La Banda dei Coccodrilli

[Corso delle Basi]

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    La Banda dei Coccodrilli

    Vecchie Conoscenze


    Era andata così, poco da fare.
    Si diceva che le sventure non venivano mai sole, ma questo era troppo. Pensavo che non avrei avuto più niente a che fare con quell'uomo. Era già passato tanto tempo dall'ultima volta che l'avevo visto, in quella giornata piena di sfortunati eventi per me e Meika, ma il destino, lo sappiamo, gioca brutti scherzi a volte. Troppo spesso, per i miei gusti.
    Da lì a pochi minuti avrei avuto il piacere di poter parlare con una mia vecchia conoscenza della giornata ormai tanto famigerata. E, purtroppo, stavo per incontrare il tipo più strano e pazzo con cui avevo avuto il piacere di disquisire in tutta la mia vita: il signor Uzuki. « State scherzando, vero? » Ero in piedi davanti a due impiegati dell'Amministrazione di Kiri. Ero stato convocato per una piccola missione di poco conto riguardante una serie violazioni che erano iniziate da un pò di tempo nella zona del porto: furti con scasso, rapine, minacce, violenze, sfruttamento della prostituzione, usura. Insomma, un gran numero di gentiluomini si stava dando da fare. « Sì, dai, state scherzando. Tutto molto divertente. » Cercavo di convincerli, o convincermi, che c'era stato un errore. Non poteva essere lui l'unico testimone. « Purtroppo siamo molto seri, e pregherei che anche Lei incominciasse a fare altrettanto. Sembra che una nuova organizzazione criminale stia operando nella zona del porto. Si fanno chiamare "la Banda dei Coccodrilli". I crimini sono quelli che Le ho elencato prima. L'unico problema sembra che facciano ampio ricorso alla violenza, così che non riusciamo ad avere dei testimoni da ascoltare e da cui poter evincere l'identità di questi criminali. Arrivano, però, ogni giorni, un gran numero di esposti anonimi. Finalmente da ieri sembra che il trend sia cambiato, infatti... » Portai la mano destra sulla fronte, tirandola all'indietro, e con gli occhi chiusi interruppi il discorso dell'impiegato. « Infatti il signor Uzuki si è presentato, magari armato con un mestolo e una padella in testa come casco... » L'uomo mi guardò meravigliato per un istante, poi continuò. « Per onor del vero, non era un mestolo, ma un mattarello di legno. Comunque, lasciando stare queste inutili quisquilie, sì, è come ha detto Lei. Lo abbiamo fatto tornare questa mattina, adesso sta aspettando nel mio ufficio e... » Deglutì leggermente. « Dice che non se ne andrà da qui finché non avrà parlato con Lei. Ha richiesto esplicitamente di Lei: sembra che, a suo modo di vedere le cose, Lei abbia sconfitto, cito testualmente, "i tre demoni ladri"... » L'impiegato arrossì leggermente, evidentemente imbarazzato. « Quindi... Adesso La accompagno nel mio ufficio, Lei ci parla, cerca di ottenere tutte le notizie che può e, così, lo possiamo liberare... » Questa volta fui io a tirare una gran sospiro. « Ovviamente, un teste così affidabile. Come non poter volerlo ascoltare? E, immagino volesse intendere "così me ne libero". Forza, andiamo, togliamoci questo dente... » L'impiegato che fino ad adesso era stato in silenzio fece strada, facendo cenno con una mano di seguirlo. « Io non l'ho mai detto, comunque... Si ricordi: il suo obiettivo è trovare i responsabili e sgominare questa organizzazione prima che cresca più del dovuto. » Con un cenno della mano liquidai la mia risposta.

    Arrivammo in uno dei tanti, identici corridoi dell'Amministrazione, e ci fermammo davanti ad una porta di legno chiusa. « Il signor Uzuki è qui dentro, quando ha fatto dovrà attendere fuori dall'Amministrazione... » Poggiai una mano sulla spalla dell'uomo. « Guardi, prima faccio meglio sarà per la mia salute mentale. » L'impiegato scosse la testa. « Non ha capito. Le è stato assegnato uno studente come supporto, un certo Kobo Matsuhisa. » Mi trattenni dal prendere a testate il suo naso. « Lo abbiamo già avvertito noi ieri sera, dovrebbe essere già fuori ad aspettarla, o comunque starà per arrivare. » Mi sforzai di sorridere. ~ Vi uccido. ~ Pensai. « Grazie. » Dissi, quindi aprii la porta. Era un ufficio come tanti altri: una scrivania, due sedie, una grossa libreria a destra ripiena di fascicoli, qualche quadro, un pazzo. Il signor Uzuki era lì davanti a me, seduto su una sedia girevole. In testa, come da prassi, teneva una grossa pentola a pressione. Tra le mani, invece, un grosso mattarello di legno, tenuto ben stretto ad entrambe le estremità, il quale faceva avanti ed indietro sulle sue cosce, dalle ginocchia a quasi al linguine, con una velocità e un ritmo costanti. Alla mia vista, gli si illuminarono gli occhi. « Buongiorno signor Uzuki, come sta? » Parlai con un tono quasi rassegnato. « Oh oh oh! E' lei! e' lei! E' arrivato! Bene, bene, questi mascalzoni avranno le ore contate. » Il ritmo del mattarello aumentò. « Ha detto bene, signor Uzuki... Allora, cosa mi sa dire di questi mascalzoni? » L'uomo sembrò elettrizzarsi. « Oh, maledettissime persone, guardi. Erano dei grossi ceffi, ma io li ho sentiti entrare eh. Nessuno la fa al vecchio Uzuki. Sono sceso e gliene ho cantate quattro! » Guardai il mattarello, immaginandomi la scena di lui che correva dietro a quegli uomini armato di tutto punto. « Purtroppo erano troppi per affrontarli da solo, infatti mi hanno colpito alle spalle, maledetti vigliacchi! Uno l'ho colpito proprio in testa! Comunque li ho costretti a fare così tanto rumore che sono dovuti andarsene da casa mia, non hanno trovato il mio tesoro... » ~ Santo cielo, ci risiamo. ~ Cercai di mantenere la calma, incrociando le braccia e massaggiandomi le meningi con la mano destra. « E' stato bravissimo signor Uzuki... Mi sa dire qualcosa di più concreto però? Non so, non ha qualche indizio da cui potrei partire? Qualsiasi cosa... » L'uomo annuì nervosamente. « Oh, certo certo! Erano tutti improfumati! Ma non come gli uomini! Se non li avessi visti avrei detto che fossero delle donne! E poi ho trovato questo... » L'uomo incominciò a frugare nelle tasche, finchè non estrasse un piccolo bigliettino da visita. Lo presi e lessi ad alta voce. « "L'Harem di Hanoya"... Un bordello? » La testa dell'uomo continuò a muoversi freneticamente. « Già già gia! Ho fatto qualche ricerca, è nella zona del porto, magari si nascondono proprio lì quei farabutti! » Misi il bigliettino in tasca, quindi mi preparai a lasciare la stanza. « Perfetto signor Uzuki, la ringrazio, mi è stato utilissimo! Le farò sapere come vanno le indagini! Arrivederci! » Mi dilegui dalla stanza senza attendere la risposta del vecchio pazzo.

    Una volta uscito dall'Amministrazione, mi sarei appoggiato ad un muretto lì vicino che guardava la porta principale della struttura, incominciando a guardare il cielo. ~ Perché sempre a me? Cos'ho fatto di male in vita mia? ~ E mentre maledicevo la mia esistenza, attendevo l'altra disgrazia. Come se non fosse tutto abbastanza e dannatamente fastidioso, mi avevano dato anche uno studente a cui fare da balia. Con cui andare a caccia di coccodrilli. Di male in peggio, insomma.
    E al peggio non c'è mai fine.


    OT/ Benvenuto al tuo Corso delle Basi, Kobo!
    Strutturerò la giocata come una mini-quest molto semplice, e spero anche divertente, in cui cercherò di spiegarti e farti assimilare i concetti basilari del nostro GdR. Partiamo dall'introduzione del tuo PG nel nostro mondo. Vedi te il modo in cui vuoi essere contattato dall'Amministrazione e fai un piccolo post d'introduzione. Ti aspetto all'entrata!
     
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  2. kobo
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    Battaglia domestica



    ...La mano bagnata perse la presa, sotto i continui strattoni della bestia che riuscì a riguadagnare l'acqua, non prima di aver raggiunto il ragazzo al viso con una rapida sferzata della pinna caudale. Sorpreso dall'urto, Kobo cadde all'indietro, attutendo l'impatto con le mani ed imprecando contro la viscida creatura che sembrava volersi prendere gioco di lui. Il giovane balzò immediatamente in piedi, tornado ad affacciarsi al lavandino, dove un capitone di oltre un metro sguazzava con fare insolente, avendo evitato per tre volte di farsi catturare e subite la fine che, tuttavia, si prospettava inesorabile per il vivace animale marino.

    Sconfitto da una bestiolina condannata a morte certa. Sono proprio forte, eh...

    Kobo sapeva che se qualcuno l'avesse visto in quel momento lo avrebbe probabilmente preso per stupido. Togliere l'acqua ed aspettare che l'animale fosse tramortito oppure colpirlo una volta limitata la mobilità sarebbe stato certamente più semplice. Infilzarla con un coltello o un oggetto appuntito, avrebbe causato una rapida perdita di sangue e una conseguente perdita di vigore. Tutto vero, tutto giusto. Tranne per il fatto che così facendo, il rischio di incidere un punto non adeguato, causando gravi danni alla struttura della carne, per via dell'azione meccanica stessa o per la contrazione involontaria dei muscoli dell'anguilla dovuta al trauma. No, non era con un metodo così imperfetto che Kobo intendeva lavorare una materia prima tanto squisita. Ancora una volta si concentrò sulla serie di movimenti irregolari che si susseguivano nel piccolo specchio d'acqua. Rapido, allungò il braccio destro, mirando alla testa della creatura e afferrandola circa sei centimetri dietro alla mascella, quindi la tirò fuori dal lavandino e la appoggiò al tagliere di legno, posizionandola sopra al foro che non aspettava altro che essere riempito, cosa che avvenne dopo qualche istante a mezzo di un piolo di legno, che penetrò l'anguilla un paio di centimetri dietro la mascella. Colpita in quel punto specifico, l'anguilla sarebbe rimasta paralizzata per qualche minuto, senza innescare reazioni muscolari involontarie. La mano destra impugnò subito l'unagisaki hocho, che usò per effettuare un taglio all'altezza delle branchie, lacerando la carne in maniera pulita fino a toccare la spina dorsale, quindi inclinò il coltello fino a formare un angolo di circa 30° con essa, appoggiò mignolo anulare e medio della mano sinistra, tesi, sulla pelle dell'anguilla, esattamente sopra la lama, mentre l'indice e il pollice di quella mano si adagiavano sul dorso dell'hocho. Con un solo movimento di entrambe le mani, Kobo spinse il coltello per tutta la lunghezza dell'animale, quindi lo aprì a libro, operazione molto semplice nello stato in cui si trovava la bestia in quel momento, rimosse le interiora con la mano sinistra. La parte pericolosa era terminata, appoggiò l'unagisaki hocho con la stessa inclinazione sulla spina dorsale, spingendo in diagonale per qualche millimetro, ovvero il necessario per trapassare la cartilagine, quindi proseguì parallelamente al tagliere, rimuovendo la struttura di supporto della bestia dalla sua sede originale. Rimossa testa e coda con due rapidi fendenti, risciacquata sotto un rapido getto di acqua fredda, la carne venne trapassata perpendicolarmente da sei stecconi di legno e lanciata in un una pentola contenete mirin e salsa di soia dolce, che stava sobbollendo da alcuni minuti. Trascorsi alcuni minuti, i filetti vennero rimossi e sostituiti dallo scheletro del pesce, al fine di ottenere una saporita riduzione da accompagnare a piatti a base di pesce di vario tipo..
    Soddisfatto del risultato ottenuto, Kobo si gustò l’anguilla marinata accompagnata con del riso saltato con aceto di mele, prugne secche e ikura. Sazio e soddisfatto, mentre ancora la kabayaky borbottava, in sottofondo, il ragazzo andò a farsi una doccia per levarsi l’olezzo di pesce e il sudore dovuto non tanto alla fatica, ma dalla tensione causata dal lavoro di cucina. Spogliatosi entrò in doccia, dove l’acqua calda agì immediatamente aprendo i pori del suo corpo, rilassandone i muscoli e i nervi .

    Chissà che tipo di persona sarà il mio sensei…Spero non sia anzianotto e monotono…Certo non posso avere pretese…E del resto anche se ci penso non posso farci nulla, chiunque mi abbiano assegnato….

    Questi erano i pensieri del ragazzo, mentre si detergeva la cute, godendosi l’aroma di vaniglia del docciaschiuma. Erano passati oramai quattro giorni da quando aveva ricevuto la comunicazione di recarsi all’edificio nel quale erano allocati gli uffici amministrativi, per incontrare il suo nuovo mentore personale in seguito all’accettazione della sua richiesta d’iscrizione all’accademia ninja di Kirigakure. Il padre, felice della notizia, gli aveva regalato quel meraviglioso esemplare di anguilla che era divenuto il suo pasto poco prima. Uscito dalla doccia, dopo aver passato circa un minuto sotto l’acqua fredda per far restringere i pori ed impedire una rapida diminuzione della temperatura corporea dopo essere uscito dalla doccia, si asciugò con cura, si vestì e uscì di casa, premurandosi di portare con sé tutto l’equipaggiamento che aveva acquistato con Nobuyuki il giorno prima e con il quale aveva ancora una scarsa dimestichezza. Allegro e determinato passò tutto il viaggio dalla sua dimora al palazzo amministrativo cercando di indovinare sesso e aspetto del suo futuro sensei, senza riuscire, tuttavia, a giungere ad un immagine ben definita. Arrivato alla sua meta e resosi conto che non aveva la più pallida idea di come muoversi all’interno della struttura, Kobo si sorprese a fissare la porta d’ingresso con faccia ebete….


