L'Ombra delle Mura

Addestramento [Manipolazione dell'Ombra I] per Near Nara

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  1. lNearl
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    Come precedentemente, le mie parole non ebbero grande effetto nei confronti del soggetto - demone, mi consolava però esser riuscito ad avere un'informazione in più. Secondo le testuali parole del demone, "loro" si sbagliavano, mi aveva appena rivelato che qualcuno gli aveva dato informazioni sul mio conto. Informazioni riguardanti non solo la mia appartenenza al clan Nara, ma anche riguardo il mio ritardo in merito all'uso del controllo dell'ombra.
    Non poche ipotesi si aprivano nella mia mente. Più che altro gli unici a conoscenza del mio ritardo erano i miei familiari ed i membri del mio quartiere, quegli stessi membri che mi assillavano con le loro aspettative e con le domande riguardo i progressi del mio apprendimento. Sarebbe stato ironico se proprio loro fossero i mandanti di questo pazzo. Detto ciò, il tempo a mia disposizione per le supposizioni diminuiva, il soggetto - demone sembrava aver perso la pazienza e sembrava pronto ad agire.



    Devo prepararmi al peggio ora come ora.


    Pensai tra me e me continuando ad osservare quello che probabilmente stava per diventare il mio nemico.
    Non ebbi il tempo di vedere il sasso partire, scagliato con il piede da parte del soggetto demone. Il sasso era veloce e diretto al mio viso. Nonostante la traiettoria curva riuscì ad accorgermi dell'arrivo del sasso, ed a spostarmi in maniera tale da evitare di essere colpito in piena faccia. Forse anche grazie ad una leggera folata di vento ed un impasto del chakra volta ad aumentare i miei riflessi evitai il sasso spostando rapidamente il collo, vedendo poi passare il sasso davanti al mio naso e proseguire verso chissà dove. Slot Difesa 1



    Perchè lanciare un sasso ? Pezzo di merda, era certamente un diversivo!

    Pensai mentre cercavo di voltarmi nuovamente verso il soggetto - demone. Nell'evitare il sasso che mi aveva lanciato non ero riuscito a mantenere il contatto visivo con il mio avversario, e quando mi voltai nuovamente era troppo tardi. Feci giusto il tempo a vedere la sua mano che mi stava già stringendo il collo. Sentivo la sua presa saldissima, eravamo a stretto contatto e sentivo il suo respiro sulla mia pelle. La stretta alla gola faceva male, e non vi era nulla che potessi fare in quel momento. Respirare si faceva sempre più difficile, e la quantità di ossigeno in circolo diminuiva rapida.



    Questo non è esattamente quello che doveva succedere, sono stato un cretino!


    Pensai mentre il soggetto - demone iniziava a palare. Come prima continuava a infierire riguardo alle mie origini Nara. Disse che non avevo dimostrato nulla. Quelle parole fecero male, forse più male della presa stessa, proprio perchè erano vere. Fino a quel momento le mie origini Nara non mi avevano aiutato in modo alcuno. Le mie riflessioni non mi avevano permesso di conoscere nulla riguardo il mio avversario, e non mi potevano essere d'aiuto d'ora in avanti nel prevedere come e cosa fare. La velocità con la quale si era avvicinato e la forza della presa mi lasciavano indurre che fosse nettamente superiore a me. Come se non bastasse ero stupidamente caduto nel diversivo iniziale costituito dal sasso.



    La strada partiva già da sè in salita. Per il momento io non ho certo fatto nulla per avvantaggiarmi.

    Non ebbi il tempo di finire il pensiero che sentì il suolo allontanarsi da me. Il mio avversario mi stava lanciando via. Non sapevo bene come comportarmi in questo frangente, se avesse fruttato il lancio per assaltarmi nuovamente mentre ero in aria avrei avuto ben poco da fare per difendermi. Non volevo assolutamente perdere nuovamente il contatto visivo con il mio avversario, quindi decisi che non avrei guardato indietro per vedere verso cosa stavo andando a sbattere, più probabilmente un'albero dato che mi trovavo in un bosco. L'unica cosa che potevo fare era un nuovo impasto volto ad aumentare la mia resistenza per prepararmi ad incassare l'impatto. Come previsto, dopo pochi istanti sentì un forte impatto contro la schiena. Avevo sbattuto contro un'albero a circa un metro da terra. Incassai stringendo i denti e lentamente il mio corpo si accasciò verso la base dell'albero. Slot difesa 2



    Non posso certo dire che le cose stanno andando nel migliore dei modi.


    Dissi a denti stretti.
    Alla fine il dolore era accettabile, nulla di particolarmente eccessivo. Dopotutto me l'ero cavata con una schienata ad un albero. Ciò che faceva male davvero era la situazione in sè. Detestavo essere totalmente in balia del mio avversario, e questa volta avevo ben poco a cui aggrapparmi per modificare la situazione.
    Mi alzai lentamente, era inutile sprecare energia in questo genere di movimenti, se il mio avversario avesse voluto attaccare sfruttando un momento valido l'avrebbe già fatto. Potevo quindi sperare di avere qualche attimo per pensare a cosa fare.



    Parla ancora... Ancora... Basta con questi motivi.. Basta con tutta questa storia.

