Nuvole Rosso Cremisi

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    Usare una delle sue evocazioni? Seinji scosse la testa: era impensabile. Lo avrebbero visto, l'effetto sorpresa se ne sarebbe andato a farsi benedire e, nell'ultimo conto, non avrebbe avuto quel che, suo malgrado, desiderava. E ciò che desiderava era difficile da esplicare, e, seppur ben compreso da Seinji stesso, rimaneva nell'ottica dell'astratto, forse né questo, né quello, un po' come l'ambito coraggio degli accademici. Per prima cosa, voleva sapere il motivo di quelle notizie, riguardanti il paese del fulmine. Una festa? Una cerimonia qualsiasi? Altro? Non per ultima cosa, tutto ciò gli sembrava essere alquanto strano, e, forse la curiosità lo spingeva a farlo, però voleva conoscerne il motivo. E se il motivo fosse stato banale, semplice, e non si meritava l'attenzione? Poco importava. Doveva scoprire altre cose una volta dentro al paese del fulmine. Del resto, era pur sempre un paese "neutrale" ai fatti accademici, e una missione di infiltrazione, atta a scoprirne il potenziale, l'umore della gente, prevederne le future mosse, o comunque carpire le informazioni utili alla propria causa, non poteva che fare bene. In ultimo luogo, scoperto il motivo, avrebbe anche potuto giocarci nella maniera che più preferiva: fingersi accademico e scatenare una guerra ammazzando qualcuno e fuggendo, rubare l'oggetto delle sue ricerche, qualsiasi esso sia, o ancor altro.
    Dunque, arrivato al confine del paese del fulmine percorrendo la strada più corta che vi portava da Ame, nascosto un po' dall'ombra, un po' dagli alberi, un po' da vari oggetti della circostanza, furtivo, come sempre, avrebbe il limitare della del paese del fulmine, ma non si sarebbe ancora avvicinato al confine. Appollaiatosi a 100-200 metri dal confine, nascosto da un qualche oggetto (un albero, o qualcosa di simile), Seinji si sarebbe dapprima assicurato di non avere noie vicino (vale a dire ninja stranieri o altro) e quindi avrebbe attivato la sua vista moltiplicata per dieci (Vista Vitale), e avrebbe attentamente osservato il territorio, senza fretta, conscio di avere le spalle ben coperte. La sua attenzione l'avrebbe prestata a qualsiasi cosa: oggetti, cerimonie dentro il raggio d'azione della sua vista, uomini a guardia del confine e il loro equipaggiamento, simboli, animali o altro ancora. Dunque, dopo aver speso del tempo per osservare il tutto, avrebbe deciso sul da farsi, scegliendo sul da farsi.


    Chakra: 400 bassissimi-8=392 bassissimi
    Utilizzata: Vista vitale decuplicata


    Post di avvicinamento al paese del fulmine


    Edited by F e n i x - 28/6/2015, 19:35
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Nuvole Rosso Cremisi

    La strada per la rivoluzione



    Il confine di Kumo era presidiato, e non poco. Nel raggio di alcuni chilometri erano visibili quasi senza pudore diversi ninja della Nuvola pattugliare il confine. Chi fermo, chi andando avanti e dietro. Non vi era possibilità di comprendere il loro viso, giacché maschere rosse senza tratti somatici, con solo i bunchi necessari per far respirare e per vedere, nascondevano i loro tratti. Tutti però indossavano le uniformi tipiche di Kumo: candide iacche rinforzate tenute insieme da una sola spallina.
    Ma la cosa più inquietante era il loro coprifronte. Ogni ninja ne indossava uno, rigidamente legato attorno al capo nella posizione più classica. Ogni coprifronte aveva il nastro rosso cremisi ed il simbolo di Kumo non era semplicemente inciso nel metallo. Era stato dipinto e ricalcato, fino a risultare rosso sul grigio del metallo.

    Il confine era segnato in maniera decisamente netta. Dalla posizione di Seinji, che era al limitare di una foresta, vi erano una serie di colline poco alte. Nel punto in cui il territorio del Paese delle Risaie terminava per lasciar posto al Paese del Fulmine non pareva esserci nulla, ma una più attenta osservazione avrebbe mostrato paletti alti tre metri di metallo nero, percorsi di tanto in tanto da scariche di fulmini neri che duravano un istante salvo poi scomparire.

    L'unica strada nel raggio visivo dell'Akuma si trovava alcuni chilometri a nord ed era apparentemente non sorvegliata, eppure due di quei lunghi bastoni nera la affiancavano proprio sul confine. Al di là poteva notare solamente un ambiente variegato ma privo di qualsiasi uomo o donna o bambino. Il paese del Fulmine era stato trasformato in una fortezza. Forse non inespugnabile.

    In alto però non vi era protezione. Il cielo non era un confine così netto, ma le capacità di Seinji non avrebbero rivelato altro.

    Cosa stava accadendo?

     
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    [Due mesi dopo il ritorno di Diogene ad Oto]

    Seinji sarebbe arrivato sul posto quel di. Eiatsu aveva informato il Colosso dei suoi movimenti e fu proprio attraverso di lui che l'eliminatore era riuscito ad avere quella soffiata su Kumo. Quel nukenin si stava dimostrando utile, dopotutto. Ormai Iwa era alle spalle e gli accadimenti ad Oto erano già di dominio pubblico...tra le varie cose che il Mikawa era chiamato a sistemare era venuto il momento del villaggio della Nuvola. La condizione fisica di Aloysius era tornata in perfetta forma ma la sua mente era ancora scossa da ciò che vide al Palazzo della Vipera; quella missione di infiltrazione, tra le altre cose, sarebbe stata utile per schiarirsi le idee...E poi i suoi uomini erano impegnati in altre faccende e, sebbene lui avesse altri mille problemi da risolvere, avrebbe fatto con piacere una capatina al Paese del Fulmine.

    Per l'occaqsione, le sembianze del Garth erano state modificate proprio per mantenere celata la sua vera identità [Conoscenza Chirurgia Estetica]; il mondo non sapeva ancora del suo ritorno da quello "dei morti" e questa era una condizione a cui lui non voleva affatto rinunciare. Per farlo avrebbe scelto il momento più propizio, come prestabilito.

    png

    Ovviamente l'ex kiriano non aveva fornito la sua esatta posizione: stava mantenendo il contatto con gli uomini di Aloysius ma non si fidava di loro a tal punto di fornire più delle informazioni necessarie. Poco male, con le sue abilità avrebbe trovato lui stesso il Mikawa una volta giusto sul posto: la vista di quel ninja andava ben oltre le abilità chirurgiche di Eiatsu. Inoltre l'Akuma era stato informato del ritorno del suo alleato, quindi se avesse visto il colore del suo chakra di certo non si sarebbe stupito più di tanto e avrebbe potuto fare un banale 2+2.

    Diogenes si sarebbe mosso a grande velocità nel Bosco dei Sussurri fino a pochi chilometri dal cambio di vegetazione per poi procedere più furtivamente ed osservare cosa Kumo avesse in serbo per lui. Il confine era stato delimitato da strani pali, conficcati in profondità nel terreno, percorsi da un qualche tipo di Raiton. Era più che sicuro che fino a qualche mese prima, quel sistema difensivo non era presente. Oltrepassare quella difesa non sarebbe stato saggio; oltre il danno del jutsu o della trappola avrebbe potuto attivare qualche sorta di sistema di rilevamento e, per il momento, il Mikawa voleva mantenere un basso profilo. Optò quindi per costeggiare la "barriera" verso nord alla ricerca di un'apertura.
    Avrebbe evitato di farsi vedere da eventuali guardie ma, qualora ne avesse avuto l'opportunità, non avrebbe perso tempo a catturare uno di quei ninja mascherati e prenderne il posto, iniziando ad ottenere qualche informazione utile.



