Hankachi-Otoshi

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Altri Enigmi, o forse no?~


    Atasuke non rimase sorpreso nel vedere che in realtà non vi fossero illusioni di alcun genere attive. Da un certo lato aveva un senso di sollievo, ma dall'altro era decisamente più preoccupato, dato che tutti quei disastri evidentemente non erano una semplice illusione, ma qualcosa di estremamente reale. In particolar modo notò che anche l'attaccamento del giovane genin era estremamente reale, tanto qanto infantile nella sua natura. Il ragazzo infatti era rimasto incollato proprio perchè le sue mani erano piene di colla. Ad una prima analisi sembrava colla per bambini, ma era chiaro che qualcosa non andava. Quel tipo di collanti generalemnte era studiato, appunto, per l'utilizzo da parte di bambini, quindi comunque facile da staccare anche nell'eventualità in cui l'utilizzatore se ne fosse riempito le mani.

    °Strano... Ancora una volta sembra quasi trattarsi dello scherzetto di un bambino, piuttosto che una reale minaccia... Eppure anche qui siamo decisamente oltre la semplice “burla”°


    Pensò tra se con uno sguardo preoccupato ma allo stesso tempo divertito. Da un lato stava quasi iniziando a prenderci gusto in quella sorta di gioco, o quantomeno trovava ilare il modo con cui quel genin era rimasto bloccato, ma la logica della sua mente lo manteneva ferreo e fisso sull'obbiettivo: Quegli scherzi dovevano avere una fine.

    «Tu, prenditi cura del ragazzo, è svenuto ma non ha subito danni, cerca un modo per chiamare un medico o qualcuno con del solvente per liberarlo dalla colla.»


    Ordinò perentorio ad uno degli astanti che aveva fatto l'errore di assecondare la propria curiosità rimanendo a guardare, prima di recuperare l'ennesimo biglietto, trovandovi l'ormai “consueto” giro di parole.
    Poi, deciso, si rimise in marcia a pieno ritmo, diretto a villa Kobayashi, dove il pinnacolo di fumo continuava ad elevarsi, stagliandosi nel cielo limpido.

    […]

    “Atasuke, mi dispiace averti fatto venire fino a qui. Ero stata chiara con le ragazze di rimandare indietro chiunque arrivasse.”

    «Non devi dispiacerti... Certo avrei preferito un'occasione migliore per fare nuovamente vista a villa Kobayashi, ma sembra che gli dei abbiano deciso diversamente...»


    Rispose sorridente, anche se i suoi occhi rimanevano concentrati sull'obbiettivo, scruando con attenzione l'oggetto, nella vana speranza di trovare una soluzione, o quantomeno un'indizio utile a chiudere quell'assurda situazione.

    “...Va tutto bene? ”


    Si limitò a risponderle voltando per un'istante il volto verso di lei, guardandola con un leggero inarcamento del sopracciglio destro, quasi come a volerle chiedere: “Secondo te?”. Da un lato non si poteva infatti negare che Atasuke stesse bene, ma era ovvio che in una situazione simile c'era qualcosa di sbagliato, qualcosa che andava risolto, qualcosa che decisamente non stava andando affatto bene.

    “Brutto demente.”


    Rispose lei di rimando, ma Atasuke non le diede corda. Seppur non la conoscesse bene, ormai iniziava ad essere avvezzo ai suoi modi nel “privato” ed al di fuori degli incontri ufficiali.
    Poi udì un rumore, come di una pigna che sbatte contro una testa e subito dopo Shizuka lanciò un'urlo. Certo non si trattava di un'urlo di dolore, tuttavia bastò per attirare immediatamente l'attenzione di Atasuke, ma soprattutto di Ritsuko, la quale non ci mise più di mezzo secondo per raggiungere la padrona ed accusare, quantomeno con il suo sguardo carico d'odio, Atasuke, l'evidente colpevole della caduta di una pigna.

    “Dannazione pesava mille chili quella cosa maledetta, lo giuro!”

    «Suvvia, era una pigna, non mi pare che le pigne siano mai state...»

    “Hara maa... in effetti è proprio pesante!”