     
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    La Banda dei Coccodrilli

    Al Porto


    Eccolo là. Solo, smarrito, impacciato. E con un'espressione da pesce lesso in volto.
    Stavo ancora maledicendo(mi) la mia vita grama che sopraggiunse dinanzi all'Amministrazione un ragazzetto da degli strani capelli color rosso scuro. Certo, strani, detto da uno che aveva i capelli color blu con un ciuffo albino quella parola usata in quel particolar contesto appariva alquanto inadatta. Comunque sia, avevo poche possibilità di poter sbagliare. Aveva un accenno di equipaggiamento ninja tutto in bella vista, proprio come avrebbe fatto un qualsiasi bambino il primo giorno di scuola: il diario nuovo, le matite colorate disposte in maniera ordinata dentro all'astuccio, la cartella linda e pinta... Solo che non aveva la più pallida idea di quello che avrebbe dovuto fare tutta la giornata. A differenza sua, io, ero invece vestito e acconciato in una maniera che rasentava il presentabile. Pantaloni neri con una maglietta bianca e le maniche lunghe blu. Il Fuuma Kunai dietro la schiena, tenuto in maniera salda da delle briglie color marrone collegate dal coprifronte di Villaggio. ~ Se non lo vado a prendere io probabilmente resterò qui fermo tutta la mattinata prima che si accorga di me... ~ Decisi quindi di schiodarmi dal comodo muretto su cui ero seduto e mi avvicinai al presunto studente. « Ehi! Tu! » Dissi quando fui abbastanza vicino da farmi sentire. « Immagino tu sia Kobo Matsuhisa, vero? Mi chiamo Akira Hozuki, e ti farò da balia per oggi. » Aspettai appena un secondo, giusto il tempo di un rapido gesto di consenso come un cambio di espressione, che continuai a parlare. « Forza, vieni con me, togliamoci da qui davanti. » Incominciai a camminare dirigendomi verso l'uscita delle mura e, quindi, al porto di Kiri. « Allora, Kobo, immagino questa sia la tua prima missione, vero? Mi perdonerai ma oggi non sono dell'umore giusto, ma quando incontri persone che pensavi non dovessi più vedere, soprattutto perché ti riportano in mente eventi così disperati, la giornata incomincia veramente male... Comunque sia, vedrò di non pensarci... Sai dove stiamo andando? Oppure non ti hanno riferito nulla di quello che dobbiamo fare oggi? » Aspettai una risposta prima di riprendere a parlare. « In pratica dobbiamo individuare e sgominare una nuova organizzazione criminale che sta prendendo piede nella zona del porto e alla periferia di Kiri. Si fanno chiamare la Banda dei Coccodrilli. Si stanno specializzando in furti, estorsioni, attività di usura, sfruttamento della prostituzione, cose del genere insomma... E sembra siano anche abbastanza violenti, tant'è che fino a l'altro giorno erano arrivati solo esposti anonimi. Adesso però, grazie ad un favoloso testimone, abbiamo qualche indizio, quindi dobbiamo raccogliere qualche informazione per individuare i responsabili e... » Ci pensai un secondo prima di continuare. « E penso proprio che picchierò il responsabile finché non mi sarò stufato di continuare. Sì, direi che è un'ottima soluzione! » Un'ottima punizione, avrei voluto dire. « Te, invece, come ti senti? Probabilmente dovremmo far la festa a qualche farabutto, ma non ti preoccupare più di tanto, al grosso del lavoro ci penserò io. Immagino che avrai partecipato a qualche rissa ogni tanto, no? » Lo guardai in volto. « Dimmi che ti sei mai picchiato con qualcuno, per favore... » In attesa della risposta, avrei comunque continuato a camminare per le strade affollate di Kiri per circa 20-25 minuti, il tempo necessario per arrivare nella zona del porto.

    Il porto, come sempre, era pieno zeppo di persone, per la maggior parte pescatori, commercianti e civili, ognuno intento a proseguire la sua attività quotidiana. Tirai fuori lo sbiadito bigliettino da visita. « Io un punto di partenza lo avrei pure, solo che è troppo presto per andare in un bordello... » Cercai di notare e captare eventuali variazioni dell'espressione del ragazzo al pronunciare di quella ultima parola. « Ebbene sì, e giuro che non è per mio diletto personale! E' l'unico indizio che abbiamo, per ora. Qui c'è scritto che apre per le 17, quindi abbiamo ancora circa 4 ore... Cerchiamo di farle sfruttare in qualcosa di utile. » Mi guardai per qualche secondo attorno. « Allora, nel caso questo bordello si rivelasse un buco nell'acqua, voglio avere già delle strade alternative da percorrere. Entro questa sera devo già aver picchiato a sangue questi famigerati coccodrilli, non ho intenzione di tirare questa questione troppo per le lunghe, quindi... Ci vediamo al molo numero cinque tra circa 3 ore. Tu ti occuperai di andare a raccogliere informazioni: chiedi ai gestori di negozi, ai marinai, bussa alle case dei più facoltosi e chiedi se hanno mai avuto problemi con questa banda... Semplice, no? Dì pure che stai agendo per conto dell'Amministrazione, magari potrebbe arrivare una voce alla banda stessa e potrebbero commettere qualche stupidaggine se si facessero prendere dal panico. » Incrociai le braccia e guardai fisso a terra, come se stessi cercando di concentrarmi per ricordarmi qualcosa. « Ah, ecco, adesso mi ricordo dov'è... Io vado a cercare una persona che ci potrebbe tornare utile. Tu, cerca di non farti sequestrare, per quanto possibile. Se si mette male... » Scrollai le spalle, quindi mi girai su me stesso. « Corri più veloce che puoi! » Incominciai ad allontanarmi, lasciando solo il giovane studente. « Gli eroi non mi servono! »
    Morti o spariti, ancora meno.

    OT/ Allora, partiamo da un elemento cardine del nostro gioco: l'interazione tra pg e png! Incomincia a far dialogare il tuo pg con il mio e cerca di raccogliere qualche informazione in base ai parametri e ai suggerimenti che ti ho dato. Hai la possibilità di scegliere con chi parlare liberamente: crea e decidi te cosa chiedere ai png che popolano Kiri e la zona del porto. Ricorda sempre che questi devono avere un senso e un nesso di appartenenza con il posto che li circonda, insomma non potrai, ad esempio, inserire un venditore di spremute d'arancia nel deserto di Suna in modo così spensierato, tutto può avere un senso, ma deve essere giustificato e compatibile con le meccaniche del gioco! Puoi aggiungere liberamente dettagli, descrizioni e azioni - sempre se verosimili - di questi png, ma ci penserò io a rispondere alle tue domande. A proposito, ti consiglio una recente discussione sulla corretta interpretazione dell'utilizzo dei png!
    Dal prossimo post in poi, andremo su qualcosa di più... Concreto :guru:

     
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  4. kobo
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    Scandagliare il porto



    Kobo non aveva idea di quanto tempo avesse passato come uno stoccafisso davanti a quella porta, prima che una voce lo scuotesse da quel torpore. Diversi secondi, qualche minuto o molte ore, non avrebbe saputo dirlo, onestamente. Certo, se si fosse guardato attorno e avesse pensato si sarebbe reso conto che il suo blocco era durato solo una manciata di secondi, ma in quel momento il suo cervello era troppo impegnato a registrare, oltre che a reagire, una voce proveniente dalle sue spalle, intenta ad attirare l’attenzione di qualcuno nei paraggi. Essendo l’unica persona per parecchi metri all’esterno dell’edificio era molto probabile che questa persona fosse proprio il giovane cuoco, come confermò il fatto che questa persona conosceva sia il suo nome che il cognome. Chi aveva parlato era un ragazzotto sulla ventina, con un bizzarro ciuffo bianco di capelli che spiccavano su una massa blu, vestito di maglietta e pantaloni, armato con un grosso arnese che Kobo non conosceva fissato sulla schiena. Mentre osservava colui che si era presentato come Akira Hozuki, il ragazzo squadrò sé stesso, accorgendosi di indossare, oltre alla maglia blu con maniche a tre quarti e i pantaloni grigi, dove era agganciata il kusari fundo e stipati gli altri attrezzi alla rinfusa, anche un grembiule bianco a mezza vita, che era solito indossare sai dentro che fuori la cucina, ma non aveva intenzione di utilizzare per la propria carriera ninja.

    Giusto per fare una bella prima impressione…

    Mentre, arrossendo, Kobo pensava a quanto si fosse messo in ridicolo dinnanzi al suo sensei, si profuse in un rapido inchino, senza proferire parola. Questi riprese immediatamente a parlare, esortandolo a spostarsi da li e incamminandosi verso il porto, seguito a stretto giro dal suo novello discepolo. Mentre camminavano, Akira gli spiegò cosa avrebbero fatto in quel giorno, dopo aver accennato ad alcuni problemi personali che influenzavano il suo umore in maniera negativa. Quando l’Hozuki chiese all’apprendista ninja se sapeva già qualcosa su come si sarebbe svolto il suo primo giorno, questi si affrettò a rispondere in maniera negativa.

    No, Akira-sensei, non conosco alcun dettaglio circa la giornata odierna…in tutta franchezza pensavo sarei partito con una giornata di teoria…non che sia dispiaciuto dal fatto di girare con lei, sensei…

    Il ninja che guidava il duo riprese a parlare affermando che il loro incarico era fermare un gruppo di facinorosi chiamata “ la Banda dei Coccodrilli” e pregustando il momento in cui sarebbe riuscito ad averli tra le mani. Akira chiese poi come si sentisse Kobo e che tipo di esperienza di combattimento avesse.

    Beh….Sensei…A dirla tutta ho avuto a che fare con ogni genere di creature! Granchi, astici, anguille, fagiani…Praticamente ogni animale che va cucinato partendo, quando possibile, da vivo...Possiedo una notevole esperienza in questo campo…purtroppo non mi sono mai scontrato con un umano….Sa, cerco di andare d’accordo con gli altri se posso…e un buon piatto di cibo placa anche gli animi più irrequieti.

    Sorrideva , il giovane cuoco, mentre confessava la sua totale inesperienza. Non poteva farci nulla e mentire non gli avrebbe potuto portargli alcun giovamento. Il sensei non parve troppo contento di quella notizia, tanto che il cammino dei due continuò per molti minuti nel totale silenzio. Giunti al porto gremito di persone e aromi, entrambi sia gradevoli che sgradevoli, Akira gli illustrò il piano e in particolare il suo ruolo in esso, che sarebbe stato quello di raccogliere informazioni sulla banda. Sentendo che il ninja nominava il bordello, l’allievo rise sguaiatamente, attirando occhiatacce dai passanti.
    Allora sei il tipico sensei pervertito!

    Prima di congedarsi, Kobo ricevette il consiglio di non ingaggiare combattimenti che non fosse in grado di vincere, ovvero nessuno scontro che non vedesse un animale commestibile come avversario. Kobo rimase dunque solo e cercò un punto di riferimento per orientarsi: conosceva un po’il porto, poiché lo frequentava settimanalmente per procurarsi materie prime fresche e di qualità. Riconoscendo l’insegna di una locanda,” il bivalve”, il ragazzo si incamminò in direzione nord/nord-est per raggiungere la zona di vendita diretta del pescato giornaliero. La natura insulare della nazione nella quale si trovava Kiri faceva si che la pesca fosse uno dei principali businnes sia per numero di occupati che per volume di affari. Se la banda era dedita anche alle estorsioni, i pescatori erano bersagli particolarmente vulnerabili poiché era possibile minacciare sia di sabotare barche, lenze e reti, sia inquinare la merce che intimidire i clienti affinchè non acquistassero da questo o quel pescatore o cooperativa di pescatori. Facendosi largo tra la calca, cercando di schivare per quanto possibile schiene grondanti sudore e contenitori che trasudavano forti lezzi di pesce e promettevano un tanfo duraturo e una macchia indelebile a chiunque fosse entrato in contatto con le innumerevoli perdite, Kobo raggiunse un commerciante di granchi reali con il quale aveva una certa confidenza. L’uomo, lo si capiva a prima vista, si occupava solo della vendita del prodotto pescato, era magro magro, quasi gracile, alto meno di un metro e sessanta, ma aveva un viso ovale che infondeva fiducia e occhi marroni seri, di chi non venderebbe niente che non regalerebbe al proprio padre per il suo compleanno. SI chiamava Shinzo, e dalla sua bancarella richiamava l’attenzione dei clienti con una voce sorprendente per la sua corporatura.

    Spero che abbia qualche notizia utile….

    Il ragazzo si avvicinò al fruttivendolo, con un largo sorriso, aggirò i granchi schiumanti che si dimenavano nelle cassette e si accostò a Shinzo.

    Shinzo! Guarda qua, un kusari fundo! Me lo ha comprato papa ieri, oggi inizio la mia carriera ninja! E pensa, sono già in missione!

    Il giovane cuoco mostrò l’arma al suo interlocutore con fare amichevole.