    Ero abituato a vivere sotto pressione, col la consapevolezza che tutte le persone che mi conoscevano riponevano grandi aspettative nei miei confronti. Ma in questa precisa situazione tutto questo peso era opprimente. Mi ero recato in questo fottuto bosco con l'intenzione di sfuggire a tutto ciò, ed invece le mie ossessioni erano venute dritte dritte a cercarmi. Nonostante avessi un discreto controllo degli stati emotivi quali ansia e stress, questa volta la crisi di nervi era ad un passo.
    Questa figura che mi assillava con la richiesta di cinque inutili motivi era ulteriormente stressante. Era evidente che possedesse informazioni sul mio conto a questo punto, eppure continua a insistere con questa storia dei motivi. Potrei fare un monologo a proposito dei rilievi criminologici di questa condotta, ma non so bene a quanto mi servirebbe. Sicuramente serviva a farmi innervosire ulteriormente.




    Devo capire come comportarmi. Inizialmente mi sono comportato da sbruffone, e non ho cavato un ragno dal buco. Dopo, ho cercato di essere più cordiale, e ne ho ricavato una schienata. Cosa cazzo devo fare ? Questo stronzo è nettamente più forte di me, come posso pensare di attaccarlo frontalmente ?

    Stavo ragionando nel merito delle possibilità di un attacco, ma la distanza così breve mi impediva qualsiasi genere di movimento. Tra noi c'erano si è no cinque metri, una distanza così breve era tutta a mio svantaggio vista la sua superiore velocità. Visto il poco tempo a mia disposizione non avevo nemmeno la possibilità di costruire o architettare una trappola.



    Pare la mia unica possibilità sia di stare al tuo gioco.



    Dissi quasi sbuffando, con leggero abbattimento. Mi frustrava abbastanza, ma era l'ultima chance prima di dover obbligatoriamente contrattaccare. Dunque, siccome era l'ultima spiaggia indolore, era necessario sfruttarla a dovere. Passai nuovamente la mano nei capelli, la sudorazione stava paradossalmente diminuendo : l'aver capito la gravità della mia situazione mi permetteva in un certo senso di rilassarmi.



    Hai detto che loro si sbagliavano. Non posso sapere di chi si tratti, e chi siano i mandanti di questa faccenda. Ma spero che non siano i soliti stronzi del quartiere che pensando di velocizzare le pratiche abbiano deciso di fare di testa loro. D'altro canto però, tu sei arrivato che conoscevi la mia situazione ed il mio ritardo. é vero che le voci girano, ma nell'accademia nessuno ne è a conoscenza, solo nel quartiere Nara tutto ciò è noto. Quindi, difficilmente il colpevole dovrò cercarlo da qualche altra parte. .

    Forse questo non era l'inizio migliore, ma era la verità.




    Tutto il quartiere ripone grande fiducia nelle mie capacità. Sin da quando sono piccolo tutti mi acclamano come l'eletto. Colui che dovrebbe ricostruire il fottuto clan Nara. Se il clan Nara è in queste condizioni la responsabilità non è certo mia, non posso in alcun modo essere imputato di aver nemmeno contribuito a questa triste discesa. Si potrebbe dire che dall'ombra siamo nati e che nell'ombra stiamo tornando per sempre, ma in tutto ciò, io non c'entro nulla.
    Nonostante questo, da sempre mi sono dovuto accollare il peso di errori altrui, alimentando le speranze dei vecchi di un intero villaggio. Il mio nome si sente più degli intercalari nei discorsi del quartiere, sono oggetto continuo di illazioni, critiche, apologie, domande e battute. Non ho tempo di uscire di casa che qualcuno mi chiede novità riguardo ai miei studi, a come procede, ecc... I miei genitori sono gli unici che cercano di lasciarmi vivere senza assillarmi con mille richieste, e sono costretti a farmi da scudo. Quando cerco di non farmi vedere per un po' per le strade subito tutti si recano ed importunano i miei parenti. E veramente una scocciatura.


    Sospirai... Probabilmente il mio avversario non era minimamente interessato a tutto il mio discorso, ma a questo punto tanto valeva la sincerità.



    Io non posso sapere in quali circostanze tu sia cresciuto. Io di certo non posso dire di esser mai stato abbandonato. Ma al pari dell'abbandono, la mia non è certamente stata una crescita felice e spensierata. Al pari dell'abbandono non vorrei essere nella situazione in cui mi trovo, e vorrei avere un luogo in cui poter scappare. Già, perchè pare che non esista un luogo nel quale si possa liberamente passare un'ora in pace. Quest'oggi sono venuto in questo dannato bosco per poter scappare da tutta quest'ansia, e cosa mi ritrovo ? Te.


    Sospirai nuovamente, con calma.




    Non ho altri motivi, in realtà nemmeno questo lo è. Ma cosa vuoi che ti dica ? Che non voglio morire perchè i miei genitori mi attendono ? Perchè l'intero villaggio della foglia mi aspetta ? Perchè prima di morire vorrei almeno essere prima soddisfatto del mio percorso ? Perchè non ho avuto nemmeno la possibilità di difendermi come speravo ?

    Nella mia ultima frase, a discapito di quanto avevo precedentemente detto, avevo elencato altri quattro motivi che si potevano aggiungere alla lunga rivelazione delle pressioni dei miei compaesani. Non sapevo se il mio avversario l'avrebbe nemmeno notato, non sapevo se la mia risposta questa volta l'aveva accontentato. In tutta onestà, non ci speravo più di tanto. Ma avevo poco da fare, questa era l'ultima alternativa, dalla prossima avrei dovuto iniziare a combattere senza possibilità d'appello.





     
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