[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. -Hidan
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    Vizi di Forma

    Si prevede forte Caldo accompagnato da Maledizioni


    Un'altra volta. Non era possibile, un'altra volta.
    Ero seduto su una piccola e scomoda sedia di legno chiaro dentro ad una ancor più piccola stanza di uno dei tanti uffici dell'Amministrazione di Kiri. Con più precisione, l'ufficio era quello del responsabile diplomatico, nonché delegato accademico nel Villaggio. Un pezzo grosso, o quasi, si poteva definire. Non si sarebbe potuto dire lo stesso del suo aspetto, che era più ordinario di quanto si potesse anche solo pensare: una barba ben curata color ruggine, un paio di occhiali tondi dalla montatura sobria e leggera, un viso quasi inespressivo, incorniciato da pochi capelli rigorosamente pettinati. « E fatemi capire, a cosa devo questo onore? » Il funzionario parve prendersela a male. « Signor Hozuki Akira, forse non ha ben capito il gran prestigio che avrà nel ricoprire il ruolo di scorta al nobile Shiratoshi Anzo. Oltre ad essere cugino diretto dell'attuale Daimyo del Paese del Vento, è probabilmente il mercante più ricco e potente di tutta Suna. » Avevo capito benissimo, purtroppo. « Forse non ha ben capito Lei. Non mi interessa niente a chi devo fare da scorta: avrei agito allo stesso modo sia che si fosse trattato del Daimyo stesso del Vento che dell'ultimo mercante di sabbia e formiche di quel paese. » Il mio ultimo viaggio a Suna non aveva fatto altro che incrementare l'odio per quel paese, e nella mia mente l'immagine più nitida che si riusciva a focalizzare quando pensavo ad un eventuale mercato cittadino era quella di grossi uomini sudati che trasportavano grossi cesti ripieni di sassi e sabbia. Tutto ciò che riguardava quel posto era per me un incubo, praticamente. « L'onore... » Ripresi. « Non sta tanto nel fatto a chi devo far da scorta, ma da dove devo incominciare a far la scorta. Non ci possiamo vedere, che ne so, a Taki? » Il funzionario scosse la testa, evidentemente contrariato e quasi rassegnato a dover aver a che fare con me che - detto francamente - non ero proprio un tipo facilmente gestibile. « La scorta inizierà direttamente da quando il nobile Shiratoshi varcherà le mura di Suna insieme alla sua scorta personale, fino a quando non raggiungerà indenne, sia lui che tutto il carico, Kiri stessa. Oltre ai suoi uomini privati, ci sarà un chunin di Konoha come capo team, un ninja di Oto e due di Kiri, conteggiando ovviamente anche Lei... » Alzai un sopracciglio. « Come due ninja da Kiri? Chi è l'altro? » L'uomo incominciò a passare in rassegna diversi fogli e registri, evidentemente non aveva ancora controllato chi era il secondo ninja, o per lo meno non se lo ricordava. « E' una kunoichi, se non erro, genin anche lei... » Forse poteva essere una buona notizia, la prima. « Meika Akuma?! » Esclamai, evidentemente speranzoso. « No, lei è stata assegnata ad un'altra missione, più semplice e ben meno importante della vostra. Si chiama Uriko Nonomura. » Rimasi sconsolato dalla notizia, ma ormai la frittata era fatta. « E va bene! Andrò! Tanto non ho altra scelta... Immagino che debba passare di qui anche questa Uriko... Ditegli da parte mia che partirò domani mattina all'alba dal porto, se vuole può raggiungermi lì. Ma vi avverto, lo puoi dire pure al Mizukage, la prossima volta che mi intendete mandare a Suna con così poco preavviso... Beh... Penserò seriamente di infilarvi vivi in un forno, così che possiate capire come mi possa sentire io nel deserto. » Mi alzai di scatto dalla sedia. « Arrivederci... » Feci per andarmene, ma il funzionario sembrava essersela presa sul personale. « Ma non dica così! Alla fine sta entrando nella stagione calda anche a Suna! Anzi, questa settimana sembra sia prevista una forte ondata di caldo proveniente da sud! » ~ Dannato bastardo. ~ Feci finta di non sentirlo, per evitare di prendere la sua testa e sbatterla contro la scrivania finché non mi fossi sentito veramente accaldato per lo sforzo. Feci dietro-front, ed uscii dalla porta, sbattendola dietro di me. Il mio rapporto con l'Amministrazione tutta poteva fare tranne che peggiorare ancora. Ma magari lanciare un funzionario dalla finestra del quinto piano poteva apparire esagerato anche per quel tipo di conflittualità.

