La prima volta

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  1. Bartok
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    Sei debole.
    Questa consapevolezza lo colpì con la stessa forza di una cannonata, spazzando via qualsiasi altro pensiero. Anche le parole di Shizuka smisero di avere un significato reale nella sua mente. Non che gli importasse molto di quella zotica. Le sue insinuazioni per quanto affilate e colme di fiele si erano già infrante contro la determinazione del monaco rosso. Haruki sapeva di essere nel giusto e i sordidi vaneggi di quella donna non facevano altro che alimentare la fiamma delle sue convinzioni. Per quanto la kunoichi di Konoha non potesse dire nulla per smuovere la fermezza di Haruki, il giovane Miyazawa si trovava nella stessa esatta situazione. Con la sola differenza che la sua volontà era illuminata dalla saggezza divina, mentre quella della kunoichi di Konoha era frutto della mancanza di disciplina. Gli appariva ormai evidente che per riportare gli altri ninja sulla via dalla Fiamma, avrebbe dovuto usare mezzi diversi dalla parola. Non aveva né il potere né l'autorità per smuovere dal peccato coloro che non potevano essere convinti dalle parole.
    Quella condizione era inaccettabile.
    Per porre rimedio al primo dei suoi difetti, sapeva cosa fare. Doveva iniziare ad allenarsi più duramente, doveva aumentare le sue conoscenze nelle arti ninja. Tuttavia, accrescere la sua influenza politica all'interno del villaggio sarebbe stato più complicato. Diventare al più presto un Jinchuuriki e dimostrare al Damyo il proprio valore sarebbero stati i primi passi sulla strada che da semplice monaco l'avrebbe portato agli scranni del consiglio di Suna. Se questi ragionamenti gli sembravano già sostenuti da una necessità inalienabile, quando la donna l'aveva toccato, Haruki ricevette un'ulteriore conferma della sacralità del suo dovere. Aveva avuto una sorta di visione, anche se molto meno chiara della precedente.
    La sua coscienza per quei pochi istanti aveva conosciuto un frammento di infinito, era stata attraversata da un'inspiegabile alchimia di suoni e immagini che raccontavano di quanto era accaduto e di quanto poteva succedere. Una cognizione estremamente profonda della realtà che non poteva essere spiegata a parole. Una volta tornato a casa, avrebbe richiesto al tempio alcuni antichi volumi. Doveva indagare la nature delle sue nuove percezioni e capire cos'era, di preciso, a provocarle.
    Ciononostante, per quanto gli risultasse difficile ammetterlo, su una cosa quella donna aveva ragione. Era evidente che ben pochi ninja accademici godevano di una morale degna di questo nome. Andare in giro a rivelare i propri segreti non era per nulla una buona scelta. Se la corruzione e il tradimento si erano insinuati perfino tra le mura del Tempio, in un villaggio ninja potevano trovarsi dovunque. Haruki avrebbe dovuto mostrare più attenzione nel rivelare le proprie intenzioni a persone di cui non poteva fidarsi. Per queste ragioni, si limitò a rispondere a quella donna con poche e semplici parole, mentre la sua voce continuava ad essere totalmente inespressiva.
    Con il sacrificio si può ottenere qualsiasi cosa e non c'è sacrificio senza dolore. Ma non mi interessa più discutere di ciò. È evidente che entrambi siamo fermi nelle nostre convinzioni e che lei non ha a cuore la salvezza della sua anima. Ad ogni modo, signorina, non si è ancora presentata.


    In aggiunta ai discorsi deplorevoli e dissennati di quella kunoichi, si aggiunsero le farneticazioni del ragazzo che Haruki aveva appena conosciuto. Si era messo a sbraitare di cose che non conosceva e non poteva capire, con il solo risultato di svenire per chissà quale ragione.
    Haruki se n'era accorto solo grazie a Shirai che, prontamente, gli aveva spiegato quanto era successo. Non aveva nessuna conoscenza in campo medico, pertanto determinare quali fossero le cause di quel mancamento gli sarebbe stato impossibile, mentre intervenendo non avrebbe fatto altro che danni. Inoltre, a preoccuparsi di quel ragazzino lagnoso ci aveva già pensato la zotica di Konoha.
    Ti prego, Shirai, porta questi documenti a chi di dovere e chiama un medico. Io sarò qui ad aspettarti.
    Estrasse da una tasca una piccola busta gialla, per poi porgerla al ragazzino che, senza replicare, obbedì al comando.
    Privato del suo prezioso attendente, Haruki si limitò ad ascoltare i rumori prodotti da quei due infedeli. Rimase immobile e in silenzio fino a quando la donna non lo nominò nuovamente. Non aveva nessuna intenzione di alimentare i suoi sciocchi giochi. Se voleva comportarsi come un infante che lo facesse senza il suo contributo. Chi non voleva farsi convincere del verbo della Fiamma che si esprimeva attraverso di lui, poteva essere persuaso solo con il sangue e il fuoco. Presto, quella donna non avrebbe più osato parlare in modo tanto sprezzante in sua presenza. Haruki riusciva perfettamente ad immaginarlo.
    Verrà il giorno in cui tutti si inchineranno davanti alla volontà divina.
    Presto, il mondo avrebbe rivissuto il fervore di un tempo.



    Mi chiamo Haruki, non Haruchi.
    Senza aspettare una risposta, continuò a rivolgersi a lei, non mostrando alcun interesse per il ragazzo steso a terra. Per lui provava solo un po' di pena, ma d'altronde era solo un civile. Se i ninja mostravano tutti lo stesso rigore di Shizuka e Atasuke, era già un miracolo che le persone comuni non si comportassero come vili selvaggi.
    Quando si sentirà soddisfatta anche di questa ridicola pagliacciata, sarei felice di ascoltare le sue storie a proposito dei codati. Sono un argomento che vorrei approfondire. Un monaco deve essere umile e la sua mente pronta ad apprendere quanto gli altri hanno da insegnare. Lei, nonostante la sua totale mancanza di buone maniere, sembra essere molto più esperta di me nel campo delle arti ninja.
    Haruki, per quanto la condotta di quella ragazza lo disgustasse, non mostrava nella voce alcun segno di astio o scherno. Se il destino aveva voluto fargli incontrare un individuo tanto deplorevole, c'era un motivo. Sprecare quell'occasione sarebbe stato un peccato imperdonabile. Avrebbe dovuto fare tesoro di quell'esperienza, cercando di apprendere il più possibile.
    Tutto accade per una ragione. Ogni cosa obbedisce alla volontà della Fiamma.
     
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