Le Quattro Fonti del Bosco

[Addestramento TS I - Akira/Meika]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. -Hidan
        Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    L'Acqua è Vita


    L'inquietudine regnava sovrana in quei minuti.
    Io e Meika, dinanzi al Bosco delle Mille Fonti, con l'ultima luce del sole calante che a stento oltrepassava la fitta vegetazione dinanzi a noi, ci sentivamo quasi spaventati, ma no riuscivo a capire il perché di quella sensazione. Quel posto non era un luogo come molti altri, poco ma sicuro. Non riuscivo ancora a capire il perché, ma ne ero certo.
    « Forza, entriamo, altrimenti qualcuno di noi due proporrà di tornare a Kiri. » Dissi, compiendo il primo passo. « Magari risulterà solo una bella passeggiata nel bosco... » Esclamai ancora, con pochissima convinzione.
    All'interno del bosco la luce del sole risultò essere ancor più fioca e debole del previsto. Alzando la testa i rami intrecciati e folti dei grossi alberi andavano a coprire quasi del tutto il cielo sopra di noi, rendendo quel bosco più simile ad una struttura che ad un luogo naturale. Cercai di seguire il sentiero, o meglio, quel che ne rimaneva. Un tempo sicuramente più di qualcuno era passato in quel luogo, ma le strade dovevano essere in disuso da più di qualche anno. Il sentiero, però, era ancora visibile, sebbene coperto dal sottobosco che era cresciuto ormai incontrastato.
    Proseguimmo così, per circa un'ora abbondante, sempre più all'interno del bosco, che ad ogni passo si faceva ancor più fitto, senza dire una parola, finché l'ovvietà della nostra situazione non costrinse Meika a parlare. Non solo il sole era quasi del tutto tramontato, ma non sapevamo neanche quale era la nostra direzione o metà. « Devo darti ragione... Questa volta. » Mi fermai, mettendo entrambe le mani sui fianchi, come chi non sapeva da come uscire da una brutta situazione. « Ci accampiamo qui per questa sera, ci riposeremo un pò e domani mattina faremo il punto della situazione. E sì, accenderemo un fuoco, altrimenti troverai un sacco di simpatici e piccoli amici nel tuo giaciglio, questa notte... » Il chiaro riferimento ai numerosi aracnidi, insetti e rettili che dovevano abitare in quel luogo era fin troppo chiaro.
    « Taglio qualche ramo per... » Mi interruppi a metà della frase. Un rumore attirò la mia intenzione. Un rumore fin troppo distinto per appartenere ad un qualche animale selvatico. E si avvicinava, velocemente.


    z6ooNnk

    Non riuscii a capire l'esatta origine del rumore finché non ci fu addosso. Addosso a Meika, per l'esattezza. « ATTENTA! DAL TUO FIANCO! » Ma fu troppo tardi, l'Akuma venne spinta via per qualche metro, prima di andare a scontrarsi contro un albero e cadere al suolo. Dove c'era Meika, adesso c'era una creatura che non avevo ma visto prima.
    Pelle verdastra, un guscio dietro la schiena, zampe con lunghi artigli e un becco dello stesso colore della pelle. « Cosa diavolo sei?! » Urlai, diretto verso la strana creatura che, quasi incurante, disse qualcosa riguardo ad una fonte. Per poi partire all'attacco.
    « Cazzo... » Con velocità fulminea cancellò la distanza che lo separava da me. Era rapido, fin troppo anche per me. Non riuscii ad impugnare il fuuma kunai dietro la mia schiena. Non riuscii neanche a stare dietro ai suoi movimenti, e i suoi artigli ormai stavano per colpirmi. Se fosse stato forte quanto veloce, non avrei avuto alcuna speranza di sopravvivere a quell'attacco.
    Il primo colpo era diretto verso il mio viso.
    Concentrai il chakra in modo da poter aumentare i miei riflessi, spostando il busto verso l'indietro ed aiutandomi al contempo con il peso del resto del mio corpo per velocizzare la schivata. Come previsto, però, c'era troppa differenza di velocità. Il pugno della creatura umanoide colpì il mio petto, in modo talmente feroce da farmi arretrare di un passo. Dovetti resistere non poco al dolore e alla forza del suo attacco, che non accennava a fermarsi. Con il piede destro all'indietro ed il peso sbilanciato, le mie possibilità di ulteriori schivate erano del tutto svanite. Il secondo pugno era diretto al busto, e non capii solo quando sentii il contatto con la sua ruvida pelle sulla mia maglia d'acciaio, che per fortuna riuscì a trattenere la forza cinetica del colpo.
    Quasi piegato in due per la velocità dei colpi, alzai istintivamente le braccia a protezione del viso. E lì arrivo il terzo pugno. E così il quarto, ed il quinto. Tutti diretti al volto, se non fosse stata per la protezione delle mie braccia, ormai aperte dalla furia dei colpi ravvicinati.
    Sputai sangue dalla bocca, ed il tempo, tra un pugno e l'altro, parve come fermarsi. Sentivo il sangue pulsare nelle mie braccia, livide, anche se non riuscivo più a distinguere in modo ordinato le forme ed i colori di ciò che era intorno a me.
    Forse quella sarebbe stata la mia fine. Divertente, come cosa, visto che me l'ero andata a cercare proprio io.
    Meika sarebbe potuta venire da sola in quel luogo, e forse non sarei morto... Ma esistono molti tipi di morti, e la sua scomparsa avrebbe forse fatto più male di tutti i colpi di quella creatura. Soprattutto se avessi vissuto con la consapevolezza di dover essere stato lì in quel momento, lì vicino a lei.
    Poter continuare a vivere con quel rimorso, ci sarei mai riuscito?
    Non credo. Non lo pensavo. Non ci credevo.
    A quale costo avrei continuato a vivere mantenendo quelli che erano i miei obiettivi, i miei sogni, le mie speranze, se Meika fosse morta in quel posto? Sola o non sola. Non potevo permetterlo, non poteva essere così, in qualunque caso.
    Fu allora che mi parve sentire la sua voce, a pochi metri da me. Meika stava pronunciando il mio nome, ed io ero lì, in piedi, tra lei ed il mostro.

