Al tavolo con Itai Nara

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Al tavolo con Seinji Akuma

    Ipocrisia



    Ascoltai silenziosamente il discorso dell'Akuma, tenendo le mani incrociate, sotto il mento. Come immaginavo lui non era più lo stesso Shinobi di un tempo eppure qualcosa di lui non era mai cambiata.
    Era comunque un pazzo, idiota, un visionario non nel senso positivo del termine. La sua visione del mondo era distorta, nonché del tutto arbitraria, basata su convinzioni assolutistiche che nel complesso portavano solo alla distruzione. Così, con calma, dopo che ebbe finito di parlare risposi e quando lo feci non trattenni nemmeno una parola rimanendo seppur posato e tranquillo. Ma la chiarezza era d'obbligo. Non ero lì per fare il politico.
    Stolto. Sentenziai, rimanendo gentile. Stolto eri, e stolto intendi rimanere. Ma dato il tuo netto miglioramento, suppongo di non poter dire che stolto rimarrai. Seinji, sul serio, credi che io sia entrato nel palazzo del Mizukage e che mi sia seduto sullo scranno di Shiltar di mia spontanea volontà? Presi una bacchetta di legno e me la rigirai tra le dita, quasi distrattamente. Certo, il vero me non aveva vissuto quelle cose, ma al fine di sapere meglio tutto ciò che il mio clone aveva fatto avevo studiato tutto: documenti, testimonianze, qualsiasi cosa. Alla fine ero giunto ad una conoscenza abbastanza approfondita degli eventi della Quinta Riunione da poterla narrare con facilità.
    Quando mi parve chiaro che Shiltar non sarebbe tornato non c'era nessuno in grado di comandare Kiri. Nessun Jonin, Fujiko era morta nel crollo della vecchia Amministrazione. Convocai la Quinta Riunione di Kiri e lì i ninja di Kiri mi hanno eletto Mizukage, per quanto pochi potessero essere. Ma non è finita qui. Non solo da loro avevo avuto approvazione! Anche il Daimyo mi ha dato la sua approvazione. Sono il Mizukage in tutto e per tutto Seinji, che questo ti piaccia o no. E smettila di chiamarmi ninja di Konoha. Assunsi un'espressione ancora più seria. Io sono uno Shinobi di Kiri. Sono il Jinchuuriki del Sette Code e sono l'unico Jinchuuriki al mondo da un secolo in grado di collaborare pienamente col suo Bijuu. Sono il ninja più forte di Kiri, sono la sua prima linea di difesa, sono una risorsa e le mie braccia sono al servizio di Kiri. Avanti, Seinji. Va a Kiri, ti lascerò passare i cancelli. Parla con gli Shinobi, parla con la popolazione. Solo il mio nome è grado di tenere lontane minacce e malintenzionati. E tu mi chiedi di andare via? Puntai la bacchetta verso il basso, sbattendola senza forza contro il tavolo.
    Ipocrita. A Kiri non c'è nessuno, ora neanche lontanamente in grado di potersi avvicinare al mio livello. Nessuno con più fiducia di me. Rimuovermi dal mio incarico... per mettere chi? Non fare l'idiota, Seinji, sai essere più intelligente di come ti dimostri in questo momento. Una guerra ciivile? Con quali presupposti? Dov'è la fetta di popolazione che ti sosterrà? Dov'è la popolazione che dovrebbe andare contro di me? E sia ben chiaro: non esiste non per paura, ma ti sorprenderà sentirlo, ma perché sono accettato. Oh si Seinji, te lo ridico: il villaggio mi ama. Feci una breve risatina, ben conscio che non avrebbe mai creduto a quelle parole. Etusko aveva tradito ma chi, tra i ninja di Kiri, era disposto ad iniziare una guerra civile per depormi? Nessuno. Non sono un tipo religioso. Non credo a nessuna divinità, credo nel lavoro degli uomini, nelle loro convinzioni, e nella loro capacità di cambiare il mondo tramite le loro azioni. Tu dici di essere avvolto da una specie di fortuna divina, ma la vera fortuna divina che hai avuto è che sono stato troppo impegnato per darti la caccia ed ora, che ho tempo, ho voluto parlarti prima di ricominciare. Ma non sono qui per minacciarti. Dunque lo fissai dritto in viso, puntando i miei occhi nei suoi.