    Pensa che sono già in missione! Sto cercando un gruppo di malviventi che si fa chiamare la banda dei coccodrilli e compiono ogni tipo di nefandezza...hai avuto problemi con loro, di recente?? O ne hai anche solo sentito parlare, per caso??

    Il ragazzo cercò di scrutare i viso dell’altro, mentre questi rispondeva, per intercettare anomalie nella sua espressione, tracce evidenti che quanto diceva era ( o non era) la verità. Una volta sentito quello che il pescivendolo aveva da dire, l’apprendista ninja si congedò, cercando altri commercianti e tenendo gli occhi aperti alla ricerca di eventuali disegni o manifesti che raffigurassero coccodrilli. La seconda fonte di reddito del porto erano i locali e le taverne, dove marinai sbronzi e perdigiorno di ogni risma andavano ad affogare i propri problemi nell’alcool. Lui entrò nella prima che gli era capitata a tiro, la piovra storta, puntando subito al bancone. Il grasso proprietario, che indossava una giacca sorprendentemente pulita, se paragonata con il nutrito viso sporco di grasso e altre sostanze non meglio identificate, era intendo a guardare in cagnesco la clientela sbronza, quando lo avvicinò con il suo solito sorriso.

    Buongiorno, sono Kobo Matsuihisa, Ninja O quasi.. Di kirigakure! Ho sentito dire che un gruppo di banditi chiamato la banda dei coccodrilli sta svolgendo azioni criminali qua al porto… Ha visto qualcuno o è stato minacciato o taglieggiato da uno dei loro uomini, recentemente??

    Il ragazzo aspettò la risposta del barista, quindi cercò nel locale clienti sobri che fossero in grado di rispondere e dall’aspetto non troppo losco, individuando due marinari dalla annerita dal sole vestiti in modo identico che parlavano in maniera rilassata bevendo una sostanza che il ragazzo non seppe identificare, una volta avvicinato, ma che decisamente non era alcolica, cosa alquanto strana per un luogo come quello.

    Buongiorno signori, scusatemi se vi disturb, sto svolgendo un indagine per conto dell’amministrazione…sapete qualcosa della banda dei coccodrilli? Avete sentito parlare di estorsioni, aggressioni,…avete sentito dire parlare di un aumento di spaccio o prostituzione?? Vi prego, raccontatemi tutto e non temete per la vostra incolumità…

    Udite le risposte dei due uscì dalla piova storta, dopo aver controllato l’ora. Erano passati poco meno di settanta minuti eppure si sentiva già così stanco. Cercando di farsi coraggio riprese la sua ricerca di informazioni, recandosi ai moli dove le imbarcazioni attraccavano in attesa di essere caricate o scaricate. Vista l’ora del giorno tutte le banchine erano occupate da natanti di varia stazza, da piccoli pescherecci a grandi navi merci per il trasporto sulle lunghe distanze.

    Forse I marina o il capitano di una delle navi merci è stato vittima della banda…chiederò a loro

    Si avvicinò dunque alla nave più imponente, la Hikawamaru, all’ombra della quale non meno di quindici persone di etnia diversa si affannavano per riempire il montacarichi di casse color mogano, tra urla e grida di varia intensità, mentre altrettante persone erano pronte a scaricarlo e a riporre il prezioso carico al sicuro. A circa tre metri dalla ressa un uomo vestito in maniera più elegante rispetto agli altri era intento a discutere, sventolando al cielo delle carte che teneva in mano davanti ad un uomo sicuramente di Kiri, almeno a giudicare dall’aspetto, e che probabilmente faceva capo alla capitaneria di porto. Il ragazzo si avvicinò alla coppia, sempre sfoderando il suo solito sorriso.

    Buongiorno, signori! Spero di non arrecarvi disturbo alcuno…avrei bisogno del Vostro aiuto, sto svolgendo un indagine per il villaggio.Cercò di capire se i due fossero interessati a prestargli orecchio per qualche minuto quindi riprese.Questa zona del porto ultimamente è infestata da un gruppo di malviventi che causano problemi e portano avanti azioni illegali di ogni tipo, tra le quali spaccio e favoreggiamento della prostituzione…Alcuni dicono aiutati da capitani compiacenti… Non è esattamente vero ma è possibile, per lo meno..Lei, mio caro signore.. Ed indicò l’uomo con in mano le carte, dalla carnagione scura e i capelli paglierino. Sembra essere il capitano della nave o uno degli ufficiali…lungi da me pensar male di lei ma se ci potesse aiutare con le indagini, magari chiedendo anche ai suoi uomini…beh, direi che non ci sarebbero dubbi su di lei…A patto che ciò che mi riferirà sia quantomeno verosimile…Cosa ne pensa?

    Sorridendo si rivolse poi all’uomo che sembrava essere un membro della capitaneria chiedendo anche il suo aiuto per risolvere la faccenda. Una volta ascoltata la versione dei due uomini, Kobo si congedò. Si era fatto quasi tardi e si era allontanato molto dal punto di ritrovo ed aveva molto su cui riflettere, mentre tornava dal sensei…





    Edited by kobo - 29/4/2015, 18:05
     
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    La Banda dei Coccodrilli

    Troppe domande creano tanti problemi


    Per-per-pervertito?!
    ~ Questo qui è tutto scemo... ~ Mi fermai, interrompendo il mio camminare, chinando verso il basso, leggermente, la testa, fissando la strada davanti a me. Uno, due, tre. Tre secondi. Dopo quella breve pausa, il mio pugno scattò verso l'alto, per poi cadere, non troppo rovinosamente, visto che non avevo certamente intenzione di fargli del male, sopra la testa dello strambo studente al mio fianco. Un pugno amorevole, insomma. « Tipico sensei pervertito?! Ma sei impazzito?! » Dissi ad alta voce, per poi fare un lungo e potente sospiro. Incrociai le braccia. « Tutto quel che faccio è perché, purtroppo, mi è stato ordinato. E tutti gli indizi per risolvere questa missione portano lì, quindi non posso farci proprio nulla... » Incoscientemente, incominciai ad arrossire leggermente. Non avevo ancora pensato a cosa avrei potuto trovare nel bordello, oltre che a qualche malaugurato da picchiare, si sperava. « Ehm ehm... Detto questo... » Ricominciai a camminare, cercando di recuperare un pò di credibilità. « Se mi richiami "pervertito", ti lascio appeso a testa giù da una gru del porto per tutto il giorno. Così magari avrai qualche possibilità, se sarai fortunato, di poterti incontrare con i tuoi amati fagiani. E magari con i gabbiani, e con ciò che loro portano, o meglio lasciano, da se. Ci siamo capiti? Forza, andiamo! » Il bordello doveva attendere ancora un pò, ma sia io che Kobo avremmo avuto il nostro bel da fare per impegnare il tempo.


    [...]


    Shinzo non era sicuramente un cuor di leone. Era piccolo, molto piccolo, e magro, forse perfino troppo. E lui, sebbene avesse un buon rapporto con Kobo, non ci voleva proprio entrare. I piccoli occhi si spalancarono, la mascella si irrigidì, il volto divenne di uno strano color olivastro, quasi come se avesse visto un demone. Il commerciante incominciò a fare no con la testa. « No, no... Banda dei coccodrilli, dici? No, no mai sentiti prima... Perché dovrebbe venire da un piccolo commerciante come me? No, no, magari quelli vanno da pesci ben più grossi... » E questo sarebbe stato tutto ciò che avrebbe estrapolato dal venditore, anche insistendo. Niente di ciò che avrebbe potuto dire avrebbero sortito un effetto diverso. Poche parole, ma magari avrebbero potuto avere un senso più in là.

    Una volta congedato dal magro e, forse, codardo signore, Kobo entrò in una modesta, per quanto grossa, taverna del posto, "La Piovra Storta". Il proprietario, sebbene decisamente corpulento, non evitava mai di sfoggiare capi ben puliti ed eleganti, per quanto forse inappropriati per il luogo. E, di sicuro, non era tipo che cedeva di fronte al primo ragazzino di Kiri che gli si presentava lì davanti. Non c'era niente, secondo lui, che i soldi non potessero comprare, compresa la sua sicurezza, laddove ce ne fosse bisogno. « Ragazzino, qui non vogliamo problemi. Siamo brave persone e questo posto è frequentato solo da gente per bene e, aggiungerei, se avessi bisogno di aiuto sicuramente non mi rivolgerei a te. Adesso lascia lavorare me e i miei dipendenti... I soldi non crescono sugli alberi, e non sono mai abbastanza in questi tempi! » Era adesso la volta dei due uomini che erano intenti a sorseggiare una spremuta di melograno da un intenso color rosso. Questi sembravano essere stati molto attenti alle domande di Kobo al proprietario della taverna e uno dei due, dopo aver detto qualche parola all'orecchio dell'altro, si alzò ed uscì velocemente dalla locanda. Al tavolo restò, quindi, solo uno dei due marinai. « Coccodrilli, dici? » L'uomo, come se niente fosse, continuò a sorseggiare la sua spremuta. « Ho visto di tutto in tanto tempo in mare, ma coccodrilli al porto di Kiri mai visti. Stai sbagliando persona a cui chiedere, ragazzo, sono solo un semplice marinaio. Adesso, se hai finito, mi sto rilassando durante uno dei miei pochi giorni liberi. » Il tono era indiscutibile, per quanto, magari, sospettoso. Il marinaio non avrebbe, almeno cordialmente, continuato quella conversazione.

    Kobo uscì dalla taverna e decise di proseguire con le indagini con una interrogazione a dei marinai della più grossa nave attualmente ormeggiata al porto del Villaggio. Peccato che questi non la pensavano come lui. « Ehi ehi ehi, fermo un attimo. » L'uomo con le carte in mano si girò verso il ninja. « Ti sei accorto che siamo in ritardo tremendo? Saremmo dovuti partire più di 3 ore fa! Non ho tempo per pensare a te e i tuoi 40 ladroni. Se vuoi sali sulla nave e chiedi a qualcuno dei miei uomini, ma hai poco meno di 20 minuti! E non disturbare quelli che stanno finendo di caricare le casse! » Purtroppo si rivelò essere un enorme buco nell'acqua. I marinai si rivelarono tutti, chi più chi meno, completamente estranei ai fatti. Qualcuno aveva sentito di qualche disordine e problema, però non avevano avuto ne il tempo ne la voglia di interessarsi a quegli accadimenti. Sarebbero stati tutti imbarcati per 3 mesi, e il tempo da passare con la famiglia era sempre troppo poco.

    Kobo riuscì appena a scendere dalla barca prima dell'inizio delle operazioni per la partenza e a fare pochi metri che, una volta giunto lungo un grosso edificio di pietra che si stagliava a distanza ravvicinata con l'acqua del mare, che due figure, entrambe vestite come dei marinai, uscirono da una piccola porta di quel edificio, stagliandosi di fronte al ninja. Dopo di loro Kobo avrebbe potuto facilmente notare uno dei due marinai che aveva precedentemente visto nella taverna, più specificamente quello che era uscito prima che lui potesse parlargli. Questo, con in mano un bel sacchetto pieno, probabilmente di monete, ridacchiò con la testa rivolta verso lo studente, allontanandosi quindi velocemente dal molo, sparendo tra la folla in lontananza. « Quante domande per un solo piccolo studente... Non trovi, Koge? » L'altro, con una grossa cicatrice che divideva il suo viso diagonalmente, incrociò le braccia. « Sgrunt... » Il primo, più piccolo rispetto al colosso scorbutico, che aveva in mano una grossa chiave inglese, ridacchiò. « Sempre di tante parole, eh? Proprio come te... Adesso seguici senza fare troppo casino, prima che ti facciamo male... Troppo male... » Dietro di lui la nave era tutto fuorché una via d'uscita, mentre ai lati da una parte si trovava il mare, dall'altra le mura dell'edificio. La salvezza poteva essere rappresentata dalla folla, che però distava circa 300 metri da lui, senza contare le due minacciose figure tra lui e la via d'uscita.
    Cosa avrebbe fatto l'aspirante ninja?


    Ok, vedi te quello che vuoi fare adesso! Scusa per il post un pò striminzito, ma sono distrutto!


    Edited by H¡dan - 11/5/2015, 09:07
     
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  6. kobo
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    La banda dei coccodrilli

    Amichevoli soggetti


    Qualcosa non andava. Dalle risposte delle persone che aveva sentito, Kobo aveva intuito una reticenza di fondo. Shinzo, nonostante il rapporto che avevano, aveva prima detto di non conoscere nulla sulla banda e poi aveva accennato al fatto che essa si invischiasse solo con i pezzi grossi. Aveva quindi mentito, questo risultava piuttosto palese.

    Pensavo di potermi fidare del vecchio Shinzo… che abbia sopravvalutato il nostro rapporto? O che i coccodrilli siano persone così spaventose da intimidirlo a quel punto…

    Il pensiero che questi “coccodrilli” fossero effettivamente avversari temibili non gli era passato per la mente, prima di allora. Insomma, avevano un nome ridicolo! Sembrava un gruppo di bambini dell’asilo e perdippiù l’amministrazione aveva assegnato a quella faccenda appena un genin supportato da uno studente che a malapena sapeva come si chiamava, quasi. Certamente v’era la possibilità che fosse stato commesso un errore di valutazione. Anche nella taverna non aveva cavato un ragno dal buco, pu rilevando due cose sospette: la prima, il fatto che l’indaffarato gestore avesse accennato al fatto che in quel periodo avevano un grande bisogno di denaro, la seconda che uno dei due avventori cui aveva intenzione di porre ulteriori domane, si era alzato proprio mentre si avvicinava loro.

