Malattia o follia ?

[ Free GDR - Skylineez - Leopolis ]

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  1. Skylineeez
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    Il dialogo era piacevole. Senji si presentò finalmente, calmando quella sorta di strano presentimento che avevo avuto a riguardo. Evidentemente mi sbagliavo. Così come mi ero sbagliato in merito al demone gigante davanti a me. Inizialmente mi aveva spaventato terribilmente, ma ora sedeva accanto a me, e mi cingeva con la sua ala ( o forse mano ?! ) in segno di protezione.
    Tutti gli iniziali stati d'ansia e paura erano andati scemando, ora mi sentito come protetto e come parte di una piccola famiglia. Il tono di voce tranquillo di Senji era cosa nuova per le mie orecchie, abituate solo alle urla ed ai toni adirati di coloro che mi rimproveravano cacciandomi.


    Anche loro hanno una mamma...

    Pensai mentre ascoltavo i racconti di tutti, che alternandosi avevano raccontato come anche loro fossero stati o meno messi in castigo. Il demone, dall'alto della sua grandezza aveva ovviamente detto di non essergli mai capitato. Non faticavo a crederci, chi avrebbe avuto il coraggio di mandarlo in camera sua ?
    Scoppiai invece a ridere pensando a quanto grande sarebbe dovuta essere una stanza per contenere un bestione di quelle dimensioni. Solo il letto sarebbe stato grande abbastanza da ospitare diverse famiglie.
    Il sorriso scomparse, rapidamente com'era venuto quando mi raggiunse la consapevolezza che effettivamente tutti abbiamo dei problemi. Più grandi o piccoli, forse anche in base alle nostre capacità di sopportazione.
    Il mio sguardo continuava a cambiare destinatario, passando da Senji allo pterosauro e poi al demone, in base a chi fosse in quel momento a parlare.
    Poi il padrone di tutte quelle creature iniziò a fare uno strano discorso sui veri cattivi. Questo genere di discorsi mi rendevano perplesso, io facevo molta fatica a comprenderli e avevo sempre paura di esprimersi a riguardo. Da sempre avevo fatto solo brutte figure. Io non capivo queste cose, non riuscivo a comprendere i loro concetti di bontà e cattiveria. Così come quando dicevo di esser stato mandato via a causa della mia cattiveria, non sapevo realmente cosa ciò significasse. Erano concetto molto, forse troppo difficili per la mia comprensione, trascendevano quello che era il mio orizzonte noetico.
    Rimasi in silenzio mentre osservavo Senji parlare tra sè e con le sue creature. Anche per la mia scarsa abilità di capire le cose era evidente che nutriva un sentimento d'astio nei confronti di quella persona che aveva nominato. Tal "Itai Nara". Non avevo idea di chi potesse essere, anche se famosi io non conoscevo nessuno. Non ero mai stato bravo nel ricordare i nomi. D'altro canto mi sembrava brutto snobbare totalmente il suo discorso, e quindi cercai di domandare qualcosa di inerente.



    Perchè è stato cattivo Itai ? Anche lui è stato mandato via ?


    Chiesi con voce curiosa. Chissà che dietro questo nome non si celasse qualche strana storia curiosa. A me piaceva sentire le storie, le ultime me le aveva raccontate la mia mamma da piccolo. Poi ogni tanto avevo provato ad avvicinarmi ai cantastorie, quando anche gli altri bambini si avvicinavano a loro, ma spesso non riuscivo a capire il senso di quello che dicevano, non capivo nemmeno se fossero storie felici o tristi. Ad un tratto decisi di smettere di andare dai cantastorie, forse avevo bisogno di più tempo per poterle comprendere davvero. Anche se, guardandomi attorno i bambini accanto a me ridevano e sembravano contenti di quello che diceva.

    Senji ad un tratto mi ricordò dei miei genitori. Il mio volto si piegò in una smorfia e mi tornò parte della tristezza.


    Non mi cercano.

    Dissi soltanto queste poche parole, che racchiudevano una dura realtà, i miei genitori da tempo non mi cercavano. Da quando mi avevano mandato via l'ultima volta io non avevo più fatto ritorno a casa, e non li avevo nemmeno più incrociati per le strade di Suna.
    Magari loro non erano interessati a me, ma dentro di me mi dispiaceva non vederli da così tanti giorni. Mamma mi mancava, anche se non era mai gentile con me.
    Decisi che forse era il caso di andare a vedere se stavano bene, anche senza farmi vedere, giusto per mettermi l'anima in pace del fatto che avessero imparato a vivere senza loro figlio.


    Da mamma!

    Dissi infine, alzandomi. Deciso ad andare verso casa per controllare come stessero effettivamente i miei cari. Pronto ad essere appellato malamente ed allontanato nel caso mi avessero visto. Ma forse questa volta avrei tentato solamente di controllarli, senza cercare un effettivo contatto con loro.




    OT
    Se vuoi chiuderla fai pure l'uscita, questa possiamo eventualmente contarla come tale. Se invece vuoi proseguire sono qui :)
     
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7 replies since 2/5/2015, 10:03   119 views
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