    Lo interruppe Mayuko, cercando di sollevare la pigna con una ben visibile fatica. Sembrava quasi che quella pigna pesasse svariati chili, oppure che la domestica era talmente fuori forma da sollevare a stento anche i propri vestiti anche solo per vestirsi, ma questa ipotesi era da scartare a priori, specialmente da parte di quella donna.
    In un primo istante Atasuke si limitò ad osservare le due, continuando a meditare sul pacchetto e sul collegamento che ci poteva essere tra la pigna e tutto il resto, quando notò la furia con cui Shizuka voleva lanciare via quella pigna. Nulla di anormale da un certo punto di vista, se solo non fosse che con noncuranza aveva deciso di puntare direttamente contro la scatola.
    Per un'attimo il tempo sembrò congelarsi, mentre Atasuke osservava stupito l'assurdità di quel gesto. Certo non c'erano i presupposti per prevedere alcun chè, tuttavia, gettare un'oggetto, specialmente molto più pesante di quanto non dovesse essere, contro un'oggetto misterioro, evidentemente carico di chakra o comunque creato con un misterioso meccanismo fumogeno sconosciuto, non era una delle migliori mosse che potevano essere fatte.

    °Stupida°


    Non ebbe tempo di pensare ad altro, allontanandosi con un rapido balzo, più per istinto e diffidenza che per reale necessità.
    I suoi riflessi erano rapidi di natura ed il suo istinto, fino a quel momento, lo aveva servito bene ed anche in quell'occasione aveva fatto il suo dovere, permettendogli di sfuggire alla detonazione del pacchetto, o della pigna stessa. L'unica cosa che non riuscì ad evitare, seppur per poco, fu l'onda d'urto della detonazione che lo squilibrò nel gesto, facendolo atterrare malamente, seppur senza danni evidenti oltre a qualche macchia sigli abiti ed una leggera bruciatura sul cuoio degli stivali.
    Atterrò sulle punte dei piedi, ammortizzando l'atterraggio, ma l'onda rese il suo gesto decisamente sgraziato, portandolo a poggiare il ginocchio sinistro a terra al termine dell'azione.
    [Slot Difesa]
    Si guardò intorno, cercando le tre donne, e vide che tutte, ad eccezione di Ritsuko, erano a terra sdraiate. La Kumori, invece, era già pronta a reagire e si stava rialzando, preparandosi ad altre eventuali sventure.

    “Qualcosa si è mosso più veloce dei miei riflessi.”

    °Cosa?°

    “Mi sono sentita tirare un calcio sulla pancia e sono stata sbalzata indietro, io non...non...”


    °Un Calcio? Sembra quasi come quell'uomo sul tetto che si è sentito spingere da una manina anche se non aveva visto nulla...°


    Le due donne, ovvero Shizuka e la sua guardia del corpo, si scambiarono un'interessante serie di esclamazioni, anche se queste erano fondamentalmente inutili per spiegare tutta quella faccenda, che a poco a poco sembrava smatassarsi, o quantomeno un singolo filone da seguire stava iniziando a prendere risalto in tutto quel groviglio di assurdità.

    “Ehi, Uchiha. Vieni qui e stai accanto alla Principessa dei Kobayashi... e magari cerca di non fare nessun danno con la tua disgustosa presenza.”

    «Starò attento affichè non venga fatta detonare anche il resto della villa»


    Rispose ironico all'ordine, decisamente poco garbato e fuori luogo dell'alterata Aoki. Quando questa decise che si era avvicinato abbastanza da permettersi di salutarlo con un'inchino ed andarsene per le sue faccende.
    A quel punto, Atasuke e Shizuka si poteva dire che erano rimasti da soli, eccezion fatta per la capo-domestica, ancora atterrata dall'esplosione appena subita.

    “Va bene, Atasuke... Cosa diavolo sta succedendo?”


    Chiese lei mentre con gentilezza aiutava la domestica a rialzarsi. Atasuke non riuscì a trattenersi dall'aiutarla, afferrando la donna dal lato opposto per aiutarla a mettersi in piedi e poi aiudandola almeno a reggersi prima di lasciarla andare, barcollando, verso la pedana rialzata in legno.

