Sotto un Cielo Nero

Taki - Distretto di Izumi

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  1. Juuza
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    Taki, territorio senza legge.
    Due forze oscure si erano date appuntamento sulla cima del monte più alto che svettava nella zona sud della regione di Taki.
    Il cielo sembrava essere ricolmo d'astio: giganteschi ammassi di nuvoloni neri avevano fatto calare l'oscurità su tutto il territorio nonostante fosse pieno giorno.
    Lampi violacei venavano il cielo nero e scariche di energia negativa rendevano l'aria pesante, quasi irrespirabile.
    La vegetazione era in preda al vento che ululava con una forza inaudita e all'acqua che si abbatteva sulla terra con una violenza tale da sembrar voler divorare anche la roccia.
    La natura era in subbuglio, come se avvertisse e reagisse alla presenza dell'immortale.
    Erano passati due mesi esatti dagli eventi di Suna e l'ora dell'appuntamento stava per scoccare.
    Mi trovavo immerso nella vegetazione più fitta ad osserva da debita distanza Jeral.
    Gli alberi si diradavano di metro in metro man mano che il terreno sempre più spoglio e scosceso saliva andando a terminare in un picco di roccia dal quale si aveva la più ampia panoramica di tutta la regione sottostante.
    Su tale picco stanziava il ronin.

    Alla parola “serpe” un tuono squarciò il cielo rombando in una fragorosa esplosione nell'etere.
    Uno stormo di uccelli si levò in volo impaurito dagli alberi. La luce rischiarò a giorno tutto l'ambiente circostante mettendo in chiaro, per un solo istante, una sagoma nera che era apparsa su uno degli ultimi pini presenti sul picco, il più alto.
    Non si riusciva a distinguere chiaramente i suoi lineamenti, perchè dopo il lampo di luce erano calate di nuovo le tenebre, ma una cosa era nitida: due occhi famelici dal colore ambrato e dalla pupilla a taglio che risplendevano ricolmi di energia anche nell'oscurità.
    La luce di quello sguardo andò lentalemte ad affivolirsi, ora i miei occhi erano del loro colore naturale, l'azzurro, sintomo che il mio corpo non era alterato dai poteri proibiti del serpente.
    Rimasi sulla cima dell'albero impassibile all'acqua che scendeva copiosa e al vento che faceva sferzare l'impermeabile aperto che indossavo alle mie spalle alla stergua di due ali demoniache.



    Edited by Juuza - 28/4/2015, 20:00
     
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