La prima volta

[Free GDR aperto]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Bartok
        Like  
     
    .
    Avatar

    I'll be watching you.

    Group
    Fan
    Posts
    3,042
    Reputation
    +114

    Status
    Anonymous
    Haruki l'aveva lasciata parlare senza interromperla. Aveva ascoltato con attenzione le parole di quella donna. Non si era scomposto quando Shizuka aveva cercato di intimidirlo, né quando con una mano gli aveva accarezzato la guancia sinistra. Per tutto il tempo il monaco era rimasto immobile come una statua, del tutto refrattario ai gesti e alle idee della kunoichi.
    Ancora una volta, aveva cercato di imbonirlo con i suoi discorsi ricolmi di melassa.
    Ancora una volta aveva cercato di minare la sua determinazione.
    Ancora una volta aveva fallito.
    Shizuka pensava di aver capito tutto di lui. Credeva di sapere quale fosse la misura della sua anima. Per lei, Haruki non era nient'altro che uno sprovveduto. Un giovane inesperto che non sapeva nulla della vita al di fuori delle mura del Tempio. Invero, aveva commesso un grossolano errore di valutazione. Quando riprese il suo discorso, la voce di Haruki non era mutata. Come sempre appariva calma, tuttavia carica di una certa severità. Io non sono mai solo, signorina. Dio è sempre con me. La Fede non mi abbandona mai ed è per questo che non ho dubbi sulla riuscita della mia missione. È questa la profonda differenza che ci separa. Lei non conosce l'ardore che anima ogni mia azione. Lei non conosce la grandezza della Fiamma. Si prese una breve pausa, per poi apostrofarla di nuovo. Se pensa che io la odi, si sbaglia. Io disapprovo il suo comportamento, ma è il peccato ciò che disprezzo. Le persone possono cambiare; possono redimersi. La dottrina ci insegna che esiste sempre una via per ottenere il perdono. Sono sicuro che anche lei, in cuor suo, prima o poi, si renderà conto della verità e della bellezza contenute in queste parole.
    Lui lo sapeva per esperienza. Prima di essere raccolto dal tempio, Haruki era uno di quelle persone che popolavano i quartieri più poveri di Suna. Non era nient'altro che un ammasso di carne e sangue dimenticato dalla legge e dagli uomini. Quella donna pensava che il Miyazawa non conoscesse affatto la vita, ma lui ne aveva visto il volto più oscuro. L'orrore, la paura e la disperazione erano state per molti anni le sue uniche compagne. A quei tempi, non aveva una famiglia, non aveva un'istruzione e non aveva un posto dove stare. Passava la maggior parte delle sue giornate a mendicare ai bordi delle strade o a rubacchiare il necessario per non morire di fame. Più volte era stato vittima dei soprusi dei più forti. I ricordi di quelle turpi violenze rimanevano ben saldi nella sua memoria. Ormai accadeva sempre più raramente, ma la notte gli capitava di rivivere in sogno quegli eventi. Spesso si svegliava tremante e madido di sudore, poi il suo cuore veniva colmato da una gioia incontenibile. Il giorno in cui Shinzo l'aveva salvato dalla miseria, Haruki aveva conosciuto Dio. Per la prima volta nella sua triviale esistenza, il vuoto nella sua anima era stato colmato. Gli fu dato un nome, gli venne affidato un posto nel mondo e un compito da svolgere. Lentamente nel suo cuore erano rifiorite la speranza e la felicità. Insieme a quei sentimenti si erano fatti strada in lui uno zelo e una determinazioni senza eguali. Era questa la caratteristica che lo differenziava dal resto dei suoi confratelli. Non era più il forte o il più intelligente, ma non c'era ostacolo difronte al quale la sua volontà vacillasse. Niente riusciva a farlo desistere dal portare a termine gli obiettivi che gli venivano assegnati, anche quando era la sua vita ad essere a repentaglio. La sua estrema fedeltà e il suo spirito di sacrificio l'avevano reso uno dei canditati più promettenti per il rituale di sigillo di un Bijuu. La cieca obbedienza che segnava ogni sua azione era il modo in cui Haruki aveva deciso di ripagare il suo salvatore.
