Problemi nell'Ovest

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  1. Roronoa™
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    Di nuovo in missione!

    Paese del Vento pt. 1



    Possibile che non vi erano altri ninja di Oto da mandare a Suna? Aveva un nemico in Amministrazione, per la terza volta in pochi mesi doveva recarsi nel luogo che più odiava in assoluto.
    A quel caldo asfissiante, preferiva l'umidità di Kiri.

    Convocato nel palazzo centrale, quello danneggiato da Febh per intenderci, fu ricevuto dal diplomatico che si era firmato, nella missiva recapitata al giovane il giorno precedente, come "Robuchi Takata".
    Era un uomo sulla sessantina, ben vestito.
    Dopo la consueta stretta di mano, il funzionario, non di Oto, invitò il ragazzo a seguirlo in uno dei tanti uffici del primo piano.

    Era necessario un approfondito briefing, per evitare che il Genin si fosse trovato meno preparato rispetto ai compagni.
    Non era stato il solo ad essere convocato, Suna aveva allertato Konoha, Kiri e Oto, i suoi alleati, e in quanto tali i tre Paesi avevano promesso un tempestivo aiuto. Alla domanda se fosse stato possibile conoscere in anticipo i nomi dei ninja con cui avrebbe collaborato, Robuchi confessò di non saperlo.
    Il suo desiderio era di incontrare Atasuke Uchiha. Non aveva avuto modo di ringraziarlo.

    Le notizie di cui era in possesso il suo villaggio non erano affatto rassicuranti.
    Centinaia di profughi, tra cui molti bambini, abitanti di una regione remota e dimenticata da una buona fetta della popolazione sunese, avevano raggiunto Suna per chiedere aiuto.
    I loro racconti, stracolmi di orrori, narravano le gesta di ombre, che senza pietà e per nessun motivo, avevano raso al suolo le loro comunità.
    "Impossibile stabilire quanto siano vere le loro parole", aveva confessato il funzionario di Oto, aggiungendo in un secondo momento, che le informazioni a cui fare cieco affidamento il giovane Genin le avrebbe potute avere solo a Suna.
    Quell'incontro aveva lo scopo di fornire una panoramica della situazione.
    Qualcosa di grave era accaduto sicuramente. Un team di ninja sunesi, partiti dal villaggio centrale, non aveva fatto ritorno e un bizzarro accampamento era stato avvistato in lontananza, in territorio accademico.
    Il compito del Genin era semplice: raggiungere la Sabbia immediatamente e porre le sue armi al servizio dell'alleato.

    Prima di essere congedato, Robuchi consigliò al giovane Yotsuki di attendere l'arrivo dei suoi colleghi sotto le mura. Qualcuno si sarebbe fatto vivo.

    [...]



    Giunse a Suna puntuale, come sempre, avvolto in un lungo mantello bianco su cui splendeva il simbolo del glorioso clan Yotsuki.
    Non aveva mai osservato le mura del villaggio da vicino. Erano possenti, e anche se basse rispetto agli standard, riuscivano ad emanare una forte sensazione di protezione.
    Senza perdere tempo, avvertì le guardie del suo arrivo e del motivo per cui era lì.
    Al loro gentile invito ad accedere nel villaggio, Deveraux rifiutò.
    Avrebbe atteso l'arrivo di qualcuno all'esterno, come suggerito dal funzionario, con le spalle appoggiate alla dura pietra di cui erano costituite le mura.
     
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