    La necessità di soldi superiore al solito potrebbe indicare uno o più episodi di estorsione…anche se devo pur tenere in conto il fatto che abbia chiesto un prestito per comprare nuovi macchinari o per qualche acquisto personale…e quello che s’è alzato di tutta fretta mentre mi avvicinavo a lui e al suo amico?? Capisco che potesse aver avuto da fare, ma il tempismo è stato piuttosto….sospettoso? Beh, anche l’altro ha risposto in maniera non troppo gentile, sembrava volermi prendere per il culo…

    Fino a quel momento aveva solo raccolto qualche debole indizio riguardo la possibile diffusione della banda in quasi tutti gli strati del tessuto sociale del porto di Kiri, oltre che riguardo la totale mancanza di coraggio di coloro che componevano tale tessuto, cosa che disgustava il giovane ninja. Non si sarebbe mai aspettato un tale atteggiamento dai suoi conterranei. Strinse i pugni quasi fino a farsi male, scuotendo la testa.

    Sono proprio persone come queste che creano un substrato vegetativo adatto a far prosperare la criminalità organizzata…no, no, le cose dovranno cambiare. Le cose cambieranno…

    Le ultime speranze del ragazzo risiedevano nella grande nave cargo in procinto di partire, ma nei venti minuti che ebbe a disposizione riuscì solo a raccogliere notizie di seconda mano che, fondamentalmente, ricalcavano quanto gli aveva riferito Akira, riguardo problemi e disordini vari.
    Se da un lato la non-reticenza , perché solo così posso definirla, dei marinai mi rincuora, dall’altro mi viene da pensare che abbiano parlato solo perché sanno di non conoscere dettagli tali da farli finire nei guai…

    Si stava incamminando per tornare dal sensei, quando due uomini gli pararono la via, con fare poco rassicurante. Kobo lo squadrò la coppia composta da un bestione sfregiato ed uno, un poco più piccolo ed armato di chiave inglese che palesò alcune minacce al ragazzo della nebbia, intimandogli di seguirli, mentre sullo sfondo una figura famigliare si allontanava sorridendo e stringendo nella mano qualcosa di molto simile ad una ricompensa in denaro.

    Bastardo e traditore…tu, il tuo amico e se mi riesce pure il tizio della locanda me la pagate cara…se sopravvivo, ben inteso…

    Era in grossi guai. Due contro uno, per di più studente alle prime armi. Le capacità dei due malviventi gli era sconosciute, potevano essere molto deboli o molto forti, ma onestamente lui non ci teneva a scoprire quale delle due fosse l’ipotesi corretta.

    Akira mi ha detto di non fare l’eroe, quindi combattere è fuori discussione…loro sono a circa 4 metri, forse qualcosina di più, da me…in più sono in una situazione di Hourai, con tre lati che mi impediscono la fuga e l’unica possibilità di salvezza alle spalle dei due che mi vogliono prendere in ostaggio…ma per l’appunto l’unico modo per uscire dall’ Hourai è caricare a testa bassa ed evitare l’offensiva del nemico . In questo caso penso di poter anche sfruttare un piccolo diversivo..speriamo mi dia del vantaggio, almeno per superare uno dei due…

    Fece qualche passo in avanti, sorridendo e senza mostrare intenzioni ostili. Ciò che gli interessava era essere già in movimento al momento dell’inizio della sua strategia, fattore che gli avrebbe garantito una maggiore velocità d’esecuzione. Improvvisamente alzò la mano destra, sventolandola, mentre portava quella sinistra al lato della bocca, come per amplificare la propria voce.

    AKIRA! NOBU! GYUKI! DA QUESTA PARTE! LI ABBIAMO TROVATI, SONO IN TRAPPOLA!

    Quell’urlo a squarciagola aveva la doppia funzione di distrarre la coppia, facendogli anche credere che stessero per arrivare la bellezza di altre tre persone in rinforzo ed attirare l’attenzione della folla ( o del sensei, se entro la portata della propria voce, cosa che dubitava). Se anche fosse stato catturato davanti ad un numero così ingente di persone, avrebbe avuto qualche piccola possibilità di cavarsela! Appena finito di urlare scattò dal lato del tizio che gli fosse sembrato essere caduto maggiormente nell’inganno, prendendo dalla cintura il kusari fundo [Azione gratuita istantanea] con l’intento di scagliarlo a casaccio verso i due non appena fosse passato in parte a loro , con l’intento di causare un qualche disturbo, seppur minimo [Azione gratuita istantanea] . Se fosse riuscito a passare oltre i due avrebbe semplicemente cercato di correre a più non posso verso l’ammasso incoerente di persone che si trovava a circa trecento metri dai due malviventi, per confondersi e tentare di guadagnare la salvezza. Nel caso uno dei due fosse riuscito ad afferrarlo prima che riuscisse a mettersi fuori dalla loro portata, avrebbe tentato di usare l’articolazione di uno degli arti liberi per colpire la mano con cui lo tratteneva, cercando di rompere la presa. [Slot Azione]
    Non era di certo un piano perfetto, ma aveva qualche possibilità di funzionare…

     
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    La Banda dei Coccodrilli

    Colluttazione


    Forse la scelta di Kobo non fu la più strategicamente valida, però fu efficace, in linea di massima.
    Il finto "richiamo" provocò, per qualche istante, un vero e proprio caos nelle menti dei due sgherri. Avevano basato la loro azione sul fatto di essere in superiorità numerica, e per di più in un luogo angusto; essere presi, a loro volta, in una trappola non era stato messo in conto. Fu proprio il più sveglio dei due, il piccoletto con la chiave inglese, a cadere maggiormente nella trappola, forse proprio a causa del suo essere più "sveglio" rispetto al suo scorbutico e nerboruto compagno. Misao - appunto, il piccoletto - fu tanto sorpreso che, incautamente, girò anche la testa verso la struttura alla sua destra. Quando si accorse che l'intera faccenda fosse, in verità, una messa in scena, fu troppo tardi. Kobo scattò proprio verso il suo lato, lanciando il kusari fundo verso i due farabutti. Misao non fece in tempo ad accorgersi dell'arma che, impropriamente, volava verso il suo cranio, e Koge, l'uomo con la cicatrice, fu tutto meno che reattivo nell'avvertire il suo compagno. Fu così che l'asta del kusari fundo colpì dietro la testa del primo avversario e, mentre questo perdeva leggermente l'equilibrio, mettendo un piede in avanti per evitare di cadere, il giovane ninja scattò verso il varco creato tra le due figure. Koge, però, riuscì ad afferrare parte del suo braccio proprio mentre stava per evitarlo; di tutta risposta, il ninja cercò di rompere la presa dell'assalitore, riuscendoci anche, con un pugno ben sferrato. Non fu in grado di completare la fuga, perché Misao, ormai rinvenuto, cercò di prenderlo in una morsa, cercando di far passare entrambe le sue braccia sotto le ascelle di Kobo, di spalle rispetto a lui, per poi andare a richiudere le mani dietro il collo di quest'ultimo. [Presa] Una presa diretta, grezza, ma comunque sempre efficace se fosse stata portata a termine. Koge, nel frattempo, dolorante ad un braccio - il sinistro - per il colpo subito, si staglio a mezzo metro dalle due figure in lotta, quasi ringhiando. « Brutto bastardo di un piccoletto! Mi hai fatto male alla testa eh! Koge, fagliela pagare... » Il nerboruto brigante, fronte a Kobo, spalle al mare, si stava scrocchiando le dita della mano... Già si stava leccando i baffi pregustando il dolore che avrebbe inflitto al malcapitato...


    Va bene, vediamo adesso che combini! Il post è corto e semplice, voglio andare veloce che non era neanche in programma ma, visto che me le hai fatte venire in mente, introduciamo le prese in questo breve combattimento!

    Come hai visto non ho ancora fatto attaccare il bruttone, perché voglio che tu riesca a trovare un modo per disfarti di lui e della presa. Se hai un qualsiasi problema, chiedi pure riguardo le dinamiche.

    P.S. Sfrutta la descrizione dell'ambiente...
     
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  8. kobo
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    Quasi.



    La strategia di fuga del giovane si rivelò un Quasi successo! Forse più un quasi che un successo, ma quelli erano dettagli. Sfruttando l’attimo di distrazione del piccoletto, Kobo gli aveva lanciato il Kusari fundo, colpendolo alla testa e creando una finestra d’opportunità che aveva tentato di sfruttare, trovando l’energumeno ad ostacolarlo, ma riuscendo comunque a superarlo, dopo aver colpito la sua mano sinistra. Quella breve collutazione aveva, tuttavia, concesso al compare il tempo necessario a riprendersi e tentare una presa dell’orso, riuscendo ad inserire i propri arti oltre le ascelle del giovane e bloccando le mani dietro la nuca. Ripresosi dal colpo alla mano, il colosso si stava avvicinando ed il suo compagno lo incitò a colpire forte. Molto forte.

    Forse ho sbagliato qualcosa…ma per fortuna i miei due avversari non so dei geni e questo potrebbe giocare al caso mio…
    Sorrise allo sfregiato, cercando di farlo infuriare, sperando che partisse subito con un colpo molto pesante, caricato, che lasciasse un ampia apertura nella sua difesa come ogni colpo di quel genere: se avesse scelto per dei rapidi e relativamente leggeri jab, la sua strategia sarebbe stata molto ardua da mettere in pratica.

    Fammela pagare, Kobe! MUUUUUUUUUUUUUUUUUUUH

    L’insulto era piuttosto banale e scontato, roba dell’asilo, ma guardando bene il grosso individuo, si capiva che Koge non poteva essere andato molto più avanti con gli studi. Non avendo il tempo materiale per sbeffeggiarlo oltre, si preparò ad agire, impastando chakra nelle gambe, al fine di aumentarne la forza in maniera considerevole [1/2 basso in forza] ed aspettò che Koge aprisse la guardia per sferrare il colpo: nel caso avesse optato per un colpo profondo e caricato, portato con il braccio dominante allargato per accumulare energia cinetica, avrebbe accumulato la spinta nella punta dei piedi al fine di sbilanciare il piccoletto e riuscire a portare le proprie gambe all’altezza del petto esposto dello sfregiato, sfruttando la presa che mi bloccava le braccia come appiglio e cercando di colpirlo con un calcio doppio per scaraventarlo in mare [Slot Azione] , cosa che, se fosse andato tuto bene, non avrebbe dovuto risultare troppo difficile data la presenza del muro praticamente a ridosso del piccoletto che avrebbe ulteriormente aggevolato Kobo fornendo un vantaggioso effetto leva: nel caso gli avvenimenti si fossero susseguiti in questa maniera, lo studente avrebbe tentato un avvitamento a sinistra in fase di discesa per rompere la presa e proiettare a terra l’uomo con la chiave inglese [Slot Azione] . Se invece Koge avesse optato per dei rapidi colpi in stile jab, il giovane della nebbia avrebbe incassato il colpo leggero, cercando di indirizzare l’impatto sulla fronte, per minimizzare il danno sai diretto, dovuto al semplice urto e quello indiretto al cervello dovuto alle vibrazioni, quindi avrebbe usato la gamba dominante per cercare eseguire una spazzata di piede sulla gamba che sosteneva il peso [Subisci&Mena] , tentando poi un calcio al viso o all’addome, non appena avesse ritrovato l’equilibrio, al fine di scaraventare lo sfregiato in mare [Slot Azione] e seguentemente tentare di usare i pollici o gli indici di entrambe le mani per accecare lo smilzo , sperando di causare così lo scioglimento della presa…

    In ogni caso, se fosse riuscito a liberarsi dei due avrebbe subito ripreso la fuga per cercare Akira e riferirgli quanto successo.

     
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    La Banda dei Coccodrilli

    L'Harem di Hanoya


    L'aspirante ninja, finalmente, si decise a compiere il primo passo per diventare quel che doveva essere.
    L'ottima strategia di Kobo, andò completamente in porto: Koge fu rovinosamente scagliato in acqua. Il povero, grosso nerboruto poteva essere definito in tutti i modi, ma sicuramente non era un fulmine di guerra. Facendosi ben leva sull'altro avversario e sfruttando il terreno circostante, Kobo riuscì a sbarazzarsi prima di Koge, quindi, con un portentoso avvitamento verso sinistra, sfruttò sia la sua energia cinetica che la sorpresa, oltre alla scadente forza di Misao, per scagliare quest'ultimo a terra, accompagnato da un rombo secco: il tipico rumore di chi impatta malamente al suolo con la schiena. Approfittando della piccola rivincita presi sui due farabutti, Kobo fece quello che il buon sensei, come piaceva chiamarlo a lui, gli aveva intimato, in modo neanche troppo velato, solo poche ore prima: scappare. Con un rapido scatto fu presto nuovamente al riparo nella folla, mentre due o tre curiosi, attirati dal rumore, si avvicinavano più alla banchina per verificare cosa fosse realmente successo. Come se niente fosse successo, l'aspirante ninja, tornò i suoi passi per raggiungere il luogo di incontro che Akira gli aveva precedentemente indicato. Per la strada nessuno avrebbe tentato un improbabile inseguimento che avrebbe potuto portare solo ulteriori guai, destando, forse, anche troppo scalpore e allarme per i Coccodrilli.


    [...]


