[Gioco] Vizi di Forma

Grado C

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  1. -Hidan
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    Vizi di Forma

    Sulla Lama di un Coltello


    Quella sarebbe stata una nottata veramente lunga.
    L'imboscata, se così si poteva chiamare, aveva gettato l'improvvisato accampamento nel caos più totale. Non che io non avessi le mie colpe, visto che nel caos ci sguazzavo, dato anche il mio non docile animo e carattere. Anzo si chiuse nella sua carovana, le sue due guardie si posizionarono in assetto da battaglia attorno alla sua carovana, Uriko tremava come una foglia secca su un albero in autunno, Hisagi stava crepando dissanguato come un agnellino. Io, per ultimo ma non ultimo, ero furioso. Arrabbiato, follemente. Non amavo restare in disparte, odiavo non sapere cosa stesse succedendo attorno a me, soprattutto se le cose mi interessavano in prima persona. E direi che essere bersagliato da frecce lunghe più di un metro, gettate da solo i Kami sanno dove, rientrava in questa ultima, particolare fattispecie.
    Quel che accadde dopo, beh... Diciamo che sarebbe stato degno di una ripresa cinematografica.
    Buttai giù, letteralmente, la porta della carovana dove si era rifugiato Anzo, e da lì a pochi minuto, malgrado le resistenze, gli insulti e le minacce, più o meno velate, del nobile, la aprii come una scatoletta di tonno. Controllai da tutte le parti, facendo uso anche delle armi, ma la mia indagine non portò a nessun risultato. Anzo non stava trasportando nulla. In compenso, puzzava come un carico di pesce andato a male.
    Uscii con un saltello dalla carovana, quasi nauseato. « Mi scusi nobile Anzo, era necessario. » Esclamai lapidario, rivolgendomi al vecchio e petulante nobile, mentre già mi allontanavo. « Sistemate un pò, voi... » Avrei chiesto ai miei due cloni, accompagnato da un nervoso gesto con la mano destra.
    Mi recai da Shizuka, la quale aveva appena finito di chiudere la vistosa ferita di Hisahi. « E' stabile adesso o rischiamo di perderlo? » Avrei chiesto, preoccupato per il compagno della missione. Era un valido elemento in combattimento, lo sapevo dopo aver collaborato con lui a Suna, e detestavo l'idea di perderlo con un colpo così... Meschino.
    Fu però Shizuka a riprendermi, verbalmente, sul mio comportamento. « Pff. » Sbuffai stizzito, mentre prendevo a spogliare Hisagi di tutto ciò che poteva essere utile. Una volta terminato, avrei ripreso a parlare, guardando negli occhi la kunoichi. « Forse ancora non ti è chiaro. Quello è un vecchio viziato e misogino, classista e razzista. Probabilmente per parlare con noi si dovrebbe prima trovare in una situazione a tu per tu con un nukenin che gli sta per tagliare la gola... » Presi un attimo fiato, continuando a parlare in modo glaciale. « E, anche in quel caso, non sono sicuro che chiederebbe aiuto a me, figuriamoci a te. » Mi riferivo, ovviamente, al suo sesso. « Le sue guardie sono ancora più ambigue di lui. Non ci possiamo fidare, anzi, non dovremmo fidarci. In sostanza... » Incominciai ad allontanarmi, superandola. « Non è con le chiacchiere che usciremo da questa merda. Adesso vado a rannicchiarmi all'angolino, così non faccio chiasso. » Detto ciò, mi sarei andato a sistemare con la schiena seduta alla seconda carovana, osservando come i miei cloni stessero mettendo delle pezze a ciò che avevo combinato alla carrozza di Anzo.
    La serata, però, era ancora lunga.
    Prima assistetti ad un simpatico siparietto tra Shizuka ed Anzo, il quale, dopo aver accettato udienza alla Kobayashi, finì, dopo pochissimi istanti di una profittevole conversazione, venne bloccato al collo dalla kunoichi, i cui occhi divennero rossi. Non sapevo di che abilità si trattasse, ma a questo punto pensavo che anche lei volesse passare all'azione e finirla di farsela sotto davanti a quel vecchio demente. Qualcosa, però, andò storto. Shizuka parve meravigliata della reazione di Anzo dopo aver incrociato i suoi occhi, perché la sua reazione fu... Proprio nulla. Eccezion fatta, ovviamente, di un poderoso sputo, ai quali seguirono le solite strilla da bambina viziata. Questa volta, però, millantava che Shizuka lo volesse uccidere. « Beh, dai, esagerato... » Ridacchiai, ma solo per il tempo necessario a notare di come le sue guardie circondarono Shizuka, pronte a sfoderare le loro lame. « Ehi, ehi, ehi... » Parlai ad alta voce, così da farmi sentire. « Non vorrete mica farmi alzare, vero? » Portai la mano destra a sfiorare l'impugnatura della mia lama. « Sono sicuro che non vorreste sapere come andrebbe a finire questa storia, quindi stiamo cali, va bene? » Così, anche grazie all'intervento della guardia dotata di parola, la situazione parve tornare alla normalità.
    Giusto per qualche istante. Un paio di minuti forse.
    Finché Shizuka non fece scoppiare, letteralmente, la testa alla guardia silente. « Che cazzo stai combinando?! » Mi alzai, allarmato, sfoderando il fuuma kunai. Come poteva essere successo? Che cosa stava succedendo?
    Successe tutto troppo in fretta per permettermi di reagire. Shunsu squarciò la schiena di Uriko, che stramazzò a terra, mentre correva verso Shizuka, coperta dei resti organici dell'altra guardia. « SHIZUKA! » Urlai, ma ero troppo distante. L'avrebbe colpita.
    Se non fosse stato per una seconda, enorme, freccia, che lo colpì in pieno petto, perforandolo, e gettandolo all'indietro sulla sabbia, esanime.
    « Oh, cazzo! Di nuovo! » Mi piegai sulle gambe, accovacciandomi, correndo verso Uriko e, una volta raggiunta, l'avrei trascinata dietro la carovana, in direzione opposta a quella di dove stavano arrivando le frecce. « Shizuka, veloce! » Mi sarei fatto sentire dalla kunoichi, se fosse stata ancora immobile in piedi. « Vieni qui! Devi aiutarla! » Avrei continuato ad esortare la kunoichi. A quel punto gli avrei prestato aiuto per la medicazione di Uriko, cercando di rendergli più agevole, se avessi potuto, l'intervento medico. « Quel dannato di Hisagi non ha neanche un tonico! Vediamo se ha qualcosa di utile lei... » Avrei frugato velocemente ma cautamente nelle tasche porta oggetti di Uriko, trovando un tonico per il recupero del chakra. « Tieni, mangia. Ne avrai bisogno per l'intervento. » L'avrei messo direttamente in bocca a Shizuka, visto che probabilmente avrebbe avuto entrambi le mani occupate. « Forza, Uriko, resisti... » Avrei sussurrato alla ninja di Kiri.
    Nel frattempo avrei fatto sistemare i miei cloni agli angoli della carovana, piegati sulle ginocchia, a controllare entrambe le direzioni. « Nobile Anzo, stia giù! » Avrei consigliato al vecchio puzzolente, visto che stavano arrivando frecce a catinelle.

