Gli Illuminati

Mi svegliai con le dita intente a grattare la base del collo spinto da un prurito che fino a qualche istante prima risultava insopportabile. Mi alzai di scatto per andare a guardare allo specchio se vi fosse qualcosa di anomalo mentre nella mia mente rivivevo le immagini viste in sonno. Quello che avevo sperimentato non sembrava un normale sogno; non lo era affatto per una serie di motivi: il trasporto emotivo nell'essere nel corpo di Gama era qualcosa che non avevo mai provato. Ero in quell'involucro di un me svecchiato degli anni che l'incidente mi aveva sottratto, depotenziato enormemente nel fisico fino agli anni del pre chunin...

Come sospettato, non vi era nulla sotto le unghie corte delle mie mani. Ma quella sensazione era così reale, quei ricordi esenti da logica e tremendamente realistici...stava accadendo qualcosa e, a voler credere a quelle visioni, anche la mia persona e tutto quello per il quale avevo lavorato era in pericolo. Maledetti Illuminati.

Mi distesi sul letto, ripensando ad ogni dettaglio visto o udito attraverso i sensi di Hisagi. Dove? Quella era la prima domanda alla quale trovare risposta. Era stato catturato in una foresta tra Suna ed Oto e, a meno di percorsi inutilmente allungati, non ve ne erano poi molte in tutto il territorio, tantomeno con un fogliame così vivo e rigoglioso. Lì vicino inoltre doveva esserci una montagna, perchè il sonnifero era ancora in circolo mentre varcava in spalla ai suoi assalitori lo stretto cunicolo sotterraneo.

Il quando era facilmente ricostruibile dagli archivi delle missioni; il tutto era accaduto nei giorni successivi la fine della missione. Il perchè anche era molto chiaro: si erano accorti del legame che ci univa...erano interessati a me e ai miei ricordi. Chiusi gli occhi e provai a riaddormentarli per tentare di restaurare quella connessione. Magari sarei riuscito a manovrare il corpo di Hisagi, a fargli compiere qualcosa di avventato per vedere la reazione che avrebbero avuto quegli scienziati pazzoidi. Dopotutto lo volevano in vita, era la loro cavia meglio riuscita e per loro valeva molto. Il meccanismo di autodistruzione...tipo quello che aveva l'intruso che mi era venuto a trovare? Oppure si riferiva ad altro?
Ovviamente non riuscii in tale intento: già avevo problemi ad addormentarmi, figuriamoci a connettermi con lui in quale assurdo modo. Avevo dedicato parte della mia vita allo studio di tecniche di manipolazione e controllo, mentale e fisico, inoltre avevo spinto il mio corpo all'esasperazione per sperimentare i segreti del Chikotsumyaku più inaccessibili...ma quella era tutta un'altra storia, qualcosa di diverso con il quale confrontarsi.

Riguardo il luogo di cattura poi, avevo solo le poche informazioni captate da Hisagi. Probabilmente la sala chirurgica era nascosta nella montagna e, vista la forma atipica ma ricercata e i sistemi di videosorveglianza, doveva essere anche parte di una delle sedi principali degli Illuminati. Non si spendono mica tutti quei ryo per nulla! Il "Perchè qui?" pronunciato da uno dei medici ne era un indizio lampante. Sforzandomi magari sarei riuscito a ricordare dove era collocato l'impianto di aereazione e il modo di accesso/uscita dalla stanza adoperato dai due estranei. Purtroppo il Mikawa non si era guardato addosso ma potevo sospettare che diversi fossero stati gli esperimenti fatti su di lui. Cercai quindi di individuare nella foto mentale che aveva scattato della stanza tutti i macchinari lì presenti...

Il mio seguace era fuori alla porta pronto a servirmi in caso di necessità:

" Ukitake portami una mappa dettagliata del mondo ninja. Negli archivi della biblioteca dovremmo avere proprio quelle ingrandite; prendi quelle che riguardano i territori tra il Suono e la Sabbia. Senti Gojo e fatti dire la durata del permesso di allontanamento del villaggio di Hisagi per la sua ultima missione a Suna con relativa data di rientro teorica; voglio sapere se vi erano anche altri ninja e il loro stato attuale. Voglio parlare con Eiatsu; dai tipi di macchinari potrebbe ipotizzare cosa stiano facendo quei pazzoidi...inoltre potrebbe vedere nei miei ricordi e osservare con occhio più esperto del mio dettagli sulla parte medica e riuscire a capire, dallo stato della sua pelle magari, da quanto tempo è rinchiuso lì dentro. In questo modo potrei interpolare le informazioni e ristringere il campo di ricerca. Vediamo di mettere chiarezza su questa storia. "

" Certo, Diogene. "

Se non fossi riuscito a scoprire nulla, al termine di quelle operazioni, vi era solo una cosa da fare: rialzare Febh dal letto e partire in quella che sarebbe stata una vera e propria missione di recupero. Non c'era un secondo in più da perdere, la posta in gioco era troppo alta.