    «Vorrei potertelo dire con certezza, ma non sono ancora sicuro di quello che sta accadendo...»


    Le rispose con un sospiro mentre con gli occhi seguiva, preoccupato, l'andamento oscillante della donna, decisamente simile all'incedere insicuro di un'ubriaco.
    Shizuka ripartì poi con le sue domande, ovviamente, anche se sembrava poco incline a lasciare il tempo ad Atasuke di risponderle, concatenando a ruota libera i suoi quesiti e le sue elucubrazioni. Impossibilitato quindi a risponderle, Atasuke si limitò ad osservarla. In quel momento, forse, ella avrebbe potuto notare che i suoi occhi erano tornati corvini e che lo sharingan era stato disattivato.
    La osservava bonario, quasi con aria comprensiva, quasi come se lei fosse una ragazzina sotto shock e lui il bravo soccorritore che la stava a sentire, anche se quella decisamente non poteva essere presa come una corretta definizione della situazione che si era venuta a creare.
    Poco alla volta, ella sembrò avvicinarsi ad Atasuke, stringendole la divisa tra le dita, ma la scena venne bruscamente interrotta da una caramella, mezza leccata, che finì per schiantarsi in mezzo alla fronte dell'erede dei Kobayashi.

    “VOLEVO SOLO FARGLI UNA CAREZZA SUL VISO!”


    Sbraitò lei, evidentemente alterata, anche se forse schifata era il termine più adatto per definirla. Per tutta risposta, un'altro dolciume la colpì, questa volta sulla nuca, finendo per incollarsi nei capelli. Una condizione decisamente spiacevole, specie per una donna, specie se con i capelli lunghi come Shizuka.

    “A-atasuke, per caso quella tua vicina di casa brutta e fastidiosa a cui piaci tanto è morta e mi sta perseguitando sotto forma di spirito, oppure che cosa...?”

    «N-no, la mia vicina sta benissimo, ma ad ogni modo temo tu ti riferisca piuttosto a sua nipote Ayame...»


    Le rispose senza riuscire a trattenersi dal grattarsi la testa con la mano, in una visibile situazione di imbarazzo. In effetti si poteva dire che fosse imbarazzato del fatto stesso di essere imbarazzato. A ben pensarci, infatti, non aveva motivo di provare imbarazzo, in fondo la sua cara vicina era una simpatica vecchietta e non c'era nulla di male se la nipote, che andava spesso a trovarla, di tanto in tanto passasse qualche ora con Atasuke, specialmente quando la vecchia faceva il suo riposino.
    Non avevano mai fatto nulla di male, quindi perchè mai doveva essere imbarazzato?

    “No, perché ho idea che ci sia qualcuno che mi vuole morta in questo momento... cioè non so... I-istinto femminile, diciamo.”

    «Beh, in effetti non c'è che dire... sembra che molto confermi la tua tesi... Le domestiche assordate, una pigna che pesa come una pietra, una bomba in giardino...»


    Era ironico, anche se in realtà stava cercando di ricollegare tutti i punti tra di loro, elencandoli per tenerli meglio a mente e per cercarne una sorta di collegamento.
    Poi, ogni dubbio venne sfatato, quando, come al mattino, una freccia si conficcò ai loro piedi mentre un messaggio si srotolò autonomamente, rivelando il semplice quanto “scherzoso” contenuto.
    Inutile rimarcare la reazione della Kunoichi mentre Atasuke comprese, definitivamente tutto il disegno.

    °Quindi è ormai palese che è qui che volevano condurmi... Idem il fatto che Shizuka fosse il serpente... Visto come agisce l'artefice di questi “scherzi” mi sembra altrettanto palese che non apprezzi shizuka e questo spiega gli attacchi alla sua persona ogni volta che cerca di avvicinarsi a me... Possibile che l'artefice di questi messaggi sia “geloso” di me? O quantomeno che non mi voglia vedere con Shizuka?°


    Risolti alcuni enigmi, ovviamente se ne generavano altri, ed il successivo era contenuto in un messaggio, consegnato per direttissima con una pietra in piena schiena a Shizuka, mentre il messaggio, chiaramente scritto di fretta, era stato usato per avvolgere il sasso.