    Edited by DioGeNe - 20/5/2015, 15:09
     
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    Osservando il territorio circostante al limitare di quella foresta, Seinji-san non potè che vedere tutti i ninja di Kumo, che pattugliavano i confini qua e la. Quanti erano? Doveva contarli tutti per avere delle informazioni più preziose sul nemico e sull'area in cui Seinji avrebbe svolto la sua missione di infiltrazione. Dieci? Venti? Poco importava; - quel che importava per davvero era scoprire se vi fosse dei ninja sensitivi in mezzo a loro. Voleva scoprire, se l'intero perimetro fosse pattugliato non solo da decine di shinobi della nuvola, ma anche da dei sensitivi che, stando nelle retrovie, potevano indicare la presenza o l'entrata nel perimetro di eventuali chakra esterni, - nel caso la missione sarebbe stata più difficile del previsto. Grazie alla sua vista, notò anche tutte le particolarità di sorta, riguardanti i simboli rossi di Kumo incisi sui loro copri-fronti, riguardanti la presenza di maschere sui loro volti, e la presenza di strani pali neri, messi li quasi come se fossero dei pali-conduttori di chakra. Cos'era quei pali altri tre metri lo sapeva soltanto il Diavolo, ma era decisamente chiaro che avvicinarvisi sarebbe potuto risultare pericoloso. Al di la di tutte le guardie e dei pali, notò anche la strana "apertura" - una strada non sorvegliata da nessuno, se non da quei aggeggi col chakra nero. Per un attimo si chiese se fosse una trappola per eventuali infiltrati, o se quella strada apparentemente non sorvegliata fosse stata messa li così, a caso, quasi come un errore di valutazione di colui che progettava la difesa.
    Dunque, spostò lo sguardo più a sud, ove notò l'energia vitale che ormai ben conosceva grazie alla sua alleanza e ai fatti avuti luogo ad Ame pochi mesi prima. Seppur sotto un'altra sembianza, quell'Energia Vitale apparteneva senz'altro al colosso di Oto, nonché suo alleato, - Diogenes Mikawa.
    "Giusto in tempo" - pensò l'Akuma, osservando ancora il Mikawa muoversi velocemente nel Bosco dei Sussurri più a Nord.
    L'Akuma, dunque, non avrebbe mai perso di vista il suo alleato, - mettendosi velocemente a correre verso il Mikawa, egli avrebbe abbandonato la protezione della foresta, cercando di raggiungere il Mikawa vicino all'entrata posta a Nord. Doveva avvisarlo dell'inizio della missione, e fargli, a sua volta, il rapporto delle azioni appena intraprese. Dunque la sua corsa sarebbe stata veloce il più possibile. Una volta raggiunto il suo, sempre a patto che fosse riuscito a raggiungerlo prima che questi fosse penetrato nella zona sorvegliata, Seinji si sarebbe posizionato a fianco a lui in attesa di ulteriori indicazioni.


    500px-Light_yagami_by_irony95-d5nh8fn



    Riserva chakra Seinji: 392 bx (-8 Vista vitale)


    Edited by leopolis - 2/6/2015, 20:59
     
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    L'andatura era stata appositamente tarata per permettere l'arrivo dell'alleato; comparsa che non si fece attendere più di una mezz'ora...quegli occhi erano davvero eccezionali. Ovviamente nulla di tutto ciò uscì dalla bocca di Aloysius, il quale si limitò a dire:

    " Dovrai essere i miei occhi per tutta l'infiltrazione. Ingaggeremo apertamente solo se costretti. Voglio capire cosa diavolo sta accadendo al confine con Oto. "

    I due si fermammo dunque in prossimità di un'apertura. Di guardie non se ne vedeva traccia ma gli onnipresenti paletti non facevano presagire nulla di positivo. Fu così che al Mikawa venne un'idea:

    " Scommetto che questo è un bello specchio per le allodole. Omoi e le sue abilità da sensitivo mi sarebbero state utili al momento ma, in assenza, dovremmo giocare d'astuzia. Vediamo che succede mettendo fuori uso uno di questi pali..."

    Il chakra quindi sarebbe fluito nelle mani del Garth, per andare a creare due grossi ammasso di chakra a forma di "artigli di drago" [Manipolazione della Natura + Manipolazione della Forma + Tocco Distruttivo (Superiore), Pot (30+20)*3=150, For 825, Consumo 4.5 Bassi] di cui, solo la mancina, avrebbe usufruito per scagliarsi con veemenza contro la struttura. Il rimbombo del colpo si sarebbe sentito anche a diverse centinaia di metri di distanza. La destra, invece, era stata portata copertura del volto, pronta a difenderlo da una probabile scossa di elettricità che il contatto avrebbe potuto far scaturire.
    "Seiniji, se percepisci arrivare qualcuno, crea una delle tue illusioni...qualcosa di grosso. Vediamo come reagiscono. "

    In questo modo se qualcuno fosse accorso a visionare quanto accaduto, avrebbero trovato la grossa creatura del nukenin nei pressi dell'ingresso; chiaramente avrebbero potuto pensare che fosse stata proprio lei, tramite le sue enormi zanne, a mettere fuori gioco il palo. I due shinobi, invece, si sarebbero nascosti nel fogliame, pronti a reagire furtivamente a qualunque cosa si fosse loro presentata.

    3812-okkoto_large

    Nel caso invece che nessuno si fosse fatto vivo o nessun meccanismo difensivo si fosse attivato, anche con il passare dei minuti, la coppia avrebbe optato per penetrare nel territorio. Il passaggio del confine ideale, segnato dalla congiungete dei due pali (benché uno probabilmente fuori uso), sarebbe avvenuto cercando di non oltrepassarlo direttamente ma tramite un salto...un accorgimento aggiuntivo che poteva anche non significare nulla. Da lì, quindi, i due si sarebbero mossi in un territorio sconosciuto, pieno zeppo di ninja mascherati dalle intenzioni ostili e, per giunta, probabilmente monitorati nell'avanzamento.

     
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    Arrivato vicino al trasformato colosso, Seinji gli si posizionò a fianco, leggermente dietro. La sua vista vitale a capacità decuplicata era già attiva, e dunque arrivato sul posto egli non avrebbe fatto altro che osservare tutto il territorio circostante, compresi i pali di natura strana posizioni dinnanzi al duo di nukenin. Seinji dunque ascoltò il piano di Diogene, quello di abbattere via i pali e vedere cosa sarebbe accaduto da li a poco; certo, aveva delle riflessioni a proposito del fatto che forse era meglio evitare di usare sin da subito la forza bruta, ma qualcosa gli diceva che se anche fossero arrivati tutti i ninja di Kumo li, loro due se la sarebbero in qualche modo cavata. Si sbagliava? Di certo quando vide due grossi artigli si rassicurò della Potenza del Mikawa, ma pensò anche che la loro missione di infiltrazione era di già finita.
    Avrebbe quindi usato i suoi occhi per carpire le varie enegie vitali in avvicinamento verso di loro nel raggio ce la sua vista gli permetteva di sorvegliare. Qualora queste fossero risultate pericolose per i due, Seinji avrebbe prestato atto alla richiesta del Mikawa di creare un'illusione di quella potenza e capacità, quasi inventandosi un animale che in quelle zone non abitava, e a cui dunque crederci era difficile. Un gruppo di perlustratori arrivati li, avrebbero O scoperto l'illusione, O semplicemente pensato che la fauna di quel posto era sprovvista di animali che il Colosso desiderava avere. Tuttavia, senza riflettere molto e filosofare sulle possibilità di infiltrarsi, Seinji appena abbattuta la porta, fece quanto richiesto. [9 UD - 1 SA]
    Quindi, con i nemici in avvicinamento, Seinji si sarebbe nascosto diversamente dal Colosso, senza correre nei cespugli.

    Movenza d'Ombra
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Pecora, Cane, Topo (3)
    L'utilizzatore può fondersi con il terreno, entrandoci come fosse acqua: è impossibile respirare. L'utilizzatore può muoversi come in superfice. L'utilizzatore può emergere solamente da un'ombra non controllata presente nel terreno; può nascondersi nel terreno a piacimento. Se colpito, la tecnica si scioglierà, rigettando l'utilizzatore. Le vittime percepiscono l'utilizzatore solo appena emerge dall'ombra.
    È possibile usarla in combinazione con la tecnica "Servitori di Nebbia" oppure "Tecnica della Moltiplicazione Acquatica", sfruttando uno slot tecnica base, oltre che il relativo consumo. In questo caso, la scomparsa dell'utilizzatore sarà contemporanea la comparsa del clone.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto - Mantenimento: Basso)
    [Da chunin in su]


    Entrato nel sottosuolo, avrebbe avuto molte più possibilità di muoversi. Inoltre, una volta li avrebbe attivato un'altra tecnica, disegnandosi alcuni sigilli sul corpo.

    Simbolo della Psiche
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Disegno
    Tracciando un sigillo sul corpo, l'utilizzatore può potenziare le ninjutsu o genjutsu eseguite. Una genjutsu o ninjutsu avrà un incremento di potenza o efficacia di 5 per grado ninja posseduto. Una volta sfruttato il bonus, il relativo simbolo scomparirà. È possibile tracciare un numero limitato di sigilli; i sigilli più vecchi eccedenti si disattiveranno senza effetto.
    Tipo: Fuuinjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo: ½ Basso ogni potenza 5 )
    Simboli Massimi: 1 ogni grado
    [Da studente in su]
    3 simboli da potenza 15


    Uno volta fatto ciò avrebbe ingoiato un tonico di recupero chakra.

    Tonico di Recupero Medio [Tonico]
    Ingerendo questo farmaco il ninja recupera una quantità di chakra pari ad un consumo Medioalto. Dosaggio: Massimo due tonici di Recupero al giorno.
    Tipo: Supporto-Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 3
    (Potenza: 1 | Durezza: 1 | Usura: 5 | Crediti: 60)


    Allora avrebbe atteso, rimanendo a 10-15 metri dalla sua illusione a circa altrettanti da Diogene, pronto a usare le sue tecniche di supporto.