    « Sei in ritardo, eh! » Esclamai, con una finta espressione spazientita. In verità ero arrivato sul posto solo un minuto prima - e ciò mi portava ad essere un ritardatario tanto quanto Kobo - ma bisognava dare sempre il buon esempio: quando mai si era visto un sensei pigro e scocciato di fare il suo lavoro? « Allora? Almeno hai scoperto qualcosa di interessante? Avuto problemi? » Se Kobo avesse raccontato tutte le sue vicissitudini, avrei portato la mano destra sotto il mento, osservando il terreno in un punto indefinito, come se stessi pensando profondamente a qualcosa. « Mmhh... Capisco... Allora le informazioni che mi hanno riferite sono vere... Probabilmente quei due neanche appartenevano ai Coccodrilli; sembrerebbe che questa organizzazione stia cercando sempre più affiliati, quindi è possibile che questi avrebbero voluto portarti da loro per fare ingresso nella banda... Comunque, chi se ne frega, gli hai fatto passare la voglia di giocare ai ladri, quantomeno... Bravo, ma adesso non perdiamo altro tempo, abbiamo un bordello che ci aspetta! » Esclamai in modo euforico, accorgendomi troppo tardi che la mia euforia poteva essere fraintesa. Divenni leggermente paonazzo in volto. « Ehm... Ehm... » Due leggeri colpi di tosse. « Tipico sensei pervertito?! Ma sei impazzito?! » « Ovviamente sono solo ansioso di acchiappare i Coccodrilli, sia chiaro eh! Andiamo! » E, senza dare altre possibilità a Kobo di guardare la mia espressione, mi incamminai per un vicolo del porto.

    Arrivammo ben presto al bordello: una grossa struttura in legno su due, forse tre piani, con le finestre in vetro rosso scuro e tutte coperte da tende color nero. Davanti al portone d'ingresso, c'era un piccolo tappeto rosso lungo circa tre metri e, proprio sopra, una illuminata insegna che recitava "L'Harem di Hanaya". Mi fermai a una ventina di metri dall'ingresso, osservando come, già davanti al portone, ci fosse un grosso buttafuori vestito in abito scuro. A discapito del porto, quello doveva essere un posto abbastanza di classe. « Allora, secondo il mio informatore, questo posto non ha mai avuto nessun genere di problemi con la legge... Quindi, sono ancora più sospettoso. Tu resta dietro di me, l'ora è presta e daremo nell'occhio, ci penso io a parlamentare. » Senza dare la possibilità a Kobo di replicare, mi incamminai verso l'ingresso. Il buttafuori ci guardò in modo sospettoso ma non ci fece nessun problema, lasciandoci entrare liberamente. Aprii il portone e aspettai che Kobo entrasse prima di richiuderlo. L'atrio era una grande sala con a sinistra un piano bar e a destra un piccolo palco dove probabilmente sfilavano le ragazze prima della scelta dei visitatori. Tutta la sala era ricolma di piccoli tavolini rotondi in legno, con due o tre sgabelli ognuno. Intenti a bere una birra, cinque uomini vestiti come il buttafuori, che probabilmente costituivano la sicurezza del locale, si fermarono per guardarci attentamente. Dietro il piano bar, due giovani ragazze semi-nude servivano da bere, ridacchiando agli uomini, ma anch'esse raggelarono alla nostra entrata. « Allora, chi di voi buon'uomini mi sa indicare dov'è Hanaya?! » Urlai, in modo da non mancare da farmi sentire da nessuno. Questo era il mio modo di parlamentare. I buttafuori si alzarono e si disposero in riga. « Chi lo cerca, se posso chiedere? » Un uomo grassottello ben vestito, con due grossi paia di baffi e un tubo in testa, uscì da dietro le quinte del palco. « Devo farvi qualche domanda, signore! » Probabilmente era proprio lui l'uomo che stavo cercando. « Ho affari ben più importanti da svolgere invece che perdere il mio tempo con voi... Inoltre, nel mio locale non sono ammessi schiamazzi ed urla. Ragazzi, buttateli fuori, io vado in ufficio... » E fu così che scomparve nuovamente, salendo una rampa di scale dietro alla cintura di sicurezza dei suoi uomini. « Come immaginavo... » Scrocchiai le mani. « Kobo, prenditi solo l'ultimo a sinistra, agli altri ci penso io... » La mia voce fu interrotta dal rumore del portone che si chiudeva: il buttafuori all'ingresso era entrato. « Ok, pensa anche a questo. Mi raccomando non fargli troppo male, o non far fartene troppo. Andiamo! » Sorridendo, mi buttai a tutta velocità, impugnando il primo sgabello utile, contro i miei quattro avversari. Il quinto della riga si discostò dai suoi compagni e spaccò la bottiglia di birra che stava precedentemente bevendo contro un tavolino, creandosi un'arma impropria. Fu però l'uomo di Kobo ad agire per primo, preannunciato dallo scricchiolio del pavimento di legno ai suoi passi, infatti cercò di chiudere la distanza che lo separava da Kobo per sferrargli un gancio destro. Dall'altra parte, l'uomo con la bottiglia si scaraventò anch'esso sul povero studente, cercando un affondo verso il suo torace.
    Cosa avrebbe fatto Kobo per difendersi?


    Meniamo un pò le mani! Difenditi dagli attacchi e contrattacca. Come vedi, sono più forti/veloci di te, quindi avrai bisogno di impastare il chakra per uscire vincitore da questo scontro. Per qualsiasi domanda/problema, sai dove trovarmi.
     
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  10. kobo
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    La Banda dei Coccodrilli

    In gita al bordello…


    Si rialzò, ansimando leggermente e guardando l’uomo a terra che si contorceva e si toccava la schiena nel punto in cui aveva impattato il terreno. Il giovane tornato eretto raccolse il kusari fundo e corse verso la folla, senza guardarsi indietro. Forse, dato che aveva un grosso vantaggio, avrebbe potuto farla pagare al piccoletto, perfino catturarlo e portarlo dal sensei, visto che se effettivamente apparteneva ai coccodrilli avrebbero potuto ottenere preziose informazioni…come anche no, se le alte sfere dell’organizzazione fossero state composte da persone intelligenti avrebbero probabilmente fornito alla manovalanza meno informazioni possibile, al punto da renderli inutili come materiale da interrogatorio. Alla fine dei conti, dunque, tentare di catturarlo era un inutile pericolo che avrebbe potuto risultare completamente infruttuoso, senza contare che Akira aveva fornito al ragazzo precise direttive riguardo l’evitare situazioni rischiose quando possibile, quindi Kobo si accontentò di andarsene incolume, dopo aver rapidamente raccolto il kusari fundo, seguendo la strada che lo avrebbe ricongiunto con il Sensei.

    […]


    Quando arrivò al luogo convenuto, Akira lo stava aspettando con l’aria scocciata di chi aspetta da diverso tempo e di fatti riprese il suo allievo per il ritardo, chiedendogli poi se avesse raccimolato qualche informazione utile.

    Di utile ben poco…molte persone sis ono dimostrate omertose, lasciando trapelare solo qualche “sottinteso”, che conferma l’esistenza della banda, fatto superfluo direi, ma niente di efettivamente rilevante…- Kobo scrollò la testa e fece spallucce.- In compenso due uomini mi hanno aggredito, cercando di rapirmi proprio a causa delle domande che ho posto alla gente del porto…sono riuscito a liberarmi di loro e potrei fornire un identikit…conosco anche il nome di uno di loro…ma non credo ci sarebbero molto utili, se perfino io sono riuscito a sbarazzarmi di loro con tale facilità…- Sorrise orgoglioso.- Ho pensato di portarti uno dei due, ma non sapevo se ne valesse la pena, considerato che mi avevi consigliato di fuggirmela in caso la faccenda si facesse pericolosa.

    Sperava di aver agito bene, non gli interessava riceve lodi, ma non voleva deludere né il sensei, né Kiri in senso lato. Dopo aver sentito le sue parole, Akira disse al ragazzo che probabilmente quei due erano solo pesci piccoli, che cercavano di usarlo per entrare nella banda e godere dei benefici derivanti da ciò. Il maestro si congratulò con lui prima di annunciare con entusiasmo che era ora di far visita al bordello.

    Questo qua è proprio un pervertito… - Scosse la testa, con sguardo sconsolato…E pensare che aveva un aspetto così affidabile..beh, anche i migliori hanno i loro difetti, alla fine…

    Mentre Akira cercava di giustificare la sua ultima affermazione, Kobo cercò di battere due volte la mano destra sulla spalla del sensei, con fare accondiscendente, per fargli capire che non v’era bisogno che si scusasse, che lo perdonava per essere un pervertito…
    Si incamminarono brevemente, Kobo seguì il genin fino all’autoproclamato "Harem di Hanaya", il luogo di perdizione da lui tanto anelato e che gli sarebbe costato per gli anni avvenire l’appellativo di “pervertito” da parte dello studente della nebbia. Il brillante piano di Akira consisteva nell’entrare nella struttura che fin dalla propria apertura era stata sospettosamente scevra di grane con la legge e “parlamentare”. Parlamentare. Con dei sospetti criminali, colpevoli di innumerevoli delitti. Geniale.

    Forse non è proprio da annoverare tra i migliori…beh, sembra sapere il fatto suo, non sarà un cervello fino, ma avrà altre qualità…spero…

    Sfiduciato riguardo l’inesistente strategia del proprio maestro, il giovane ninja lo seguì all’interno dove, tra minuscoli tavoli, diversi uomini bevevano nonostante l’ora , serviti da due cameriere-prostitute, molto più prostitute che cameriere- Dettagli a parte, l’atmosfera si fece immediatamente tesa, come c’era da aspettarsi: due ragazzi entrano in un locale notturno, uno è armato con una vistosa arma da taglio e porta i simboli del villaggio. Kobo ebbe solo il tempo di formulare una preghiera a qualche ignota divinità, mentre al situazione degenerava davanti ai suoi occhi.

    Fa che questo non sia solo un completo idiota privo di qualsivoglia strategia….

    Akira sbraitò che cercava il proprietario del posto, in maniera completamente priva di tatto e di furbizia. I due cominciarono a battibeccare e la scena si concluse con i buttafuori pronti a riempire di mazzate i due ninja. Con aria sicura il genin chiese allo studente di occuparsi di un solo uomo, una richiesta ragionevole. Immediatamente, tuttavia, il buttafuori che si trovava all’esterno irruppe nella stanza, raddoppiando di fatto il numero di nemici che la giovane recluta avrebbe dovuto affrontare.

    E niente, è un idiota…oltre che un pervertito…

    A prescindere da quello che Kobo pensasse di Akira, la sua situazione era brutta. Due nemici lo avevano fondamentalmente circondato e uno di loro aveva trasformato una bottiglia di birra in un arma impropria, un poco corta in vero, ma comunque piuttosto pericolosa. Tra lui e i suoi due aggressori v’erano circa sei metri ognuno e diversi tavolini con i relativi sgabelli.

    Potrebbero tornarmi utili…devo stare sulla difensiva, non conosco le loro capacità e sono in inferiorità, di nuovo…

    Fece appena iIl buttafuori che stava di guardia all’ingresso prese l’iniziativa, caricando attraverso il locale facendo scempio del mobilio e preparandosi a colpire lo studente con un pugno. Questi aspettò che l’uomo si trovasse a circa un paio di metri e che tra di loro si ponesse solo un tavolino ed un paio di sgabelli, quindi scattò in avanti, impastando del chakra per aumentare la propria forza [1/4 basso] esplosiva, quindi scattò in avanti, piegandosi quasi subito per imbracciare il tavolino a mo’ di ariete, non tanto con intento offensivo, quanto difensivo, lo scopo del giovane era quello di bloccare il colpo del buttafuori: lo scopo dell’impasto era quello di ottenere una forza tale da non essere sbalzato dal contraccolpo, data la maggiore massa e il maggiore impeto del nemico [Slot difesa parata: potenza tavolino 20 durezza: 2 ( standard oggetti di legno)---> potenza pugno 10 ]. Fermato l’attacco fece un mezzo passo indietro per prendere slancio, passò la presa alla parte inferiore della “gamba” del tavolo, brandendolo come se fosse stata una mazza, quindi tentò di caricare il colpo sopra la spalla destra e di calarlo con tutta la forza che aveva a disposizione sul buttafuori, mirando al lato del cranio, con la speranza di stordirlo e guadagnare del tempo per fronteggiare l’altro. Sia che l’attacco fosse andato a segno, sia che il “gorilla” fosse riuscito a difendersi, il giovane kiriano avrebbe impastato chakra per incrementare la propria resistenza naturale[1/2 basso], quindi, dando il fianco sinistro all’aggressore armato di bottiglia, avrebbe fatto un mezzo balzo in avanti, andando a cercare l’arma impropria col la mano sinistra, protetta da un guanto, in maniera tale da subire solo una ferita trascurabile[Slot difesa parata: potenza guanto 10 , resistenza 100+ 50 ( ½ basso) ---> potenza bottiglia 15, forza 100 = ferita ¼ leggera palmo mano sinistra ] ma, soprattutto, cercare di bloccare l’arma nemica, tentando poi di attaccare l’individuo prima con un pugno della mano destra, a cercare l’impatto con con la zona basso- sinistra del nemico, il quale se fosse andato a buon segno o solo schivato avrebbe fornito lo slancio necessario per tentare di eseguire un doumawari mirato al viso del nemico. Nel caso in cui il primo pugno fosse stato bloccato col braccio libero dell’avversario, Kobo avrebbe cercato di eseguire un calcio frontale mirato al petto, mollando la presa della mano sinistra, al fine di allontanare l’avversario da lui, cosa che avrebbe fatto anche nel caso in cui il doumawari, cercando di portarsi a non meno di tre metri di distanza da ognuno dei due uomini. Nel caso in cui avesse avuto qualche secondo libero avrebbe anche dato un occhiata alla situazione del sensei…non che fosse particolarmente preoccupato o gli importasse, vista al situazione in cui lo aveva cacciato ma….





