Bullismo Ninja

[Corso delle Basi per Isami Utakata]

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  1. Pawn.
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    Un nuovo giorno nasceva nel paese delle nebbie, gli uccelli cinguettavano e tutto stava prendendo vita.Il nostro Isami se ne stava disteso nel suo caldo letto dentro la sua casa, la finestra chiusa e nessuna luce o rumore entravano dentro di essa; il nostro caro studente stava sognando una cosa che per lui era stupenda: una cena gratis al negozio di ramen preferito pagato dai suoi genitori, come potete immaginare per un ragazzo del genere mangiare gratis era un sogno, nella mano destra le bacchette stavano per prendere l'uovo ma ecco che qualcosa di strano accadde, un urlo interruppe il suo sogno.

    Isami Sveglia!

    La madre nella stanza di sotto stava urlando, lentamente quindi gli occhi del giovane si aprirono poco poco cercando di trovare una sveglia per capire che ore erano; stranamente non trovò la sua cara sveglia ricordandosi che il giorno prima l'aveva lanciata contro il muro perché aveva sonno e quella continuava a suonare.

    Ma' lasciami dormire!.

    Un contro urlo mentre rotolava nelle coperte girandosi dall'altra parte cercando di riaddormentarsi ma a quanto pare ormai la madre aveva deciso che lui doveva svegliarsi e dico questo perché ormai la donna era davanti alla porta aperta.
    La madre di Isami si chiamava Touko e rispetto al figlio era una donna magra e slanciata, occhi azzurri e capelli biondi praticamente l'opposto del ragazzo; molti guardandoli si chiedevano sempre come fosse possibile che i due fossero madre e figlio.

    Ho detto sveglia!

    Quella donna rapidamente andò verso la finestra aprendola facendo entrare la luce,come risposta il nostro ragazzo si chiuse sotto le coperte cercando di starsene a letto a tutti i costi ma ormai era troppo tardi, quella donna sapeva come svegliare Isami.

    La colazione è pronta muoviti.

    Ecco la parola magica, le coperte volarono a terra e il giovane si alzò dal letto gettando il pigiama a terra e fiondandosi fuori dalla stanza verso il bagno per darsi una sistemata.
    Dopo una doccia e tutto quello che doveva fare in bagno tornò nella sua stanza cercando dei vestiti puliti che stavano in giro, perché cercare all'interno dell'armadio non aveva proprio voglia troppa fatica prima di far colazione quindi decise di lanciare un urlo alla madre.

    Ma'! I vestiti puliti che mi hai portato ieri?

    La risposta non tardò molto ma il nostro giovane non riuscì a capire bene se non “...Sedia....Finestra” e dato che c'erano solamente due sedie nella sua stanza andò verso di essa prendendoli e indossandoli.

    Può andare dai.

    Sorrise andando a scendere le scale per andare in cucina, in quella stanza il padre era già seduto a leggere uno dei suoi soliti libri sulla nuova concezione dell'arte mentre la madre poggiava sul tavolo il suo cibo preferito : uova e pancetta.

    Buon giorno padre, grazie madre.

    In pochi secondi quello che aveva sul piatto sparì e sul volto del ragazzo un bel sorriso compiaciuto apparve anche se poco dopo si alzò andando verso un mobiletto per prendere del pane, anche se di schiena capì perfettamente che quel gesto non piaceva per nulla al padre.

    Non hai lezione oggi?...Non ti conviene fare un po' di moto?.

    Il nostro ragazzo si girò lentamente facendo finta di nulla riguardo alla seconda domanda del padre, si sedette e con un leggero sorriso si mise a parlare.

    Te l'avevo detto, oggi i sensei avevano detto vacanza. Vedrò di fare un giro per la città visto che non ti va bene che stia qui.