    Preparai tutto il necessario per affrontare il viaggio. Oltre all'equipaggiamento, cosa ben meno importante per me, recuperai numero totale 5 borracce oltre a quella classica che portavo sempre con me, riponendole gelosamente tutte nella mia solita sacca a tracolla. Non avrei fatto la fine del goffo babbeo impreparato come la prima volta, quindi mi preparai ad affrontare come principale antagonista, più che banditi, la sete.
    L'ultima volta che ero andato a Suna ci ero andato sul dorso di un drago rosso volante lungo quanto una corazzata, e ci avevo impiegato due giorni. Adesso, se tutto fosse andato per il verso giusto, c'avrei impiegato più del doppio. Cinque giorni di viaggio, più o meno. Da Kiri avrei preso una nave per il Paese del Fuoco, e da lì avrei proseguito lungo i ben battuti sentieri di Konoha che la collegavano direttamente a Suna, passando per un breve tratto da Taki. La mattina seguente, all'alba, come da accordi con il simpatico funzionario, mi feci trovare davanti al molo da cui partivano, come ogni mattina, le navi per Konoha, aspettando, fino a quando non fosse fisicamente partita la nave, la mia compagna di viaggio e di missione. Se questa non si fosse presentata per non so quale ragione, avrei allegramente balzato sulla nave in partenza, lasciando il Villaggio da solo. Se invece avessi visto giungere una ragazza - kunoichi che partivano a quell'ora con direzione Terra del Fuoco non dovevano essere poi molti - mi sarei presentato con il mio solito charme. « Piacere di conoscerti, Akira Hozuki! Sei te Uriko? » Ammiccai leggermente, con un gra sorriso stampato in volto. Quantomeno, il viaggio in coppia sarebbe stato più divertente.


    [...]


    Il viaggio, sia in solitudine che in compagnia, non si sarebbe discostato dal mio programma. Almeno fino a quando non giunsi nella demoniaca Suna. Vestito con lunghi pantaloni color nero, seppur di cotone leggero, così come la mia maglia color azzurro che nascondeva la cotta di maglia, decisi di coprire la mia delicata chioma color bianco e blu con una bandana - o meglio, quasi un fazzoletto - color bianco che aveva portato fin da casa. Il caldo, come da maledetta previsione del funzionario, era ancor più infernale di quel che ricordavo. Nelle poche ore di marcia nel deserto dai confini di Taki fino alle mura di Kiri, metà della mia riserva d'acqua era andata. Nella mia gola, ovviamente. Ma le sventure, da Akira Hozuki, vengono sempre ben accompagnate. « No, no, è uno scherzo. Ci stai prendendo in giro. » Parlai rivolto verso i compagni, se si fossero trovati già sul posto, altrimenti da solo, quasi follemente. « Si si, stai scherzando. Ti ho capito ormai, burlone! »
    D'altronde, chi poteva mai credere che dopo aver raggiunto quel dannato forno polveroso, l'oggetto della mia missione era ormai già partito senza aspettare la sua scorta? Era tutto architettato. Vai a vedere che questo cugino del Daimyo è in realtà un gran simpaticone e che sarebbe saltato fuori dalle mura di Suna da un momento all'altro. Doveva essere così, non poteva essersene andato.
    La speranza era sempre l'ultima a morire.
    Le maledizioni furono però le prime a cadere. Forse anche il nobile Shiratoshi le avrebbe potute sentire. Dovunque egli si fosse trovato in quel momento.

     
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