Al tavolo con Itai Nara

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  1. leopolis
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    × Legenda
    Narrazione
    «Dialoghi»

    Nel mentre Itai Nara si mise a parlare, fu ora Seinji ad ascoltarlo tranquillo, calmo e silenzioso come sempre. Qualche asso nel manico pure ce l'aveva; non tutto era ancora perduto, specie considerando le varie (nere) ipotesi che gli si prospettavano dinnanzi per il futuro. Il patto era sigillato, Itai Nara continuava a parlare, Asmodai taceva, e Seinji Akuma ascoltava silenziosamente. Cosa ascoltava? Non poteva dire che le parole del Mizukage lo convincevano sul serio; non poteva nemmeno dire di andarci completamente d'accordo, ma cosa gli rimaneva da fare? Itai Nara non poteva nemmeno immaginari di quali guai fossero alle spalle dell'Akuma, di quale forza egli fosse il portatore, quali fossero le nubi nere della discordia, che presto si sarebbero abbattute su ogni villaggio. Parlava dicendo quel che doveva dire, sospinto forse dalla sua morale, forse da quel ruolo assegnatogli, forse semplicemente da un copione che si era inventato, forse ad altri. La possibilità di redimersi, del resto, Seinji se la sarebbe presa ugualmente; tanto che non poteva accettarla in tutto e per tutto li e seduta stante, altrimenti sarebbe crollato nell'istante stesso, tradendo un'altra parte di shinobi dietro alle sue spalle. Dunque, non appena il Mizukage finì la prima parte del suo discorso, Seinji distolse le braccia dal petto, poggiandole ora sul tavolo dinnanzi a sé, ai lati del piatto e vicino al bicchiere di vino ancora mezzo-pieno.
    «Non posso tornare a Kiri.» - Ripeté. - «Non ora, e ti prego di non farmi domande scomode a cui rischio di non rispondere.» - Disse di nuovo. - «Non hai idea, Itai. Ci sono cose... No.» - Agitò nuovamente il capo. - «Non posso parlartene, ma ti chiedo di prestarmi fiducia. Troverò un modo.» - Prestare fiducia così, chiudendo gli occhi su tutto, ad un nukenin!... Questa era follia! - «Lo troverò. Stanne certo.» - Disse nuovamente, sicuro di sé. Che avesse un piano? Di certo i suoi occhi non avrebbero rivelato nient'altro: né paura, né sconforto, né follia irrazionale. Qualcosa ci sarebbe stato, quasi simile a un tentativo disperato di andare, di provarci. Forse sì, una disperazione, quasi come se ciò che aveva in mente, fosse molto, molto, molto pericoloso. - «Ti chiedo dunque di prestarmi fiducia e un limite indeterminato di tempo. Non so quando tornerò, né se sarò vivo e potrò farlo; non so se al momento mi accoglierai come traditore o come eroe, non so se mi ammazzerai o imprigionerai, o farai di me una leggenda. Non so niente. Non potrò contattarti, né darti informazioni preziose nel mentre sono via. Tuttavia, qualora ci fosse un pericolo incombente per il villaggio, una guerra, o un attacco, te lo dirò a qualsiasi costo. Poi forse morirei, ma sapresti tutto in modo dettagliato e preciso.» - Disse, ora portando il vino alla bocca e sorseggiandone un po'. Non stava forse esagerando? "No," - quasi percepì una voce nella sua testa. Nessun punto dell'accordo era tradito. Stavano solo parlando, quasi intuendo i pensieri l'un l'altro. Stavano girando, girando e girando intorno al problema, tanto che Itai Nara avrebbe dovuto capirlo dalle parole dell'Akuma.
    «Se vuoi che mi prenda le mie responsabilità, allora dammi la caccia. Recluta i tuoi migliori shinobi, e fa che mi perseguano ovunque. Fa in modo che muoia, e così, fidati, mi farai un favore.» - Sorrise Seinji. Eggià: crepando sarebbe uscito da quella situazione indignitosa senza alcun problema. Ma sapeva che ciò non avrebbe funzionato. I suoi peccati li doveva lavare via con il sangue, sacrificandosi per il villaggio, e in contempo rispettando tutti i punti dell'accordo con il Mikawa. Ascoltò dunque le prole sul giuramento di fedeltà...
    "Oh no! Un altro..." - commentò sarcastica una voce nella sua testa, ma Seinji non distolse lo sguardo dagli occhi del Nara.
    «Come ti ho già detto, amo Kiri più di ogni altra cosa, e sono fedele sia a Kiri che al Mizukage.» - Disse. Era fedele sì, o forse mentiva? Di certo finché esserlo non andava contro il Patto e gli accordi presi, poteva permettersi quelle parole, dette con più o meno sincerità. - «Devi fidarti di me Itai. Devi. So che è una follia, ma chiudi gli occhi su tutto. Poi, finita questa storia, farai ciò che vuoi, ma ora come ora dimentica ciò che fu, e lascia che io agisca in completa libertà al di fuori di Kiri, ma sempre per il suo Bene.» - Sospirò. Poi aggiunse:
    «Sono in una situazione difficoltosa, Itai. Non sono tanto libero quanto potresti pensare, perciò dimmi pure la missione che vorresti assegnarmi... Non ti prometto di buttarmici a capofitto come un treno, ma qualcosa penso di poterlo anche fare.» - Sospirò, poi attese. Quale sarebbe stata la reazione del Nara?
     
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