    domani sistemo la forma che è tardi ç_ç
     
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    La Banda dei Coccodrilli

    Risse da... Bordello


    Lo studente aveva fatto bene a darsela a gambe, purtroppo adesso doveva combattere.
    E i buttafuori non sembravano dei poveri sprovveduti come quelle due mezze seghe che aveva incontrato poco prima.
    Sicuramente non avevano armi ninja o capacità di usare il chakra, ma di risse ne avevano viste tante, e anche ben più numerose. Probabilmente due giovani ragazzi non sembravano per loro un grosso problema, seppur ninja: e qui fu il loro primo errore. Il buttafuori alle spalle di Kobo vide prima il suo pugno infrangersi violentemente contro lo sgabello di legno impugnato per l'occasione dallo studente. Si sentì un secco rumore di ossa provenire dalla sua mano al contatto con il duro e grezzo legno. Probabilmente avrebbe dovuto dire addio al suo pugno per un pò di tempo. Un acuto strillo agonizzante uscì dalla sua bocca, prima di essere definitivamente colpito dallo stesso sgabello che gli avevo frantumato il pugno, questa volta, però, direttamente in testa. Il dolore per il colpo subito alla mano non gli permise di difendersi dall’attacco. Il nerboruto buttafuori fu scaraventato a circa 2 metri di distanza, messo con le spalle a terra dal potente colpo. Kobo si era liberato del primo avversario, ma subito un’altra minaccia, forse ben peggiore, incombeva su lui. Il secondo gorilla, bottiglia rotta in pugno, stava cercando di attaccarlo senza passare tanto per il sottile. Lo studente, però, riuscì ben a difendersi dal colpo, andando a sacrificare la mano sinistra, che almeno era protetta da un guanto da combattimento, il che gli permise di continuare con il suo attacco. Il primo colpo fu un pugno portato con il braccio destro, che andò a colpire in pieno l’avversario. Questo era, però, solo il primo degli attacchi, infatti il proseguo finì quasi per rivelarsi fatale per il buttafuori. Ancora tramortito dal colpo, non avrebbe avuto modo di difendersi dal calcio che stava per mirare alla sua testa, e gli restava una cosa sola da fare: cercare di attaccare anche lui simultaneamente. Proprio mentre il calcio stava per schiantarsi sul suo volto, il suo pugno sinistro, chiuso a gancio , sarebbe andato a cercare di colpire il costato di Kobo, quasi sospeso a mezz’aria in quel momento. [S&M] Questo non era nient’altro che il suo ultimo tentativo di fermare il ragazzo, sperando di potersi rialzare dopo l’attacco. Il calcio lo colpì in pieno, facendolo sbandare verso il bancone. I piedi strusciavano a terra, l’equilibrio era precario, ma era ancora in piedi; almeno finché io non lo colpii con il mio pugno destro con un attacco discendente, dritto sulla sua nuca. Il colpo, per quanto portato con sufficienza, fu comunque più che efficace contro un nemico che si era riuscito a salvare per un pelo dal precedente attacco.
    « Bravo, scusami se l’ho mandato io al tappeto eh. » Dissi al ragazzo, poggiandomi al bancone. Se Kobo avesse guardato attorno a sé, avrebbe visto il locale praticamente distrutto. Un buttafuori era stato lanciato contro lo scaffale con le bottiglie degli alcolici che, cadendo a terra e su di lui, si erano rotte, riversando l’alcool sul pavimento, altri due erano letteralmente distesi, l’uno sopra l’altro, sul grosso bancone di legno e l’ultimo, invece, giaceva su un tavolo di legno, che si era quasi spezzato a metà. « Ragazze… » Mi rivolsi alle due pseudo-cameriere, che si erano accovacciate dietro il bancone per ripararsi dalla furiosa lotta. « Mi potete versare un bel bicchiere d’acqua fresco con una fettina di limone? Tutto questo movimento mi ha accaldato, a te? » Una delle due cameriere, ancora timorose, si alzò lentamente, preparando in un lungo bicchiere da cocktail ciò che gli avevo chiesto. « Grazie mille… » Gli sorrisi, quindi bevvi tutto d’un sorso. « Fate le brave ora, andatevene a casa, prendetela come una giornata di ferie oggi, e fate uscire anche le vostre “colleghe”. » Guardai, quindi, Kobo, in piedi davanti a me a pochi metri. « Riesci a continuare, anche con quel graffio sulla mano, giusto? Forza, andiamo a prendere quel soggetto di prima. » Quindi feci strada verso il piano superiore attraverso le scale di legno in fondo alla stanza. Al primo piano sembravano esserci quelle che sembravano essere le varie stanze private per gli ospiti più facoltosi, e poco a sinistra dello spaziale dove eravamo arrivati, un’altra rampa di scale, questa volta a chiocciola, portava ancor più in su, al terzo piano dell’edificio. Salii a due a due le scalette, che mi portarono davanti ad una possente porta di legno. La aprii con il mio solito fare prudente: un calcio frontale con la pianta del piede. I cardini della porta si ruppero violentemente, facendola cadere direttamente sul pavimento. « E’ permesso? Ah, scusi, forse lo dovevo dire prima… » Al terzo piano c’era il grosso ufficio di Hanoya, l’uomo grassottello ben vestito che avevamo visto pochi minuti prima. « Brutti bastardi! Non sapete proprio contro chi vi state mettendo! Volete crepare o no!? » La paura adesso guidava le azioni di quell’uomo, che andò a cercare qualcosa sotto la sua scrivania. Si sentì solo un clic prima che, dai nostri lati, partirono da delle piccole insenature del muro quattro dardi, due per lato, due per me e i restanti per Kobo. [Trappola: proiettili]
    Gli uomini che non sapevano accettare la loro sconfitta erano proprio fastidiosi.


    Allora, per incominciare, piccola cosa: prima devi difenderti da tutti gli attacchi, poi passi alla fase offensiva. Nel post hai attaccato dopo la tua difesa, successivamente hai continuato la difesa e quindi il nuovo attacco. Nessun problema per adesso, ma tienilo a mente per il futuro! Prima si conclude la fase difensiva, poi si passa all'offensiva. C'è qualche eccezione, la più comune la spiego qui sotto.

    Ho introdotto qui il S&M (Subisci e Mena): è una meccanica che permette, al costo di 1 slot azione e 1 slot difesa, di effettuare un attacco fisico in contemporanea con un attacco nemico che, però, dovrai subire del tutto, seppur potendo attutirlo tramite protezioni, o variare leggermente la direzione del colpo. Detto ciò non ne devi fare uso per forza, era per mostrarti un suo utilizzo in combattimento.

    Difenditi da questa trappola, poi ci avviamo verso la fine dell’addestramento con gli ultimi 3 post circa!

    Ultima annotazione riguardo il chakra qui sotto:
    Puoi impastare il chakra per migliorare le tue prestazioni. Uno studente può impastare massimo 2 tacche a round, per un consumo 1/2 basso, quindi vedi te se hai bisogno o meno! Ogni tacca in più al limite dato dal grado, costa 1/2 di vitalità oltre al normale chakra. Cosa diversa è il CAP, ovvero il numero massimo di tacche ottenibili in una singola statistica come addizioni di tutte le conoscenze possibili.

    Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi. Buon post ^^
     
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  12. kobo
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    La Banda dei Coccodrilli

    Toc Toc


    Kobo riuscì a mettere a segno il pugno sull’individuo armato e, non avendo nessun tipo di pressione dall’altro nemico che era finito lungo disteso grazie al colpo di sgabello sulle tempie, eseguì subito il douwamari al meglio delle proprie possibilità, la gamba sinistra del giovane si allineò con il naso del gorilla e la sua tibia avrebbe impattato con violenza su quella parte vulnerabile, se l’uomo non avesse agito…cosa che effettivamente fece. Con la mano libera sferrò un rapido pugno mirato al costato del ninja, il quale, essendo uno dei pochi punti aggredibili durante un douwamari era coperto dal braccio sinistro, il gomito in particolare aveva la funzione di protezione, sia perché si trattava di una zona piuttosto resistente, sia perché nel caso di Kobo era protetta da una gomitiera. Per assorbire in maniera adeguata il colpo[Slot difesa--->1 leggera arto sinistro], tuttavia, il ragazzo dovette rovinare il proprio assetto, azione che ebbe come conseguenza un impatto imperfetto sul nemico, il quale avvenne con la parte più esterna della tibia, in grado di generare un impatto molto meno solido di quanto lui avrebbe voluto. Il gorilla infatti non venne messo a terra quel colpo ed indietreggiò di qualche metro, per riacquisire compostezza, cosa che non gli fu consentita dall’intervento di Akira, che lo mise a dormire con un singolo colpo. Kobo, atterrato con una piccola capriola si saggiò il gomito, il quale, nonostante fosse piuttosto protetto, aveva subito una discreta botta. Il ragazzo fece un poco di stretching per saggiare la mobilità dell’arto, riscontrando solo una moderata quantità di dolore in corrispondenza di determinati movimenti, niente che non potesse sopportare. Preso dalla botta al gomito sembrava quasi essersi dimenticato della ferita alla mano che era, tuttavia, molto meno grave, inoltre il giovaqne cuoco era piuttosto abituato ad avere piccoli tagli sulla mano, quindi quasi non vi fece nemmeno caso. Notò invece, mentre Akira gli parlava, che il locale era ridotto ad niente più dell’ombra di ciò che era fino a pochi minuti prima: il genin aveva seminato distruzione un po’ ovunque, mandando al tappeto ogni suo avversario con una facilità tale da non farlo nemmeno sudare….

    Però, sensei…sei un pervertito, non c’è dubbio, ma sei anche una bestia! Che ne dici di darmi qualche lezione privata un giorno di questi??.. - Con un sorriso gli mostrò la mano ferita e indicò il gomito contuse-Tu sei illeso e io ho incassato ben due colpi! E sono riuscito a stenderne uno solo…in tutta onestà ti invidio…beh, perversione sessuale a parte…ma davvero, se fossi una persona per bene proverei anche una grande stima e un grande rispetto per te!

    Il giovane ninja continuò a sorridere, come suo solito, nonostante sapesse di non aver fatto la migliore delle figure davanti al sensei. Era del tutto normale per uno studente non riuscire a star dietro ad un genin…certo contro due civili non avrebbe dovuto avere tutti quei problemi! Anche lui era un civile, tuttavia, fino a pochi giorni prima e non s’era mai dedicato particolarmente al combattimento…Nel frattanto il genin stava esibendo tutta la propria sboronagine con le ragazze semi-svestite dietro al bancone, le quali gli servirono da bere…dell’acqua.

    Acqua…dopo aver fatto il figo…MI aveva impressionato ma…che caduta di stile…

    Kobo Tenne per se quel pensiero sul proprio sensei..non voleva certo far la fine dei buttafuori! Akira, dopo aver congedato le bariste, si premurò dello stato di salute dello studente, il quale si limitò a fargli un cenno per indicargli che non c’era di che preoccuparsi, quindi salirono al piano superiore, per interrogare il proprietario della baracca riguardo la banda dei coccodrilli, ovvero il loro obbiettivo iniziale! Due rampe di scale separavano i ninja dal loro obbiettivo e il duo le Sali velocemente, il genin addirittura saltando i gradini a due a due…


    Che fretta…quel tizio non penso possa scappare da qualche parte…infondo non è che mi sembrasse chissà quale grande atleta…

    Al termine della seconda scala, fatta chiocciola, Akira fece toc toc con il proprio piede, spalancando la massiccia porta con apparente facilità e fiondandosi dentro, seguito dallo studente. Il genin fece una battuta sarcastica ad Hanoya, il proprietario, il quale non sembrò prenderla particolarmente bene le parole del ragazzo dai capelli bianchi e blu ed attivò una trappola tramite un interruttore posto sotto la propria scrivania. I ninja vennero bersagliati da due dardi ciascuno, trovandosi a doversi difendere senza potersi aiutare vicendevolmente. Kobo, compreso che non avrebbe potuto schivare con sicurezza il doppio attacco, decise di minimizzare nuovamente i danni subiti, quindi impastò una piccola quantità di chakra nelle proprie mani [1/4 basso---> +1 tacca resistenza] e le posizionò sulla direttrice dei due dardi, sfruttando i guanti di cuoio per fermarne la corsa [due ferite ¼ leggera ognuna, una sul palmo della mano destra, uno su quello della sinistra] . Il ragazzo rimosse i due dardi dalle mani, notando che il guanto sinistro era oramai lacerato oltre ogni possibilità ulteriore di utilizzo, quindi prese un tonico
    Tonico Coagulante Inferiore [Tonico]
    Questo tonico quando ingerito richiude ferite fino ad un valore complessivo di Media ma non rigenera vitalità.
    Dose massima: 2 al giorno.

    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 2
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 30)
    [Slot Azione] per richiudere le proprie ferite ed evitare ulteriori perdite di sangue. Solo in quel momento gli sovvenne che le lame che lo avevano appena ferito, per quanto leggermente, avrebbero potuto essere avvelenate.

