La prima volta

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  1. Bartok
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    Burocrazia Ninja


    Da ormai dieci anni i suoi piedi non calcavano più le strade di Suna e, ora che vi aveva fatto ritorno, niente gli appariva uguale a prima. La città non era veramente cambiata in quel periodo. Erano sorti pochi nuovi edifici ed altri erano stati abbattuti, ma niente che riuscisse a spiegare la sensazione di smarrimento che gli comunicava quel luogo. I suoni e gli odori, così come qualsiasi altra cosa con cui venisse a contatto, gli parlavano di un mondo diverso, di cui lui non sembrava aver mai fatto parte. Se qualcuno gli avesse detto che Suna era stata rasa al suolo e ricostruita in maniera del tutto diversa, non avrebbe faticato a crederci. Tuttavia, le cause di quel moto di inquietudine che pareva non volerlo abbandonare dovevano essere ricercate dentro di lui e non nei palazzi delle vie che percorreva guidato da Shirai. Inoltre, la cecità aveva sicuramente contribuito ad aumentare il suo senso di smarrimento, ma non era ciò che l'aveva turbato.
    Era lui stesso ad essere cambiato radicalmente.
    L'orfano spaventato che viveva di espedienti aveva cessato di esistere, lasciando il comando a Haruki Miyazawa, il monaco rosso. Il bambino affamato che abitava la zona ovest, insieme a prostitute e criminali, ora poteva camminare a testa alta per i quartieri dove abitavano le classi più abbienti. Non doveva più vergognarsi, non doveva più mendicare o rubacchiare per sopravvivere. Ora la sua vita aveva uno scopo. L'obiettivo di tutti i suoi sforzi non sarebbe più stato riuscire ad arrivare al giorno successivo, ma i suoi gesti sarebbero stati il frutto della volontà divina. Lui rappresentava il culto della Fiamma. Era diventato uno strumento del principio immanente che sosteneva l'esistenza del mondo. Il Tempio l'aveva raccolto dal fango e dalla miseria, elevandolo dal suo stato di reietto per conferirgli l'immenso onore di poter adempiere ad un volere superiore. Proteggere gli abitanti di Suna dalla minaccia dello Yonbi era diventata la missione della sua vita. Era pronto a sacrificare qualsiasi cosa perché il suo sacro compito non venisse ostacolato. Avrebbe anche rinunciato alla sua stessa vita, se necessario. Eppure, nonostante fosse orgoglioso del nuovo sé stesso, non si sentiva ancora a proprio agio a Suna. Per quanto si sforzasse, non riusciva a scacciare quello strano ammasso di pensieri ed emozioni a cui non riusciva a dare nome.


    Per questa ragione, aveva accettato di buon grado l'opportunità di lasciare il villaggio per qualche giorno, pur essendovi trasferito da poco. L'ordine, anche se mascherato da cortese richiesta, gli era stato riferito da un Jonin che si era presentato a casa sua con una lettera firmata dal Kazekage in persona. Shirai si era preoccupato di accogliere quell'ospite e di leggere quel documento, verificandone l'autenticità. La sua presenza era richiesta all'Accademia ninja a causa di alcune procedure burocratiche che dovevano essere concluse al più presto. Evidentemente, era necessario sbrigare qualche altra commissione perché il suo ingresso nelle fila dei ninja di Suna venisse ufficializzato. Dopo che Haruki ebbe acconsentito a recarsi all'accademia, il ninja lo informò che il villaggio si sarebbe preso l'onere di fornirgli i mezzi per raggiungerla. Il giorno seguente, come gli era stato comunicato, una carrozza arrivò a prenderli.


    [...]

    Shirai, vedi qualcuno a cui potremmo chiedere dove si trova l'ufficio di registrazione?
    Il piccolo novizio si guardò intorno, sondando con lo sguardo l'ingresso dell'accademia e le persone che l'attraversavano. C'erano molti a cui avrebbe potuto domandare, ma la sua attenzione venne catturata da un giovane ragazzo che presentava i tratti tipici dell'albinismo. Aveva corti capelli bianchi, pelle chiara e un'abbigliamento pesante. Doveva essere la prima volta che Shirai poteva vedere qualcuno con un aspetto così diverso da quello tipico degli abitanti di Suna e, probabilmente, si deve a ciò la sua scelta.
    Giunti davanti a lui, Shirai avrebbe lasciato parlare Haruki.
    Buongiorno, sarebbe così gentile da indicare a me e al mio compagno la via per raggiungere gli uffici dell'accademia?
    Come sempre, il tono della sua voce, seppur cordiale, sarebbe stato fermo e deciso, senza tentennamenti, contribuendo, insieme alla postura, a dargli l'aspetto di chi ha ricevuto un'educazione molto severa, probabilmente di stampo militare.


    Ok, post sicuramente non di alto livello, ma almeno è qualcosa da cui partire. Vediamo cosa si riesce a tirar fuori dall'incontro tra questi due...

    Visto che non ci saranno combattimenti o altre cose del genere, non ho inserito la tabella riassuntiva con parametri, salute, etc.
    Shirai è l'attendente di Haruki. Un giovane novizio di circa 10 anni, ha corti capelli biondi, carnagione olivastra e indossa una semplice veste monacale color senape. Invece, Haruki ha addosso gli stessi abiti che si vedono nell'immagine della scheda, quindi è molto appariscente. Per il resto, a te la mano.^^
     
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15 replies since 15/5/2015, 16:11   474 views
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