    Cosa farai se rifiuto? Camminerai fuori da questo locale lasciandomi il conto da pagare, arruolerai ninja di ogni dove, stringerai accordi e farai promesse per fare che? Scatenare una guerra civile? Attaccare Kiri e dunque far scorrere sangue Kiriano? Uccidermi, privando Kiri del suo ninja più forte e del Jinchuuriki migliore che abbia avuto da... decenni? Dici che ci sono vite nelle mie mani, ma io sono dove sono in maniera legittima, con l'appoggio dei ninja di Kiri e del Daimyo. Tu, al contrario, sei guidato dalle tue convinzioni e dalla ignominia che la mia elezione provoca nei tuoi visceri. Smettila di farti comandare dalle pulsioni e ragiona freddamente: sono la scelta migliore per Kiri ed al diavolo le false e stupide modestie. Sei tu che hai vite nelle tue mani: dei ninja che ti porterai dietro nel tentativo di usurpare la mia posizione, scoprendo che Kiri è della mia parte. Sei tu che vuoi muovere guerra, non io. Non scaricare addosso a me le tue responsabilità, Seinji. Sei tu quello che vuole il sangue, sei tu quello che vuole la guerra, e sei tu quello ad essere in una posizione di netto svantaggio. Non hai il diritto di dettare condizioni qui.
    E di questo ne ero assolutamente convinto. Stavo impegnandomi a crescere nuove generazioni di Shinobi e i risultati iniziavano a vedersi. Akira Hozuki e Meika Akuma erano solo i primi frutti della rinascita di Kiri. Seinji questo non lo sapeva e non poteva saperlo.
    Il mio mandato è iniziato male, lo ammetto. Dovresti averlo saputo da Etsuko, ma ero impegnato in una missione molto, troppo segreta. Qualcosa di vitale, la cui riuscita ha cambiato equilibri mondiali in maniere che non riesci nemmeno ad immaginare. La missione era la mia sopravvivenza nelle prigioni della Zanna e la mia liberazione ha significato la capacità di strappare la possibilità ai ninja della Zanna di strapparmi Chomei dalle viscere. Ma ora sono a casa ed intendo cambiare le cose. Una nuova generazione di Kiriani sta nascendo. Kiriani forti, scaltri. Gente che tiene a Kiri quanto te. Ho una contro proposta per te, Seinji. Lo guardai negli occhi. Fisso, senza minimamente distogliere lo sguardo mentre pronunciavo la più grande delle mie follie.
    Torna a Kiri. Cancellerò il tuo stato di Nukenin. Non andrai in prigione. Hai un merito che è quello di volere il bene del villaggio a qualsiasi costo. Torna a Kiri, aiutami a far crescere una nuova generazione di Kiriani che possa assumere il comando. Smettila di vedere in me un ninja di Konoha ed inizia a collaborare: sono nato a Konoha, ma non ho mai avuto nulla da quel villaggio. Kiri era la patria di mio nonno di cui porto il nome ed a Kiri sono tornato. Perché è casa mia. Ed io farò tutto ciò che è necessario per proteggere la mia casa e freddamente, io sono l'unico a Kiri che può assolvere al compito al quale tu mi chiedi di rinunciare. E se ci pensi, saprai che è così. Dunque ribadisco, Seinji. Torna a Kiri. Non voglio nemmeno una risposta immediata, posso capire che ti sarebbe difficile rispondermi ora su due piedi. Rigirai ancora una volta le bacchette in mano, serio, ma posato e tranquillo. Non avevo mai alzato la voce, né mi ero scaldato durante tutto quel discorso, corazzato della certezza che la ragione era dalla mia parte. Ma se rifiuti, allora dovrò fare ciò che è meglio per Kiri e tu oggi hai minacciato la sicurezza e l'unità del Villaggio. Il che vuol dire, che se rifiuterai, sarai il nemico numero uno di Kiri, Seinji. Significa che da questo momento sarai braccato e cacciato come mai lo sei stato prima d'ora e comprenderai quanto in fretta si esaurirà la tua "fortuna divina". Ed avevo alleati a cui appoggiarmi, nonché un intero villaggio da potergli mandar contro. Un villaggio che, certamente, vedeva assai meglio il suo Mizukage che un criminale che aveva appena confessato essere pronto a scatenare una guerra civile e turbare la pace del Villaggio stesso pur di dar soddisfazione alle sue visioni del mondo che nessun altro condivideva nel villaggio stesso. Pensaci, mentre mangiamo. Bevi un po' di quel vino, magari ti aiuta a schiarirti le idee.
    Versai il mio rosso nel bicchiere, mentre un cameriere portava finalmente la mia carne grigliata. Ne presi un pezzo con le bacchette e me la portai alla bocca, iniziando a mangiarla.
    Ottima.
     
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