[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. Gama
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    Vizi di Forma

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    Rimasi sull'uscio della porta guardando l'uomo volgermi le spalle e allontanarsi con passo insicuro. Era passata circa un'ora da quando aveva suonato a casa, si era presentato come emissario dell'Accademia a cui era stato affibbiato l'onore - o onere, aggiunse lui a mezza voce - di rappresentare l'istituzione ninja all'interno del paese del Suono; solo quando mi passò il fascicolo con tutte le informazioni riguardanti la missione, dopo averlo fatto accomodare in un salotto piuttosto spartano dove una poltrona, un divano e un tavolino costituivano l'unico arredamento della stanza, iniziò a parlarmi di ciò che mi avrebbe aspettato.
    La missione sarebbe stata una missione di protezione, il Daimyo - infatti - aveva chiesto una scorta aggiuntiva da parte dell'Accademia per suo cugino - Shiratoshi Anzo -, importante e potente mercante di seta di tutta la nazione del Paese del Vento. Mi avvisò che con me ci sarebbero stati altri tre ninja, il capo gruppo sarebbe stata un Chunin di Konoha mentre gli altri due compagni sarebbero stati due genin come me, entrambi di Kiri. Fu quando iniziò a ripetermi l'importanza dell'incolumità del mercante e di quanto fosse influente il Daimyo e di quanto egli si fu raccomandato, dell'onore che ho avuto essendo stato scelto come membro della sua scorta e che non avrei dovuto disattendere la loro fiducia che io iniziai, da prima gentilmente poi in maniera più brusca, ad invitarlo all'uscita. Non avevo tempo da perdere, tanto meno con un emissario così stupido che pensava che avrei potuto prendere sottogamba la missione.

    Sorrisi sotto la maschera vedendolo camminare per strada e lanciare, sconsolato, rapide occhiate verso la porta di casa mia dov'ero ancora lì a guardarlo con le braccia incrociate nel mio kimono verde scuro. Quando girò l'angolo rientrai a casa, guardai malinconico il libro che avevo appena iniziato e che, quando aveva suonato, avevo gettato aperto sul tavolino sperando che fosse solo una breve interruzione, così non fu. Ripresi in mano il fascicolo che mi era stato consegnato e, dopo essermi tolto la maschera, lo rilessi nuovamente un paio di volte prima di preparare i bagagli per la partenza. Sarei dovuto dirigermi nuovamente verso il paese della Vento, nuovamente a Suna; mi riaffiorarono nella mente qualche ricordo delle esperienze passate in quel piccolo sputo di villaggio, forse avrei avuto modo di rincontrare Minobu, quel giovane sabbioso e albino tanto simpatico quanto strano.
    La strada che, come una serpe, si snodava all'interno del Bosco dei Sussurri era ombreggiata e mi riparò dal sole che, negli ultimi tempi, aveva iniziato a essere sempre più caldo; scrollai le spalle sperando così di allontanare il ricordo del calore nel deserto che mi avrebbe aspettato nuovamente. Il viaggio durò qualche giorno ma mi ero preoccupato di portarmi abbastanza cibo e, prima di partire, avevo studiato la mappa al fine di passare nei pressi di una fonte d'acqua dove poter caricare la serie di borracce che portai con me e che si sarebbero rivelate vitali durante il tragitto nel deserto.
    Mi sarei così presentato alle porte di Suna con un mantello nero che occultava il mio vestiario fino a metà tibia, sotto di esso avrebbero potuto notare un leggero kimono color panna con i risvolti di un marrone leggermente più scuro, quando lo aprii alzando una mano in direzione di Akira e il resto dei compagni, con lui avevo già avuto modo di lavorare in passato ma gli altri mi erano sconosciuti. Mi avvicinai al gruppetto subito dopo che, quella che poi scoprii essere Shizuka Kobayashi e capo team, creò un clone che si allontanò da noi, da sotto la maschera che indossava per nascondere il volto storpiato parlai con voce roca Salve sono Hisagi Mikawa, genin del villaggio del Suono e ultimo componente di questo team, suppongo... Spero di non avervi fatto attendere molto ma il viaggio è stato lungo, comunque sono pronto a partire quando vorrete. . I guanti in cuoio da combattimento cigolarono quando aprii le mani e le serrai, l'equipaggiamento era tenuto fra le pieghe del mio vestiario e l'occorrente per il viaggio era tenuto in una sacca ninja tenuta all'altezza dei reni in modo che non limitasse troppo nei movimenti; ero pronto per quest'ennesima missione, non cercherò di nascondere l'irrequietudine che mi toccava, non sarebbe stata una passeggiata, un uomo così potente e ricco chissà quanti nemici poteva contare.

     
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27 replies since 15/5/2015, 19:29   541 views
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