Indagini Private

"Free" Asgharel, Fenix

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Duello tra Squali Amministrativi~


    Come temeva, la situazione andava peggiorando. L'impiegata, infatti, sembrava uno squalo ed il suo obbiettivo, chiaramente, era quello di metterlo sotto pressione e, forse, addirittura portarlo ad accettare le accuse, cadendo nel tranello.
    Da un lato Atasuke sapeva di essere colpevole di omissione, avendo omesso quel dettaglio del carro, tuttavia, sapeva anche che questo non era sufficente per autorizzare un interrogatorio esageratamente lungo. Non aveva compiuto un reato e non era ufficialmente sotto accusa, ne vi erano prove palesi per poterlo accusare.
    Il “reato” stesso che aveva compiuto, o per meglio dire stava “compiendo” non era nemmeno, alla fine dei conti, un vero e proprio reato, trattandosi di un'omissione giustificata dall'importanza di quell'informazione.
    Certo, sapeva che era compito suo fare rapporto, ma sapeva altrettanto bene che quell'informazione andava gestita al meglio ed un archivio ufficiale, a basso livello di segretezza era il posto peggiore per lasciare quell'informazione riservata.
    Non ebbe il tempo di alzarsi che la donna già lo rincalzò con il suo falso sorriso, sottolineando la sua posizione e le nuove riforme che sono state diramate, evidentemente dall'Hokage, o forse mai nemmeno state comunicate.

    “Ci sono state delle riforme, Atasuke-san, e quando il dubbio è lecito ci è stato dato l’ordine di indagare quanto più possibile.
    Qui non si sta parlando di illazioni, qui siamo al limite delle prove concrete, il suo rapporto ha buchi a sufficienza da minare l’equilibrio della più stabile tra le fiducie.
    Oppure davanti ad una strada piena di buchi è solito ignorarli aspettando che il primo vecchino ci si rompa il femore inciampando?”


    «In effetti non è mia usanza, tuttavia, voglio sperare che abbia in effetti i relativi decreti con i quali si arroga addirittura il potere di trattenermi in un'ufficio dell'amministrazione chiudendo addirittura la porta a chiave per mettermi sotto torchio come l'ultimo dei criminali...»


    °Come se una semplice porta chiusa a chiave possa trattenermi...°


    Le rispose con un sorriso altrettanto falso, mettendosi comodo sulla sedia, dove era evidente che avrebbe passato non poco del suo tempo, quel giorno.

    “Protocollo. Contro. L’amministrazione.
    Non sono ben conscia degli ambienti ai quali lei è abituato, forse la precedente amministrazione era più permissiva ed accettava simili stilettate.
    Ma non fraintenda le nostre posizioni, qualsiasi minaccia da parte sua al momento è del tutto inoffensiva, spero di essere chiara a sufficienza da non dovermi dilungare in fastidiosi paragoni.”


    Si lasciò sfuggire una lieve risata a quelle parole. Davvero quella donna voleva considerarsi un impiegata addetta al controllo delle pratiche per l'archiviazione? Senza neppure conoscere i protocolli?
    Atasuke stava addirittura iniziando a trovare ilare quella situazione, al punto tale che la tensione andava a poco a poco scemando.

    «Ora lei insulta la mia intelligenza. Non si tratta di “amministrazione permissiva” o di “stilettate”, Si tratta di semplici protocolli per muovere un'accusa, in maniera formale ed ufficiale contro un procedimento errato o contro una palese violazione dei protocolli. Come poi le amministrazioni gestiscano la cosa, non è affar mio. I miei doveri e le mie competenze si limitano, come lei ben sa alle mura ed alla protezione dei confini, passando per i controlli ai gate ed ai pattugliamenti delle squadre di polizia. Come gli uffici gestiscano le missioni, gli ordini e quant'altro al di fuori delle mie competenze non è affar mio, quanto dovrebbe piuttosto essere suo»


    Evidentemente non contenta della sua risposta, la donna si alzò prelevando il modulo richiesto lasciandoglielo compilare per poi afferrarlo e cestinarlo direttamente in chiara contravvenzione delle procedure.

    “Bene, il suo esposto verrà presto presentato a chi di dovere.
    Ora direi che si può continuare con delle spiegazioni.”


    «In effetti sarei decisamente curioso di sapere da quando l'archivio gestisca in tale modo le pratiche... Ma in effetti questo spiegherebbe come mai tutti gli esposti dei guardiani non hanno mai ottenuto alcuna risposta... Mi farò un'appunto su questo»


    Le rispose, questa volta concedendosi l'ironia solo nelle parole, mentre il suo sguardo si affilava ed il suo volto si induriva. Quella donna stava violando ogni norma e ad Atasuke la cosa non piaceva. Molti giovani guardiani avevano già pagato per molto meno e lui non era uno di quelli che soportasse tali modi.
    A quel punto la donna prese fiato e riprese con il suo lungo monologo senza fine e senza senso, monologo atto solo a muovere stupide accuse senza senso, basate su esperienze non possedute e su regolamenti inventati sul momento.

    “... Potrebbe averlo fatto per iniziativa personale, dopotutto non è vietato, o potrebbe aver voluto aiutare lei nelle sue piccole attività illecite.”

    «Ed allora voglio ben sperare che il suo ufficio faccia il suo dovere mettendo sotto torchio chi di dovere, oltre al sottoscritto, per aver permesso una tale pessima gestione da parte vostra. Se uno shinobi può addirittura imbarcarsi in una missione non autorizzato, ma anzi, al punto di prendere posto del “compagno che mi era stato affidato”, oppure a questo punto, vuol dire che il “civile” era in effetti la persona che dovevo scortare e Sasori si era aggiunto alla missione senza autorizzazione. In entrambi i casi mi chiedo: Come è possibile che i vostri uffici abbiano permesso una cosa simile? Che la precedente amministrazione fosse tanto permissiva? O semplicemente è vostra abitudine gestire tutto come la denuncia che ho appena firmato?»