    Riserva chakra Seinji: 392 bx (-8 Vista vitale)
    Simbolo della Psiche: 6*3=-18bx
    Movenza d'ombra: -18bx
    Abilità usata: Tecnica rapida.
    9UD = - 18 bx
    Tonico: +18bx
    Chakra facoltativo rimanente nel caso dell'avvicinamento di nemici: 356bx

    Equipaggiamento:
    Tonici di Recupero: 2/3
     
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    Kumo sembrava essere scomparsa dal mondo, erano giorni che non si avevano notizie di quanto stava succedendo. Erano arrivate delle strane segnalazione da alcuni viandanti che casualmente si erano trovati in prossimità quando le truppe avevano abbattuto i ponti. Altri invece, probabilmente mercanti speranzosi di vendere la loro merce, avevano segnalato il blocco dei confini e la presenza di truppe lungo tutto il confine.
    Naturalmente questo genere di notizie gira, alcuni ci credono, altri meno. Facevo parte di quelli che c'avevano creduto, e tutto ciò mi aveva spinto a fare una visita per verificare effettivamente la portata di tali affermazioni. Le novità mi erano giunte all'orecchio da Ikimi, un mercante che si fa vedere spesso nel quartiere Nara per la vendita di artefatti. Un testardo senza pietà ma anche un grande venditore. Saprebbe vendere anche la sabbia agli abitanti di Suna, ed è per questo che non ho dubitato della fondatezza delle sue parole, se un testardo come lui non si è avvicinato, significa che qualche genere di impedimento risulta esserci realmente. Parlandone con chi dovere sembrava non esser stato programmata nessuna spedizione apposita a livello accademico, era necessario muoversi in solitudine.
    Conscio delle mie limitate capacità non mi ero certo recato sul posto per risolvere la situazione, ma per raccogliere qualche informazione in genere serviva solo di un po' di fortuna. Prima di muoversi mi documentai sulla storia di Kumo prendendo qualche vecchio libro della mia biblioteca. La carta non serviva in combattimento, ma poteva tornare utile ad evitarlo. Se era vero che le mura erano sorvegliate cercare di passare per l'ingresso principale sarebbe stato sciocco, oltre che rischioso.
    Nella veloce lettura che diedi al libro scoprì che risalente agli albori del villaggio era stata costruita una strada alternativa, con un sub-ingresso a Ovest per permettere i rifornimenti in tempi ostili. Il libro lasciare presagire che la strada era stata ormai abbandonata, e probabilmente era andata in gran parte distrutta. I viaggiatori ed i mercanti preferivano non usarla in quanto essendo da tempo non percorsa temevano la presenza di qualche personaggio ostile, ed inoltre i carri necessitavano di strade ben tenute per procedere velocemente, nessun vero mercante avrebbe sprecato le sue giornate su un sentierino difficile che gli rallentava le tappe.
    Per quanto riguarda invece il mio obbiettivo, quella sembrava la strada più adatta da percorrere. Arrivai nei pressi al mattino, la sera prima mi ero accampato per non arrivare di notte, quando le difese sono al massimo. Il mattino ritengo sia l'orario più difficile per le guardie, chi ha appena iniziato il turno è ancora nel letto, chi lo deve finire è stanchissimo.
    A distanza di qualche chilometro trovai i resti di quella che un tempo doveva esser stata la famosa strada citata nel libro. Irriconoscibile e quasi una rovina, non era sicuramente percorribile.


    Se effettivamente i confini sono presidiati e gli accessi chiusi, sarà loro intenzione evitare di aprire i cancelli principali, foss'anche solo una questione di immagine. è però evidente che al momento non sembrano esserci minacce, quindi per il momento sarebbe sciocco sprecare le risorse accumulate internamente. Sono certo che da qualche parte vi è un flusso di risorse primarie. Fossi in loro avrei cercato di realizzarlo da qualche parte dove potesse attirare meno l'attenzione, e credo che questa sia la strada più idonea al predetto scopo.

    Per il momento il mio era solo un tentativo, speravo di aver azzeccato la situazione e che ci fosse effettivamente un flusso di risorse primarie e viveri in atto. Dubitavo che la città stesse già vivendo delle risorse accumulate nei magazzini interni.
    Quel che rimaneva del sentiero sembrava infilarsi in una zona alberata,che proseguiva per un po' verso il villaggio. Saltai sul primo albero a disposizione, da questo momento avrei cercato di avvinarmi il più possibile. Per il momento ero distante qualche chilometro dal villaggio, volevo avvicinarmi furtivamente Furtività, sperando di incontrare qualcuno per ottenere delle informazioni. Avanzi lentamente, con i sensi all'erta. [ Investigatore ][ Occhio di Falco ]
     
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    Attriti sgraditi







    Tre Giorni Prima


    Quando la notizia delle tensioni a Kumo giunse alle sue orecchie inizialmente non seppe cosa fare, si disse che prendere la scrivania e sbriciolarla davanti all’impiegato che aveva avuto la sfortuna di portargliela non era la migliore azione che l’Hokage potesse fare, per cui costringendosi a sorridere lo indirizzò alla porta mantenendo l’espressione fino all’ultimo.
    Solo quando la porta fu chiusa potè dare sfogo alla rabbia.

    PORCO HAGOROMO!
    Proprio adesso!
    Proprio adesso maledetti stronzi!


    Heeeeey, vacci piano è mio padre quello!

    Mi lecca il culo tuo padre, e credimi non avrò la buona creanza di lavarmelo dopo un pasto a base delle peggiori schifezze che i carretti di cibo da strada lungo la via principale possono offrire.

    Nonostante fosse convinto che i muri potessero attutire uno dei suoi sfoghi più scurrili così non era, all’esterno più di un volto venne sconvolto da quello che le pareti non riuscivano a contenere della sua voce baritona come un tamburo da guerra.
    Quando fece nuovamente capolino dalla porta del suo ufficio tuttavia parve essere nuovamente sereno, niente di più semplice che indossare una maschera sorridente.

    Sii gentile caro…

    Qualche secondo di esitazione per leggere il cartellino appuntato sul petto.

    … Kurotoshi, chiama con urgenza Shizuka Kobayashi, che venga il prima possibile e che lo faccia in tenuta da missione.

    Fatta la convocazione attese seduto dietro al suo ufficio nuovo di pacca, era curioso di sapere cosa ne pensasse Shizuka di quell’arredamento così naturale.
    Anche se di fatto i commenti negativi avrebbero ottenuto ben poca attenzione ed una smorfia di sufficienza in risposta.

    Comunque, non ti ho chiamata soltanto per questo miracolo di arredamento, ci sono delle beghe da risolvere a Kumo, avevo intenzione di formare un alleanza con loro.
    Ma la chiusura dei confini mi insospettisce parecchio, l’ultima volta che sono stato li, neanche troppo tempo fa, c’era un focolaio rivoluzionario non da poco e non vorrei che si fosse espanso.
    Insomma, prima che accada l’irreparabile dobbiamo metterli nel sacco ed eventualmente lasciare nei dintorni qualcuno di fidato che ci aggiorni sulla situazione.
    Perché sei qui ti starai chiedendo.


    Attese qualche secondo la sua risposta per poi procedere, giusta o sbagliata che fosse, con la propria.

    Innanzitutto perché i confini sono chiusi per l’appunto, ciò significa sorvegliati, e se ci sono dei sensitivi all’opera è meglio che vedano un qualsiasi ninja piuttosto che uno degli elementi più forti dell’accademia.
    Ho visto dai tuoi ricordi che hai sviluppato un interessante abilità per mascherarti, è quella che voglio sfruttare.
    Un semplice ninja, senza troppa preparazione [energia verde] nascondere il demone ti sarà impossibile, ma loro non possono sapere che demone sia e se si basano su ciò che vedono mi reputeranno si un jinchuriki, ma parecchio inesperto.
    Inoltre al momento ho nel cervello qualche informazione di troppo che non vorrei cadesse in mani sbagliate, dovrai rimuoverli, ci penseremo al momento opportuno a rimetterli al loro posto.


    Finito di parlare si alzò dalla sedia per prendere una cartina politica in cui comparivano i confini di tutti gli stati.

    Bene, dobbiamo andare a Kumo, ma al momento è blindato, per cui, qualsiasi lato è semplicemente inaccessibile, appurato ciò per convenienza ci muoveremo per la via più breve, muovendoci in linea retta per un piccolo tratto sfioreremo il mare a sud-ovest, per poi ritornare nuovamente nell’entroterra.
    Saremmo solo noi due, e penso non ci sia da decidere chi sarà il capo della missione.
    C’è poco da fare in realtà, o meglio, da dire.
    Dovremmo entrare nei confini e spingerci immediatamente verso nord, al villaggio della nuvola.
    Qualsiasi cosa sia successa e qualsiasi provvedimento si debba prendere sarà più efficiente prenderlo li.
    Obiezioni?
    No.
    Non ne hai di sicuro.