    Quando - e se - l'intervento finì, tirai un sospiro di sollievo. « Grazie... Devi essere stremata. » Mi alzai, sgranchendomi leggermente le gambe. « Che cosa è successo prima? Perché gli hai fatto saltare la testa a quel tizio?! » Avevo appena recuperato il mio caratteraccio. « Che cosa sono quegli occhi rossi? Perché li hai usati anche contro Anzo? » Erano per un certo senso simili agli occhi di Meika, seppure con qualche differenza, ma non avevo visto alcun risultato particolare dovuto al loro utilizzo. Non era, comunque, questa la priorità. « Direi che siamo, definitivamente, nella merda. Non posso tornare indietro con i feriti lasciandoti sola, e loro, allo stesso tempo, non possono continuare. Se aggiungiamo anche le guardie del nobile Anzo hanno deciso di ritirarsi... » Che scelta azzeccata di parole. « Siamo costretti ad andare avanti. Anzo ci crede traditori, ci sono dei sensitivi o qualcosa del genere che è in grado di mirare a grandissime distanze e, per di più, arrivano da sud, la direzione che dovremmo prendere per recarci a Suna. Se fossi stato da solo forse, e dico forse, avrei potuto evitare un'imboscata muovendomi velocemente, ma se dobbiamo tornare indietro con una carovana, aspettiamoci sicuramente di essere bersagliati di frecce fino a Suna. E visto la loro statistica di successo direi di non rischiare. Senza contare che, probabilmente, il nostro simpatico amico chiederebbe le nostre teste a Suna. Non sono preoccupato di un vecchio bisbetico, ma penso che qualche giorno di prigione in attesa degli interventi dei nostri villaggi non ce lo tolga nessuna se rimettiamo piede in quel villaggio. » Mi sedetti, gambe e braccia incrociate. « Sistemiamo i due feriti sulla seconda carovana e li portiamo con noi, al primo villaggio utile faremo recapitare una missiva all'Accademia con richiesta di soccorso. In alternativa potremmo fissarli su uno dei due cavalli, lasciando una delle due carovane qui, e sperare che il gagliardo puledro ritrovi da solo la strada di casa e, forse più importante, che non venga trafitto da una lancia voltante... Allora, che preferisci? » Avrei chiesto alla Kobayashi, prima di ripetere lo spoglio degli equipaggiamenti dal corpo di Uriko. Avrei riposto tutto ciò che era utile e non facilmente trasportabile in una sacca porta oggetti su una delle due carovane, mentre avrei tenuto con me i tonici, gli antidoti, le bombe di ogni genere, i kunai e i vari strumenti di supporto quali fili di nylon, sonagli e oggetti del genere. « Cerchiamo di passare la notte qui intanto, non possiamo avventurarci alla cieca anche se ci stanno tirando i fulmini alle spalle. I miei cloni veglieranno su di noi e controlleranno Anzo, che non penso sia così folle da tentare di scappare... Almeno lo spero... Domani all'alba decideremo il da farsi. » Detto questo, avrei appoggiato la schiena alla ruota della carovana, cercando di togliere dalla mia testa tutti i pensieri che la tormentavano.
    Non ci riuscii.

