Al tavolo con Itai Nara

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Al Tavolo con Seinji Akuma

    La possibilità di redenzione



    La lettera mi sorprese. Più la rileggevo, più ne ero sinceramente sorpreso. Voleva parlare con me, pacificamente? Una persona accorta avrebbe pensato ad una trappola, ma per quanto potessi decidere di riporre le armi solo uno stupido poteva pensare che il mio potere derivasse dalla mia spada. Tendermi una trappola poteva essere pericoloso.
    Voleva davvero contrattare allora? A che pro? C'erano solo due possibilità: la prima, a cui tendevo a credere maggiormente, è che pensava di essere sicuramente convinto di essere in grado di farmi qualcosa oppure riteneva di essere spacciato e dunque voleva la pace. Seinji Akuma, lo stesso ninja che avevo conosciuto, non avrebbe mai pensato ad una cosa del genere.
    Aggrottai le sopracciglia, confuso e sorpreso, ancora sospettoso. Chiusi gli occhi e mi immersi nella coscienza condivisa con Chomei.

    Questa cosa mi inquieta. Sono tentato dall'andare a parlargli però. A che pro? Non cambierà mai idea. Quell'uomo ha idee distorte, convinzioni assolute. Ma è sinceramente convinto di fare il bene di Kiri. Se riuscissi a fargli capire quale è davvero il bene di Kiri tutto cambierebbe. Sei un sognatore, non accadrà. Probabilmente hai ragione Chomei. Ma non importa, se non ci provo non potrò saperlo. Un tempo l'avrei ucciso sul posto, oggi...

    Non conclusi la frase. L'Itai Nara furioso era sparito, dissolto dalla prigionia e dagli eventi. Ed pronto ad ascoltare, decidere ed eventualmente perdonare. Ma le cose non era semplici, eppure una remota possibilità esisteva e finché una tenue fiammella che ardeva di speranza ancora zampillava non avrei abbandonato i miei propositi di recuperare uno Shinobi per il villaggio.

    Così decisi di partire.


    Sembrava strano un incontro in un risorante. Vedevo la struttura dall'alto mentre Yogan voleva in circolo a circa cento metri di distanza dal suolo, nascosta dalle tenebre. Silenziosa come un serpente predatore la dragonessa aveva smesso di rimproverarmi per quella selta solo poco prima. Avrebbe preferito rendere Seinji Akuma il suo prossimo pranzo piuttosto. Non notai niente di strano e la mia percezione rilevò solo la presenza di Seinji. Riconoscevo ancora il suo colore e notai che il suo chakra si era rafforzato rispetto all'ultimo nostro incontro.
    Scendiamo Yogan. La dragonessa eseguì la mia richiesta, atterrando per strada. Qualcuno si spaventò, ma non me ne curai: Seinji aveva appena avuto sentor del mio arrivo.
    Puoi andare, Yogan. Neanche per idea. Rimarrò in volo ad una trentina di metri di altezza, non mi fido. Sospirai. Avrei potuto forzare la sua scomparsa, ma per il bene della mia amicizia con lei non potevo fare una cosa del genere. Non intervenire, ok? Solo se lui non farà nulla. Ero stranamente convinto che non l'avrebbe mai fatto.

    Entrai nel ristorante e riconobbi subito l'Akuma seduto al tavolo. Fermai un cameriere, indicandogli il tavolo, ordinando per me della carne alla griglia e del vino rosso. Dunque, con passo misurato eppure certo mi avvicinai all'Akuma sedendomi dinanzi a lui.
    E così, eccoci qui. Dissi, serio. La tua lettera mi ha sorpreso Seinji e come mi hai chiesto, sono qui in veste neutrale. Avrei potuto evitare di farlo e tu non l'avresti mai saputo ed ora saresti già senza occhi. Ma non lo faccio, non oggi. Voglio sentire ciò che devi dirmi e voglio che tu ascolti ciò che io devo dire a te, senza il timore di armi puntate. Dunque parliamo liberamente, Akuma. E stava a lui iniziare, in quanto mittente della lettera e vero organizzatore di quell'incontro.
     
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