    Sono…Siamo, stati imprudenti…se tramite queste ferite mi fosse stato inoculato un veleno sarei nei guai…e mi sono fatto ferire nuovamente, devo dimostrare ad Akira che non sono solo un sacco di carne…

    Immediatamente prese un’ Arma
    Kusari Fundo [Mischia]
    Il Kusari Fundo è una lunga catena di metallo, con due pesi alle estremità. La lunghezza del Kusari Fundo è pari a 3 metri. Poteva essere usato come lazo, ovvero per afferrare o bloccare persone ed oggetti: può causare Intralcio Medio finché attorcigliato attorno ad un obiettivo.
    Tipo: Catena-Contusione/Immobilizzo
    Dimensione: Media
    Quantità: 1
    (Potenza: 10 | Durezza: 2 | Crediti: 35)
    [Slot gratuito Istantaneo] e corse verso l’uomo seduto[Slot movimento], quindi caricò il colpo di kusari fundo facendo roteare il peso ed appena a portata di attacco tentò di scagliarlo verso il viso dell’individuo grassoccio, ritirandolo sia che esso avesse colpito il bersaglio, sia che ciò non fosse successo, quindi si scagliò oltre l’uomo e tentò di immobilizzarlo effettuando una presa al collo utilizzando la catena del kusari fundo, senza stringere troppo per evitare che soffocasse. Se fosse riuscito a portarsi dietro di lui e sigillarne i movimenti avrebbe accostato la bocca al suo orecchio, mantenendo il solito sorriso e sussurrandogli con allegria qualche parola.

    Non essere timido! Che ne dici di fare due chiacchere?

     
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    La Banda dei Coccodrilli

    Nella Tana del Coccodrillo


    Era un ragazzo simpatico, ma evidentemente la sua salute gli stava poco a cuore.
    Dopo aver abilmente incassato il colpo, Kobo, riuscì comunque a portare a termine il suo attacco, dando inizio all'azione che avrebbe portato l'ultimo gorilla a cadere sotto il mio colpo. Dopo le iniziali adulazioni da parte dello studente, arrivarono da questo le solite accuse di un mio certo comportamento "da pervertito". Feci finta di niente, bevvi la mia acqua fresca con calma, congedai le ragazze, quindi mi avvicinai a Kobo, mettendogli il braccio intorno alle spalle, da vero maestro consolatore. « Caro mio, non preoccuparti, ci siamo passati tutti. Con il tempo migliorerai! Per le lezioni private vediamo, la mia agenda è molto piena, ma magari posso trovare un buco... Quel che è certo e che se non la smetti di chiamarmi pervertito potrei finire per lasciarti un intero giorno attaccato ad una banchina del porto a fare compagnia ai gabbiani e ai tonni, che ne dici?! » Sorrisi con il mio viso sornione, mentre incominciavo ad avvicinarmi alle scale con il ragazzo ancora sotto braccio.

    Hanoya non sapeva accettare una sconfitta, e la disperazione rendeva gli uomini capaci di azioni quanto disperate quanto pericolose. Non sapevo quale fosse il suo grado di coinvolgimento in quella storia con i Coccodrilli, ma a quanto pareva dovevamo aver fatto bingo. I due dardi lanciati dalla trappola meccanica volarono verso di noi, anche se troppo lentamente, o almeno per me. Nel mentre mi abbassavo comodamente sulle ginocchia per lasciare che i proiettili andassero a conficcarsi nelle pareti opposte, Kobo dovette fermare l'attacco ponendo tra il suo corpo e i darsi i palmi delle sue mani che, seppur protette dai guanti in cuoio, vennero feriti dalla trappola. « Tutto bene? » Chiesi, ancora inginocchiato. Ma a quanto pareva lo studente ci stava incominciando a prendere gusto. Dopo essersi velocemente estratto i proiettili dalle mani e gettato via i guanti ormai inutilizzabili, prese un tonico per chiudere le sue ferite, quindi si getto verso il grassottello dinanzi a noi, kusari fundo in pugno. Con questo riuscì a colpire Hanoya, passandogli la catena intorno al collo e tirandola verso di se. « Molto bene Kobo, così mi piaci! Cazzuto! » Esclamai, rialzandomi e dirigendomi verso il proprietario del bordello. Saltai sulla scrivania, diedi una pacca sulla spalla allo studente, quindi poggiai la suola della scarpa destra sulla nuca di Hanoya mettendoci quel pizzico di forza che fosse servita per mettere l'uomo seduto comodamente sulla sedia alle sue spalle. Catena attorno al collo permettendo. « Premettendo che questa ultima bravata non mi è piaciuta affatto, adesso il continuo di questa giornata puoi deciderlo te. Io, comunque andrà, ti arresterò. Puoi sempre decidere come comportarti però: se fai il bravo, ti farò portare in prigione tranquillamente, ma se fai il cattivo... » Feci un cenno con la testa in direzione di Kobo, quindi ricominciai a parlare. « Ti faccio picchiare da uno studente molto incazzato per aver avuto due stigmati sulle mani. E poi ti picchio io. E non so quando la smetterò. Ci siamo capiti? » Hanoya, ormai sudato e paonazzo in volto, con evidenti problemi a respirare, mostrò i denti, ma solo per pochi istanti. La disperazione e la furia stavano lentamente lasciando spazio al buon senso, o almeno all'istinto di conservazione. « Brutti bastardi... Non sapete contro chi vi siete messi! Genko vi farà ammazzare tutti! » Finalmente avevamo un nome. « Ecco, bravo, continua così, dimmi cosa c'entri te con questa Banda dei Coccodrilli! » L'uomo sorrise. « Poveri stolti! Questo è solo un posto che viene utilizzato da loro per riciclare denaro e per... Svagarsi! Io sono solo un pesce piccolo, e come me ce ne sono a centinaia! Non avete neanche idea di quanto è forte e radicata questa organizzazione! » Annuii, vagamente interessato. « Sì sì, veniamo dritti al punto. Dove trovo questo Genko? » L'uomo sembrò essere spiazzato da quella richiesta. « Lo sapevo che non avevi proprio idea di cosa stavi parlando te! Genko è protetto da un esercito! Inoltre ha anche assoldato un potente ninja che è a capo dei suoi uomini e non lo lascia mai solo! » Chiusi il pugno e colpii, senza troppa forza, la nuca di Hanoya. « Ehi, sto perdendo la pazienza. Allora, dove lo trovo?! » Alzai il tono della voce. « La sua villa è dentro Kiri, nella zona nord. Villa Ichiro si chiama, era una grossa villa di un nobile mercante di Kiri... Beh, diciamo che è stata "donata" a Genko! Ahahah! Adesso vai a chiamare un esercito se veramente vuoi andarlo a prendere lì! E' protetto giorno e notte! » Lo guardai quasi allibito, alzando un sopracciglio. « Esercito? Sei proprio tutto scemo. Entro stasera ti prometto che tornerò qui a prenderti e condividerai una bella cella con il tuo grande amico Genko! Kobo, legalo per bene. E chiudigli la bocca. » Detto questo sarei sceso dal tavolo, attendendo che lo studente facesse il suo dovere per poi dirigerci verso il covo dei Coccodrilli.

    La villa era veramente mastodontica. Dopo poco meno di un'ora di cammino arrivammo dinanzi alla struttura, fermandoci preventivamente a circa cento metri da questa. La sera aveva ormai fatto capolinea tra di noi, ciò significava che non avevo molto tempo per concludere quella storia nei tempi che mi ero stabilito.
    Seppur in pieno centro cittadino, la villa era circondata da un muretto in pietra alto poco più di un metro ma con delle infieriate alte un altro metro e mezzo. Sia fuori che dentro la recinzione, imponenti alberi alti circa sette o otto metri seguivano il perimetro della struttura. Unica entrata era posta al centro del rettangolo di recinzione, ma un piccolo gabbiotto con le funzioni di corpo di guardia rendeva impossibile l'ingresso. Sempre se non avessimo voluto veramente sfidare un esercito prima di arrivare di fronte al fantomatico Genko. Dopo qualche minuto di osservazione, potemmo notare come intorno alla struttura diverse guardie controllavano il perimetro intorno, pattugliando il muretto e l'entrata stessa.
    Da dietro il muretto, due grosse costruzioni emergevano per altezza rispetto anche gli alberi. Una struttura secondaria di forma triangolare sul lato sinistro, e la villa vera e propria, sullo sfondo.


    png


    « Rimani qui un attimo, faccio un giro veloce. » Quindi mi incamminai silenziosamente e velocemente verso il lato sinistro. In pochi minuti tornai, avendo ormai compiuto l'intero perimetro. « La struttura triangolare è probabilmente adibita per gli scagnozzi. Oltre all'entrata principale della villa ho notato due porte secondarie sui lati e una più grande dietro. Entrare dal cancello non è possibile, quindi dobbiamo ingegnarci un attimo. Stando attenti magari a non farci beccare dalle guardie. Io scavalcherò il muro da dietro e mi intrufolerò all'interno da lì. Tu cerca un'altra strada per entrare, in due avremo più chance, ed inoltre io potrò fare da esca. Te la senti? » Gli lasciai qualche secondo per rispondere. « Tanto comunque decido io, e si fa così. Stai attento, ci vediamo dentro! » Quindi mi allontanai, lasciando il povero studente da solo, a centro metri da molti uomini di guardia molto pericolosi.
    Adesso stava a lui non farsi vedere.


    Allora! Post con un pò di strategia per una situazione che in una quest può capitare molto spesso!

    Cerca di infiltrarti senza farti sgamare, altrimenti sono guai :guru:

    Spero la mappa sia chiara, l'ho fatta molto velocemente e mi si è tagliata a sinistra. Immaginala comunque perfettamente speculare.
    Decidi te da dove cercare di infiltrarti, tenendo a mente che ho ti ho segnalato la direzione in cui guardano le guardie che comunque pattugliano a piedi il perimetro. All'interno della struttura non hai informazioni su eventuali altre guardie, quindi fai ancora maggior attenzione a ciò che fai.

    Buon post!
     
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  14. kobo
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    La Banda dei Coccodrilli

    Villa Ichiro


    L’azione dello studente si rivelò un successo ed il grasso proprietario si trovò ammaccato e letteralmente preso per il collo. Il giovane rinsaldò la presa sulla catena che bloccava solo parzialmente le capacità respiratorie di Hanoya, lasciandolo libero di raccimolare una quantità d’ossigeno sufficiente a parlare. Lo studente aveva ben chiaro che da li in poi Akira avrebbe interrogato la sua preda, quindi in assenza di ordini diretti evitò di infliggergli ulteriori ferite. Il genin arrivò dopo qualche istante, lodando l’operato del suo allievo e spingendo l’uomo grassoccio sulla sedia, cominciando ad esplicare al proprietario del bordello come si sarebbero svolti i fatti da li in avanti. Dopo qualche secondo di monologo il sensei fece un cenno a Kobo, che strinse ulteriormente la catena intorno al collo dell’uomo, per mettergli pressione sia fisicamente, che psicologicamente. L’interrogatorio si risolse in pochi minuti con un completo successo, dettato in parte anche dall’infondata fiducia che Hanoya nutriva verso il suo “boss”, un uomo di nome Ganko, il quale risedeva in una lussuosa villa difesa da innumerevoli scagnozzi e perfino un vero ninja.

    Mi viene quasi da dire “per fortuna”…se Ganko fosse difeso solo da gente come quella che si contorce dal dolore qua sotto, Akira potrebbe occuparsene senza il minimo problema…magari, se sarò fortunato, vedrò il sensei alle prese con un vero avversario…

    Finito l’interrogatorio, Akira gli ordinò di legarlo ed imbavagliarlo, cosa che Kobo fece immediatamente, sfruttando la presenza di innumerevoli strumenti erotici presenti nell’ufficio dell’uomo. Per l’opera scelse una corda di canapa da 8 millimetri, la cui lunghezza raggiungeva circa i dieci metri. SI posizionò dietro l’uomo e lo spinse in avanti, facendolo cadere dalla sedia e costringendolo a carponi, bloccò da prima la caviglia destra con la zona alta della coscia corrispondente, eseguì la stessa operazione con l’altra gamba, collegando i due arti inferiori con circa 10 centimetri di tessuto, bloccò le braccia dell’uomo dietro la schiena, con i palmi a toccare i tricipiti brachiali opposti, annodò all’altezza dei gomiti, facendoli corrispondere con i polsi e saldando il tutto assieme. Si concesse qualche secondo per osservare il proprio lavoro, quindi riprese facendo passare il capo libero della corda dietro il segmento che univa le due caviglie, portandolo poi a passare per il collo, fece un passaggio intermedio all’altezza delle braccia e concluse annodando il capo libero al sopracitato brandello di collegamento delle caviglie, lasciando circa 4-5 centimetri di giogo. Come tocco finale prese un ball gag cavo e forato e lo usò per bloccare la bocca del proprietario del bordello. Una volta finito il lavoro guardò Akira, cerando la sua approvazione.

    Il lavoro è di suo gradimento, Sensei?