    La interruppe seccamente, lasciandole poi il tempo di proseguire. C'erano cose che non accettava e quella “civile” avrebbe dovuto capirlo quanto prima, specialmente se intendeva ancora mantenere il suo posto di lavoro dopo dei modi tanto fuori luogo.
    Ella riprese con le sue accuse, infondate, cercando di mettere in cattiva luce ogni singolo dettaglio della missione stessa.

    “Per pura scrupolosità le pongo nuovamente l’unica domanda che rende fallace il suo rapporto:
    Dettagli sul carro.
    Non si perda nuovamente in giri di parole, non sono avvezza a scostarmi dal nocciolo della questione trascinata da futili discorsi.
    Non si faccia ingannare dalla gentilezza con cui pongo le domande, questo è un interrogatorio e il tutto è scaturito da questa mancanza fin troppo sospetta.”


    Ai gesti della donna, Atasuke rispose incrociando comodamente le gambe, inarcandosi leggermente all'indietro, quasi come a voler iniziare a dondolare sulla sedia, ma senza concedersi un comportamento tanto infantile quanto sciocco.

    «Chieda ad uno qualsiasi dei miei ragazzi e le confermeranno che la mia gentilezza è altrettanto ingannevole... Quindi non si offenda se le elargisco lo stesso consiglio nei miei confronti...»


    Non era una minaccia e non intendeva esserlo, tuttavia, Atasuke conosceva i propri limiti in quegli uffici e conosceva anche meglio i limiti di quegli impiegati.

    "Parli, o sarò costretta a dedurre."

    «Non sia mai! Non credo che le lascerò il piacere di firmarsi da sola la sua lettera di dimissioni»


    La schernì con una leggera frecciata prima di ritornare serio sull'argomento.

    «Cercherò di limitare i giri di parole al minimo, ma non le assicuro un'esposizione rapida:»


    Si diede una prima pausa, prima di partire con la sua serie di punti.

    «Punto primo: Soltanto gli shinobi sono autorizzati ad indossare un coprifronte in questo come in tutti i villaggi accademici. I Semplici diplomatici, funzionari o impiegati non li indossano, al massimo portano lo stemma del loro villaggio sulla loro casacca. E questo è un dato di fatto. Il fatto che lei porti quel simbolo indica solo tre cose: o è una bugiarda perchè non è un semplice impiegato come dovrebbe essere, oppure lei è una shinobi o, infine, sta tutt'ora compiendo un reato spacciandosi shinobi. E questo risponde alla questione del ninja Otese, il quale, come da rapporto indossava abiti e coprifronte otesi. Ma per srupolo mi permetto di aggiungere una cosa: I protocolli diplomatici, ci vietano di perquisire un ninja alleato nei suoi territori, libertà che abbiamo solo nei nostri confini, in special modo alle mura del villaggio, o forse lo ha dimenticato?»


    Si concesse una breve pausa, mentre il suo sguardo si faceva sempre più affilato. Non avrebbe concesso altro spazio a quella donna senza prove reali e tangibili, ma soprattutto non avrebbe concesso altre illazioni senza significato sul suo conto.

    «Punto secondo: Ammetto il mio errore nell'essermi fidato di un'uomo, abitante del villaggio, incontrato all'interno delle mura, e qui, per inciso, porresi sotto analisi le precedenti mancanze dei controlli, e di uno shinobi, conosciuto, nella fattispecie Sasori. Ammetto di aver sbagliato nell'essermi fidato della precedente amministrazione come ogni singolo shinobi fa con l'amministrazione del proprio villaggio e starò ben attento in futuro ad ogni singolo documento fino alla più insignificante marca da bollo. Mentre come già detto non ho potuto identificare maggiormente l'Otese per le già pre-dette questioni intervillaggio tra i villaggi alleati»


    Si concesse un'ultima pausa, prima di procedere con il terzo punto, quello evidentemente più importante, la questione del carro.

    «Per quanto riguarda il carro, come già specificato nel rapporto, ho solo avuto il tempo di constatarne la struttura, ipotizzandone la tipologia di utilizzo, ovvero come carro per il trasporto di armi. Non ho avuto modo di riconoscere simboli, stemmi, o dettagli particolari con sufficente chiarezza da poterli inserire in un rapporto ufficiale, o lei forse ha l'abitudine di inserire ogni cosa che le passa per la testa come una nuvola che assomiglia ad un cono gelato, dichiarandolo un cono-gelato volante?»


    Si mise nuovamente composto, pronto a rialzarsi, sperando che quell'enorme assurdità fosse terminata.

    «Spero che questo basti a dissipare ogni suo dubbio. Se così non fosse, mi spiace, ma non ho nulla da nascondere, anche se lei sembra estremamente intenzionata ad estrapolare qualcosa che non c'è. Tuttavia per esperienza personale, le consiglio di stare attenta a non superare la sottile linea che c'è tra la scrupolosità e l'insolenza. Mi sono scottato in passato su questo punto e non vorrei che altri facciano il mio stesso errore...»


    Concluse con onestà, ritornando ad un tono decisamente più cordiale. In fondo non voleva più grane di quante già non ne avesse e litigare con gli uffici degli archivi di certo non avrebbe aiutato, tuttavia non si sarebbe certamente tirato indietro se era uno scontro quello che la donna cercava.
     
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