    Concluse lui stesso mentre si alzava dalla sua scrivania sfilandosi il mantello, gli era stato affibbiato come tradizione, e seppure non gli piacesse in un primo momento aveva poi imparato ad apprezzarlo, dieci era un numero che gli piaceva.

    Ora passiamo ai ricordi.
    Sono già stato a Kumo recentemente, ed in quell’occasione mi sono imbattuto in un arma abbastanza particolare, se compare lei la scena va eliminata, molto semplice.
    Nomina ad Hokage, via anche quella, o rischierei di essere un bersaglio prezioso.
    E direi che siamo apposto, rimuovere il motivo della partenza sarebbe inutile, lo riformulerei nuovamente identico in base alle notizie del fronte.
    Togliere altri ricordi sarebbe inutile, a prescindere da chi siamo l’obiettivo resterà sempre uguale e non credo che i nemici guardino troppo il coprifronte.


    Poi sedendosi porse la testa a Shizuka, mostrando una ricrescita di capelli corvini decisamente inusuale per il pallido colore tenuto per tutta una vita.

    Prego, inizia dunque.
    Imprimili pure… nelle mutande.
    Non stupirti, dopotutto le avrò sempre a contatto con la pelle e non rischierò di perderli o danneggiarli per errore.


    Solamente quando ebbe le mani di Shizuka sulla testa si destò improvvisamente.

    Anzi no!
    Meglio farlo direttamente in esterno, così non mi chiederò perché sono qui, inoltre timbro il cartellino, non vorrei che mi venisse detratto lo stipendio mentre sono in missione, da kage ho molte più spese.


    Ultimato il processo su una delle panchine di un vicino e desertico parchetto Raizen si alzò, lievemente più tetro di quando avevano cominciato il trattamento, probabilmente a causa di modifiche già apportate all’amministrazione del villaggio ma che ora aveva dimenticato.

    Andiamo, abbiamo poco tempo da perdere.
    Ho della roba da sistemare pure qui, ma potrà attendere per un po’.


    Presente



    Il cammino non era stato troppo arduo, anzi, trovare il mare durante il percorso in dirittura d’arrivo fu quasi piacevole, ebbe l’occasione di procurarsi un buon pasto e lavare via della lordura accumulata durante il viaggio assieme al forte odore che ne derivava, un torrente avrebbe tolto la salsedine rendendo il suo odore lievemente più compatibile a quello dell’ambiente.

    Bon, direi che questo è l’ultimo pasto decente, la prossima tappa è il confine, preparati, e prepara pure i sigilli per la modifica del chakra, al momento sono una torcia ambulante per i sensitivi.

    Giunti al confine la situazione pareva essere peggiore del previsto.
    Hagoromo era appena diventato il più basso e gretto dei suini, e pareva che pure il suo sesso lo favorisse in svariate pratiche sessuali dall’imprecisata e lorda lussuria.

    Sfidi la sorte piccolo essere, stai attento.

    Ne abbiamo già parlato.
    Se Hagoromo è porco, è porco.
    Magari non l’hai notato, magari ti è sfuggito ma ti assicuro che una simile cosa non può essere sfiga, perché io non credo nella sfiga, credo però che qualcuno si diverta a guardare le mie maledette peripezie.


    Osservò il confine con attenzione, fortunatamente sottovento e favoreggiato dalla notte era parecchio difficile individuarlo tra le fronde degli alberi prima del confine che quasi lo occultavano.
    Maschere rosse, copri fronte rossi, stemmi rossi.
    Non era certo un esperto di usi e costumi dei paesi esterni all’accademia, ma era più che certo che a Kumo quella non fosse la norma.

    Ninja cremisi… mai visti prima.
    Potrebbero anche essere un corpo speciale di Kumo addetto ai confini, oppure uno dei sintomi dei movimenti viscerali della nazione.


    Commentò a mezza voce parlando con Shizuka.

    Inoltre quei pali neri… dannazione, danno tutta l’impressione di essere un perimetro parecchio fastidioso da attraversare, probabile che ti scottino il culo.
    Bon, direi che c’è da spendere qualcosina.
    Ci sarà da aspettare, ma è necessario.


    Creò tre cloni di se, ognuno con sembianze differenti, come se fossero un trio normalissimo di persone, li avrebbe fatti dirigere a sud est per 8 chilometri, risalendo il confine fino a trovare una strada, li avrebbe avuto inizio la prima prova.
    I tre cloni avrebbero provato ad attraversare il confine tranquillamente fingendosi mercanti abituali, e chiedendo informazioni riguardo lo sbarramento avrebbero tentato di avvicinarsi ai ninja.

    Perdonate la curiosità, ma per noi è necessario sapere: eravamo soliti attraversare i confini in questo punto per poter effettuare scambi e compravendite nei terreni di Kumo, ma dato questo sbarramento non ci è più possibile farlo, vorremmo sapere se ci fosse qualche modo per passare prima che la nostra attività ne risanta.

    Avrebbero cercato il contatto fisico solamente se avessero avuto in risposta una palese ostilità, cercando di passare oltre gli avversari per verificare cosa i pali neri fossero in grado di fare, ognuno di essi avrebbe tentato di passare oltre da una posizione differente, il primo sotto terra mediante l’arte apposita, il secondo dritto tra i pali e il terzo con un salto.
    Se fossero stati ostacolati con maggiore foga avrebbero invece ingaggiato combattimento tentando di spingere a suon di cazzotti le guardie verso i pali neri per testarne durezza ed effetti.
    Non si aspettavano guardie particolarmente preparate, Raizen dopotutto era uno degli elementi migliori in accademia, immaginando il peggiore degli scenari, ninja in grado di batterlo al confine, in quel gargantuesco numero volevano dire disfatta totale per chiunque si opponesse a loro.
    Tuttavia, logica voleva che nel confine ci fossero solamente sentinelle atte a dare l’allarme in caso di violazione dello stesso, mentre i comandanti, generalmente più esperti e forti, stavano accampati ad organizzare i fronti, o la difesa.
    Fu seguendo questa logica che i cloni avrebbero cercato di individuare la presenza di ricetrasmittenti addosso alle guardie.


    Edited by F e n i x - 2/7/2015, 13:22
     
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    L'Attacco del Mikawa fu più che sufficiente a distruggere il palo. Dopotutto era sì solido, ma certo non poteva resistere ad una tale furia distruttiva. Andò in frantumi, spezzandosi in più parti ed ovviamente facendo scattare il finimondo.
    Non a caso erano posti dei pali lungo il confine: le loro funzioni per quanto ancora ignote apparivano chiare almeno in termini di autodifesa. Difatti, non appena i due pali furono in infranti una colonna di fulmini neri larga un metro e mezzo ed alta abbastanza da essere viste ad almeno dieci chilometri di distanza si innalzarono verso il cielo.

    Questo effetto proseguì nel tempo, ma contemporaneamente alla comparsa della colonna un'ondata di fulmini neri nacque dal palo distrutto. Si trattava di un vasto attacco ad area al solo scopo di indebolire i nemici prima del probabile arrivo dei rinforzi e dal punto in cui veniva generata proseguiva indistintamente per quindici metri. [2 Onde di Flumini Neri].

    Il confine era stato allertato. Usando la sua vista Seinji avrebbe potuto notare come cinque figure fossero in rapido avvicinamento, due dalla loro destra (sud-est) tre dalla loro sinistra (nord-ovest). Non si notava nulla invece al di la del confine, almeno per quanto riguardava il raggio della visione di Seinji. Stando a quelli che erano gli ordini del Mikawa egli creò un'enorme illusione. La bestia creata da Seinji era certamente realistica sotto ogni aspetto, solo che era altamente improbabile che quei pali potessero essere distrutti da un animale. Difatti la potenza esagerata sviluppata dal Mikawa avrebbe certamente frantumato qualsiasi cosa ma al contempo non aveva permesso di valutare con esattezza quanto resistenti fossero quei pali e dunque adottare le giuste contromisure riguardo l'effettiva stazza o sulla possibilità di creare una creatura realisticamente in grado di abbattere quei pali.

    Quell'enorme cinghiale non lo era. A mani nude persino una grossa evocazione avrebbe avuto enormi problemi a spezzare quel metallo così pregiato e resistenze. Così, quando i cinque ninja di Kumo comparvero (sempre nascosti dietro le loro maschere) compresero che qualcosa non andava per il verso giusto. Un animale che butta a terra i pali del Raikage? disse il primo, traendo dal fodero una lunga naginata. Non ci credo nemmeno se lo vedo con i miei occhi, hai ragione. Qualcuno li ha distrutti e vuole farci credere diversamente. Dunque avvicino la mano destra all'apertura della maschera per la bocca. Localizzateci, voglio una mappatura completa della zona immediatamente.