    °Il nero e il bianco non si devono mischiare, sai quanti problemi possono altrimenti capitare?!°
    °Quindi è per questo che cercano di tenerci separati?°

    °L'oscurità è troppo profonda, e il bianco mai ritorna, se lì dentro purtroppo affonda!°
    °Possibile che si riferisca sempre a me e Shizuka? Eppure mi sembra quasi che si parli più di filosofioa che d'altro... Ma visti i precedenti messaggi e la stima che sembra avere l'autore per noi, è probabile che si riferiscano alla mia “purezza” o quantomeno a quella che gli altri dicono di vedere in me, mentre evidentemente Shizuka è vista come una persona “oscura”°

    °Ma del serpente il drago ha bisogno se di trovare la strada per fukatou ne ha il grande sogno!°
    °Il grande sogno... è palese che se anche non mi interessasse dovrò perdere la mia giornata per stare dietro a questo “gioco”°


    Pensò tra se mentre Shizuka, che aveva finito di lamentarsi, commentava il contenuto del messaggio. Era ironico quanto, assorto nei suoi pensieri, Atasuke avesse letteralmente ignorato la ragazza che con teatralità si era distesa sulla sua schiena, quasi a volerlo usare come appoggio.

    “Otafuku... Ah, l'anagramma, dico.”


    Atasuke voltò il capo, come a cercare di guardarla in volto, sorpreso dalla rapidità con cui ella aveva risolto quell'enigma, su cui Atasuke neppure aveva cominciato ad arrovellarsi. Possibile che lei fosse tanto fondamentale per risolvere quella serie di enigmi? Certamente ne era convinto l'autore di quegli scherzetti ed in effetti Atasuke poteva notare che Shizuka, nonostante la serie di attentati subiti, sembrava decisamente più in sintonia con il modo bambinesco del burattinaio che muoveva quella assurda partita.

    “E' un anagramma. Da piccola ne andavo matta. Di questi e altre decine di cose strane per una bambina. Comunque sia, al tempo anagrammavo qualsiasi parola e creavo un vocabolario segreto con cui parlare con Ritsuko, era la mia grande passione. Mia nonna piangeva ogni giorno per questo vizio.”

    «Questo spiega il perchè del tuo automatismo nel rielaborare “Fukatou” in Otafuku»


    Scherzò lui in risposta, mentre l'erede dei kobayashi si avvicinava al suo orecchio confidandogli la segretezza dell'informazione.
    In un primo momento Atasuke si chiese che cosa Shizuka avesse in mente, ma quando ne percepì lo scatto, intuì che stava tentando di attirare in trappola l'esecutore degli scherzi, cercando di costringerlo nuovamente ad attaccarla, provocandolo con un'atteggiamento decisamente ambiguo nei confronti di Atasuke.
    Ancora una volta però, Shizuka non ne cavò il ragno dal buco, limitandosi ad ottenere un nuovo messaggio, pieno di bava, direttamente in mano, corredato da un'altro insulto.
    Intercorse un lungo istante di silenzio, durante il quale Atasuke non sapeva bene che cosa dire, ne se fosse effettivamente saggio interrompere quel silenzio con una parola, ma alla fine la giovane Kobayashi decise di riprender parola, anche se con uno sguardo decisamente più incattivito del solito, decisamente in contrasto con il volto serio, seppur molto meno aggressivo, di Atasuke.

    “...Molto bene, Atasuke. ...Dobbiamo andare ad Otafuku insieme, ora, vero?”

    «Così sembrerebbe... Immagino però che prima vorrai cambiarti, ti aspetto all'ingresso della villa»


    Lo sguardo di Atasuke era preoccupato. Non tanto per cio che li attendeva, quanto piuttosto per ciò che attendeva l'autore di quei messaggi una volta che Shizuka avesse avuto modo di mettergli le mani addosso. In effetti non ci voleva un genio o un sensitivo per percepire le intenzioni decisamente poco amichevoli di Shizuka, specialmente visto il tempo record con cui ella si era preparata e lo aveva raggiunto all'ingresso della villa.