    [...]

    L'alba arrivò anche troppo velocemente, senza permettere, ne a me ne a Shizuka, un adeguato riposo.
    Le frecce avevano smesso di piovere, e direi che comunque non era un pessimo punto di partenza.
    Con le prime luci del sole cercai di osservare l'orizzonte a sud, senza vedere nulla di utile. Non osavo immaginare da quale distanza fossero arrivate quelle frecce. A quel punto avremmo scelto definitivamente con Shizuka di cosa fare dei feriti e, quale delle due fosse stata la scelta, mi sarei assicurato nel miglior modo possibile che il loro trasporto fosse stato agevole. Nel caso avessimo optato per lasciare i feriti nelle mani del destino - e del cavallo - avrei fissato i due all'animale con la corda di canapa presa da Uriko. In carovana, almeno, visto l'assenza delle due guardie di Anzo, c'era tanto spazio.
    « Siamo d'accordo, allora? Partiamo? » Se la risposta fosse stata positiva - e non mi aspettavo altro genere di risposte - allora avrei velocemente fatto i preparativi per la partenza, che sarebbe avvenuta quanto prima possibile.
    Una volta in viaggio sarei momentaneamente sceso dalla carovana per affiancarmi alla porta dietro la quale Anzo si era rinchiuso. « Nobile Anzo... Basta con le bugie e con i fraintendimenti, sono stufo di vedere sangue. » Iniziai, glaciale ma rispettoso. « Noi NON siamo suoi nemici. Non siamo ninja di Suna, Kiri, Oto o Konoha in questo momento. Siamo ninja dell'Accademia, e come tali, abbiamo una missione: difenderla. Per quanto questa sia una missione grama per me, la adempierò fino alla fine se è necessario. Akira Hozuki non scappa. Mai. » Presi fiato, cercando di essere più convincente possibile. D'altronde stavo parlando a cuore aperto. « Detto questo, poco mi interessa avere la sua simpatia. La cosa, si fidi, è reciproca. Continueremo a scortarla, ma come vede la situazione è critica. Siamo braccati, due nostri compagni sono rimasti feriti e le sue guardie, beh... Lo sa lei stesso cosa è successo. Siamo rimasti in due, abbiamo bisogno della sua collaborazione. Le prometto che non cercheremo più di disturbarla se non strettamente necessario, ma deve essere collaborativo, altrimenti credo proprio che NESSUNO di noi rimarrà in vita ancora per molti giorni. Sta a lei decidere se raccontarmi la verità di ciò che sta accadendo, se sa che qualcuno la sta braccando e qual'è la sua vera destinazione. Con tutti gli annessi e connessi a queste domande, sono chiaro. Sia che lei intenda rivelarmelo o meno, ripeto, la missione, per quanto infelice, sarà onorata. Ci pensi durante la giornata. » Avrei concluso, balzando sulla carovana e sedendomi su di questa. In lontananza vedevo già un'ombra di sabbia che incombeva su di noi.
    La missione era su una lama di un coltello. Una minima vibrazione e sarebbe fallita.

    OT/ Seguo le direttive di Arashi nel precedente post - più le accortezze che ho suggerito io sempre nell'ultimo post - per contrastare la tempesta di sabbia.
    Praticato la stessa "azione" di recupero oggetti da Uriko, sia se rimane con noi sia se parte a cavallo verso nuovi orizzonti.
     
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27 replies since 15/5/2015, 19:29   541 views
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