    Non si udì risposta, ma qualcosa doveva essere successo poiché i cinque ninja arretrarono oltre il confine, rimanendo in attesa. Quali che fossero i piani del nemico, non erano così chiari ma una cosa era certa agli occhi dei due (con ogni probabilità): avevano allertato parecchio quella zona e passare il confine sarebbe stato assai difficile.








    Diogene & Leo: vi posto la mappa. Per quanto riguarda la scala, ogni quadrato grande corrisponde a 1,5km.

    Agli altri posterò in giornata/domani. Diogene e Leo, siete liberi di postare perché le azioni degli altri si svolgono assai lontane da voi.
     
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    Near



    La strada scelta da Near in base alle sue informazioni l'avrebbe condotto ad ovest di Kumo ma per far si che questo accadesse il Nara dovette attraversare il Paese delle Risaie fino alla sua estremità settentrionale giungendo presso la costa settentrionale del aPaese del Fulmine. Da lì una strada poco trafficata (data la sostanziale assenza di villaggi) proseguiva dritta verso est attraversando il confine dopo essere passata tra due boschi rigogliosi.

    Assai prima del confine Near, percorrendo quella strada, avrebbe notato chiaramente sulla sua sinistra una vecchia torre mezza distrutta. I vessilli di Oto sventolavano lì sopra e si poteva udire il rumore di voci che urlavano ordini. Una nave si stava allontanando dal molo, diretta con ogni probabilità presso l'isolotto che si vedeva al largo non molto distante. Dinanzi le porte della torre mezza caduta c'erano diversi carri pieni di un qualcosa di non noto coperto con dei teli che presero a percorrere la strada verso il Paese delle Risaie poco dopo il passaggio di Near. Un altro carro invece rimaneva lì fermo: totalmente scoperto vi si potevano osservare sopra di essi diversi bauli, cesti di frutta ed altre vettovaglie.

    Il confine era ovviamente presidiato ed oltre esso Near non avrebbe avuto modo di scorgere più di tanto. I ninja di Kumo con le maschere di colore cremisi lì era però meno concentrati: ce n'era uno ogni seicento metri circa ed anche lì nel punto in cui la strada tagliava il confine erano conficcati due pali di metallo alti tre metri percorsi da sottili ma ben percepibili scosse di fulmini neri.

    Gli uomini, come già detto, erano a seicento metri l'uno dall'altro ben attenti a presidiare il confine con attenzione. La strada era posta a metà strada tra due guardie distando dunque trecento metri da uno e trecento dall'altro.

    Near aveva tempo e volendo possibilità di esplorare la zona: non c'era alcuna fretta dettata da tempistiche precise richieste da un mandante. Qualsiasi cosa fosse successa a Kumo le informazioni (probabilmente) non sarebbero volate via in qualche strano modo.







    Vale la stessa cosa per te Near. Ho volutamente ignorato grann parte del tuo post errata.
    Per la mappa, stesse unità di misura di Gene e Leo.

    Buon divertimento.
     
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    AGAIN

    The price of success is hard work, dedication to the job at hand,
    and the determination that whether we win or lose,
    we have applied the best of ourselves to the task at hand.




    «...Che sia un miracolo di arredamento non ci sono dubbi, Raizen.»



    Immobile di fronte alla grande scrivania dell'Hokage una giovane ragazza di circa venti o ventuno anni, dai lunghissimi capelli castani e le carnose labbra rosse, inarcò un sopracciglio. Un secondo dopo, prendendo dal tavolo un foglietto e una penna, scribacchiò qualcosa in modo agitato, girandosi poi rapidamente verso un basso ragazzetto dal viso spruzzato di lentiggini e un riccio cespo di capelli rossi sul cucuzzolo della testa, che le sostava educatamente alle spalle e che non mancò di inchinarsi un centinaio di volte quando la giovane gli rivolse la parola. Nemmeno per una volta la guardò in faccia.
    «Chiama il Clan Kobayashi, questo è l'indirizzo, mio caro...» Sussurrò la donna, e lanciando un'occhiata perplessa alla targhetta dell'appuntato, annuì. «Kuroshi-kun.» Concluse, flemmatica. «Entro oggi voglio la tappezzeria floreale di quei divani verdi in un falò nella piazza centrale, e... ah!» Sorrise. «La cameretta negli alloggi dell'Hokage, quella attualmente vuota, sii così caro da farci portare un piccolo lettino di bamboo e delle tendine rosa a pois bianchi, sarà camera mia da ora in poi. A quanto pare, del resto, passo più tempo qui che alle mie residenze.» Cinguettò, alzando di due none il timbro della voce prima di girarsi a fulminare Raizen con occhi dardeggianti di collera. Nulla di cui stupirsi, del resto da quando quel randagio era diventato Hokage, erano più le volte che la chiamava per svolgere ogni qualsiasi maledetta mansione di quanti erano i giorni che le concedeva liberi...certo, era stata orgogliosa di sapere che avrebbe avuto l'occasione di divenire il suo braccio destro, ma non aveva immaginato che questo prevedesse fondersi per gemmazione con lui, un'idea che solo da ipotizzare le faceva venire un acuto dolore intestinale.
    Sospirando sonoramente nel lasciar precipitare le spalle verso il basso, la Principessa di Konohagakure scosse la testa, mettendosi poi ad ascoltare il fiume di parole del suo Kage che la investì un secondo dopo che l'impiegato dell'amministrazione fu scappato fuori dall'ufficio, balbettando. Era raro per Raizen parlare tanto –il che era un bene: le sue esposizioni erano caotiche quanto il suo cervello, ed era tutto dire– ma superati i primi momenti di esitazione Shizuka Kobayashi, l'Erede della dinastia dell'Airone, ne capì la ragione. Il suo sguardo, da ironico e incuriosito che era, divenne ben presto serio e silenzioso. Solo quando la voce del Colosso della Foglia scemò nel silenzio, la ragazza annuì, riaprendo lentamente i profondi occhi verdi, magistralmente truccati, che aveva tenuto fino a quel momento chiusi.
    «Come per ogni grande Paese, una dislocazione del mio Clan è stanziata nelle Terre del Fulmine, perciò sono a conoscenza delle tensioni di cui parli.» Disse, allargando le braccia di fronte a sé. «Siamo riusciti a tenerci in contatto con quella fazione della mia famiglia grazie agli Aoki, ma sono mesi che non riceviamo messaggi e non ci risultano spostamenti delle nostre carovane dall'interno all'esterno, e viceversa.» Ammise, scuotendo la testa. «Nonostante ciò le mie informazioni sono scarse, quasi inesistenti. I miei informatori nei paesi limitrofi sono quasi introvabili. E' come se si fosse creata una bolla d'aria attorno al Fulmine e a tutto ciò che lo riguarda.» Ciò significava che, per quella volta, Raizen non avrebbe goduto della tela di ragno informativa della sua allieva. E quello era molto più di un “piccolo svantaggio”. Nonostante l'esordio non fosse dei migliori, il Colosso non sembrava tuttavia intenzionato a cedere ai suoi propositi e, a quanto pareva, nemmeno Shizuka poteva averne il diritto. Grattandosi la testa la Principessa della Foglia sospirò, abbassando lo sguardo. «...Se ho obiezioni? Ogni volta che ho a che fare con te rischio di rimetterci la pelle, è così che si tratta la più potente e ricca Principessa del tuo Villaggio?» Si atteggiò, scostandosi dal collo, con fare teatrale, una lunga ciocca di capelli. Poi sorrise, socchiudendo gli occhi. «Avrai il mio appoggio, come sempre è stato e sempre sarà, ovviamente sotto lauto compenso, si intende. Parleremo di soldi quando torneremo... e comunque non ti infilerò le mani nelle mutande per sigillare i tuoi ricordi. Ogni scusa è buona per provarci, mh?» Disse, ghignando sarcastica nel battere una mano sulla nuca di Raizen...prima di ritirarsi con sdegno, apparentemente sconvolta. «Maledetti gli Dei, cos'è questa ricrescita oscena?!» Gemette con voce strozzata. «Ti tingi?! Ti tingi i capelli?! Il Fuoco ti perdoni, Raizen... hai usato l'henné, vero? Non si usa MAI l'henné! Devo insegnarti tutto, insomma?!» Grattò con voce fischiante, portandosi una mano di fronte alla bocca nell'atto di trattenere un conato di vomito. Quando si fu assicurata di aver irritato il compagno come si conveniva alla circostanza, seria e gravosa, la Principessa annuì, soddisfatta. Solo a quel punto, portò le mani ad adagiarsi sulle tempie dell'Hokage. «Sai già come funziona, vero? Non sarà “piacevole”.» Disse, ascoltando la lista di ricordi che avrebbe dovuto sottrarre. «Evocherai Kubomi, darò a lui un rotolo contenente il sigillo dei nostri ricordi. Farò in modo che potremo tornarne in possesso rapidamente, ma in attesa di quel momento il tuo drago conserverà l'oggetto nella sua propria realtà. Ricorda che la scelta del contenitore, e il modo in cui si tutela lo stesso, è di primaria importanza: se questo viene rovinato, ciò che custodisce è perduto per sempre.» Disse, mentre le mani di lei si circondavano di un bagliore blu elettrico ruggente e trepidante. Avrebbe aspettato che il Decimo ubbidisse prima di continuare, riportando le mani alla testa di lui. «Immagina la tua mente come un archivio: accederò ai tuoi ricordi per eliminare ogni traccia di ciò che mi hai chiesto, e per farlo li passerò a rassegna tutti. Sarà un po' come farsi il bagno in un fiume, solo che decido io dove va la corrente. Non agitarti, il peggio che può succedere è che ti renda deficiente... e visto la tua condizione di partenza, non ci sono problemi.» Sghignazzò.
    Furono poi una manciata di istanti... lentamente la kunoichi allontanò la mano sinistra dalla tempia del Kage, e connesso ad ogni suo dito vi era un filo di un chiaro verde che lei, dopo aver stabilizzato in una condensazione uniforme, portò sopra ad un rotolo bianco immacolato che aveva tirato fuori dalla grossa sacca ninja di pelle legata alla sua fascia lombare. Adagiando i polpastrelli sulla carta, la Principessa tracciò l'ideogramma di "Verità" e attese qualche secondo prima di staccare la mano dalla pergamena, sulla quale, alla fine della procedura, rimase solo la tracciatura Shodo, come fatta d'inchiostro, recante il Kanji [EstraniazioneEstraniazione
    Villaggio:
    Personale
    Posizioni Magiche: (0)
    L'utilizzatore è in grado, mediante il chakra, di isolare ed estrarre un singolo ricordo, sigillandolo. Il ricordo rimarrà impresso nel sigillo, il quale sarà opponibile su creature viventi e/o oggetti inanimati. Nel primo caso, se compatibile, il ricordo verrà assorbito come proprio.
    Tipo: Fuuinjutsu
    (Livello 4 / Consumo: Medioalto)
    [Da Genin in su]
    ]. Prendendosi qualche attimo -che utilizzò principalmente per spiegare in poche parole a Kubomi il suo compito e l'importanza che quel rotolo aveva e successivamente per riorganizzare a parole la mente pulita di Raizen, rimasto incerto sulla situazione quando si fu ripreso dal lieve torpore in cui la tecnica lo aveva indotto- Shizuka passò a ripetere l'operazione, stavolta usando se stessa come archivio da pulire. Anche quella volta estrapolò filamenti, blu elettrici e instabili, li condensò e tracciò lo stesso identico ideogramma, dalla parte opposta del rotolo, cerchiandolo due volte.
    Quando le procedure furono terminate e anche alcuni dei ricordi della Chunin furono tolti e sigillati, la ragazza si sedette, accennando ad una stanchezza che derivava da un eccessivo consumo di Chakra il quale, a sua detta, si sarebbe aggiustato quanto prima. La sua mente, adesso, non serbava più alcun accenno ai segreti del Villaggio, ai suoi, alle ombre dei ricordi dello stesso Hokage, o alle informazioni che sapeva avrebbero potuto essere dannose se in mano altrui...fu così che, quando i due Shinobi uscirono dagli uffici amministrativi, Shizuka, adesso priva di un cognome, guardò con stupore una ragazza in kimono dai capelli rossi che, ferma di fronte alle porte d'entrata della struttura, le porse un mantello verde notte che avvolgeva una grossa nodachi lunga due metri e un'ampia sacca a tracolla ricolma di ogni genere di oggetto, tra cui delle focaccine di riso, acqua, boccette vuote e chissà quale altra diavoleria chiusa in scatolette di diverse misure.
    «Chi diavolo sei?!» Ringhiò Shizuka, sputando in terra. «Questa è roba mia!» Disse. Era sicura che prima di partire sarebbe dovuta passare a casa a prendere l'occorrente per il lungo viaggio che l'aspettava... ma a ben pensarci non aveva idea di dove fosse casa sua.
    «Buon viaggio, Shizuka-sensei.» Rispose la ragazza dai capelli rossi, dopo un attimo di ragionevole stupore, sorridendo. «All'ospedale di Konoha aspetteremo il tuo ritorno. Qui c'è tutto l'occorrente che mi avevi chiesto.»