    «Direi che possiamo andare allora... mentre andiamo ad Otafuku, ti farò un breve riepilogo con tutto quello che è successo dall'inizio della giornata, forse potresti riuscire a cogliere qualche dettaglio che mi è sfuggito o qualche indizio che potrebbe tornarci utile...»


    Disse prima di mettersi in marcia verso il gate delle mura, tappa obbligata per poter uscire e dirigersi verso il piccolo villaggio di Otafuku.

    [...]


    Giunti al gate, però, quello che sembrava essere un nuovo enigma attirò la sua attenzione.
    Qualcuno, infatti, sembrava aver voluto spendere tempo ed energie per incidere sul terreno una serie di numeri. Ad un primo sguardo, in effetti, non sembravano avere nulla di particolare, ma sospettoso oltre ogni modo, Atasuke preferì non ignorare quei numeri. Forse erano un'altra prova, forse un indicazione o forse erano solo un'inutile tranello per far perdere loro tempo, costringendoli, forse, a pagare nuovamente penitenza.

    «Sembra che qualcuno si sia preso la briga di perdere del tempo per incidere questi numeri... Spero che tu sia brava anche con gli indovinelli matematici, oltre che con gli anagrammi...»


    Ammise, rimirando con attenzione la serie numerica, cercando di coglierne eventuali significati, combinazioni o possibili chiavi di lettura.

    «Ci sono solo tre possibilità: Possono essere un'indicazione per la nostra prossima tappa ed indicare un luogo o delle coordinate, possono essere un'enigma da risolvere o una trappola per tenerci fermi o distrarci abbastanza a lungo...»


    In effetti, per quanto semplici potessero essere quelle tre categorie di azione, insieme creavano un quadro abbastanza ampio in cui potevano analizzare quei numeri.
    Se si fosse trattato di un'esca per una trappola o per far perdere loro tempo, la soluzione migliore era di certo ignorarli e proseguire lungo la via, tuttavia, se invece si trattava di una prova o di un'enigma da risolvere, ignorare il quesito o sbagliare la risposta poteva impedire loro di proseguire o mettere nuovamente a repentaglio la vita di qualche innocente, infine, se si trattava di un'indicazione, ignorarla significava perdere molto tempo per cercare il luogo che stavano cercando e quindi una quasi assicurata penitenza che qualche altro innocente avrebbe dovuto pagare.
    Quale che fosse la soluzione, la mente di Atasuke iniziò ad elaborare delle possibilità seguendo le due teorie del luogo e dell'indovinello, scartando momentaneamente l'opzione trappola, limitandosi a tenere alta la concentrazione per non farsi cogliere alla sprovvista. Intanto, più per scrupolo che altro, proseguì verso il gate, verificando personalente se quei numeri in qualche modo influivano su di esso impedendo loro di passare.

    «Se si trattasse di un'indicazione, mi pare difficile che indichi un luogo o un posto specifico, non riesco ad ipotizzare una teoria valida per tradurre i numeri in nomi o parole che abbiano senso... Difficilmente indicano un'indirizzo o delle coordinate, non mi risulta ci siano valori così ampi da permettere cifre tanto elevate come 65536...»


    Lasciò un breve spiraglio nel suo discorso per la compagna, sempre se ella avesse avuto qualcosa da ridire su quel punto.
    Se ella lo avesse poi lasciato continuare nel ragionamento, avrebbe quindi ripreso con l'analisi dell'opzione dell'indovinello.

    «Se invece si tratta di un'indovinello, mi pare chiaro che ci possono essere diverse soluzioni possibili... Tutti i numeri infatti sono pari e multipli di due, ma soprattutto sono tutti valori esponenziali... Seguendo l'ordine, ipotizzerei che se dovessimo completare la serie, seguirebbero 4294967296, 65536 e così via, eppure non sono così sicuro che sia questo l'obbiettivo di questi numeri... Tu hai qualche idea in merito?»


    E così il “drago”, ascoltò quindi le opinioni del “serpente”, restando attento ad ogni dettaglio, cercando di non farsi cogliere impreparato e cercando di trovare eventualmente altri dati nei dintorni che potessero tornargli utili per risolvere la questione nel minor tempo possibile.



     
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17 replies since 22/3/2015, 21:07   1213 views
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