Le Quattro Fonti del Bosco

[Addestramento TS I - Akira/Meika]

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  1. -Meika
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    Le Quattro Fonti del Bosco

    Partenza



    Fui estremamente puntuale. Del resto, il sonno non mi veniva facile quella notte. L'ansia era tanta, fin troppa e la paura di brutte sorprese non riusciva ad abbandonarmi del tutto. Sapevo che era la cosa giusta da fare, giacché vivere col pensiero incessante di una domanda che esigeva risposta mi stava consumando dentro. Tuttavia rincorrere certi fantasmi era davvero giusto? In ogni caso mia madre era morta o aveva deciso di lasciare me e mio padre il che stava a significare che alla fine di quella storia sicuramente avrei dovuto voltar pagina ed andare avanti.

    Ma non ebbi un'esitazione. Mai, quella notte, pensai di evitare un viaggio così pericoloso per me ed Akira: meglio il dolore della conoscenza che la pace dell'ignoranza giacché noto che fosse ignoranza la sua stessa esistenza non poteva darmi più pace. All'alba mi svegliai con due grosse occhiaie sotto gli occhi, sbadigliando, con lo stomaco che rumoreggiava per la fame. Non riuscii a mandar giù un solo boccone e rimandai la colazione a più avanti a quando fossi stata in grado di assumere cibi di una qualche forma. Mio padre si svegliò poco dopo di me. I suoi capelli neri si stavano ingrigendo e le cicatrici che si portava sul corpo erano ormai chiare ma nonostante ciò e nonostante la gamba mancante mi dava sempre quella rassicurante sensazione di forza.

    Era sempre stato un uomo duro. Come una vecchia quercia, a cui potevi tagliare un ramo o due ma che senza enormi sforzi non riuscivi a sradicare ed uccidere. Allora parti? mi domandò.
    Sì papà. Risposi ripensando alla bugia della missione. Torno presto, promesso.
    Vorrei ben vedere. Taki non è un posto che mi piace. Il suo volto era cupo. Sospirai. Taki certamente non era un posto dove manderesti tua figlia, persino in missione.
    Sentii il passo claudicante di mio padre avvicinarsi, dunque una sua mano nodosa posarsi sulla mia spalla stringendola appena. Hai letto la pergamena?
    Più volte. Risposi, posando la mia mano sinistra sulla sua posatasulla mia spalla destra. Posso farcela, devo farcela. Aggiunsi quasi in un sussurro.
    Meika, ricorda che l'illusione rimane un'illusione. Solo la verità è ciò che conta.




    La barca ondeggiava tranquillamente trasportata dal vento. Il clima era prettamente estivo, l'aria calda ed umida. Avevo lasciato la mia cabina per stare un po' all'aria aperta ed il ponte era pieno di uomini ma poco laboriosi: il vento faceva tutto il lavoro e la navigazione procedeva tranquilla e spedita.
    Vidi Akira lì, e mi avvicinai a lui, posando poi le mani sul parapetto sporgendomi appena in avanti per osservare il mare piatto. Si vedeva la terra in lontananza: il paese del Fuoco, il nostro attracco.
    Non manca molto, dovremmo arrivare nel tardo pomeriggio. Dissi osservando la terra sfocata dal vapore che saliva dal mare, che le donava un colorito azzurro sovrimpresso. Ho trovato un indizio. Ieri pomeriggio dopo che ti ho lasciato a fare il muschio alle mura - non guardarmi così, lo sai che ti prenderò in giro, lo faresti anche tu con me - sono andata in Amministrazione. Ho chiesto i rapporti ufficiali delle missioni di dieci anni fa, all'incirca del periodo della morte di mia madre. Ricordo ancora che era classificata di grado A, per cui alla fine ho dovuto spulciare solo poche carte ed ho trovato questo. Gli passai un foglio scritto di mio pugno, dove avevo annotato i fatti salienti della missione nella quale mia madre era ufficialmente "morta".

    Missione di Grado A.
    Mandante: un mercante del Paese delle Cascate.
    Compagni di missione: Un tale Mitsuki Haruno di Konoha e Ken Nekki di Suna. Jonin entrambi.
    La missione era il recupero di alcuni rotoli contenenti mappe segrete di alcune centrali elettriche del distretto di Izumi. Questi le avevano rubate al mandante, c'erano prove che stessero cercando di rivenderle ad un certo imprenditore di Taki.
    Non è sopravvissuto nessuno, dunque i dettagli non sono noti. Ciò che è certo è che l'incontro tra l'imprenditore ed i Nukenin doveva avvenire prima del "Bosco delle Mille Fonti".


    Ho fatto delle ricerche su questo Bosco, non è un luogo esattamente piacevole. In ogni caso, l'unico modo certo che conosciamo per entrare a Taki è Sakane e fin lì tu sai come fare uomo pieno di misteri. A questo punto chiediamo qualcosa lì, qualche informazione... se mia madre è viva ed ha visitato il Villaggio magari qualcuno se lo ricorda, no? Non avevo idea se quello potesse essere possibile ma dato che la strada era obbligata fermarsi a chiedere informazioni era la cosa più plausibile da fare.




    Sakane era un post tranquillo. Un villaggio di pescatori. Dati i segreti che Akira sembrava portare riguardo quel posto avrei immaginato ben altre cose. Tuttavia le apparenze ingannavano sempre, sopratutto nel mondo in cui vivevamo. Ed io, prima o poi, avrei dovuto certamente imparare a dominare le apparenze per sfruttarle a mio vantaggio. Da lì non avevo più idea di come muovermi.
    Ok... ed ora? Dissi guardandomi attorno, forse un'attimo spaesata. Non sapevo minimamente da dove iniziare. In normali circostanze non mi sarei sentita così, tuttavia il fatto di avere vicino qualcuno che già sapeva muoversi in quei luoghi aveva fatto sì che mi affidassi più alla sua guida che al mio istinto.
    Come già detto, stava ad Akira.
     
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21 replies since 3/7/2015, 18:22   658 views
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