    Ah, ma certo... un'infermiera? Lei era il primario dell'ospedale, certo. Un medico. Certo.
    Beh, ovviamente, no? Su quello non c'erano dubbi.

    […]



    Lavarsi il sudicio e il sudore di dosso fu un balsamo alla sua stanchezza.
    Cresciuta dallo stesso Raizen per affrontare ogni tipo di circostanza, Shizuka non denotò vergogna nel lavarsi di fronte al randagio, come se effettivamente la cosa non le interessasse. La sua priorità era, proprio al pari del suo compagno di viaggio, togliere l'odore e potersi confondere meglio all'ambiente, per non minare il risultato della missione. Sapeva a livello inconscio che qualsiasi tipo di sacrificio facesse o qualunque azione compisse, tutto doveva sempre essere proteso per il bene di Konoha...ma se qualcuno le avesse chiesto il motivo, non avrebbe saputo rispondere. Quell'informazione, nella sua mente, non c'era.
    Quando ebbero finito di mangiare e riposare le gambe, la Chunin si occupò di imporre i secondi Fuuinjutsu: alzando il dito indice, che si irrorò di chakra, la ragazza scoprì il torace del Colosso e sullo sterno di lui tracciò l'ideogramma capovolto di “Verità”. Rapidamente il sigillo affondò nel corpo del suo portatore, come se si fondesse a lui, lasciando dietro di sé nient'altro che la pelle pulita e priva di segno [PianificazionePianificazione
    Villaggio:
    Personale
    Posizioni Magiche: Disegno (10)
    L'utilizzatore, apponendo il sigillo su se o su terzi, può cambiare il colore del chakra alterando alcune caratteristiche dello stesso come quantità di chakra posseduta, impronte e abilità innate. Non può nascondere la presenza di Demoni o altre entità risedenti nel corpo su cui appone il sigillo. Il sigillo dura massimo un giorno.
    Tipo: Fuuinjutsu – Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medioalto)
    [Da Genin in su]


    Raizen: Energia verde, 37 bassi disponibili. Demone visibile.
    Shizuka: Energia rossa, 40 bassi disponibili, nessuna tecnica speciale. Impronte non definite.
    ].
    Sedendosi a gambe incrociate a terra, la ragazza si stirò addosso i pantaloni di pelle nera e si infilò nuovamente gli stivali di cuoio alti fino alle ginocchia che si era tolta per lavarsi. Quando si fu legata nuovamente i capelli in un'alta coda di cavallo, si stringò con più rigore il bustino nero dietro la schiena prima di ripetere la tecnica su se stessa, imponendo lo stesso sigillo all'altezza della sua clavicola sinistra. Solo quando la tracciatura blu del suo chakra affondò in lei, con quella sensazione fresca e piccante che le era peculiare, la kunoichi riprese la sua borsa a tracolla, sistemò la sua grossa sacca ninja dietro alla schiena e si riavvolse nel suo mantello scuro. Durante tutto quel tempo non parlò, né si dilungò in chiaccherate senza senso. Riprese a farsi sentire solo quando, infine, i due si trovarono in prossimità dei confini.
    «Non mi risulta che Kumo abbia corpi speciali.» Disse, acquattata per terra tra la ricca vegetazione. A differenza di Raizen lei, a malapena un metro e sessantacinque centimetri di altezza, non aveva difficoltà a nascondersi ovunque. «Il Paese del Fulmine vanta l'uso dei Raiton tanto quanto noi al Fuoco viviamo di Katon. Guarda.» Disse, allungando l'indice verso delle sporadiche scariche elettriche nere come la notte che, durando appena un'istante, svanivano subito. «E' possibile che sia una tecnica particolare elaborata sul fulmine. Vorrei capire fin dove si estende il raggio di portata massima, in che direzione e il modo in cui la tecnica reagisce, in questo modo potremmo avere un quadro chiaro su dove passare per entrare dentro. Insomma è un modo carino per dirti di non fare cazzate.» Ascoltando fedelmente quanto aveva detto, la prima cosa che fece Raizen fu di creare tre cloni, spacciarli per mercanti e mandarli al confine. Meno male che aveva detto niente cazzate, sennò avrebbe usato fuochi d'artificio. «Se fai casino darai l'allarme e questi bimbi mascherati aumenteranno le difese, perciò se c'è qualcosa all'interno di Kumo che vogliono non far trovare, lo proteggeranno maggiormente. Questa può essere una cosa buona e una cosa cattiva, in ogni caso vedremo di sfruttarla...ma siamo qui come infiltrati, non come picchia-duro, ci arrivi?» Sibilò, irritata, fulminando con lo sguardo il compagno di viaggio nell'alzare il dito di fronte a sé. In effetti dei mercanti che tiravano ceffoni facendo ribaltare gli avversari, che si presupponevano quantomeno allenati se non impeccabili, se ne vedevano pochi, in giro. Sospirò, portandosi una mano alla faccia. Ora come minimo sarebbe arrivato lo zoccolo duro, e lei non voleva combattere. Non lo faceva mai se poteva evitare, fossero maledetti gli Dei. «Se ci riesci fammi portare uno di loro. Vediamo cosa posso fare. Ho una mezza idea di come agire.» Ringhiò, offesa.

