Giusto prima di partire

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  1. -Hidan
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    Giusto prima di partire

    Ho fatto solo del bene


    Una giornata come le altre sulla mura.
    Come tutti i giorni, come sempre. Non accadeva mai qualcosa di interessante, mai un brivido o un'emozione in quel posto.
    L'odiavo con tutto me stesso, e la noia mi stava facendo impazzire. Erano passati ormai già diversi giorni da quando avevo assunto quell'incarico, rientrato dalla missione a Suna e, successivamente, dalla mia ricerca a Taki. Avevo fatto solo del bene al mio villaggio, ed adesso mi ritrovavo relegato a sorvegliarlo. Anche l'entusiasmo, per quanto forzato, dei primi giorni era già scomparso: infatti, dopo aver intrapreso qualche iniziativa degna di nota, come ad esempio un'importante opera di ristrutturazione e fortificazione di tutta la imponente cinta muraria e del grande cancello stesso, e quindi essermi occupato di dare gli input ai lavori, la mia azione di comando si era praticamente fermata. Oltre a far controllare i carichi mercantili giornalieri di ingresso e uscita ai villaggi, non c'era nient'altro da fare, quindi passavo il tempo a passeggiare lungo la cinta... E pensare.
    Pensavo a quel che avevo fatto e a quello che avrei dovuto fare da lì a poco. Mizukami doveva essere ancora riforgiata, ma erano ben altre le mie prime preoccupazioni. Le mie gite, sia a Suna che a Taki, mi avevano fatto capire quanto potessi essere debole per il mondo. Un piccolo granello di sabbia in un grande deserto di guerrieri. Non ero ancora in grado di utilizzare le capacità del clan di mio padre, e l'arte della spada che praticavo sarebbe stata definita ridicola da anche il membro più giovane del clan di mia madre. Certo, Mizukami mi attendeva ancora, ma mi stavo incominciando a chiedere quanto potesse essere utile una spada di quel potere e importanza nelle mani di un disgraziato come me.
    Molto poco, probabilmente.
    Dovevo crescere, dovevo migliorarmi. Se fossi stato più forte avrei potuto fermare Ishiken dall'uccidere quel povero bambino. Se fossi più forte, avrei potuto fare di più per Kiri. Le mura, in tutto questo, non mi avrebbero aiutato in alcun modo.

    Fu proprio in quell'istante che sentii un veloce susseguirsi di passi provenire dalle mie spalle. Mi girai annoiato, già pregustandomi la scena di una delle guardie che mi veniva a chiamare per avere una qualche conferma su un qualcosa di completamente inutile, ma finalmente mi dovetti ricredere su quella giornata, che per lo meno non era come le altre: Meika era tornata.
    « Meika! » Esclamai ad alta voce, felice e sorridente. « Sei tornata finalmente! Non ti vedevo da un sacco di temo ormai, quasi mi mancavi! » In verità mi era mancata eccome. « Purtroppo no, non è uno scherzo... » Sbuffai, evidentemente scocciato. « Ed il bello è che non ho fatto arrabbiare nessuno, anzi... Ho fatto solo del bene, comunque... » Sviai il discorso, visto il divieto di parlarne con alcuno impostomi dal Mizukage. « Come stai? Purtroppo mi avevi lasciato come un uomo libero, e adesso ti trovi davanti un carcerato... Non puoi proprio capire che scocciatura questo posto, ma purtroppo gli ordini sono ordini. » E gli ordini esistevano per essere disubbiditi.
    Per fortuna.


     
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