    Saluto la madre gentilmente e uscì dalla casa senza aspettare la risposta dal padre, ah mi sono dimenticato di descrivere Hiro il padre di Isami, anche lui era snello ma condivideva con il figlio gli occhi e i capelli scuri; si l'unico della famiglia ad esser grassoccio era il figlio.
    Isami uscì rapidamente dalla casa sbattendo la porta e iniziando a camminare senza una meta precisa, il fatto che il padre ancora lo stressava riguardo al dimagrire e diventare magro non gli piaceva per niente, per isami l'importante era stare bene con se stessi e non gli interessava quello che gli dicevano gli altri.
    Dopo circa 10 minuti di camminata mise le mani in tasca e sentì con l'indice che dentro c'era qualcosa di strano, la prese e guardò cos'era quella cosa; sorrise nel vedere una caramella gommosa che a quanto pare la madre gli aveva messo dentro dopo aver lavato i vestiti.
    Un rumore, per la precisione un pianto portò il ragazzo ad alzare gli occhi e notare un bambino poco lontano da lui, a terra quella che sembra un cioccolatino.
    Non ci pensò molto, si avvicinò al bambino abbassandosi e guardandolo negli occhi

    Su su bambino, non devi piangere. Se smetti di piangere e torni dalla mamma guarda cosi ti do

    Porse la mano con dentro la caramella gommosa al bimbo che smise di piangere, sorrise e prende la caramella mettendosi poi a correre in direzione di casa.
    Era bello far sorridere i bambini anche se le prime volte quando sorrideva li faceva piangere talmente tanto che ogni volta doveva utilizzare la sua scorta segreta di dolci per farli smettere.
    Dato che non aveva nessun meta precisa il nostro giovane cercò un posto tranquillo per sdraiarsi e rilassarsi un attimino e cosi facendo passarono circa 2 ore.
    Vi chiederete come faceva il giovane a sapere quante ore erano passate senza nessun modo per segnare il tempo, la risposta era semplice: aveva un certo languorino; Ebbene si, se il nostro caro Isami non mangiava abbastanza la mattina dopo un ora e mezza, massimo 2 ore aveva nuovamente fame.

    è tempo di patatine!

    Isami si alzò e prese a camminare in direzione del negozio più vicino, circa 20 minuti di cammino per arrivare alla sua destinazione.
    Meno di due minuti ci vollero al giovane per scegliere il gusto delle patatine e per pagare, una volta uscito stava per aprire il suo pacchetto quando qualcuno glielo rubò dalle mani, guardandolo e ridendosela.

    Ah-Ah panzone! Le tue patatine sono mie, viene a prenderle!.

    Rubare il cibo di mano ad una persona del genere non era una bella cosa, la scelta era solamente una: iniziare a correre e cosi fece;Conosceva quel ragazzo, era uno della combriccola che tanto lo disturbava durante le lezioni e gli intervalli a cui lui non dava molta importanza.
    La corsa durò circa 5 minuti portando il ragazzo in una strada meno popolata e più piccola, il nostro ladro si nascose dietro a quello che sembrava essere il capo,che prese le patatine in mano, ed un altro della combriccola se la stava già ridendo dietro al grosso.

    Le mie patatine, ridatemele!.

    Disse il panzo..ehm volevo dire Isami, che stava riprendendo fiato.Sentiva chiaramente che la situazione sarebbe degenerata in poco tempo.

    Perché se no che fai panzone?

    Il ragazzo non disse nulla ma scattò in direzione del grosso cercando di prendere le sue amate patatine ma senza che potesse far nulla finì al tappeto con la schiena contro la terra e lo sguardo del grosso su di lui.

    Non la passi liscia oggi, non c'è il sensei a proteggerti.

    Ed ecco che arrivò il primo calcio al fianco, dolore quello che sentì il giovane, che si racchiuse in posizione fetale con le mani sulla testa per evitare di venir colpito in parti più sensibili.
    Dopo quel primo colpo sapeva che non avrebbe potuto riprendersi le patatine senza lottare e perché far male a gente del proprio villaggio senza motivo.

    Smettetela di colpirmi! Non voglio lottare, voglio solamente le mie patatine!...
     
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