    A prescindere dalla risposta del genin I due avevano da fare quindi Kobo seguì il superiore verso la loro destinazione, che Hanoya aveva chiamato “Villa Ichiro” ed era posta a circa un ora di marcia sostenuta dal suo “raffinato” locale. Per qualche istante lo studente si chiese come il genin conoscesse l’ubicazione della dimora del capo della banda con tale precisione, ma quel pensiero si perse immediatamente, sepolto dalle parole del ragazzo dai capelli bianchi e blu, che gli intimava di rimanere dove si trovava, ad un centinaio di metri dall’imponente struttura, mentre lui andava in esplorazione. Nel poco tempo che stette via, il ragazzo si diede da fare per sbirciare ciò che era possibile vedere, oltre gli alti bagolari che formavano un vialetto e circondavano il perimetro dell’abitazione, scorgendo una piccola struttura dalla forma insolita, triangolare, che il giovane non seppe identificare e il corpo principale che fungeva da residenza di Ganko, a rigor di logica. Fu Akira spiegare, una volta ritornato dalla ricognizione, che la struttura triangolare ospitava ulteriori scagnozzi, oltre a quelli visibili. Oltre a ciò espresse un breve, semplice, ma efficace piano d’infiltrazione, fingendo di chiedere l’opinione di Kobo che si affrettò a rispondere con un Si, sensei! , chiarendo che in ogni caso avrebbero seguito quella strategia. Si congedò mettendo in guardia l’allievo e lasciandolo solo a valutare le proprie possibilità.

    Dunque…entrare dall’entrata principale mi farebbe guadagnare molti lividi e la probabile radiazione dall’ordine degli shinobi…e se provassi a scavalcare quel muretto con inferriata, che è tutto sommata alla portata perfino di una persona normale, potrebbero riempirmi di buchi con frecce o altro…Potrei usare la tecnica della trasformazione e fingermi Hanoya o uno dei suoi uomini…reggerebbe bene all’inizio, ma se mi chiedessero una parola d’ordine o delle informazioni note a ogni membro dell’organizzazione, anche una cosa banale, mi troverei in una situazione piuttosto…precaria?? A voler essere buoni. Non mi sembra di conoscere altre tecniche d’infiltrazione utili allo scopo e il mio equipaggiamento è provvisto dii un telo mimetico, ma le incognite sono troppe…potrei commettere un errore di inesperienza e farmi scoprire…beh, un errore dettato dalla mia troppo breve carriera da ninja è plausibile in qualunque piano io formuli per quanto buono… - Incapace di trovare una strategia con reali possibilità di successo, tirò un debole calcio al bagolaro che si trovava d’innanzi a lui, in risposta di ciò qualche uccello volò via ed una generosa quantità di bacche rosse cadde in testa al giovane, senza causargli alcun danno. Kobo ne raccolse un paio, ne tastò la consistenza e, soddisfatto sia dal colore che dalla risposta alla sollecitazione meccanica, li mise in bocca e ne asportò l’esigua quantità di dolce polpa, sputando poi i grossi semi. Guardò in alto, dove tra le fronde del possente albero, la forza delle cui radici gli aveva garantito l’appellativo di “ spaccasassi”, altri dolci frutti attendevano di essere mangiati. Questi alberi portano dritti dritti dentro la villa…forse…forse potrei entrare nella villa senza subire lividi o contusioni! Sarebbe una delle prime volte, oggi…

    Sorridendo per l’ottima pensata, Kobo prese il telo
    Rivestimento Mimetico [Meccanismo]
    Tramite un rivestimento posto in qualsiasi protezione, l'utilizzatore potrà mimetizzarsi con l' ambiente circostante. L'utilizzatore può considerarsi sotto un occultamento parziale finché non compie azioni offensive.
    Tipo: Speciale-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 30)
    e se lo avvolse attorno, quindi saltò verso il tronco dell’albero, sfruttandolo come punto d’appoggio per effettuare un nuovo balzo in grado di farlo arrivare ai rami più bassi dell’albero che si trovava nella zona sinistra del viale. Con attenzione si arrampicò fino a raggiungere i circa sei metri d’altezza, in modo da trovarsi in una zona tale da fornirgli una copertura ulteriore rispetto ad eventuali osservatori a terra, sai per non avere un eccessivo intralcio da parte della vegetazione. Facendo attenzione a non sovraccaricare i brachi che gli fungevano d’appoggio, Kobo avanzò di chioma in chioma, fermandosi e rimanendo immobile ogni volta che gli sembrò di aver causato un rumore eccessivo. Se la sua azione fosse riuscita e fosse penetrato con successo nel perimetro della villa senza farsi scoprire, avrebbe seguito gli alberi sulla sinistra, fino ad arrivare qualche metro oltre la struttura triangolare, praticamente in corrispondenza dell’entrata laterale. Li sarebbe sceso facendo attenzione a non causare trambusto e, grazie al telo che gli forniva una parziale copertura, si sarebbe portato ad un paio di metri dall’uscio ed avrebbe atteso di percepire rumori di scontri dalla parte posteriore della magione. Se per cinque minuti non avesse sentito nulla, avrebbe tentato di aprire la porta con delicatezza ed infiltrarsi, in caso contrario si sarebbe precipitato nel luogo da cui proveniva il rumore per fornire eventuale supporto al sensei…





    Edited by kobo - 15/7/2015, 17:40
     
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    Azione particolare, sicuramente. Particolare, ma ben architettata.
    Akira avrebbe sicuramente pensato a qualcosa di più semplice e... Spontaneo... Ma l'idea del giovane studente permise a quest'ultimo di passare inosservato l'efficientissimo sistema di sicurezza della villa. Chi si sarebbe mai aspettato che qualcuno tentasse di fare intrusione di notte in quel posto così pericoloso?

    Così, da fronda in fronda, il ninja rampante, fece ingresso nel pericoloso luogo, superando prima la dependance. Se si fosse fermato ad osservare, avrebbe potuto vedere come, se avesse tentato di superare la recinzione da quella parte, le cose per lui non si sarebbero messe troppo bene: una dozzina abbandonante di uomini grossi e muscolosi era intenta a fare bisbocce, seduti attorno a tavolini di legno, impegnai a bere e giocare a dadi o carte. Per sua fortuna, la sua tattica gli permise di passare senza suscitare nessun interesse.

    Una volta arrivato nei pressi dell'entrata laterale, avrebbe atteso senza particolari fastidi il trascorrere dei suoi cinque minuti, senza poter notare o sentire alcunché di strano, tranne che il solito rumore che proveniva dalle guardie a riposo. Kobo decise quindi di addentrarsi nella villa, utilizzando la porta secondaria.

    La porta era di un semplice legno color marrone scuro, che si aprì senza nessuna difficoltà. Superata la soglia avrebbe potuto notare a lui strumenti molto familiari: si trovava nelle cucine. Non c'era anima viva attorno, e tutte le luci erano spente. Molti fornelli, forni, piastre, due grandi frigoriferi, lavandini ed utensili erano ben tenuti e appositamente lavati. Se avesse tentato di superare quella stanza, tramite un passaggio all'altro lato della grossa stanza, si sarebbe trovato in una grande sala a forma di croce. Il pavimento era tutto rivestito di parquet ed un tappeto rosso collegava tutti i lati della croce. Numerosi quadri, arazzi e mobili di ogni genere facevano da contorno ad un tale pavimento. Lo sfarzo più immane vigeva in quella villa. Dinanzi a lui, ben visibili, una larga rampa di scale portava al piano superiore. Solo se affacciato avrebbe potuto sentire il mio debole fischio. « Ehi, Kobo! » Sussurrai, nascosto dietro ad un grosso mobile di ebano nel lato posteriore della croce. « Pensavo ti avessero preso! C'hai messo un casino! Andiamo, non si sono accorti di noi, gli arriveremmo addosso e prenderemo Genko di sorpresa. » Almeno pensavo.

    Velocemente feci strada, dirigendomi verso il piano superiore che, seppur non lo credevo possibile, era ancora più sfarzoso del primo piano. L'attenzione sarebbe ovviamente ricaduta su un'enorme porta che corrispondeva all'ultimo lato della croce, quello più in fondo alla villa. Ai lati della porta, due statue di marmo raffiguranti due coccodrilli in posa plastica. Senza farmi impressionare arrivai a ridosso del portone. « Copri il lato destro appena entriamo, poi chiudi la porta dietro di noi. Al tre entriamo... Tre! » Esclamai, mentre con un potente movimento spalancavo una singola parte di porta. Entrammo e... Rimanemmo delusi.

    La stanza era vuota.

    Quello doveva essere l'ufficio di Genko, era ben evidente dalla grossa scrivania in fondo alla stanza e dalle grosse librerie ricolme di manuali ed opere, ma nessuno figura umana era presente in quel luogo. Una volta che Kobo avesse richiuso il portone, un sordo rumore metallico provenne da quest'ultima. Un lucchetto, un meccanismo. Una sola cosa era certa, se avessimo tentato di uscire da quella porta, questa non si sarebbe più aperta.

    « Cazzo, è una trappola! » Strano. Di solito ero sempre prudente. « Ahahah! Avevi detto bene Goro, sono solo due ragazzini. » Una voce provenne da dietro una delle grosse librerie, la quale incominciò a muoversi, fino a rivelare due figure: un uomo in giacca e cravatta, sulla quarantina, leggermente in carne e con due spessi occhiali da sole, l'altro, ben meno ghignante, era molto più alto e muscoloso, e le sue vesti erano quelle di un vero combattente. « Pff... E' proprio lui, quel bastardo... » L'uomo, di nome Goro, mi fissò intensamente, traboccante d'odio. « Ho avuto già il dis-piacere di conoscerti, per caso? » Dissi, leggermente preoccupato e un pò incuriosito. « Cane che non sei altro! Sono Goro della Confraternita del Sangue! Sono scampato alla distruzione solo perché ero incaricato di uccidere i ragazzini! Ma sono felice... Stasera prenderò la mia vendetta, banchettando sul tuo corpo! » Grattai il collo con la mano destra. « Beh, si, immagino che ci potresti provare... Vediamo come va a finire... Kobo, prendi Genko. » Peccato che il malavitoso non era affatto di questa opinione. « Ahahah! Vedrai te cos'ho in serbo per voi scarafaggi! » Urlò, mentre tirava un candelabro dal muro verso il terreno. All'improvviso, dal soffitto, incominciò a piovere. Prima qualche goccia... Poi un diluvio... Infine grosse quantità d'acqua scesero dal soffitto, riversandosi su tutta la stanza, fino ad arrivare all'altezza dei polpacci. « Oh, beh, ci farai spendere un sacco di ryo in tintoria, sicuramente... Sei un gran malvagio! » Dissi, ridendo, mentre andavo ad impugnare il fummo kunai dietro la mia schiena. Il problema fu tutt'altro: una seconda libreria si aprì, ed un essere ben più grosso e pesante fece ingresso all'interno della stanza. Un coccodrillo, che camminava su due gambe, con pezzi di armatura ben in vista ed una grossa arma molto particolare, ed affilata, in mano. Occhi rossi sangue e lunghi ed affilati denti.

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    « Crick-Crock... La cena è servita! Ahahah! » Il grosso rettile fece scoccare la lingua in un ghigno malefico. « Ok, va bene, questo è inaspettato anche per me. Non farti ammazzare. Finisco con questo fossile della Confraternita e sono da te. » Dissi per confortare il giovane studente, che si trovava a più di 15 metri dal grosso rettile bipede, ben a suo agio nell'acqua. Uno strano rumore gutturale uscì dalle sue fauci, quindi incominciò a muoversi a gran velocità verso Kobo. La distanza era tanta, ma il feroce animale era sicuramente ben poco avvezzo alla strategia. In qualsiasi caso, avrebbe puntato diretto verso lo studente, e avrebbe concluso il suo movimento con un poderoso fendente: un fendente a due zampe portato in orizzontale a mezza altezza.

    Va bene, fasi finali! Fai conto che hai a disposizione illimitati unità d'acqua. Questa ti renderà difficile i movimenti. Sarai considerato come affetto da status Ingombro dopo il primo slot azione utilizzato per un eventuale movimento.

    Breve spiegazione delle poche dinamiche "base" che mancano.

    Come vedi, il coccodrillo è "corazzato", quindi parliamo di Durezza e Rottura.
    La durezza indica quanto un materiale è resistente. Durezze 1-2 sono materiali deboli, durezze 3-4 sono materiali duri (metallo/roccia) durezza 5 (il massimo) è un materiale pregiato e lavorato in maniera particolare.
    La durezza serve per comprendere quando un oggetto si rompe: un oggetto si rompe se si scontra con una tecnica o altro equipaggiamento che ha potenza superiore al prodotto della sua durezza per la sua potenza.

    Esempio, un kunai ha potenza 10 e durezza 2.
    Katana potenza 40.

    Se colpisco un kunai con una katana il kunai si rompe in quanto 40 > (10 x 2). Semplice, no?

    Puoi attivare un AdO. Questa meccanica è forse un attimo difficile da comprendere, ma è essenziale nel gioco sopratutto dal grado Genin in su.
    AdO sta per Attacco d'Opportunità. Si tratta di una azione offensiva che esegui sfruttando una disttenzione/buco nelle azioni avversarie. Se lui ad esempio scappa o fa troppe azioni senza attaccarti o esegue tecniche troppo vicino a te tu puoi attaccarlo durante la sua fase offensiva interrompendo le sue azioni.

    L'AdO si attiva in casi specifici se questi si verificano entro 9 metri da te:

    Utilizza 2 Slot Azione consecutivi per fini non offensivi; si attiva a qualsiasi distanza.
     Utilizza 1 Slot Tecnica per una tecnica con 5 o più posizioni magiche.
     Utilizza 1 Slot Azione per allontanarsi.
     Utilizza 1 Azione Gratuita Lenta.
     Utilizza 2 Azioni Gratuite Veloce.

    Prossimo turno il Counter (solo teoria, probabilmente) e abbiamo visto tutto, anche perché sai muoverti bene. Se hai qualche richiesta specifica poi sempre rappresentarmela, sai dove trovarmi ^^
     
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14 replies since 19/4/2015, 11:53   312 views
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