi verso l'albero di serenella per tentare di catturare il responsabile di quell'irritante giochetto: non avrebbe trovato assolutamente nessuno. Nessuna traccia, nessun odore, nessun piccolo indizio. In compenso, però, si sarebbe beccato un sasso dritto dritto sulla fronte.
    Come il sasso sarebbe arrivato a colpire lo Shinobi, a dispetto dei suoi riflessi invidiabili e della sua raffinata qualità di percezione era pressocché un mistero. Che adesso, però, cominciava a farsi vagamente preoccupante.
    Non rimaneva altro da fare che leggere il contenuto del messaggio:


    Guarda il Sole. Guarda l'ombra.
    La sfera è tonda!

    Corri, corri.
    Non c'è tempo.

    Cerca il posto in cui il Drago,
    senza indugio,
    il serpente incontra.

    Ecco la direzione!
    C'è solo una soluzione!

    Dove guardi?
    Chi scorgi?
    Il sole già punta,
    l'ora è ormai giunta,
    riesci a capire?

    Due zampette,
    due codine,
    due, due, due!

    Tic, toc, tic, toc!

    ...emh, hai capito vero?!




    Il rotolo era di carta sbiadita, abbastanza vecchia da crederla di una generazione passata, ma disegnata con una cura tale da far dimenticare quel particolare.
    Accanto alla scritta, segnata con inchiostro azzurro vicino ad un cerchio tondo separato in dodici spicchi -nella cui perfetta metà vi era un sole- c'erano diversi disegni di foglie, fiori e stelle, che accompagnavano con un certo buon gusto di stampo due-cinque anni “l'affresco” originale: un drago che ballava stretto stretto ad un serpente, legato ad esso per mezzo di un filo di cotone.
    Entrambi gli animaletti erano vestiti a gran festa, il primo con un kimono maschile elegante e ben curato, il secondo, un po' più trasandato, doveva essere una femmina perché indossava un kimono da donna variopinto e potenzialmente meraviglioso, ma messo irrimediabilmente male. In effetti c'era qualcosa di strano in quella coppietta... il draghetto era reso “bellissimo” da una corona di cuori e diverse stelline che lo facevano brillare come il sole (da non dimenticare anche una distesa di fiori tutti sbocciati sotto gli artiglietti), ma il serpente aveva invece ben due fuochi fatui attorno alla testa e una risatina scritta in un Hiragana tremante alle spalle.
    […] La Signora Serpente doveva essersi guadagnata lo spregio di qualcuno, a quanto pareva.
    A prescindere dall'interpretazione del disegno, comunque, il contenuto del foglio era un indovinello da bambini, tipico della tradizione e pertanto abbastanza intuitivo, scelto evidentemente con poca attenzione, o forse con un'attenzione che pretendeva la giusta risoluzione e il conseguente inizio del gioco. Il resto del contenuto, però, diventava enigmatico. E irritante. Soprattutto la frase “hai capito, vero?” quasi chi avesse scritto dubitasse dell'intelligenza dello Shinobi a risolvere la questione.
    Benché la pazienza di Atasuke Uchiha fosse proverbiale in tutto il Villaggio della Foglia, come avrebbe reagito arrivati a quel punto? Avrebbe cercato di arrivare a capo della vicenda, oppure no?
    Con ogni probabilità, si...
    … e non perché egli avesse probabilmente una reale intenzione a farlo, ma perché sul fondo del foglio, avvolta attorno ad una foglia verde, vi era una ciocca di capelli.
    Erano capelli di uno splendido castano, setosi e ben curati, brillanti alla luce del sole del mattino. Quel ciuffo cominciava già a disperdersi, e se lo Shinobi avesse cercato di prenderlo in mano questo si sarebbe semplicemente perduto nel vento, lasciando dietro di sé solo un soave profumo di fiori...

    Ecco.
    Ora la questione cominciava a cambiare.

    Sotto alla foglia, circondato da un cerchio di punti esclamativi, c'era un altro messaggio.

    Sbrigati.





    divisore




     
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17 replies since 22/3/2015, 21:07   1213 views
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