    E comunque non per dire niente... ma a prescindere dalla situazione aveva davvero fame. Di nuovo.
    Fame nervosa, la chiamavano. Lei vedeva solo una taglia in più nei suoi vestiti.

     
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    L'arrivo al paese del fulmine aveva richiesto parecchia attenzione, passai attraverso il paese delle Risaie, da cui arrivai alla costa settentrionale del paese del fulmine. Mi ritrovavo a poter seguire una stradina isolata, ai lati della quale si estendevano due folti boschi. La strada proseguiva dritta sin verso il confine, e la totale assenza di villaggi unita alla grande distanza tra le poche abitazioni del luogo la rendevano molto poco trafficata.


    La scelta di seguire una strada di questo genere ha i suoi vantaggi, dovrebbe essere meno controllata rispetto alle entrate principali. D'altro canto eventuali guardie di turno saranno ancora più accorte nel chiamare i rinforzi nel caso notassero qualcosa di strano.

    L'idea di avventarsi da solo in una missione improvvisata di questo genere era indubbiamente rischiosa, ma sentivo la necessità di prendere informazioni su quello che stava succedendo, ed ero pronto a correre qualche rischio di sorta. Detto ciò, nei limiti del possibile ero deciso a sfruttare al massimo le mie capacità al fine di correre meno rischi possibili. Inizialmente la strada venne affiancata dal bosco alla sua destra, decisi immediatamente di addentrarmi tra gli alberi per non risultare troppo visibile a chi controllava la strada.
    Dopo essermi arrampicato nella parte alta dell'albero aspettai qualche minuto, in attesa di vedere se questa piccola foresta offriva qualche genere di fauna particolare. Io no, ma chi era attorno a me era probabilmente del posto, e se mi fossi trasformato in un animale insolito da trovare in queste foreste avrei potuto far nascere dei dubbi in chi mi vedeva. La mia attesa fu vana, non trovai nessun genere di animale attorno a me, e quindi onde rischiare di commettere qualche strano errore decisi di procedere senza usare la Henge. Avrei però usato ogni mia capacità mentre avanzavo, cercando non solo di essere il più silenzioso possibile, ma altresì di usare i miei sensi per scovare qualche eventuale pericolo. [ furtività | investigatore | occhio di falco ] .


    Guardando attraverso gli alberi posso vedere sia la strada sia il mare, chissà che qualche informazione o pericolo non possa giungere anche da lì!

    Pensai mentre avanzavo lentamente. Dopo parecchio tempo e dopo aver macinato un paio di chilometri riuscì a scovare qualcosa di particolare tra le chiome degli alberi. Sembrava essere una torre, o per meglio dire quello che ne restava. Deciso a non tralasciare nessun particolare decisi di spostarmi sugli alberi più vicini al confine per poter osservare meglio. Percorsi quel piccolo tratto di foreste con molta attenzione, cercando di frapporre sempre tra me e la torre il tronco di un albero. Non potevo sapere se ci fossero o meno delle vedette, ma nel qual caso volevo evitare di essere visto. Ora che ero più vicino potevo sentire dei rumori, simili a delle urla. Anche se ancora lontani il vento tirava nella mia direzione, e questo mi permetteva di riuscire a sentire qualche suono da laggiù, anche se ovviamente era impossibile capirne il senso. Dopo qualche passaggio di albero in albero arrivai agli ultimi alberi prima della strada, non avevo intenzione di espormi ulteriormente, troppo rischioso per i miei gusti.


    In realtà, un sistema ci sarebbe...

    Utilizzai la tecnica della trasformazione Slot tecnica Base E mi trasformai nell'ennesimo ramo ricoperto di belle foglie verdi di uno degli alberi della seconda fila. Far spuntare un ramo agli alberi subito davanti alla strada poteva essere un'idea sciocca, ma farlo spuntare a quelli subito dietro mi permetteva di ridurre i rischi, speravo che nella torre fossero occupati a far altro. Dalla mia posizione potevo vedere abbastanza bene la torre, e riuscivo ad udire chiaramente i suoni, anche se identificare le parole di urla e discorsi risultava ancora difficile.
    Vedevo chiaramente dei carri davanti alla torre, di cui alcuni sembrava stessero per rimettersi in movimento verso il paese delle risaie, ed un'altro invece sembrava essere appena arrivato, era carico di viveri e non sembrava intenzionato a partire nel prossimo futuro.


    Il contenuto degli altri carri è coperto... Mi piacerebbe vedere cosa contengono, sempre che non siano vuoti... Ad ogni modo ho indovinato il fatto che avrebbero usato questa strada per far arrivare delle risorse alimentari, anche se per ora non ho avvistato altri, il che può sembrare strano. La torre sventolava i simboli di Oto, nulla di particolarmente strano visto che ci trovavamo sul confine, più foriero di dubbi è che i carri si fermino qui invece di portare il cibo al confine...

    Indubbiamente quelle osservazioni dovevano farmi riflettere. Allo stesso modo i carri così in bella vista non cercavano di nascondersi ad eventuali sentinelle sul confine, anche se ancora distante da noi un qualunque ninja con abilità oculari particolari o un buon strumento avrebbe potuto vederli. Potevo quindi presumere che avessero il consenso delle guardie per stare in quella posizione, non potevo esserne certo ma, era abbastanza probabile.
    Osservando meglio vidi un'imbarcazione partire da dietro i resti della torre per dirigersi verso un isolotto poco distante e di fronte a noi.


    Perchè portare risorse a quell'isolotto ? Non posso saperlo, ma potrebbe sicuramente essere interessante saperlo. Più che altro, perchè portare le risorse all'isolotto e non dentro il confine ? Che dall'isolotto, o semplicemente via mare vi sia qualche strada più veloce per il trasporto ? Non sapendo l'effettiva destinazione non posso saperlo, varrà la pena scoprirlo. è varrà la pena capire se, nel caso in cui la nave torni in questo "porto" scarichi qualcosa in particolare...

    Questo non potevo saperlo, e per il momento era azzardato tirare delle conclusioni. Una parte di me avrebbe voluto avvicinarsi ancora al confine, rimanendo celata all'intero del bosco per vedere più da vicino la situazione, decisi però di rimanere dov'ero ad osservare la torre e sopratutto il movimento dei carri.
    Quelli in partenza avevano il dietro coperto, e non potevo vedere se trasportavano o meno qualcosa mentre tornavano verso il paese delle risaie, ma magari se avessi aspettato un nuovo arrivo di carri avrei potuto scoprire qualcosa. Inoltre volevo monitorare gli spostamenti dell'imbarcazione, che dopo esser partita dalla torre sembrava dirigersi verso l'isolotto. Volevo capire se una volta giunta a destinazione avrebbe continuato il tragitto allontanandosi, oppure se sarebbe tornata indietro. Era necessario capire quante tappe avesse il suo tragitto, chissà che non mi sarebbe potuto tornare utile saperlo.
     
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    Ci mise solo un attimo per vedere dei fulmini neri fuoriuscire dai pali e sospirò tranquillo. Se il Kage aveva messo quei pali, vi doveva essere qualcosa di molto forte all'interno del villaggio; insomma, ne era valsa la pena di entrare nel villaggio, o almeno di tentarci. Dal canto suo, Seinji si limitò a rimanere sotto terra e osservare tutta quella scena con i suoi occhi increduli, guardando i shinobi avversari in rapido avvicinamento. Erano 5, e loro avrebbero dovuto fare in modo da evitarli. Come? Con il suo animale come diversivo. D'altro canto iniziare un lungo e spinoso combattimento contro i 5 shinobi era impensabile: dovevano riuscire a entrare senza dare troppo in occhio, altrimenti li avrebbero scoperti. Cosa dunque fare? Nascosto sotto il suolo, Seinji sorrise. Amava la parte dei diversivi, ma amava di meno le varie controversie logiche: sebbene Diogene era nascosto alla vista dei 5, come fargli capire quando muoversi? Dunque l'Akuma fece la cosa che meglio gli riusciva: muovere le illusioni. Alla vista dei 5 nemici, l'enorme creatura alta 7 metri si sarebbe mossa verso di loro, con l'intento di attaccarli con il proprio muso, per passare dentro, nella zona del villaggio. In contempo alla corsa [1 slot azione], egli avrebbe emmesso un grido, che forse i 5 avrebbe preso per grido di battaglia della creatura, ma che, ahimé, Diogene avrebbe dovuto interpretare come segnale di muoversi.
    Sotto alla terra, si sarebbe mosso anche Seinji, correndo verso il villaggio [2 slot azione]. Con la sua corsa Seinji sarebbe entrato nel villaggio prima del cinghiale, muovendosi a 24 metri da essa, nascosto sotto la terra. Durante la corsa, mentalmente, avrebbe sempre comandato al cinghiale di correre in avanti seguendolo dentro alla zona controllata. Una volta che i 5 avrebbero seguito Seinji e il suo cinghiale, Diogene Mikawa avrebbe potuto entrare nel villaggio indisturbato. E se avessero capito che era un diversivo? Non potevano capirlo. Dovevano fermare la creatura di 7 metri che vedevano... Dunque, correndo, insieme alla creatura, Seinji non avrebbe mai portata la distanza a più di 24 metri da essa, e una volta [3 slot azione + slot gratuito per movimento] percorsa abbastanza distanza con la creatura, si sarebbe solo guardato indietro, continuando comunque a correre a più non posso dentro la zona del villaggio, senza mai lasciare vita libera al cinghiale. Mentre la creatura [Slot Tecnica Avanzata+Base] si sarebbe mossa sopra di lui dentro il confine, senza mai perdere le distanze dovute.
    Dove sarebbe arrivato il duo?
    "Spero sia un gioco da bambini infiltrarmi qui dentro..."



