Yane yori takai koinobori

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  1. .Criss
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    Yane yori takai koinobori

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    Perché devo sempre farmi riconoscere?!



    Addentai con soddisfazione una mela caramellata. Il piacevole sapore affumicato dello zucchero fuso si sparse nella mia bocca, mentre la glassa ancora calda e colante si solidificava attaccandosi impietosamente alla mia arcata dentale.
    Mi scoccai un'occhiata intorno, per assicurarmi che nessuno - e in particolare mia madre - mi stesse guardando; quindi mi infilai il mignolo destro in bocca, tentando di rimuovere con l'unghia il fastidiosissimo pezzo di caramello incastrato.
    Ok, non ero mai stata una ragazzina tutta tè con le bambole, trucchi della mamma e buone maniere. Anzi, sapere che una cosa mi era vietata le donava l'insondabile fascino del proibito: mi faceva lo stesso effetto delle zanzare che si uccidono ipnotizzate da quelle luci insetticide appese in estate fuori dai locali.
    « Devo ammettere che avevi ragione, è davvero ottima! » annunciò mamma dando l'ultimo morso alla sua mela, un'espressione soddisfatta sul viso. Le avrei anche risposto, se non fosse che ero ancora impegnata a scollarmi i denti: operazione non facile, considerando che mentre in una mano avevo il mio frutto mezzo sbocconcellato, nell'altra reggevo un nutrito sacchetto di cioccolatini ripieni, chiaro segno che nonostante la mia età ero ancora in grado di fare gli occhioni dolci per smuovere mia madre a compassione.
    « Shui dolsci shono un'eshperta » biascicai.
    Fu in quel momento che accadde. Potevo anche essere una kunoichi, riflessi acuti e bla bla bla, ma giuro che non me ne resi conto finché non abbassai lo sguardo verso la mia mano destra: i cioccolatini erano spariti. Sconvolta mi guardai intorno, giusto in tempo per vedere un marmocchio sparire fra la folla reggendo un sacchetto dall'aspetto maledettamente familiare.
    « INFAME, QUELLI SONO MIEI! » urlai mentre mi lanciavo all'inseguimento. Non feci nemmeno in tempo a dire qualcosa a mia mamma, che immagino fosse rimasta per un attimo lì impalata prima di sospirare qualcosa a proposito delle proprie figlie che la lasciavano sempre sola.
    L'inseguimento durò poco. Grazie anche all'addestramento da ninja la mia velocità era nettamente superiore a quella del ladruncolo, ma l'immensa folla che pareva essersi riversata nelle vie di Kiri - a proposito, da quando c'erano così tante persone nel Villaggio? - mi rendeva il correre parecchio difficoltoso, mentre lui riusciva a sgusciare nella foresta di gambe senza particolari problemi.
    Dopo alcuni secondi persi il bambino di vista per un attimo. Mi fermai, guardandomi intorno, giusto per vederlo nuovamente sparire dietro un angolo.
    « Stavolta ti prendo » annunciai, voltando lo stesso angolo dietro il quale lo avevo visto correre. Tsé, illusa.
    Quello che non sapevo, infatti, era che subito lì dietro c'erano alcune persone: un ragazzo e una ragazza, quest'ultima intenta a distribuire caramelle e in procinto di offrirne un paio a due gemelline. Nientepopodimeno delle figlie del Mizukage - anche se in quel momento non lo sapevo ancora -, con loro padre fra l'altro pericolosamente vicino.
    Chiaramente, in pieno stile Uriko Nonomura, mi resi conto di ciò che stavo per far accadere solo quando ormai era troppo tardi. Non sarei stata in grado di fermarmi, prima di andare sbattere - io e l'appiccicosa mela caramellata che ancora tenevo in bocca - verso la formosa ragazza che distribuiva le caramelle.
    Chiusi gli occhi preparandomi all'impatto.



    Se non si fosse capito, Uriko sta per andare a sbattere contro Maya :ghu:
    Niente autoconclusività, ma arriva con poco preavviso da dietro un angolo con la velocità di una gialla :sisi:
     
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