Problemi nell'Ovest

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  1. -Hidan
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    Problemi nell'Ovest

    Draghi e Nomadi


    E insieme al sole, si stava alzando il sipario su quella giornata e su quella missione.
    Fu così che sopraggiunse, proprio un attimo dopo, un volto a me fin troppo familiare: Meika. Rimasi leggermente stupito, seppur contento, di poterla rivedere dopo così poco tempo, e rimasi ancor più felice di vedere che anche lei sembrava essere diventata un genin. Questa, però, probabilmente impressionata e turbata dalla figura di Itai, non mi rivolse nessun cenno di saluto, e si andò a presentare nei dovuti modi al Mizukage. Non me la presi; seppur nel mio splendore, non potevo certamente pensare di poter essere messo a confronto con il famigerato Itai Nara. Nota sorprendente, anche lui sembrò essere particolarmente refrattario a quelle tanto articolate forme di prostrazione. Una volta fatta alzare Meika, aggiunse come una nave fosse troppo lenta per il viaggio che dovevamo percorrere, quindi andò ad evocare una simpatica creatura. Un mostro rettiliano di un intenso colore rosso, lungo quanto una grossa nave da trasporto. La sua comparsa fece tremare l'aria dell'intera zona, provocando anche un leggero spostamento delle acque del mare. L'immenso drago, sbuffò leggermente, riscaldando l'aria fresca del mattino per un istante. Yogan era il suo nome, e sembrava essere proprio lei il nostro mezzo di trasporto.

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    « P-Piacere, Yogan. » Dissi, ancora frastornato e incredulo. Se questi erano gli amici del Mizukage, non avrei mai voluto essere tra i suoi nemici. Detto questo, fummo invitati da Itai a raggiungerlo sul dorso del drago. Leggermente titubante, ma anche emozionato, mi mossi per primo, avvicinandomi alla creatura e saltando su di essa, aiutandomi con le mani con cui mi attaccai alla gelide scaglie che ricoprivano il suo corpo. Una volta salito, cercai di sedermi al centro, con le gambe divaricate, in modo da aver più equilibrio. Infatti, appena il Yogan si sollevò in volo fendendo l'aria, sentii quasi staccarmi dal suo corpo. Ed il fatto che nessuno fosse mai caduto dal suo dorso no, non era una cosa che mi rassicurava.

    Una volta partiti, il Mizukage si decise a dirci il motivo di quella missione nel Paese del Vento. Per qualche oscura ragione, degli uomini misteriosi, erano la causa di una intensa migrazione di popoli nomadi in direzione di Suna. La stessa Sabbia non aveva le risorse per poter alleviare quell'immensa quantità di uomini che si stavano ormai accumulando preso il suo Villaggio, quindi era venuta il tempo per Kiri di ripagare un suo antico debito, anche se ne ignoravo totalmente l'esistenza e la motivazione. Meika era stata chiamata in funzione di supporto medico. Io, invece, avrei dovuto, combattere accanto al Mizukage se si fosse presentata l'esigenza. « Deduco che non stiamo passando uno splendido momento dal punto di vista militare a Kiri... » Dissi sorpreso. « Farò quel che posso. E dove non arriverà la forza, ci può pensare sempre la testa. » E di quella ne disponevo abbastanza, quando ne avevo voglia. Quasi sempre, diciamo.

    Mi abituai abbastanza velocemente al movimento in volo del drago, e quando mi sentii abbastanza stabile provai, lentamente, ad alzarmi. Aiutandomi dapprima con le mani e le ginocchia, poi solo con le gambe, mentre tenevo le braccia larghe per aver una maggiore stabilità ed equilibrio, mi misi in piedi, con le braccia larghe e la testa rivolta all'insù. Il vento spostava i miei capelli all'indietro con una tale forza che sembrava potessero staccarsi e volare via. Guardai in avanti e vidi uno spettacolo che da solo valeva il prezzo del biglietto, o meglio, visto che il viaggio era offerto, valeva tutto il rischio. Il sole, ormai alto nel cielo, si specchiava ancora nel vasto mare. Il cielo azzurro e l'oceano continuavano a perdita d'occhio, così lontano che a un certo punto non si poteva più distinguere qualche fosse il mare e quale fosse il cielo. « Meika, dovresti provare anche te. » Dissi sorridendo, rivolgendomi a lei per la prima volta da quella mattinata. « Sarà meglio di tutto ciò che hai mai visto! » E allungai una mano verso di lei, per aiutarla ad alzarsi.

    Il viaggio continuò così fino a quasi al tramonto, quando Itai decise che era giunto il momento di riposarsi. Seppur emozionante, viaggiare in groppa ad un drago non è propriamente comodo. Dovreste provare a sedervi su delle lastre d'acciaio mobili per tutto il giorno, così per avere un'idea di come ci si potrebbe sentire. Yogan fu quindi congedato, e il Mizukage ci mandò a raccogliere della legna per il fuoco notturno. « Poteva far mettere a fuoco e fiamme un pezzettino di bosco a Yogan, Itai-sama. » Scherzai con un sorriso, più che altro per mettere alla prova il senso dell'umorismo del Mizukage.
    M la bassa manovalanza serviva anche a quello. Mi allontanai di circa 500 metri dal luogo in cui eravamo scesi, finchè trovai, all'estremità di un grande bosco, delle piante più piccole e fini, che tagliai e spezzai aiutandomi con la mia lama. Appena finii di raccogliere abbastanza legna, mi rivolsi a Meika. « Che dici? Dovrebbe bastare secondo me... » Presi un bel mucchio di rami e lo misi in braccio a Meika. Io, presi la restante. « Forza, torniamo indietro ora. »
    Al nostro ritorno Itai era già lì. Una volta sistemata la legna, Itai prese la sua spada e, una volta conficcata nel falò, questo prese velocemente fuoco. Mi sedetti vicino al fuoco, stendendomi poi con il busto. « Ho tutta la schiena e il sedere indolenziti! » Mi allungai da terra, emettendo un buffo sospiro. « Allora, come stai Meika? Partecipato ad altre esplosioni di strutture in questi giorni? » Dissi, mentre mi rimettevo seduto e allungavo le mani nella mia tracolla, dove presi della carne secca da mangiare con un pezzo di pane del giorno prima.

    Itai, intanto, si era andato a sistemare leggermente distante da noi. Per la prima volta pensai che, probabilmente, ancora non si sentiva a suo agio in quelle vesti, e forse era proprio quello il motivo del perché non si aveva avuto nessuna notizia di lui per così tanto tempo. La curiosità, come sempre, fu per me irresistibile. D'altronde, c'era una missione da dover affrontare insieme, e i miei obbiettivi mi avrebbero presto, almeno speravo, a dovermi confrontare con lui in maniera più frequente e diretta. « Mizukage-sama. » Mi rivolsi a lui, aspettando un suo cenno per continuare. « So che potrei essere indiscreto, però avrei una domanda ben precisa: dov'è stato tutto questo tempo? » La verità è che non avevo un'unica domanda, ma una infinità. Volevo sapere molte più cose di quel che dicevo. Prima fra tutte, dov'erano le Spade di Kiri? Era ancora tutte in possesso del Villaggio o erano andate disperse o distrutte? Ma sapevo bene che non era ancora momento di affrontare quel discorso. Dovevo, prima di tutto, diventare più forte. Magari, avrei incominciato proprio da quella missione.
    Quale miglior sensei ci poteva essere che il Mizukage in persona?



    Edited by H¡dan - 14/4/2015, 08:31
     
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