    Riserva chakra Seinji: 356-18 (controllo illusione)=338



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    L'attacco sortì gli effetti desiderati e con essi l'attivazione del congegno difensivo del quale mi aspettavo l'esistenza. L'attacco scaturito tuttavia aveva un'area di effetto esagerata e non ebbi nemmeno il tempo di completare l'allontanamento che le scariche elettriche mi attraversarono le membra. Una sensazione affatto piacevole che suscitò in me il ricordo di quando l'arte del fulmine faceva parte del mio arsenale bellico. In effetti la tecnica era molto simile al Nagashi, sebbene enormemente più efficacie...una dimostrazione di potenza notevole. Portai semplicemente le braccia a difesa delle parti del corpo più critiche, busto e testa, lasciando che i costrutti assorbissero parte della potenza del colpo [Ferita Media diffusa].

    Si, la sensazione di paralisi era la medesima di sempre, la solita rogna...ma quelle scariche di elettricità servono ad attivare in me la reale voglia di scoprire cosa valesse tanto la pena da recintare con pali di quella levatura. Scoprire infatti che fossero opera del Raikage, non mi sorprese più di tanto...anzi, mi diede un'ulteriore ragione per essere interessato alla cosa.

    Quindi in diversivo fu lanciato e il grido della creatura preannunciò l'inizio di quell'avventura che mi aveva decisamente coinvolto. Seiniji dunque sarebbe entrato e da li le nostre strade si divisero; se fosse stato sufficientemente abile, grazie alla sua vista, mi avrebbe ritrovato senza difficoltà e avremmo potuto continuare insieme.

    Dal canto mio, invece, non ero decisamente in assetto furtivo quel giorno. Se così fosse stato mi sarei portato Eiatsu ed Omoi...un trio che il mondo ninja non aveva avuto ancora l'occasione di vedere ma che difficilmente poteva essere arginato. Senza copertura sensitiva, particolari abilità di infiltrazione e mediche e una meticolosa pianificazione dell'operazione (con annessa conoscenza del territorio), pensare di poter entrare in un paese così ben difeso era impensabile...ma questo lo sapevo da quando decisi di giungere senza supporto al confine. Testare la qualità delle difese e il numero di ninja impiegati da Kumo era stato in ogni caso fondamentale per comprendere di non poter prendere la cosa alla leggera. Proprio per questo motivo, indipendentemente dal numero di ninja che avessero lasciato l'ingresso per seguire l'enorme facocero, non avrei optato per l'attacco. Iniziare con spargimenti di sangue avrebbe reso più complicato il tutto; quando ci sono di mezzo vite umane le persone diventano irrazionali...e questo lo sapevo bene, era capitato anche a me in passato. L'alternativa più valida a quella che infine decisi era mettere fuorigioco quei ninja senza ucciderli; ma davvero sarebbe servito a qualcosa? Il modo più facile per scoprire cosa stava accadendo era uno, fare il bravo ospite.

    " Mi scuso per la mia creatura. A lui piace giocare e caricare le cose. Non avevo mai visto pali del genere in questa zona della foresta...se lo lasciate in pace non farà danni e troverà da solo la strada di casa"

    Avrei giocato ancora un po con quei ninja; magari se avessero pensato che quella poteva essere una mia evocazione, si sarebbero ricreduti sulla possibilità che fosse stata proprio lei ad abbattere il jutsu dei kage. Ma in breve tempo il mio sguardo (o meglio quello del ninja del quale avevo preso le sembianze) sarebbe tornato serio e, mostrando i costrutti ancora attivi sulle mie mani, mi sarei rivolto al gruppo con un altro tono:

    " Veniamo al punto. Non ho intenzioni ostili, ma se vedi il tuo vicino fare cose strane nel giardino accanto al tuo, come minimo vai ad informarti. Fatemi parlare con il Kage e vedremo di chiarirci su questo punto. "

    Avevo intenzionalmente lasciato intuire che non era una questione del singolo, forse era un intero villaggio a voler spiegazioni a riguardo e questo avrebbe non solo elevato la mia posizione agli occhi del gruppo (se la faccenda del palo non fosse stata sufficiente) ma avrebbe anche minimizzato i miei sforzi per entrare. Era rischioso? Certamente. Sconsiderato? Affatto. Nel tempo avevo imparato che la via più pacifica può rivelarsi essere un'arma ben più potente di qualsiasi armata, almeno nelle battute iniziali di un confronto.

    Qualora invece tutto il gruppo avesse deciso di seguire l'animale, poco male, avrei pensato: sarei entrato indisturbato dirigendomi nel punto che mi fosse sembrato strategicamente più rilevante per una posizione di comando. In realtà poco sarebbe importato il dove, tanto mi avrebbero trovato loro.

     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Shizuka e Raizen



    La situazione era davvero peggiore del previsto. Anche in quel caso c'erano guardie dislocate con estrema precisione lungo tutto il confine, una ogni trecento metri. Anche lì, come per gli altri avventurieri avvicinatisi al confine, c'erano pali di metallo neri che parevano emettere scosse di strani fulmini neri.
    La zona in cui Raizen e Shizuka erano finiti era certamente la parte più meridionale del confine tra il Paese del Fulmine ed il Paese delle Risaie. Vasti boschi si mostravano a loro sia a nord che a sud, ma anche in avanti (solo che era ancora una macchia verde non ancora ben distinita).
    Non avevano preso la strada più meridionale, tuttavia. Più a sud esisteva una seconda strada che si dirigeva anch'essa verso est, ma mentre la strada percorsa dal duo poi andava verso nord quella più meridionale proseguiva seguendo la costa.
    Fu lì che Raizen mandò la sua copia.
    La strada era sterrata ed e stretta, non molto usata (motivo per cui non era preferita come via d'accesso a Kumo per chi veniva da Konoha). Quando le tre figure - apparentemente innocue anche grazie ai sigilli di Shizuka - si avvicinarono alla strada un uomo si catapultò tra loro ed i bastoni metallici. Un'uomo con una maschera cremisi, che respirava profondamente e rumorosamente. Alto quanto Raizen, aveva due bicipiti che sembravano in grado di sviluppare una forza in grado di sollevare una montagna.
    Nessuno passa. Disse perentorio con voce baritonale. Poi il disastro: una copia cercò di passare lo stesso e l'uomo la bloccò, ma nel contempo una di esse scomparve sotto terra l'altra - invece - passò attraverso i due pali di metallo. NO FOLLE! urlò la guardia.
    Non appena la copia di Raizen attraversò i pali da ognuno di essi nacquero due figure fatte di elettricità oscura come la notte. Due serpenti, ognuno lungo nove metri, avrebbero cercato di azzannare la copia di Raizen per bloccarla tramite due fulminei e portentosi attacchi [Azione], uno per ogni serpente.

    La copia sottoterra invece non subì alcun effetto. Mentre la terza, che tentò di saltare al di sopra dei pali fu bersagliata da altri due serpenti in maniera identica a quanto aveva fatto la prima copia [Azione].
    L'energumeno, furioso, avvicinò il polso alla bocca VOGLIO CHE MI LOCALIZZIATE, RINFORZI, IL PERIMETRO È STATO COMPROMESSO.

    Razien e Shizuka poterono notare, con un ritardo di alcuni minuti, che circa metà delle guardie si dirigevano verso sud. Se le copie fossero state distrutte Raizen avrebbe compreso cosa stava accadendo, altrimenti avrebbero dovuto immaginarlo. Il confine era diventato improvvisamente ben più penetrabile.


    La mappa poi :sisi:
     
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99 replies since 1/5/2015, 19:15   2476 views
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