    E lì sarei rimasto.

    Se proprio non fossi riuscito a salvare entrambi, avrei provato con tutto me stesso a salvare lei, dandogli il tempo di scappare da quel posto.
    Solo allora il tempo parve riprendere a scorrere normalmente. Rialzai la mia testa ed il busto, mettendomi eretto dinanzi alla creatura, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. Non aveva più senso cercare di difendermi, sapevo a costa stavo andando incontro.
    Sapevo quel che dovevo fare.
    « L'acqua è... Vita. » Questo era quel che diceva sempre Ryo durante i nostri allenamenti. Sussurrai queste parole, non so neanche io se a me stesso o al mostro. Quel che so è che il suo pugno non mi fece male. Potevo sentire la sua viscida pelle sulla mia, che però era diversa, fluida. Circondò il suo pugno, lasciandogli spazio, lasciandolo passare attraverso il mio corpo. I miei occhi erano aperti, impassibili, e guardavo il mostro che furioso continuò a colpirmi per molte, molte volte.
    E tutte le volte invano i suoi pugni attingevano il mio corpo. Strappando, battendo, scuotendo. Questo, finché, non mi sentii cadere all'indietro, senza più coscienza del tempo trascorso e del numero dei colpi portati. Sbattei la schiena a terra, e anche questa volta sembrò come se toccassi con la mia pelle il mare; solo che io ero l'acqua, il resto del mondo era solido. Girai il mio volto, da cui ormai osservavo il mondo solo con l'occhio sinistro, verso il mio braccio destro. Il mio arto era ridotto a poco più che una poltiglia liquida informe e instabile.


    z6ooNnk

    Sorrisi. Forse c'ero finalmente riuscito. Probabilmente, però, era troppo tardi.
    Cercai di riprendere le mie forze e concentrai il chakra in tutto il mio corpo, come mi era stato detto. Mutevole e fluido, ma comunque sempre integro. L'acqua, sparsa un pò tutt'attorno a me, incominciò ad avvicinarsi, come spinta da vita propria, e, una volta a contatto con la mia pelle, questa ritornava in me. In poco più di qualche breve secondo, ero di nuovo tutt'uno.
    Unico problema: non riuscivo a muovere un singolo muscolo.

    « Meika... Scappa... » Riuscii, con un rantolo di voce, a dire.

    La minacciosa creatura, visibilmente sudata e con il fiatone, era indietreggiata solo di qualche passo. « Di cosa diavolo sei fatto?! Non importa, ti finirò adesso... » E i suoi piccoli occhi brillarono di furia, mentre a piccoli passi incominciava a dirigersi verso di me, ancora disteso a terra ed immobilizzato.



    Allora, tocca a te adesso.
    Il povero Akira è paralizzato a terra, ferito ed esausto per l'esser riuscito ad utilizzare la liquefazione completa.
    Cosa farà la piccola Meika per salvare il suo amico? Magari attirare l'attenzione della bestiaccia con... Beh, mi hai capito... :guru:
     
    .
21 replies since 3/7/2015, 18:22   658 views
  Share  
.