    Non mi parli della felicità, dell'amore o della tristezza come se fossimo persone comuni. Non è ciò che siamo. Sia io che lei abbiamo rinunciato a questo lusso molto tempo fa. Noi abbiamo scelto l'abnegazione, il dovere e il sacrificio. Noi shinobi accettiamo la violenza e la guerra come parte integrante della nostra esistenza per garantire a tutti gli altri una vita tranquilla. Lei mi vede come un giovane inesperto, ma è evidente che anche lei non abbia ben compreso quali siano i doveri e gli obblighi di un ninja. L'ingenuità di Shizuka era del tutto inaccettabile. Com'era possibile che un ninja ben allenato ragionasse in modo tanto infantile? La sua mancanza di rigore la rendeva del tutto inadatta alla carriera che aveva scelto. Anzi, quelle caratteristiche, nel loro campo, erano un vizio che doveva essere eliminato al più presto. Probabilmente la decadenza che in quell'epoca caratterizzava i Grandi Paesi ninja era dovuta ad una estesa diffusione di quell'insostenibile lassismo. L'incapacità di sacrificare il proprio ego in favore di un bene più grande doveva aver contribuito ad accelerare il processo. Haruki continuò il suo sermone senza dare alcun segno di cedimento. Doveva riuscire a mostrare a quella Kunoichi quanto sbagliate fossero le sue posizioni e quanto dannose potessero essere per i suoi compatrioti. Io sono qui per compiere il mio dovere. Come monaco e come shinobi. Questo e null'altro è il significato della mia vita. Sono consapevole che la strada verso l'illuminazione sia tutt'altro che diritta e semplice. È una verità che il mio cuore conosce da ben prima del nostro incontro. Cionondimeno non ho intenzione di desistere. Conosco i miei limiti, ma non c'è ostacolo che non possa essere superato con la fede e con l'impegno. Io sono determinato a compiere la missione per cui sono stato scelto e per cui vivo. Ricordo il passato e posso vedere il mio futuro. Un futuro che mi impegnerò a costruire dando fondo ad ogni stilla della mia forza, compiendo tutti i sacrifici che mi saranno richiesti. Oh, sì. Haruki era cieco, ma il suo spirito riusciva a delineare con precisione il corso che la storia avrebbe assunto se tutti si fossero convertiti al Culto della Fiamma. Era quella visione che lo spingeva a contrastare strenuamente le farneticazioni di quella donna. La convinzione di poter creare un mondo migliore, dove l'obbedienza e la disciplina sarebbero state esaltate e non osteggiate, gli impediva di accettare la situazione attuale. Era pronto a tutto per realizzare quel proposito e ben presto se ne sarebbe accorta anche Shizuka. Pensa forse che io abbia paura di morire? Io sono solo uno strumento della volontà divina. La mia esistenza ha valore nella misura in cui posso adempiere al mio sacro compito. Io sono tutto fuorché indispensabile e non c'è niente che potrebbe rendermi più felice del sapere che qualcun altro ha raccolto il mio retaggio e quello dei miei confratelli. Finché anche un solo uomo osserverà i precetti della Fiamma, il nostro Ordine continuerà ad esistere e con esso tutti coloro che vi hanno fatto parte. Lei, invece, per cosa sarebbe pronta a donare quanto di più prezioso possiede? L'udito di Haruki colse i passi di Shirai, ma il suo attendente non era l'unico ad essersi avvicinato a loro. Altre persone avevano raggiunto il monaco rosso e la zotica di Konoha, interrompendo il loro colloquio. Quelle persone sembravano conoscere la donna che gli stava davanti. Haruki si limitò a rimanere in silenzio, cercando di capire cosa stesse accadendo.
     
    .
15 replies since 15/5/2015, 16:11   474 views
  Share  
.