Yane yori takai koinobori

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Yane yori takai koinobori

    Più alti dei tetti ci sono i Koinobori



    Potresti farti vedere ogni tanto a casa tu, eh! Alzai lo sguardo dalla pila di svariati rapporti che stavo leggendo. Ayame era appena entrata e con lei c'erano le adorabili pesti delle mie figlie gemelle che, senza attendere una mia parola corsero mi abbracciarono decise a buttarmi giù dalla sedia. Piano voi due dissi stringendole delicatamente per poi sollevarle senza sforzo, una per braccio.
    Ero uscito molto presto quella mattina, quando ancora tutti dormivano. Mi avvicinai ad Ayame e scoccai un rapido bacio sulle labbra al quale lei rispose seccata.
    Lavori troppo. Devo!Devi stare a casa ogni tanto anche! È una settimana che rincasi alle dieci di sera e vai via all'alba!
    Sospirai e posai a terra le due bambine. Da quando sei Mizukage... sembra che il Villaggio venga sempre prima.
    Non dire così Ayame risposi allungando una mano per prendere la sua Kiri non è in una bella situazione. L'ospedale è chiuso, le mura non hanno guardiani, le prigioni non sono funzionali.
    Pensi che continuando a lavorare come un mulo servirà a qualcosa? Prendi aiutanti! sospirai. Non aveva tutti i torti in effetti. Peccato che in tutto il villaggio non ce ne fosse uno che fosse per lo meno in grado di prendere qualche incombenza.
    Comunque, che giorno è oggi? Cinque magg.. oh
    E mi fu chiaro il perché della presenza di Ayame lì. Così, senza dire nemmeno un'altra parola, mi alzai dalla sedia. Hai ragione sai? Sono davvero troppo impegnato,
    Fuori dalla finestra, invisibili a me fino a quel momento, era possibile ammirare i Koinobori volare, mossi dalla brezza marina che li riempiva e li agitava.



    La Festa dei Bambini era una tradizione un po' ovunque nel mondo. Forse perché in quel mondo pieno di sangue c'era ancora la certezza che i bambini fossero importanti.
    Il futuro.
    Ma nel mondo ninja quella festa aveva anche un altro significato: in una terra dove il più forte fagocitava il più debole, dove la generazione successiva cresceva all'ombra della potenza sognando di superarla, chiunque fosse agli inizi era un "bambino". Così nel tempo la Festa dei Bambini era cambiata: essa festeggiava ancora l'innocenza dell'infanzia ma allo stesso tempo festeggiava coloro che si apprestavano ad entrare nel duro mondo degli Shinobi. Chi, per l'appunto, era un bambino tra gli adulti. Debole, da proteggere, eppure speranza per il futuro.

    Quella sera, dopo il tramonto, Kiri si trasformò: l'uggioso ed umido villaggio della nebbia divenne colorato, allegro (per quanto pur sempre umido). Le vie principali del centro del Villaggio, quelle che costeggiavano l'Amministrazione e la Piazza Principale erano un tripudio di colori, bancarelle e gente. Sul tetto di quasi ogni casa c'era un pennone con diverse maniche di carta a forma di carpa. La più alta, quella nera, rappresentava il padre e sotto c'erano quelle per i figli poste in scala dal più anziano al più giovane.
    Le bancherelle erano stracolme di qualsiasi oggettino che si potesse acquistare e c'erano chioschetti per acquistare cibo, ghiaccioli e gelati. Alcune piccole bancarelle vendevano palloncini a forma di carpa e fu proprio lì che Jukyu e Nana mi costrinsero a fermarmi.
    Papà ce lo compri? Dai dai papà! Sorrisi spontaneamente e mi rivolsi al venditore.
    Me ne dia due per queste piccole pesti. Dissi, allungandogli una banconota da dieci Ryo. Oh, Mizukage-sama! Certo, uno a te piccola prese una carpa color rosso No rossa, la voglio blu! protestò Jukyu, suscitando l'ilarità mia, di Ayame e del venditore che ne prese una del colore desiderato dalla bambina.
    Può darla a me una rossa signore! disse Nana, osservando il pallone a forma di carpa che fluttuava in aria rifiutato dalla sorella. L'uomo consegnò anche il secondo palloncino alla bambina che lo strinse contenta tra le mani. Grazie mille!

    Jukyu e Nana presero a camminare allegramente. Feci loro un nodo con il filo al braccio così non avrebbero perso quel palloncino che tanto avevano voluto e con attenzione le seguivo.
    Non allontanatevi troppo si raccomandò Ayame. Passai un braccio attorno alle sue spalle, lei si rilassò (ma non perdeva mai di vista le due pesti). Rilassati, se le perdessi di vista le rintraccerei immediatamente.
    Odio il tuo essere supereroe disse ma in compenso mi diede un lungo bacio sulla guancia. Sentono la tua mancanza, lo sai? Eri appena tornato... mi lanciò uno sguardo lungo, ed intenso. Non riuscii a capire bene cosa volesse dire.
    Essere Miuzkage è un lavoro impegnativo. Non era compreso nel prezzo quando ti ho conosciuto. Non eri niente di che! alla fine ridemmo tutti e due, ma sapevo bene che quel discorso non era ancora del tutto chiuso. Ayame non era una donna che mollava sulle sue convinzioni e con ogni probabilità aveva anche ragione: ero così assorbito nei miei nuovi, incessanti ed apparentemente interminabili compiti che avevo finito per trascurare ciò che mi era più caro. Lei e quelle due adorabili piccole pesti.



    Eccoci qui.
    Qualcunque Kiriano volesse giocare è libero di farlo. Se volete maggiori informazioni su cosa è la festa dei bambini vi consiglio vivamente di dare una rapida lettura qui.
    La giocata è "aperta": chiunque può interagire con altri nell'ambito di questa festa, non bisogna per forza interagire con tutti. Buon divertimento :wosd:
     
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21 replies since 8/5/2015, 00:10   487 views
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